Il “Capitano Ultimo” a Bracciano: l’abbraccio con il Sindaco Tondinelli e gli applausi delle associazioni. Le parole più significative: famiglia, mamma, fratellanza e uguaglianza

BRACCIANO (RM) – Emozioni, applausi e un’ Aula consiliare gremita di tanti rappresentanti delle associazioni del territorio per la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Bracciano al “Capitano Ultimo”, il Colonnello Sergio De Caprio che ha fatto della lotta alla mafia la sua ragione di vita. Presenti all’evento tutti gli amministratori di maggioranza.

Il Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli si è detto onorato di poter accogliere una persona profondamente umile, totalmente dedita a proteggere il prossimo, a garantire la sicurezza dei cittadini senza aspettarsi nulla in cambio: “Sono emozionato – ha detto il primo cittadino – ci sono pochi momenti nella vita in cui si è felici e questa sera sono veramente felice perché ho l’onore di avere qui a Bracciano una uomo che tutti ricordano per quello che ha fatto scardinando grossi cancri della società, un enorme sacrificio in quest’Italia dell’apparenza dove chi si vende meglio ha più vantaggi. E il Comandante non ha mai approfittato della sua notorietà se non per fare del bene agli altri. Ho voluto fortemente che le associazioni fossero presenti – ha proseguito il Sindaco Tondinelli – perché i volontari sono la vera linfa vitale del tessuto sociale. Le associazioni sono composte da persone che senza nulla chiedere aiutano i cittadini e qui a Bracciano posso dire che il volontariato è davvero molto presente, lavora silente e non si tira indietro soprattutto nei momenti più critici e di questo li voglio ringraziare con tutto il cuore a nome mio e dell’amministrazione tutta. Il Comandante De Caprio è quindi per noi un faro da seguire, grazie infinitamente perché Lei sta facendo molto con il suo esempio e la prego di continuare. Non posso non rivolgere un pensiero e un ringraziamento anche ai suoi uomini, gli uomini della scorta che 24 ore su 24 vegliano su di lei e dedicano anche loro il suo tempo per costruire una società migliore”.

Le parole del Colonnello Sergio De Caprio sono state apprezzatissime dai presenti. Il “Capitano Ultimo” si è presentato al pubblico nella sua più totale umiltà, ha speso tante parole importanti per la gente comune, per i carabinieri, per le “mamme” sottolineando l’importanza e il ruolo fondamentale che hanno le madri che amano i loro figli di un amore puro, senza guardare nulla, senza chiedere nulla in cambio.

De Caprio ha citato i carabinieri, uomini che servono la comunità, che con i loro gesti sono da esempio. E poi ha ripetuto più volte due parole: “Non ci allontaniamo mai – ha detto – dalle parole uguaglianza e fratellanza, lavoriamo per le persone più deboli e non dimentichiamoci dei valori. Le persone importanti sono i nostri nonni e dobbiamo stare attenti a come tramandiamo la radice della nostra famiglia, non dimentichiamoci della dolcezza, dell’importanza di discutere tutti insieme, di prestare soccorso senza secondi fini anche a chi è ingrato. In questo modo possiamo continuare le battaglie per la legalità ed è proprio quel tipo di coraggio che dobbiamo trasmettere ai ragazzi ricordandoci sempre che l’inizio di una battaglia e non la fine di una speranza”.

Infine il Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli ha letto le motivazioni: Per aver dedicato – ha letto il primo cittadino – la sua intera esistenza agli altri, ai più fragili ed ai più deboli, senza mai aspettarsi nulla in cambio, svolgendo il proprio servizio con grande semplicità ed umiltà, combattendo contro l’ingiustizia e la criminalità, promulgando, attraverso il suo esempio e la sua condotta di vita, quei valori etici e morali che devono sempre guidare le scelte e le coscienze di tutti i popoli”. La cerimonia è terminata con un lungo applauso e con degli interventi di alcuni giornalisti che hanno posto dei quesiti al Comandante Ultimo.

In tanti hanno ringraziato il Sindaco Tondinelli e l’Amministrazione per aver portato un uomo di valore a Bracciano, in un momento in cui i valori devono tornare al centro per auspicare benessere e prosperità.




Il capitano Ultimo rinuncia alla nomina di Cavaliere della Repubblica

ROMA – Sergio De Caprio, il colonnello dei Carabinieri, noto come Capitano Ultimo, che nel 1993 arresto’ Totò Rina ha rinunciato alla nomina di Cavaliere della Repubblica con decreto del 2 giugno 2017. Capitano Ultimo ha deciso però di rinunciare al titolo.

Il Quirinale che ha reso nota la notizia ha precisato che si tratta di “ una rinuncia da parte dell’interessato”. Sulle motivazioni della rinuncia soltanto ipotesi tra le quali l’inchiesta Consip che ha coinvolto alcuni ufficiali del Noe che erano stati suoi stretti collaboratori.  Alle vicende di Capitano Ultimo sono state ispirate quattro serie televisive, trasmesse da Canale 5 in cui il Capitano veniva interpretato da Raoul Bova.  Riservato e schivo ha affermato di recente:” L’esperienza alla Nunziatella mi ha insegnato a lottare contro il privilegio, a ribellarmi alla competizione per arrivare primi”. Non ha caso ha scelto di chiamarsi “ Ultimo”.




Consip, capitano Ultimo chiede un confronto pubblico

Il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo, dice basta – tramite il suo legale, Francesco Romito – alle “gravissime accuse infondate” mosse nei suoi confronti nella vicenda Consip e si dice pronto a “un pubblico confronto” per “esercitare i diritti di difesa e di informazione al cittadino”. L’obiettivo è quello di dissipare ogni dubbio rispetto a “paventate minacce alle Istituzioni ed altre azioni eversive” cui hanno fatto riferimento “diversi parlamentari”, il “ministro della Difesa e infine il premier”.

“Vista l’escalation mediatica delle vicende legate all’indagine Consip ed alle gravissime accuse infondate rivolte al Capitano Ultimo ed ai suoi carabinieri, riteniamo doveroso – afferma il legale, per conto di De Caprio – renderci disponibili ad un pubblico confronto al fine di chiarire dubbi e sospetti”.




Capitano Ultimo: “Mai esaltazioni, neppure quando abbiamo arrestato Riina” il suo legale chiede verbale audizione pm Musti

Sembra l’ondata del fango sulle divise, ma probabilmente è solo una percezione. “Chiederò al Csm copia integrale del verbale dell’audizione della pm di Modena Lucia Musti per intraprendere ogni azione legale prevista dalla legge a tutela del mio assistito”. Così Francesco Romito, il legale di Sergio de Caprio, Capitano Ultimo oggi Colonnello.
Da quanto riportato sui media Musti, nel corso della sua audizione dello scorso 17 luglio al Consiglio superiore della magistratura, avrebbe definito il colonnello De Caprio e l’allora capitano Gianpaolo Scafarto “esagitati”, “spregiudicati”, come “presi da un delirio di onnipotenza”.
Il legale puntualizza poi che De Caprio non si è mai occupato dell’inchiesta Consip, ma solo di quella Cpl-Concordia e che nell’agosto del 2015 al colonnello furono revocati, con provvedimento del Comando generale dell’Arma, i compiti operativi da vicecomandante del Noe; gli furono cioè tolti i poteri di polizia giudiziaria.

Respinge dunque le  le accuse il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina e, anzi, precisa che fu la pm Musti a chiedergli di tacere. Dopo le ultime rivelazioni in merito all’inchiesta Consip apparse sulla stampa, De Caprio precisa: “Non ho mai svolto indagini per fini politici”, definendo una “campagna di linciaggio mediatico” quella apparsa sui giornali, secondo cui in più di un’occasione, lui e il capitano del Noe Scafarto si rivolsero alla procuratrice di Modena Lucia Musti (“Dottoressa, lei, se vuole, ha una bomba in mano. Lei può far esplodere la bomba. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi”).

Di più: chiarisce che fu proprio il magistrato a richiedere il silenzio del militare: “La dottoressa Musti è stata supportata in tutto quello che ci ha liberamente richiesto, compresa la presenza del capitano Scafarto a Modena, compreso il fatto di non informare delle indagini il comandante provinciale dei carabinieri di Modena e la prefettura perché li considerava collusi con le cooperative rosse su cui da tempo indagava autonomamente”.

Alle parole del militare Lucia Musti evita di ribattere: “Non commento le dichiarazioni del colonnello Sergio De Caprio. Risponderò solo alle domande dei magistrati della Procura della Repubblica di Roma”.

 

“Abbiamo in mano due bombe”

“Dottoressa, lei, se vuole, ha una bomba in mano. Lei può far esplodere la bomba. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi”. Così, in più di un incontro tra Modena e Roma, il capitano del Noe Scafarto e il colonnello Ultimo si rivolsero alla procuratrice di Modena Lucia Musti. Sono le frasi shock riferite dalla magistrata durante l’audizione tenuta il 17 luglio scorso al Csm.

I colloqui risalgono alla primavera del 2015: ad aprile di quell’anno, la Procura di Modena aveva appena ricevuto gli atti dell’inchiesta sugli affari della coop Cpl Concordia, aperta dalla Procura di Napoli e poi trasmessa per competenza territoriale nella città emiliana. In quelle carte c’era anche la conversazione tra l’ex premier Matteo Renzi e il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi.

È la procuratrice a ricostruire i retroscena durante la seduta di oltre due ore e mezza davanti alla prima commissione del Csm, dove è aperto il procedimento per incompatibilità nei confronti del pm Henry John Woodcock, di cui sono relatori i togati Luca Palamara e Aldo Morgigni. Nel corso dell’audizione, la procuratrice Musti viene più volte incalzata dai consiglieri, che chiedono maggiori dettagli. E racconta di aver visto Scafarto e Ultimo particolarmente “spregiudicati” e come “presi da un delirio di onnipotenza”.

 

Ai rappresentanti del mondo politico, che gridano al golpe, Ultimo replica: “Leggo che illustri esponenti politici – tra cui ministri Dario Franceschini, Luigi Zanda, Michele Anzaldi, Pino Pisicchio – paventano colpi di stato e azioni eversive  da parte del Capitano Ultimo e di pochi disperati carabinieri che lavorano per un tozzo di pane. Stiano sereni tutti, perché mai abbiamo voluto contrastare Matteo Renzi o altri politici, mai abbiamo voluto alcun potere, mai abbiamo falsificato alcunché”.

Sempre a proposito del procuratore Musti, il capitano afferma di non averla “mai forzata in nessuna cosa” e di aver sempre svolto “le indagini che ci ha ordinato con lealtà e umiltà”. “Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri”, aggiunge. E poi aggiunge nuovi dettagli:  “La dottoressa Musti è stata supportata in tutto quello che ci ha liberamente richiesto, compresa la presenza del capitano Scafarto a Modena, compreso il fatto di non informare delle indagini il comandante provinciale dei carabinieri di Modena e la Prefettura perché li considerava collusi con le cooperative rosse su cui da tempo indagava autonomamente”.

Il colonnello De Caprio, che accusa di falsità “alcuni organi di disinformazione funzionali alle lobby che da anni cercano di sfruttare il popolo italiano”, sottolinea di non aver mai “svolto indagini al di fuori dei fatti che emergevano direttamente ed esclusivamente dalle persone indagate. Non ho mai avuto esaltazioni o esagitazioni a seguito delle indagini da me svolte neanche quando abbiamo arrestato Riina, non abbiamo mai esultato, non abbiamo esploso colpi in aria, non abbiamo fatto caroselli per le strade, mai festeggiato, perché la lotta anticrimine appartiene solo al popolo e noi non usiamo il popolo per i nostri fini, o per avere dei voti, lo serviamo e basta”.