Colonna, in manette coniugi spacciatori

COLONNA (RM) – I carabinieri della Stazione di Colonna hanno arrestato una coppia di coniugi romani, di 35 e 20 anni, incensurati, con l’accusa di detenzione e produzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Dopo un prolungato servizio di osservazione svolto tra il territorio di Colonna e San Cesareo, i Carabinieri sono intervenuti in un’abitazione di via degli Olmi e, a seguito della perquisizione personale e domiciliare, hanno appurato, nel sottotetto dell’abitazione, l’esistenza di un vero e proprio laboratorio artigianale di produzione di “Marijuana”, sequestrando due piccole serre con all’interno quaranta piante di “marijuana”, alte circa 150cm cad., lampade alogene, pannelli foto-riflettenti, sistema di ventilazione e di irrigazione. Durante l’operazione è stato rinvenuto, all’interno di un mobile del soggiorno, un ulteriore involucro di 36 grammi di marijuana.

I coniugi sono stati altresì denunciati a piede libero con l’accusa di furto di energia elettrica

I militari dell’Arma infatti, grazie alla collaborazione con il personale dell’ufficio verifiche di “ENEL distribuzione S.P.A.”, hanno scoperto, nell’abitazione, un allaccio abusivo effettuato sul contatore di proprietà della società, grazie al quale veniva evitata la reale contabilizzazione dei consumi di energia elettrica. L’uomo e la donna sono stati messi agli arresti domiciliari, in attesa della celebrazione del rito direttissimo.




Valle Martella: trovati 100 chili di marijuana in un monolocale

 

Red. Cronaca

VALLE MARTELLA – Nel corso di una attività di controllo delle persone sottoposte al regime degli arresti domiciliari i Carabinieri della Stazione di Colonna hanno arrestato un cittadino albanese, di 20 anni, perché deteneva in un monolocale 100 chili di marijuana. I militari, la scorsa sera, nel corso di alcuni controlli, si sono recati presso l’abitazione di una donna, di etnia rom, sottoposta agli arresti domiciliari, in località Valle Martella. Dopo aver suonato più volte senza ricevere risposta, i militari hanno controllato, spiando dalla finestra socchiusa, poiché avevano notato che all’interno vi era la luce accesa, venendo attirati da un fortissimo odore di sostanza stupefacente uscire dalla finestra. Si sono appostati ed hanno atteso fino all’arrivo dello straniero, dopo circa due ore, che è stato così bloccato mentre apriva la porta di ingresso del monolocale. All’interno della stanza, sotto il letto, i militari hanno rinvenuto, a seguito della perquisizione, due grossi sacchi con dentro 26 confezioni di marijuana ed un bilancino elettronico, che sono stati sequestrati.


Ai militari la proprietaria dell’immobile ha spiegato che aveva affittato da un paio di giorni il monolocale al 20enne, poiché la vecchia inquilina se ne era andata via senza avvisare. Dopo l’arresto il 20enne è stato condotto presso la casa circondariale di Roma Rebibbia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa del rito direttissimo. La vecchia inquilina che non è stata trovata nel corso del controllo è stata denunciata in stato di irreperibilità per evasione.
 




COLONNA: TENTA DI SPERONARE I CARABINIERI DURANTE INSEGUIMENTO

Red. Cronache

Colonna (RM)
– I Carabinieri della Stazione di Colonna hanno arrestato un 44enne romano, che abita a Tor Bella Monaca, di professione macellaio, con alcuni precedenti di polizia, che ad un posto di controllo su via Prenestina ha prima invertito la marcia e ad un secondo passaggio ha finto di fermarsi e poi è scappato..

I Carabinieri stavano effettuando un posto di controllo davanti al Capolinea della metro C, in località Pantano, quando hanno notato sopraggiungere un’utilitaria il cui conducente, verosimilmente allo scopo di evitare il controllo, alcune decine di metri prima del dispositivo, ha bruscamente invertito la marcia, allontanandosi in direzione Roma, consentendo comunque ai militari di rilevare la targa parziale. Dopo poco, i Carabinieri hanno notato la medesima autovettura che ritornava nella direzione opposta e pertanto hanno intimato l’alt per controllarla. Il conducente del veicolo, dopo aver rallentato simulando di ottemperare all’ordine, improvvisamente ha accelerato tentando di investire il militare selettore che, per evitare l’impatto si è dovuto buttava a terra, dandosi alla fuga.

I Carabinieri si ponevano rapidamente all’inseguimento dell’autovettura il cui conducente, benché più volte raggiunto, affiancato e ricevuto l’ordine di fermarsi, tentava, con repentine manovre, di speronare l’autovettura militare che solo grazie all’abilità del Carabiniere conducente non rimaneva danneggiata, evitando peggiori conseguenze, considerato che nel frattempo circolavano anche altri veicoli. Dopo lungo inseguimento, giunto in via Prenestina Nuova il conducente veniva costretto verso una zona isolata dove è stato definitivamente bloccato contro il marciapiedi. L’uomo non si è arreso e ha tentato ancora di fuggire a piedi, venendo definitivamente bloccato da entrambi i Carabinieri. Il motivo per cui scappava è da ricondurre al fatto che guidava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.Arrestato, è stato condotto in tribunale per essere giudicato con rito direttissimo.
 




ZAGAROLO: TROLLEY CON 22 CHILI DI DROGA IN UN CAMPO INCOLTO

Redazione
Zagarolo (RM)
– La scorsa notte, i Carabinieri della Stazione di Colonna, a seguito di una segnalazione giunta al 112, da parte di un cittadino, hanno rinvenuto in un campo incolto, due trolley, con all’interno diversi panetti, di varie dimensioni, contenenti sostanza stupefacente del tipo hashish, per un peso complessivo di 22 kg, un bilancino di precisione e materiale vario per il confezionamento dello stupefacente. Tutto il materiale rinvenuto dai militari è stato sequestrato e custodito in attesa di essere distrutto.




ZAGAROLO: FAMIGLIA DI ITALIANI SFRATTATA. DENUNCIANO IL RAGGIRO TROPPO TARDI

 

LEGGI ANCHE: ZAGAROLO: SFRATTO CONTROVERSO E AMBIGUO PER UNA FAMIGLIA DI 10 PERSONE

 

GUARDA LA GALLEY IN FONDO ALL'ARTICOLO [CLICCARE SOPRA LE FOTO PER INGRANDIRLE]

 

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Una casa da difendere con i denti, un presunto abuso ed un presunto "raggiro" che sarebbe stato perpetrato ai danni di una famiglia. Il presunto "raggiro" è stato denunciato alla Procura di Tivoli lo scorso 20 luglio 2015 con la richiesta di procedere al sequestro probatorio dell’intero immobile di Valle Martella, quartiere di Zagarolo, dove vive Olga Amato con le sue figlie, nipoti e il compagno. La denuncia però non è servita a fermare lo sfratto esecutivo messo in atto dall’ufficiale giudiziario con l'ausilio delle Forze dell’ordine che si sono presentati il 22 luglio 2015 alle ore 8:30 a casa di Olga Amato.

L’Osservatore d’Italia che aveva scritto di questo caso cercando di spiegare l'intera e complessa vicenda legata al presunto "raggiro" subito da questa famiglia, si è recato la mattina del 22 Luglio 2015 presso l’abitazione per documentare lo sfratto forzoso dell’immobile.

La vicenda. Lo scorso Mercoledì mattina 22 luglio 2015, la tensione era altissima. Alle ore 8:15, entro presso l’abitazione oggetto dello sfratto trovo Olga con tutta la sua famiglia assieme al suo legale, l’avvocatessa Ricchezza. La casa è barricata, era stato messo un camper dentro la proprietà davanti al cancello, e altre due macchine poste al di fuori del cancello stesso. Sanno che presto arriveranno le forze dell’ordine. L’avvocatessa Ricchezza anticipa che proverà a chiedere una sospensione, visto che è stata presentata formalmente una denuncia per accertare il presunto illecito di rilevanza penale degli attori che hanno partecipato alla vendita del terreno con sito sopra l’immobile al prezzo di soli 8.000 euro. Sulla denuncia si legge: “il rilascio forzato dell’immobile, non solo porterebbe al pieno compimento dell’intero disegno criminoso dei predetti, – degli attori denunciati ndR – ma esporrà la mia famiglia composta dal mio convivente, B.A. con seri problemi cardiologici, mia madre C.E. con gravi patologie connesse all’età, e da tutti i miei nipoti tutti minori, di cui uno di pochi mesi, a seri pericoli per la loro salute.”

Alle ore 8:30 arrivano le pattuglie dei Carabinieri della stazione di Colonna, e l’ufficiale giudiziario. La signora Olga dopo un’iniziale temporeggiamento, assieme al suo legale si avvia verso il cancello chiuso a chiave, per conferire con le forze dell’ordine, ma il suo compagno inaspettatamente è salito sul tetto. Nel filmato si possono ascoltare le grida della figlia e la sorpresa di tutti. E' solo sul tetto, ed è stato punto da un insetto, la figlia lo soccorrerà con una bottiglia di acqua fresca e rimarrà con lui per controllare che non scivoli di sotto. Il sole è già forte, ma la disperazione di quest’uomo non trova ostacoli, è lì sopra e lancia grida di denuncia per chiedere attenzione a questa loro drammatica storia. Al primo piano invece, sul terrazzo ancora non completato con una ringhiera, si vede una bombola del gas color nero, la signora Olga spiega che quella parte dell’immobile ricade nel suo terreno con particella 126 ma che non è stata inserita nella procedura espropriativa, e ciò è alla base dell'intero intreccio dei vari carteggi.

La richiesta di sospensione e le richieste del Capitano dei Carabinieri. Il legale, dopo le presentazioni con l’avvocato della controparte, il dr Scacco, cerca di chiedere una sospensione, citando la denuncia penale, dove è stato richiesto il sequestro probatorio.  Chi scrive si presenta ai presenti come giornalista de l’Osservatore d’Italia, più tardi mi chiederanno i documenti che saranno registrati da un carabiniere, in tal senso mi chiedono per quale motivo mi trovo sul posto. Il Capitano della stazione di Colonna arriverà più tardi, al suo arrivo, convengono che non sono state chiamate tutte le figure professionali per procedere nel modo corretto allo sfratto forzoso. Manca il veterinario, poiché ci sono tre cani liberi nella proprietà, manca un’ambulanza con defibrillatore ed i Vigili del fuoco. Il Capitano preoccupato per la salute e l’incolumità dell’uomo sul tetto, chiede l’intervento di un medico per accertarsi della sua condizione di salute e capire se può essere eventualmente trasportato una volta effettuato l’ingresso forzoso nell’immobile da parte dei Carabinieri. Sono momenti di grande sofferenza, l’esproprio deve essere fatto secondo regole precise, e il Capitano conferma che se non arrivano entro 30 minuti tutte le figure necessarie, andrà via.

L'arrivo dei Vigili del fuoco, dell'ambulanza e la presenza dei servizi sociali del Comune di Zagarolo. In fila indiana all’improvviso, arrivano due autovetture dei Vigili del fuoco e l’ambulanza mentre l'assistente dei servizi sociali del Comune di Zagarolo li aveva già da tempo preceduti. I proprietari delle macchine messe a muro davanti al cancello, provvederanno a spostarle, per lasciare lo spazio per le eventuali azioni degli stessi operatori. A questa famiglia una volta completato l'esproprio, spiega l’assistente dei servizi sociali del comune di Zagarolo alla domanda dove andranno ad abitare i componenti del nucleo famigliare, sarà data la disponibilità di una stanza esclusivamente per le donne ed i bambini. Non esistono alloggi per uomini – precisa l'assistente dei servizi sociali – quindi il signore che si trova a manifestare sul tetto, potrà trovare la sua nuova casa nella strada, a meno che qualche anima pia non decida di ospitarlo.

La signora Olga racconta che lei non cederà di un passo, che è vittima di un grande imbroglio, che vuole non solo giustizia, ma chiede che la magistratura faccia luce sulla verità nascosta nelle carte e il dossier che ha prodotto con la sua nuova denuncia penale del 20 Luglio 2015. Cita ai Carabinieri delle registrazioni messe agli atti dove gli sarebbe stato estorto del denaro per rientrare in possesso della sua proprietà. L’Avvocato della controparte vuole che lo sfratto sia eseguito, mentre l’avvocatessa Ricchezza cerca di argomentare con tutte le sue forze per cercare di rimandare l’esecuzione e soprattutto chiede quale struttura di Zagarolo è stata individuata per queste persone. All’interno della casa è presente anche la mamma di Olga, ivi domiciliata e anche a lei il medico, che poco dopo arriverà sul posto, farà una visita di controllo.

Lo sfogo del compagno di Olga, l'arresto e il processo per direttissima. Mentre sembra che la situazione si sia tranquillizzata, all’improvviso esce l’uomo che si era barricato sul tetto, arrabbiatissimo perché sa che Olga è entrata in casa ed ha fatto uscire tutta la sua famiglia. Olga non crede all'ipotesi della sospensione dello sfratto ed alla nuova calendarizzazione per il 21 Ottobre 2015. Olga grida ed è intenzionata ad andare sul terrazzo dove è presente una tanica di benzina e la bombola del gas. Tutti escono piangendo terrorizzati, il compagno è furente, e scarica la sua frustrazione al Capitano dei Carabinieri che si trovava fuori presso il cancello dell'abitazione. Anche l'avvocato di famiglia cercherà di mediare e di calmare gli animi. L'uomo che era sul tetto dopo lo sfogo, viene fatto accomodare nella vettura dei Carabinieri, era agitatissimo, lì cercheranno di calmarlo. Anche Olga cede, ha concretizzato che non usciranno di casa per il momento. Dei vigili del fuoco entreranno e verranno accompagnati al terrazzo per reperire la bombola del gas e la tanica di benzina che saranno sequestrate e messe agli atti.

Assente in questa drammatica giornata il sindaco di Zagarolo. Olga ci teneva tanto che alla sua presenza in modo che avesse potuto quantificare la disperazione di un'intera famiglia e chiedere attenzione per una storia che ha dell’incredibile anche per l’avvocato Ricchezza che, dopo aver letto la documentazione acquisita negli anni dalla famiglia di Olga, ha voluto aiutare loro a fare chiarezza e sollecitato la suddetta denuncia presentata alla Procura di Tivoli. 
Il compagno di Olga sarà poi accompagnato al Comando della stazione dei Carabinieri di Colonna dove gli verrà notificato l’arresto e per lui un processo per direttissima il giorno seguente al Tribunale di Tivoli.

Lo sfogo di Olga.
Questa famiglia ha solo meno di tre mesi per dimostrare il presunto grande imbroglio da loro dichiarato e denunciato con un dossier sostanzioso. Olga quando sono andati via tutti mi confida: “voglio che la verità emerga, se poi uscirà che ho torto, prendo i bagagli e me ne vado, ma se ho ragione, voglio giustizia, questa casa è stata venduta all’asta a soli 8.000 euro, il terreno era sottoposto ad ipoteche, a mia insaputa. L’esecuzione da parte della banca tuttavia era proseguita con notifiche al defunto creditore e senza mai accertare chi vivesse realmente presso l’immobile esecutato e se quest'ultimo avesse potuto eventualmente ricevere la comunicazione. Circa un anno – prosegue Olga nel racconto – dopo lo stesso notaio, che aveva curato anche la vendita giudiziale all’incanto, stipula un atto di compravendita, in cui la Signorara V. compare sia in qualità di venditore come delegata dal nuovo proprietario D.D. sia come compratrice. Il ricorso che abbiamo qualche giorno fa protocollato, fa leva sulla nullità dell’atto di compravendita avvenuto il 20 Ottobre 2005 e probabilmente anche dell’acquisto tramite asta del terreno oggetto dell’esecuzione, poiché la presenza di quattro dei vincoli ambientali e paesaggistici, ne privano del requisito di commerciabilità, ai sensi dell’art. 46, comma 5, del DPR 380/01. Questo immobile, oggetto della contesa che dura da troppi anni ormai, è stato venduto dal Tribunale di Tivoli a circa 8.000 euro, come terreno vincolato e con una costruzione abusiva. La signora V. perciò acquista l'immobile con il terreno, in parte di proprietà a tutti gli effetti della sottoscritta – accatastandolo come giardino di pertinenza, complesso che così assume un valore di centinaia di migliaia di euro” – conclude ormai esausta Olga.

Termina così una giornata pesantissima, che ha visto in azione un provvedimento esecutivo per ora rimandato al prossimo ottobre 2015. Tanta rabbia, frustrazione, tensione da entrambe le parti, sia delle Forze dell’ordine sia della stessa famiglia. In questa incredibile e drammatica storia, vi è anche una denuncia proferita a mezzo dichiarazione di Olga Amato, davanti alle Forze dell’ordine, di un estorsione di denaro che avrebbe subito, per riavere la sua abitazione, e che in merito ci si auspica venga fatta luce al più presto con la denuncia agli atti in Procura di Tivoli. Anche se lenta, la macchina della giustizia sicuramente farà il suo percorso, ma c’è da chiedersi, perché far uscire di casa questa famiglia prima di aver accertato la verità?

La casa rappresenta la tutela della famiglia prima di tutto, un diritto che la nostra costituzione sancisce prima di ogni valore civilistico, come il Gruppo Libra ha voluto fortemente evidenziare: “Il caso della Signora Amato e della sua famiglia è particolarmente grave, perché, non solo, a quanto risulta, si è arrivati allo sfratto nonostante pesanti irregolarità, ma l’unica rassicurazione che è stata data loro è che forse si riuscirà a trovare una stanza in un centro d’accoglienza dove ospitarli assieme. Non solo, dunque, le aste, dove uniche abitazioni vengono vendute spesso a prezzi stracciati, ma anche la nascita di un sistema d’accoglienza degli italiani sfrattati, su cui si sono avute le prime pesanti avvisaglie con Mafia Capitale”.

L’osservatore d’Italia seguirà, documenti alla mano, questa storia dai profili inquietanti.




COLONNA: RICERCATO PER RAPINA AGGRAVATA RINTRACCIATO DAI CARABINIERI

Redazione

Colonna (RM) – i Carabinieri della Stazione di Colonna, durante un servizio di controllo del territorio, in località Valle Martella, hanno fermato un 29enne romano che da un controllo effettuato tramite la banca dati è risultato ricercato perché deve scontare 6 mesi e mezzo di reclusione per una rapina aggravata. L’uomo è stato accompagnato presso la propria abitazione, agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.