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Redazione
Grottaferrata (RM) – L’enogastronomia locale torna da protagonista alla 413° edizione della fiera di Grottafferrata, ai Castelli Romani, ad allietare i visitatori pronti a godersi le prelibatezze del territorio. La kermesse vuole infatti rappresentare un punto di incontro dove far rivivere l'antico spirito del “Symposium”, un contesto conviviale in cui mangiare, bere, fare arte e discutere. Ospitata in un’area dedicata, la produzione enogastronomica esibirà le sue eccellenze locali, in un connubio tra tradizione centenaria e sapienza moderna.
All’interno del “Caffè Letterario”, spazio adibito a spettacoli di teatro e di musica, presentazioni, workshop, concerti, conferenze e laboratori, in grado di rispecchiare la vivacità culturale e la sensibilità del territorio, Maurizio Morbidelli, chef di Alma Ristoro, proporrà, dalla colazione all’aperitivo, cibi e bevande rigorosamente Bio frutto di ricerca e innovazione culinaria.
Molti anche gli incontri su tematiche inerenti:
Giovedì 21 Marzo
Sala “Bruno Martellotta”
Ore 16,30 Tavola rotonda Sapere, mangiare… saper mangiare
Nell’ambito delle iniziative culturali ed educative dirette a favorire l’approccio ad un’alimentazione sana ed
equilibrata, l’incontro prevede l’insediamento della Commissione Mensa e la presentazione e il primo monitoraggio del servizio stesso. Coordinatore: Maria Giuseppa Elmo, Assessore alle Politiche Sociali e dell’Infanzia del Comune di Grottaferrata. Interventi: Gabriele Mori, Sindaco del Comune di Grottaferrata; Maria Giuseppa Elmo. Relatori: Patrizia Pisano, Coordinatrice della Commissione Mensa; membri della Commissione Mensa; Maria Grazia Tumino, Responsabile Operativo del Servizio – Serist; Marta Schiraldi, Direttore Assicurazione Qualità, Sicurezza, Ambiente e Responsabilità Sociale – Serist; Roberto Felicetti, Cooperativa Agricola Capodarco e Biosolidale.
A seguire, la Compagnia Teatrale “Koinè” presenta lo spettacolo Il minestrone, a cura di Arianna Burattini: “In luogo di uno spettacolo che racconta, offriamo un racconto che si ‘prepara’ e poi si porta a casa in una comoda vaschetta!!!”.
Angelo Parca
Castelli Romani (RM) – L’arsenico non fa più paura ai Castelli Romani. I tempi in cui l’arsenico arrivava ad oltre 50 microgrammi per litro su un limite di 10 sono lontani.
L’ultima vittoria è del Comune di Lanuvio il cui sindaco ha di recente revocato le ordinanze di non potabilità dell’acqua. Ciò a seguito delle verifiche della Asl RmH che lo scorso quattro febbraio ha effettuato campionamenti di acqua destinata al consumo umano distribuita nel territorio lanuvino. I punti di prelievo sono stati scelti in particolare per il monitoraggio dei valori di parametro fissati dal D. Lgs. 31/01 per l’arsenico e per il fluoro. Dunque la cittadina castellana non presenta valori arseniosi che superino il limite di legge di 10 microgrammi per litro.
Eppure, ai Castelli Romani, l’allarme c’è stato per oltre tre anni e i Comuni colpiti erano più di sette, poi il numero è sceso in maniera pressoché incalzante fino ad arrivare ad un dato di fatto: con l’emergenza convive soltanto una zona di Velletri e tra qualche mese dovrebbe uscirne non appena la Regione Lazio farà le azioni dovute. Nonostante i 4 milioni e mezzo impiegati da Acea su Velletri per far fronte all’emergenza arsenico i cittadini dovranno stare come minimo altri sei mesi in attesa che l’acqua torni nei parametri di legge di 10 microgrammi per litro. Eppure in Acea Ato 2 si è fatto molto a partire dalla rilevazione da parte del gestore dell’acquedotto comunale, nel 2006: sono stati realizzati sei potabilizza tori a Campo Sportivo, San Pietro, Zona 167, Marmi, Rioli, Marrucco, e costruiti diversi chilometri di condotte. Adesso il problema che frena la corsa all’abbattimento dei valori di arsenico nell’acqua è la realizzazione del potabilizzatore a servizio del pozzo “Le Corti” che serve circa tremila abitanti. Ad est di Velletri, infatti, non ci sono spazi di proprietà comunale sufficienti per l'installazione dell’impianto, quindi si è provveduto ad individuare un terreno privato ma il proprietario non vuole cederlo.
L’assessore del Comune di Velletri Sergio Andreozzi, delegato ai rapporti con Acea fa sapere che le ultime analisi sono comunque rassicuranti, in quanto la concentrazione di arsenico nell’acqua sfori di circa solo due unità il parametro di legge, attestandosi quindi intorno ai 12 microgrammi per litro: “la risoluzione del nostro problema – spiega Andreozzi – è dipesa e tutt’ora dipende dalla Regione Lazio che deve emettere l’ordine di esproprio per poter permettere al gestore idrico di realizzare il potabilizzatore. Ma temo che si dovrà aspettare ancora, almeno che venga nominato il nuovo commissario per l’emergenza arsenico in grado di agire tempestivamente”. Un impianto, tra l’altro, di ultima generazione che la stessa amministrazione ha richiesto raccomandandosi che fosse ad impatto ambientale zero. E così è”. Intanto Andreozzi ritiene che a breve il gestore riuscirà a erogare acqua senza arsenico grazie alla miscelazione con altri pozzi del territorio. Sembrerebbe anche migliorata la situazione dei punti di approvvigionamento Acea i quanto sono stati installati i cassettini per isolare i rubinetti e non esporli più alla mercé degli animali. Inoltre, una “fresca fronte” distributore elettronico gratuito è presente in via Troncavia. Intanto non si devono trascurare le esigenze di ogni singolo cittadino.
E' pervenuta alla nostra redazione una segnalazione di un ex cittadino di Velletri, Alberto Addari, tornato a Ostia con la sua famiglia (tre bambini) anche e soprattutto perché non sostenevano la situazione dell’arsenico nell’acqua: cuocere alimenti con l’acqua presa con le taniche e bere sempre acqua acquistata cominciava a pesare. Dunque il signor Addari fa presente che nel 2011 ha compilato una domanda di richiesta di rimborso della sua bolletta effettuata il 29/09/2011 presso la stazione ferroviaria di Velletri presso un ufficio di assistenza dove i cittadini avevano la possibilità di richiedere i rimborsi al gestore idrico. Contattata l’Acea Ato 2, al cittadino dissero che un operatore l’avrebbe contattato quanto prima per avere notizie in merito al fatidico rimborso. “Vorrei soltanto avere una risposta – dice Addari – per sapere se il rimborso che mi hanno detto sarebbe stato certo, mi sarà erogato oppure ho perso tempo e soldi in raccomandate, fidandomi di una assistenza che non ha centrato l’obiettivo”. Così, oltre ad aver bevuto l’acqua all’arsenico anche la beffa di rimanere nel limbo?
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Redazione
Ariccia (RM) – L’Amministrazione comunale di Ariccia, Castelli Romani, sta lavorando al recupero delle sorgenti del suo territorio, per rendere potabili le acque che sgorgano in quantità sufficiente a servire la popolazione ariccina. Le sorgenti oggetto di tale recupero al momento sono tre e precisamente quelle di Parco Chigi, di Ginestreto e di Vallericcia, inoltre quella del Fontanaccio che potrà essere utilizzata per il parco di Colle Pardo.
“E’ un progetto ambizioso – afferma il Sindaco Emilio Cianfanelli – ma assolutamente realizzabile e che permetterà di attuare interventi di recupero storico-ambientale ma soprattutto in grado di fornire agli ariccini acqua senza arsenico e metalli pesanti, essendo acque di superficie e non di falda. La struttura tecnica di Acea ci permetterà inoltre di trattare le acque con soli ultravioletti per abbattere le eventuali cariche batteriche, evitando così anche la clorazione. La nostra tensione progettuale va di pari passo con l’attenzione costante verso il servizio che quotidianamente viene erogato ai cittadini”.
A tal proposito l’Amministrazione comunale, non appena reinsediata, ha fatto il punto della situazione sui vari interventi che Acea si è impegnata a realizzare ad Ariccia. Nello specifico Acea spa ha comunicato all’Ente che l’acqua distribuita su tutto il territorio comunale è conforme alla legge (nello specifico ha valori di arsenico sotto i 10 mg/l). E’ stata completata, poi, la condotta idrica in zona Cancelliera e realizzati per i pozzi di Pian dei Cerri e Monte Tondo sistemi di abbattimento dell’anidride carbonica e dell’arsenico migliorando così la qualità delle acque. In ultimo, comunica sempre Acea, è in fase avanzata la realizzazione del potabilizzatore di via Lega Latina che consentirà di migliorare ulteriormente la qualità delle acque distribuite ad Ariccia.
Redazione
Riceviamo e pubblichiamo la nota della lista civica "Partecipazione Democratica" di Nemi
Castelli Romani (RM) – "Secondo alcune associazioni ambientaliste sarebbe stata inviata, agli uffici competenti della Regione Lazio, la relazione V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica ), un atto firmato dal Commissario Straordinario del Parco dei Castelli Romani, Matteo Orciuoli, nominato dall’ex Governatore Polverini, che restringerebbe i confini del Parco dei Castelli di ben 2300 ettari. La deperimetrazione includerebbe anche il bosco di castagno a ridosso del Monte Artemisio, ovvero area Sic – «Sito di Interesse Comunitario» – in applicazione della direttiva Habitat della Comunità Europea. Insomma gli esperti del Commissario bollerebbero come “non di pregio” i boschi degli estesissimi versanti del Monte Artemisio, ritenendoli, quindi, da non tutelare.
La lunga e travagliata storia del parco è stata più volte oggetto di tentativi, per fini elettorali, di restrizioni bocciate dal TAR e dal Consiglio di Stato. Le lobby dei cacciatori e dei cementificatori castellani, purtroppo sono sempre stati influenti e tornano periodicamente alla carica di questa area verde che una legge del 1984 cerca di proteggere. Ferite significative, purtroppo, già le sono state inflitte: scempi come la costruzione sorta a pochi passi dalla Zona Umida della Doganella o come i palazzoni intorno al lago Albano. Dagli anni sessanta in poi la zona dei Castelli Romani ha subito un consumo di territorio impressionante. Adesso è ora di dire basta. Gli attuali confini del parco dei Castelli non debbono essere toccati. Gli interessi elettorali e delle lobby castellane debbono rimanere fuori da Villa Barattolo. !!"