MARSALA, CARABINIERE UCCISO: DOMANI L'ADDIO AL SERVITORE DELLO STATO

di Andrea Li Causi

Marsala (TP) – La città di Marsala è stata profondamente colpita da un lutto di un servitore dello Stato, di un uomo che svolgeva il suo mestiere per “Spirito di servizio”, come diceva Giovanni Falcone, un uomo che metteva davanti a tutto il benessere della propria terra, con l’obiettivo di migliorarla e portare in alto il valore della divisa e della legalità.
 
La comunità piange la morte del Maresciallo Capo Silvio Mirarchi e si stringe attorno alla famiglia. Venerdì 3 giugno 2016 sarà allestita la camera ardente in onore del Maresciallo Capo Mirarchi presso la chiesa Salesiani di Marsala, ingresso Via Dello Sbarco. I funerali saranno celebrati invece con forma solenne il 4 giugno alle ore 11:00 presso la Chiesa Madre di Marsala. 

Continuano senza sosta le indagini sulla morte del Maresciallo, ucciso nel corso di un conflitto a fuoco in un’operazione antidroga nelle campagne di Marsala, nelle contrade di Ventrischi e Scacciaiazzo, mentre svolgeva un’attività di appostamento con un collega e monitoravano una serra utilizzata per la coltivazione di marijuana. Sono state ritrovate due serre con seimila piante di marijuana ma non è tutto, è stato arrestato il proprietario delle serre, tale Francesco D’Arrigo, 54enne di Partinico. E’ accusato di coltivazione e detenzione di droga. L’uomo è stato posto ad interrogatorio e i punti da chiarire sono tanti: dove si trovava l’uomo quando si è verificata la sparatoria? Chi si occupava della piantagione di Marijuana? Sulla vicenda vige il massimo riserbo da parte degli inquirenti. L’ipotesi più accreditata è che a sparare al Maresciallo siano stati dei soggetti che sorvegliavano la piantagione. Un episodio analogo è avvenuto qualche settimana fa in una coltivazione di marijuana  situata tra Marsala e Mazara del Vallo, quando due romeni sono stati raggiunti da diversi colpi di fucile da custodi della piantagione. Uno è riuscito a scappare, l’altro invece è morto ed è stato rinvenuto carbonizzato qualche giorno dopo. 
 
Omicidio Silvio Mirarchi. Ignoti hanno colto alle spalle i due militati e hanno ripetutamente sparato, un proiettile ha raggiunto il maresciallo. L’uomo è stato immediatamente soccorso, dapprima dal collega presente sul posto, successivamente è portato all’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala, poi è stato trasferito all’Ospedale “Villa Sofia” di Palermo dove è stato sottoposto ad un lungo intervento chirurgico. Le ferite avevano cagionato ferite molto gravi e procurato un’emorragia. I medici hanno fatto di tutto per salvare la vita al Carabiniere ma purtroppo non c’è stato nulla da fare, Mirarchi è morto nel pomeriggio. Si ipotizza che gli autori di tale gesto siano i responsabili della piantagione di cannabis, posta sotto sequestro, ma sulla vicenda vige il massimo riserbo. La zona è ben nota alle forze dell’ordine e da tempo monitorata poiché il 25 maggio, nella stessa zona, era stato rinvenuto il cadavere di un romeno. Gli inquirenti non escludono che possa trattarsi di un omicidio, pochi giorni dopo inoltre, si è registrato un ferimento nei pressi della piantagione. Le indagini non si fermano e sono condotte dal comando provinciale dei Carabinieri di Trapani. 
 
L’Italia esprime il massimo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Silvio Mirarchi. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarela, addolorato per la morte del Maresciallo, ha inviato il seguente messaggio “il brutale agguato, che priva l'Arma di un servitore dello Stato coraggioso ed esemplare”. Il Premier Matteo Renzi ha espresso il massimo cordoglio ai familiari e all’arma. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha scritto un messaggio di cordoglio “Con profondo dolore ho appreso della morte del maresciallo capo Silvio Mirarchi. Vicina alla sua e alla grande famiglia dei Carabinieri”. Maurizio Gasparri ha commentato così quanto accaduto “Ancora una volta l'Arma dei Carabinieri paga un prezzo drammatico per il suo impegno a tutela della legalità. Ci stringiamo ai familiari di Silvio Mirarchi, ucciso a Marsala durante un'operazione antidroga, e a tutta l'Arma. La festa delle Repubblica si celebra nella triste consapevolezza che ogni ora in tutta Italia c'è chi rischia e può perdere la vita a difesa della comunità nazionale”. Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore della Difesa invece ha riferito “Il valore, il costante sacrificio e il profondo coraggio resi al servizio dei cittadini e del Paese e ancora una volta testimoniati con il tributo più alto”.



CARRARA: CARABINIRE UCCISO, KILLER SI COSTITUISCE

di Angelo Barraco
 
Carrara – Un misterioso delitto si è consumato stamani lungo le vie del centro storico di Massa Carrara. Un Maresciallo dei Carabinieri di 47 anni, che svolgeva servizio a Massa Carrara, è stato ucciso a colpi di Pistola sul pianerottolo della sua abitazione, un condominio sito in Via Monterosso. La vittima è Antonio Taibi, maresciallo del Comando provinciale di Massa Carrara, che lascia moglie e figli. Chi lo ha ucciso? Il killer ha suonato la porta di casa di Taibi alle ore 7.30, si sarebbe presentato come professore  e lo avrebbe freddato.  Dopo l’omicidio si sarebbe dato alla fuga per poi costituirsi intorno alle ore 9.30 presso la caserma dei Carabinieri di Massa.  Gli inquirenti stanno interrogando l’uomo, sono oscuri i motivi del gesto. A ritrovare il corpo sembra siano state le donne delle pulizie, dopo aver udito i colpi di pistola. Gli inquirenti sono sul posto per ricostruire la dinamica.
 
Novità Emergono novità in merito all’omicidio del Maresciallo dei Carabinieri Antonio Taibi, 47 anni, sposato e con due figli, ucciso stamani davanti l’uscio di casa. Ad ucciderlo è stato Roberto Vignozzi, ex postino di 72 anni ormai in pensione. Il movente che avrebbe spinto l’ex postino ad uccidere Taibi si cela dietro una vendetta personale. Lo ha ucciso perché aveva indagato sui suoi figli, entrambi nei guai con la legge per reati legati al mondo degli stupefacenti, è questa la sua confessione. Antonio Taibi è stato ucciso sul pianerottolo della sua abitazione, un condominio sito in Via Monterosso. Il killer ha suonato la porta di casa Taibi alle ore 7.30, si sarebbe presentato come professore e lo ha freddato. Dopo l’omicidio si sarebbe dato alla fuga per poi costituirsi intorno alle ore 9.30 presso la caserma dei Carabinieri di Massa. A ritrovare il corpo sembra siano state le donne delle pulizie, dopo aver udito i colpi di pistola. Sono stati vani i tentativi di rianimazione da parte dei soccorritori del 118.