CANILI DI ROMA: DOPO VENT'ANNI DI BUSINESS LA AVCPP E' STATA RIMOSSA

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Roma – A dare questa notizia attesa da moltissimo tempo è Stefano Fuccelli, presidente del Partito Animalista Europeo. I canili comunali capitolini non verranno più gestiti dall'associazione privata AVCPP che da oltre vent'anni senza bando e gara pubblica si era insediata per volere dell'allora delegata del sindaco Rutelli, l'attuale senatrice Monica Cirinnà (PD).

Lo scandalo canili di Roma era approdato su RAI 1 con Giletti. Lo scandalo della gestione Avcpp era stato oggetto anche di un recente servizio dal titolo “Il business dei randagi” de L'Arena su Rai 1 che aveva posto sul banco degli imputati la presidentessa Simona Novi. Giletti aveva sollevato il giro degli stipendi d'oro e milionari dei finanziamenti pubblici assegnati senza gara, mentre ai cani andavano solo le briciole. Insomma una trasmissione che aveva offerto la verità senza veli su chi speculava sugli animali nella capitale.

Business, irregolarità e illegalità nei canili. Caustico il Presidente Fuccelli attento come sempre alla tutela degli animali soprattutto in questi canili che hanno generato impressionante business nel tempo, proprio nella capitale romana. Il PAE aveva denunciato all'Autorità giudiziaria tutte le irregolarità ed illegalità perpetrate dall'associazione privata Avcpp, dallo sperpero di denaro pubblico alla mancanza del bando per l'assegnazione dei canili fino al maltrattamento animali. Spiega Fuccelli: Adesso il Comune, informato che la Procura ha aperto un fascicolo con indagini ancora in corso, ha dovuto dare seguito alla nostra diffida legale ed organizzare un regolare bando, come da nostra istanza. Dopo vent'anni ci siamo tolti il cancro della gestione della Avcpp, associazione privata di volontari che spartiva milioni di euro ogni anno speculando sui cani ai quali andavano solo le briciole”.

Business sugli animali. Fuccelli nel dettaglio spiega questa vittoria conquistata a suon di diffide e denunce: “Il Business alla base di tutto, come per la cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi che riceveva dalla Amministrazione locale sovvenzioni pari a 30 euro al giorno per ogni immigrato detenuto. Di fatto all'immigrato andava soltanto 2,50 euro, il restante veniva intascato da Buzzi & Co. Un giro d'affari milionario che, definito dallo stesso rende più della droga. Se per i centri dei rifugiati il business illegale corrisponde a sette milioni euro l'anno a carico dell'Amministrazione capitolina, quello dei randagi detenuti nei canili comunali non è da meno. Il meccanismo è il medesimo: solo il 10% dei cinque milioni di euro/annui è destinato ai mantenimento dei cani il resto è per garantire stipendi d'oro ai responsabili dei Volontari Canile Porta Portese e consulenze strapagate. La medesima associazione dal 1997 senza aver mai vinto gara d'appalto o bandi pubblici lavora con affidamento diretto in convenzione, pratica illegale visto l'ammontare dei finanziamenti”.

E i conti Fuccelli li conosce bene: “Per ogni animale erano stati erogati fondi che vanno straordinariamente al di sopra delle medie nazionali, 18 euro contro i 2,5/3 euro, a fronte di una situazione igienico-sanitaria peggiore di molte altre visto che la Asl ha determinato la chiusura definitiva di alcune strutture e la messa a norma delle restanti, tutte irregolari. Una gestione colpevole, oltretutto, di non essere mai riuscita, in decenni di attività, a far scendere il numero dei cani detenuti sotto il tetto minimo di 1.000, numero necessario per garantire l'erogazione dei fondi concordati”. 

Il Partito Animalsira Europeo si riconferma così, una forza mortice contro ogni illegalità perpetrata sugli animali. Ma soprattutto aver acceso i riflettori su quelle associazione che nell'accudimento degli stessi animali avevano creato un business milionario e illegalità all'interno del Comune di Roma. 




LO SCANDALO DEL CANILE ROMANO: STIPENDI D’ORO NEL BUSINESS DEI RANDAGI

Stipendi d'oro e milionari finanziamenti pubblici senza gara ma ai cani solo le briciole. La verità senza veli su chi specula sugli animali nella capitale approda in tv

di Cinzia Marchegiani

Roma
– "Quanti soldi pubblici nel business dei randagi" titola così il servizio de L'Arena andato in onda domenica 10 maggio 2015.  Massimo Giletti ha puntato il dito contro l'associazione privata che gestisce i canili comunali di Roma, l' AVCPP ( Associazione Volontari Canile Porta Portese).Il fotofinish è quello di una realtà da stipendi d'oro, milionari finanziamenti pubblici senza gara, nessun concorso pubblico ed assunzione di amici per chiamata diretta.

A commentare questo servizio della televisione pubblica interviene Stefano Fuccelli, Presidente del Partito Animalista Europeo: “Finalmente un ottimo servizio che mette in evidenza la speculazione perpetrata sulla pelle dei poveri cani detenuti all'interno dei canili di Roma. Giletti ha riportato i numeri contenuti nella nostre precedenti denunce. E’ dal 1997 che la Avcpp gestisce i canili comunali senza gara o bandi in totale violazione delle leggi italiane e normative europee vista la straordinaria entità dei finanziamenti pubblici. Le associazioni o cooperative assumono per chiamata diretta nel caso in cui vincessero una gara pubblica ma non è il caso dell’Avcpp che ottenendo il comodato per nomina avrebbe dovuto gestire con risorse proprie e non con i fondi pubblici, questo dice l’ art. 6 comma 2 della legge regionale 34/9.”

Per anni la Avcpp , spiega Fuccelli, ha spartito 3.200.000 euro/annui su 4.200.000 euro (corrispondente ad oltre l’80% del totale ) di soldi pubblici per i 106 stipendiati suoi amici, una media di oltre 2.500 euro mensili: “Da considerare che la bassa manovalanza, cioè gli addetti alla pulizia delle gabbie, percepisce la somma di circa 900 euro pertanto è facilmente intuibile quante persone hanno intascato dai 4 ai 5 mila euro mensili. Non solo – fa i conti Fuccelli – oltre agli stipendi sono previsti ulteriori costi per la gestione dei medesimi lavoratori ed esattamente come il costo gestione personale euro 47.000, costo sicurezza lavoratori euro 65.000, costo consulenza legale per contenziosi con i lavoratori euro 67.000.” Ma sembra che occorrerebbe aggiungere i costi annuali per le spese di gestione ( cancelleria, schede telefoniche ecc ) corrispondenti ad euro 43.000….e il Presidente del PAE tuona, “neanche una multinazionale e’ così strutturata ma alla fine soltanto il 10% è destinato per il mantenimento degli animali. Insomma emergerebbe una denuncia su questi meccanismi congeniati che fan sistemare tutti.” Da escludere nel conteggio economico circa 300 volontari – certosini i calcoli di Fuccelli – che sommati ai 106 dipendenti compongono un esercito di 406 persone per gestire circa 900 animali, farebbero emergerebbe un rapporto di uno a due!"

DIRETTA TELEVISIVA, GAFFE DELLA PRESIDENTE AVCPP?

Il presidente del Partito Animalista Europeo, ricorda che nel corso della trasmissione sul banco degli imputati il presidente della Avcpp, Simona Novi, era in evidente difficoltà tentava di giustificare i bilanci con il gioco dei numeri tra entrate ed uscite che però conosciamo molto bene talmente tanto che la soglia non scende mai sotto il numero convenzionato di mille al giorno: “Tutti i cani in esubero vengono sistematicamente affidati poiché l'Amministrazione capitolina non li conteggia e quindi sarebbero solo costi eccedenti a carico dell’ associazione ma senza scendere al di sotto altrimenti la medesima Amministrazione non erogherebbe i 18 euro al giorno per ogni cane di cui però soltanto il 10% è destinato agli sfortunati detenuti. La Sig.ra Novi dovrebbe sapere che molti canili convenzionati gestiti da validi volontari riescono a garantire un accettabile standard di benessere nonostante un contributo medio di 4 euro ad animale detenuto. Inoltre la Novi – evidenzia Fuccelli – non ha fatto cenno circa le illecità afferenti le condizioni igienico – sanitarie e le carenze strutturali visto che i canili sono privi delle autorizzazioni sanitarie Asl e non a norma con gli standard europei circa la tutela ed il benessere degli animali che intanto continuano a morire con atroci sofferenze.”

Conclude Fuccelli con una frase sibillina: "Centri d'accoglienza immigrati, campi rom e canili comunali non c'è differenza, il sistema è il medesimo: uomini od animali sfruttati solo ed esclusivamente per mero profitto".