Velletri, in manette due 20enni gemelli: rapinavano i coetanei a colpi di arti marziali

VELLETRI (RM) – Questa mattina, i Carabinieri della Stazione di Lariano, con l’ausilio dei colleghi della Compagnia di Velletri, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti  di due fratelli gemelli italiani, 20enni, ritenuti responsabili di rapina e lesioni personali in concorso.

L’attività investigativa dei Carabinieri è partita a seguito di un violento pestaggio avvenuto in una sera del mese di luglio scorso, ai danni di un 22enne che si trovava nella centrale piazza Sant’Eurosia a Lariano.

I Carabinieri della Stazione di Lariano, prontamente intervenuti per prestare i primi soccorsi al giovane che presentava varie lesioni al volto, hanno raccolto, da subito, importanti elementi investigativi sull’accaduto, apparso come una vera e propria “spedizione punitiva ad opera di un gruppo di ragazzi, quasi tutti di giovane età e gravitanti tra Velletri e Lariano, già dediti a reati di natura violenta e peraltro conoscitori delle tecniche di lotta tipiche delle arti marziali.

I successivi approfondimenti, supportati anche delle immagini estrapolate degli impianti di videosorveglianza della zona e da una minuziosa attività informativa e di riscontro delle frequentazioni sul territorio, hanno permesso ai Carabinieri di risalire ai due gemelli, già arrestati, qualche mese fa, dai Carabinieri di Velletri, perché coinvolti in una rissa nei pressi di un locale notturno.

Il G.I.P., accogliendo la richiesta del P.M., in relazione alle evidenze investigative raccolte dai Carabinieri di Lariano, ha ritenuto i 20enni gravemente indiziati dei reati di rapina in concorso e lesioni aggravate, essendosi peraltro impossessati, al termine dell’aggressione, dello smartphone della vittima, disponendo la custodia cautelare in carcere, anche in ragione – così come riportato nel testo del provvedimento giudiziario eseguito stamane – “della forza intimidatrice scaturente dall’esibita pratica delle arti marziali, quale strumento di sopraffazione nei confronti di terzi” nonché “dal pericolo di reiterazione della condotta, atteso che proprio attraverso la sopraffazione e la violenza stanno consolidando il proprio predominio sul territorio di Lariano e comuni limitrofi”.

Gli arrestati sono stati portate nel carcere di Velletri.




Velletri, identificati e arrestati due ladri albanesi

VELLETRI (RM) – Finiscono in carcere due 30 enni albanesi riconosciuti come i responsabili di un furto in abitazione, avvenuto a Velletri nel mese di gennaio dello scorso anno.

I due, sono stati individuati grazie a una specifica attività info-investigativa condotta dai Carabinieri, orientata alla repressione dei reati commessi ai danni di persone anziane. Nelle fasi immediatamente successive al furto, avvenuto presso una villa isolata ubicata nelle campagne veliterne, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Velletri procedevano ad accurati accertamenti e rilievi tecnici sia presso l’abitazione interessata dal reato che nelle zone limitrofe.

Nel corso del sopralluogo, in una delle stanze, gli investigatori riuscivano a repertare una piccola traccia di sostanza ematica, mentre dal controllo sulle ipotetiche vie di fuga, si risaliva al modello dell’autovettura utilizzata dai malfattori.

Dall’analisi dei dati presenti in Banca Dati sulle possibili auto compatibili con quella utilizzata per il furto, e tramite una serie di pedinamenti di soggetti di interesse investigativo gravitanti nell’area dei Castelli Romani, si riuscivano a raccogliere indizi sui due cittadini albanesi, dimoranti in una località vicino Velletri.

Inoltre il materiale biologico rinvenuto all’interno dell’abitazione veniva inviato per le analisi scientifiche al RIS di Roma, che a seguito di comparazione con profili genetici dei sospettati, confermava la riconducibilità ad uno dei soggetti destinatari del provvedimento cautelare. Gli arrestati ora si trovano ristretti, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso le carceri di Palermo e Voghera

 

 




Strage di Cisterna di Latina: saltati i funerali in chiesa a Secondigliano per Luigi Capasso

Sono saltati i funerali in chiesa a Secondigliano di Luigi Capasso, il carabiniere che ha ucciso le figlie, sparato alla moglie e poi si è ucciso. Per volontà della famiglia la salma è stata benedetta nel cimitero napoletano di Poggioreale. Nessuna decisione sulle esequie, come da voci circolate, è stata adottata dalla Questura di Napoli che, attraverso i suoi dirigenti, ha riferito all’Ansa che la scelta di non far giungere il feretro, come previsto, nella chiesa di Secondigliano, è stata adottata dai familiari di Capasso.

I funerali di Capasso erano stati annunciati giovedì proprio nella chiesa nella chiesa Missionari dei Sacri Cuori a Secondigliano. Per la città erano stati affissi anche i manifesti delle esequie che annunciavano il rito per oggi.

Figlia al padre, non mi faresti mai male – “Ciao Alessia, ho dei biglietti per andare a vedere le luminarie al Parco di Ariccia, ti farebbe piacere andarle a vedere domani con me?”. (…) Alessia: “Non lo so”. Luigi: “Non ti preoccupare di papà non ti faccio niente”. Alessia: “Lo so che tu non mi faresti mai del male”. Luigi: “No, mai mai”. Alessia: “Lo so… però non lo so, cioè subito, così”. Luigi: “Alessia se mai proviamo a stare insieme (…)”. Alessia: “Però da soli io non…”. E’ la telefonata tra Luigi Capasso e la figlia maggiore Alessia, del 9 dicembre scorso, trasmetta a ‘Pomeriggio cinque’.

Donna operata, non sa della morte figlie – E’ stata sottoposta ieri a un intervento maxillo-facciale alla mascella sinistra, colpita da un proiettile, ed è ancora ricoverata nella terapia intensiva dell’ospedale San Camillo di Roma Antonietta Gargiulo, la moglie del carabiniere autore della strage familiare di Cisterna di Latina. Secondo quanto si è appreso, il decorso post operatorio è buono. Le sue condizioni sono stazionarie e la prognosi rimane al momento riservata. La donna è ancora sedata e non avrebbe ancora saputo della morte delle figlie.

Procura apre inchiesta, accertare omissioni – La Procura di Latina indaga per accertare la presenza di eventuali omissioni e responsabilità nella vicenda di Luigi Capasso, il carabiniere che sparato alla ex moglie Antonietta Gargiulo e ha ucciso le due figlie per poi togliersi la vita due giorni fa a Cisterna. L’inchiesta dovrà accertare se vi siano responsabilità o omissioni da parte di istituzioni o soggetti che erano preposti a monitorare le condizioni psichiche dell’uomo e l’eventuale pericolo che correvano madre e figlie anche in considerazione degli esposti presentati dalla donna. “Stiamo acquisendo ogni elemento utile – spiega il procuratore aggiunto di Latina, Carlo Lasperanza – ogni cosa che ci possa aiutare a ricostruire l’intera vicenda, da prima ancora dell’esposto presentato dalla donna a settembre. Stiamo accertando se ci siano eventuali responsabilità e se siano state attivate tutte le misure previste nei casi in cui si ravvisi una condizione di pericolo”.




Cisterna di Latina, omicidio e suicidio. La ricostruzione dei fatti: l’appuntato dei carabinieri ha ucciso le figlie mentre dormivano poi si è sparato

CISTERNA DILATINA – Luigi Capasso, il carabiniere che stamani aveva sparato alla moglie a Cisterna di Latina, si è suicidato e nell’appartamento sono state trovate morte le due figlie di 8 e 14 anni. I carabinieri hanno fatto irruzione nella casa, dove l’uomo si era barricato per nove ore con le bambine, dopo che si erano interrotte le trattative da circa un’ora.
Capasso, appuntato dei carabinieri in servizio a Velletri, alcune ore prima aveva sparato con la pistola d’ordinanza alla moglie, Antonietta Gargiulo, di 39 anni, durante una lite avvenuta nel garage e si era poi barricato in casa con le due figlie, di 14 e 8 anni.

La ricostruzione dei fatti

L’appuntato dei Carabinieri Luigi Capasso ha atteso nei pressi dei garage che la moglie, come ogni mattina, prendesse l’auto per recarsi al lavoro. Verso le 5:20 le ha sparato mentre scendeva la rampa e le ha sottratto la borsa con le chiavi di casa. Poi si è recato nell’appartamento dove si è barricato uccidendo le due figlie quando ancora dormivano.

I carabinieri, intervenuti nell’immediatezza, si sono apprestati a entrare nella casa in cui si era barricato ma è divenuto quasi evidente, da subito, che le bambine erano morte. Lo stesso padre, nel corso dei suoi disconnessi dialoghi con i negoziatori, lo ha ammesso.

La negoziazione, condotta esclusivamente da militari dell’Arma appositamente specializzati, si è avvalsa del supporto informativo di un’amica del Capasso che comunque, per ragioni di sicurezza, non è stata fatta entrare direttamente in contatto con lui.

L’intervento conclusivo è stato compiuto, previo nulla osta dell’Autorità Giudiziaria, quando si è capito che l’interessato aveva esploso un ulteriore colpo di pistola. Il personale intervenuto ha potuto solamente constatare che l’uomo si era suicidato nel soggiorno mentre le figlie giacevano, morte ormai da ore, nelle rispettive camere.

La coppia si stava separando

La moglie del militare è stata raggiunta da più colpi di pistola mentre era in garage, intorno alle 5 di questa mattina, e stava uscendo per recarsi al lavoro, alla Findus di Cisterna. La donna è stata trasportata in gravissime condizioni con l’eliambulanza all’ospedale San Camillo di Roma. Secondo quanto si è appreso da fonti sanitarie, avrebbe tre ferite da colpi d’arma da fuoco: alla mandibola, alla scapola e all’addome.

“E’ stato mio marito”

Questo ha detto la donna ai vicini di casa che l’hanno soccorsa stamani dopo che era stata raggiunta dai colpi di pistola sparati dall’appuntato mentre si trovava in garage. I vicini hanno poi chiamato l’ambulanza che ha trasferito la donna, in gravi condizioni, in ospedale.

Comandante Carabinieri di Latina, si teme il peggio

“Temiamo il peggio ma non abbiamo ancora notizie definitive”, aveva detto il comandante provinciale dei carabinieri di Latina, il colonnello Gabriele Vitagliano, rispondendo alle domande della stampa riguardo alla sorte delle due figlie del carabiniere. “L’uomo sta parlando con dei nostri negoziatore professionisti. È in stato di forte agitazione e non ragiona in modo limpido -aggiunge il comandante- lui è solo con le bambine. Sono arrivate persone che lo conoscevano per aiutare i nostri negoziatori a fornire informazioni utili per parlare con lui. Stiamo lavorando”. Per precauzione è stato staccato il gas a tutta la palazzina dove si trova l’appartamento in cui l’uomo è barricato con le figlie.

Antonietta su fb, donna che ama suoi figli

“Sono una donna che ama i suoi figli”. Così si definisce su fb Antonietta Gargiulo. I due si stavano separando. Il 26 febbraio 2016 aveva cambiato il suo status e aveva scritto: ‘Inizio di una relazione complicata con me stessa’.

Su Fb scrivono,”consegnati, pensa a figlie”

“Sono le tue splendide figlie lasciale andare e consegnati ai colleghi, potrai tranquillamente parlare, fallo stai sereno”. E’ solo uno delle decine di messaggi che su Facebook erano comparsi sul profilo del carabiniere. “Consegnati – scrive un altro – Pagherai per quello che hai fatto, però la vita potrà ancora sorriderti. Fai un gesto di coraggio, lascia le ragazzine e consegnati”, e ancora ” i bambini non meritano questa tua frustrazione, mettili al sicuro. Può finire al meglio, sconterai la tua pena e vivrai di vergogna”. I messaggi sono tutti dello stesso tenore: “Lascia le bimbe. Apri quella porta e lasciale vivere. Te lo chiediamo, pregandoti. Devono vivere. Lasciale subito”.

Riflessione di mons. Crociata sull’omicidio-suicidio di Cisterna di Latina

Sulla tragedia che oggi ha vissuto la comunità di Cisterna, con la morte di Luigi Capasso, che poco prima aveva ferito gravemente la moglie Antonietta Gargiulo e ucciso le due figlie Alessia e Martina, il vescovo Mariano Crociata ha rilasciato la seguente riflessione:

“La tragedia che ha sconvolto oggi la città di Cisterna, e in particolare la comunità parrocchiale di S. Valentino, getta nello sconforto per l’immane dolore che rivela e trasmette. Questo è soprattutto il momento della partecipazione, del cordoglio, della preghiera.

Non si dovrà certo smettere di riflettere, comprendere e cercare di agire per prevenire simili atrocità. Ci sono senza dubbio cause molteplici accumulate nel tempo e tutti siamo, in vario modo, tirati in ballo e interpellati nelle nostre responsabilità. La comunità parrocchiale, a cominciare dai presbiteri, ha cercato di accompagnare e sostenere una famiglia ormai in grave difficoltà per l’insostenibilità ulteriore della relazione di coppia, coinvolgendo anche la figlia maggiore nell’Azione Cattolica. Ma non è bastato. Troppo complicato è il groviglio della psiche umana e delle relazioni difficili nelle relazioni di coppia e di famiglia.

Due cose forse andranno pensate, col tempo. Due cose che hanno a che fare con l’educazione al senso della persona, degli affetti, delle relazioni, del rispetto, non ultimo al senso della fragilità e all’esperienza dei fallimenti umani, che non diventano mai più importanti delle persone e della vita. La delicatezza e le implicanze per sé e per gli altri della scelta del matrimonio impongono una educazione al discernimento della persona con la quale si vuole costruire il proprio progetto di vita comune. Ancora spropositato è lo spazio riservato in questo campo all’amore romantico rispetto all’amore come atto di scelta motivata e responsabile. È un compito a cui tutti, società civile e comunità ecclesiale, dobbiamo dedicarci con rinnovata drammatica consapevolezza.

E poi è indispensabile creare reti protettive attorno alla famiglia nucleare, spesso ridotta a monade persa in un mondo ostile, dentro la quale non si riesce più a distinguere tra ostilità esterna e ostilità interna, diventando preda di emozioni e stati d’animo senza più controllo ragionevole di sorta. Anche le nostre comunità, pur con il grande lavoro che fanno e che hanno fatto anche in questo caso, devono promuovere un senso più grande e intimo di solidarietà e di premura. E ci sono le condizioni per farlo.

Ma intanto, rientriamo in una delicata attenzione al dolore delle persone coinvolte e in una rinnovata fiducia nella misericordia di Dio, con una infinita pietà che sappiamo di poter fondere nella preghiera della Chiesa, che in maniera speciale si esprimerà stasera nell’incontro promosso dalla comunità parrocchiale di S. Valentino”.




GENZANO DI ROMA: ARRESTATE CINQUE PERSONE PER DETENZIONE E SPACCIO SOSTANZE STUPEFACENTI

Red. Cronache

Velletri (RM) – I carabinieri della compagnia di Velletri hanno arrestato cinque persone per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente. In particolare i carabinieri della stazione di Genzano e di Lariano hanno tratto in arresto in flagranza di reato, in due distinte attività, due soggetti O.M. 60enne e F.C. 28enne entrambi di Genzano di Roma e conosciuti alle forze dell'ordine, in quanto trovati in possesso di cocaina per un totale di 26 gr. in parte suddivisa in dosi e materiale per il confezionamento della sostanza.

Nelle attività sono stati segnalati alla prefettura di Roma i due acquirenti della cocaina. Gli arrestati sono stati giudicati con il rito direttissimo presso il tribunale di Velletri; gli arresti sono stati convalidati e l'autorità giudiziaria ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari. Il personale della Stazione di Nemi ha arrestato M.F. 65enne di Nemi, in esecuzione all'ordine di carcerazione in regime di detenzione domiciliare ed altri 2 soggetti, B.L. di anni 70enne di Velletri e E.C. di 28enne di Lanuvio, rispettivamente tratti in arresto dalla stazione di Velletri e dal nucleo operativo e radiomobile su disposizione dell'ufficio esecuzioni penali della procura della repubblica di Velletri per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Questi ultimi sono stati tradotti presso il carcere di Velletri. (omniroma.it)




VELLETRI: SI FINGE CARABINIERE PER TRUFFARE ANZIANI. ARRESTATO DAI "VERI" MILITARI

Red. Cronache
Velletri (RM)
– I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Velletri hanno arrestato S.F. 57enne di origine napoletana, per truffa aggravata, sostituzione di persona e usurpazione di titoli o onori.

Si presentava come un carabiniere e convinceva gli anziani al pagamento di una somma di denaro dicendo loro che il figlio stava per essere arrestato a causa di un incidente stradale che aveva provocato. “Se paga risolviamo tutto”, con questa frase si è consumata la truffa messa a segno  a Lariano.
Nella mattinata di ieri, attorno alle ore 09:30, un sedicente ma finto carabiniere, ben vestito e dall’accento campano, si è presentato a casa di una donna di 85 anni e, dopo aver spiegato che il figlio stava per essere arrestato perché aveva provocato un grave incidente stradale, ha preteso la somma di 800 euro in contanti e una collana in oro indossata dalla donna, in cambio della “liberazione” del figlio. Dopo aver ottenuto il bottino si è subito dileguato.

Tempestivo è stato l’intervento dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Velletri che, negli ultimi mesi, per contrastare l’insidioso fenomeno delle truffe, soprattutto ai danni degli anziani, hanno particolarmente intensificato i servizi per smascherare e arrestare questi malfattori. Fuori dal portone del condominio in cui abita l’anziana signora c’erano i Carabinieri, quelli “veri” che, già dalle prime ore della mattinata, si erano messi sulle tracce dell’uomo napoletano. Al termine di una complessa attività di osservazione, controllo e pedinamento sono giunti all’arresto del truffatore; Recuperata l’intera refurtiva che è stata restituita all’anziana donna che emozionata, ha ringraziato tra le lacrime di gioia i Carabinieri di Velletri.

Il Comando Provinciale dell’Arma ricorda che nessun carabiniere per prassi contatta telefonicamente o personalmente i cittadini chiedendo denaro o proponendo intermediazioni tra privati per il pagamento dei danni causati a seguito di incidenti stradali o per motivi di giustizia. Inoltre, nel caso in cui qualcuno si presenti come militare dell’Arma dei Carabinieri con comportamenti simili a quello appena descritto è importante chiamare subito il 112 e spiegare ciò che sta accadendo in modo da determinare l’intervento immediato e risolutivo dei Carabinieri. Si consiglia in nessun caso di prelevare denaro contante e consegnarlo a sedicenti carabinieri, sedicenti avvocati o chiunque dichiari di vantare un credito da figli o prossimi congiunti; dietro tali richieste caratterizzate sempre da fretta e urgenza, si mascherano le truffe più ingegnose e insidiose. Si ricorda inoltre, soprattutto agli anziani, l’opportunità di non comunicare mai  a persone sconosciute informazioni sui propri congiunti, soprattutto telefonicamente.

 




VELLETRI, MORTE COMMERCIALISTA: L'ALBANESE LORENC PRIFTI CONFESSA L'OMICIDIO

Redazione

Velletri (RM) – Muore all'ospedale di Velletri dopo essere stato trovato ferito in casa. Il fatto è accaduto a Velletri in via dei Volsci dove un 32enne è stato trovato in casa con profonde ferite provocate da arma da taglio. L'uomo è morto dopo essere stato trasportato all'ospedale di Velletri. I Carabinieri della Compagnia di Velletri, in collaborazione con gli Agenti del locale Commissariato della Polizia di Stato, nel corso della notte, hanno arrestato Lorenc Prifti, cittadino albanese di 43 anni, accusato di omicidio volontario in danno di un giovane commercialista del posto, di 32 anni.

L’omicidio è maturato a seguito di una lite tra vicini di casa avvenuta verso la mezzanotte in via dei Volsci. Il diverbio tra il cittadino albanese e il commercialista, avvenuto alla presenza di due amici di questi, è sfociato in un accoltellamento che ha determinato la morte pressoché immediata dell’uomo.

In particolare, secondo la ricostruzione della polizia giudiziaria, dopo la mezzanotte è arrivata una richiesta di intervento al numero unico per l’emergenza 112 in cui si riferiva di una violenta lite verbale degenerata tra vari soggetti in via dei Volsci.

Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Velletri e i Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Velletri, unitamente arrivati sul posto, udivano urla provenire dal vano ascensore rimasto bloccato all’altezza del secondo piano. Dopo vari tentativi e manovre con l’ausilio di personale dei Vigili del Fuoco si riuscivano a liberare gli occupanti, ovvero due ragazzi di Velletri di 35 e 26 anni, mentre un terzo era riverso in una pozza di sangue, privo di coscienza, sul pavimento dell’ ascensore. Immediatamente soccorso da personale del 118 veniva trasportato al locale pronto soccorso dell’ ospedale civile di Velletri dove decedeva poco dopo.

Dagli elementi raccolti sul posto si veniva a conoscenza che  nell'appartamento posto al quarto piano del palazzo, adibito a studio di commercialista, i tre giovani si sarebbero trattenuti oltre l’orario di lavoro arrecando disturbo ai vicini . Per questo L.P., fornaio albanese da molto tempo residente a Velletri, che stava riposando insieme alla sua famiglia in un appartamento accanto, si sarebbe alzato infastidito, dirigendosi verso la porta del vicino per chiedere spiegazioni. Ma questo sarebbe  bastato a generare una violenta lite tra lui e il  commercialista, con spintoni e insulti.

Immediate ricerche, da parte degli operanti, consentivano il rintraccio, a circa 500 metri dal luogo dell’accaduto, del presunto autore dell’omicidio, rinvenendo altresì in un tombino ubicato sulla medesima via, a breve distanza dal luogo del fatto, l’arma del delitto, un coltello da cucina con una lama della lunghezza di circa 20 cm.

L’arrestato, dopo un lungo interrogatorio condotto alle prime ore del mattino personalmente dal sostituto Procuratore della Repubblica, Giuseppina Corinaldesi, avrebbe ammesso le proprie responsabilità.
La giovane vittima sarebbe deceduta a causa delle ferite di arma da taglio all’altezza del torace, ma il magistrato ha già disposto l’autopsia.L’arrestato, espletate le formalità rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Velletri.

"La tragedia accaduta la scorsa notte a Velletri in via dei Volsci, in cui ha perso la vita Francesco Maria Pennacchi, commercialista di 32 anni, ucciso a coltellate all'addome dopo una violenta lite da un fornaio albanese, Lorenc Prifti, è la prova inconfutabile che ormai viviamo in un Paese che è terra di nessuno. Se una persona arriva ad ammazzare un uomo perché sta facendo un party tra amici in casa propria significa che siamo al collasso, che si può ammazzare in libertà in un'Italia che è il paese dei balocchi per gli assassini. – Dichiara Pierluigi Campomizzi, coordinatore provinciale di "Noi con Salvini". "Questa tragedia ci colpisce tutti – prosegue il Coordinatore provinciale di NCS – e procura una ferita che sarà inguaribile per le persone vicine e che hanno conosciuto Francesco. E così ci ritroviamo, purtroppo ancora una volta, a dover chiedere a gran voce la certezza della pena affinché chi commette delitti di questo genere possa marcire in galera come accade in tutti i paesi del mondo, ma non in un'Italia ormai terra di nessuno, dove si può anche uccidere e andarsene a passeggio a stretto giro".




VELLETRI, GIORGIA VERRILLO: TROVATA DAI CARABINIERI

di Cinzia Marchegiani

Velletri (RM) – Un lieto fine la storia di Giorgia Verrillo, scomparsa a San Pietro Infine, provincia di Caserta il 29 settembre 2014 quando è uscita da casa per andare a scuola. La notizia attesa è arrivata, è stata ritrovata a Velletri dai Carabinieri che hanno informato subito il commissariato di Cassino e la famiglia. La ragazza, dalle prime informazioni disponibili, sembra aver chiamato le forze dell’ordine, si trovava in un vagone abbandonato alla stazione ferroviaria di Velletri. Ancora non si conoscono i dettagli della storia, in ospedale per i primi accertamenti farà lei stessa le deposizioni ai Carabinieri per chiarire e spiegare il suo viaggio lontano da casa e dai suoi stessi familiari.

L’allarme della sua scomparsa era stato dato dai suoi stessi genitori mamma Maria e papà Enzo, il suo cellulare era spento. Gli stessi avevano lanciato appelli affinché ritornasse a casa, sul social network di Facebbok avevano informato tutti gli amici e conoscenti, lasciando i recapiti telefonici di riferimento "Non è uno scherzo, stiamo usando l’account di Giorgia, non la troviamo da stamattina. Siamo preoccupati, fateci sapere qualsiasi notizia. Non la vediamo da quando è uscita per andare a scuola. Non abbiamo avuto più sue notizie da allora. Se l’avete vista fateci sapere qualcosa". Ora ringraziano il lavoro degli agenti del commissariato di Cassino e delle forze di polizia, nonché delle istituzioni tutte che si sono attivate prontamente alla sua ricerca.

Troppo presto per conoscere le motivazioni che hanno spinto Giorgia ad allontanarsi da casa, ma come sempre questi episodi che fanno tremare i genitori, fanno luce su quelle fragilità troppo sottaciute che gli adolescenti vivono o forse subiscono, dove la frenesia della quotidianità non permette materialmente di apprezzare e conoscere quei piccoli messaggi di aiuto. Un monito che tutti dovremmo ascoltare, affinché storie di disperazione possano essere prevenute e affrontate…. Giorgia riabbraccia la sua famiglia finalmente.
 




VELLETRI E NEMI: SEQUESTRATA AREA DI 5MILA MQ NEL CUORE DEL PARCO DEI CASTELLI ROMANI

Redazione
Velletri e Nemi (RM)
–  I Carabinieri della Compagnia di Velletri, nel corso di un predisposto controllo di contrasto alle violazioni delle normative in materia ambientale e di monitoraggio eventuali riciclatori/commercianti abusivi di metalli, effettuato unitamente ai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Roma, hanno sequestrato un’area di circa 5.000 mq posta all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani. L’attività ispettiva svolta dalla Stazione Carabinieri di Nemi con gli specialisti del NOE, ha consentito di individuare un sito di stoccaggio di veicoli fuori uso, componenti elettronici, parti meccaniche e di carrozzeria, olii esausti; al vaglio dei carabinieri un’attività di gestione e deposito di veicoli fuori uso da parte di una società.

Dai primi accertamenti è emersa l’assenza delle autorizzazioni previste dalla legge in zona soggetta a vincolo paesaggistico-ambientale ed idrogeologico posta tra i territori comunali di Velletri e Nemi. Sono state inoltre riscontrate irregolarità nello stoccaggio dei materiali ed oli esausti, nonché la mancata realizzazione di idoneo sistema di raccolta e trattamento acque di piazzale e meteoriche. Il titolare della società è stato deferito alla competente Autorità giudiziaria per reati in materia ambientale:
–    art. 256 c. 1 lett. a e b d. lgs n. 152/2006: violazioni varie al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia ambientale;
–    art. 13  d.lgs n. 209/2003: violazioni della normativa in merito allo smaltimento dei veicoli fuori uso;
–    art. 181 d.lgs 4/2004 opere eseguite in assenza di autorizzazione o in  difformità da essa su beni paesaggistici.

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: 17/07/2014 VELLETRI / NEMI, UNO SFASCIO NEL CUORE DEL PARCO DEI CASTELLI: MAXI OPERAZIONE DEI CARABINIERI DI VELLETRI CHE SCONGIURANO UN DANNO AMBIENTALE


 




CASTELLI ROMANI – PRATONI DEL VIVARO: UN POMERIGGIO DI PANICO A LIETO FINE

Alberto De Marchis

Castelli Romani – Pratoni del Vivaro (RM) – Momenti di panico ai Pratoni del Vivaro nel cuore dei Castelli Romani, quando nel pomeriggio di domenica 4 maggio due bambine sono risultate disperse. La vicenda è iniziata nell'immediato pomeriggio presso il centro ippico del Vivaro situato nel cuore del Parco dei Castelli Romani, quando le due bambine si sono allontanate dai genitori probabilmente per andare alla scoperta del territorio e finendo sulla statale via dei Laghi dove sono state trovate, dopo un'ora di ricerche, da una pattuglia dei Carabinieri di Frascati su segnalazione di una famiglia di cittadini rumeni che avrebbe avvistato le due bimbe.

A dare l'allarme, subito dopo la scomparsa, la madre delle due bambine. Scattavano pressochè immediatamente le ricerche. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco con l'ausilio anche di un elicottero, i Carabinieri di Frascati comandati dal Capitano Giuseppe Iacoviello e a supporto i Carabinieri di Velletri comandati dal Capitano Davide Occhiogrosso. Fortunatamente la vicenda si è conclusa solo con un grande spavento.  




VELLETRI: ARRESTATO PAKISTANO PER SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE DI MINORE E CONTRAFFAZIONE DI PASSAPORTO

Redazione

Velletri (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Velletri in collaborazione con la polizia di frontiera aerea dell’aeroporto di Fiumicino hanno arrestato un cittadino italiano di origine pakistana residente nel comune di Zagarolo accusato di sottrazione internazionale di minore e contraffazione di passaporto.
L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia e condotta dai Carabinieri della Stazione di Ariccia, è scaturita a seguito della denuncia di scomparsa di una minorenne italiana di origine pakistana, dalla nascita residente nel comune dei castelli romani, presentata nel novembre 2013 dai genitori. L’attività investigativa svolta dai Carabinieri ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza sulla scomparsa della minore, a carico di un cittadino italiano di origine pakistana. L’uomo, previa contraffazione del passaporto della minore, è riuscito a farla espatriare alla volta del Pakistan ove una volta arrivata le faceva contrarre matrimonio con un cittadino pakistano a cui era stata promessa in moglie. In particolare, il 5 novembre dello scorso anno, ha acquistato in mattinata due biglietti aerei per il Pakistan, uno per lui andata e ritorno ed uno a nome della minore solo andata, ha prelevato da Ariccia la minore, all’insaputa dei genitori, e nel pomeriggio si è imbarcato con la ragazzina all’aeroporto di Fiumicino, direzione Pakistan.

I Carabinieri accertata la responsabilità penale dell’uomo, coadiuvati da personale dell’Ufficio di Frontiera, in data 19 marzo 2014 lo hanno atteso, al suo rientro in Italia, con il volo proveniente da Dubai. Nel corso della perquisizione del bagaglio sono state rinvenute le copie dei documenti personali della ragazza e il certificato di matrimonio contratto dalla minorenne in Pakistan nel novembre scorso. L’uomo, una volta arrestato, è stato associato presso la casa circondariale di Civitavecchia e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente. I reati contestati all’uomo sono allo stato il 574-bis del codice penale che punisce la sottrazione e trattenimento di minore all’estero senza il consenso dei genitori e l’Art. 497-bis che punisce il possesso e la falsificazione di documenti falsi. Continuano intanto, da parte dei Carabinieri della Stazione di Ariccia, gli accertamenti finalizzati ad accertare l’eventuale coinvolgimento di altre persone nonché l’opera, anche attraverso i canali di contatto internazionale, per cercare di riportare la minore in Italia dai suoi genitori.