Tumori femminili e test BRCA: la “mutazione Jolie” e l’evento a Roma

ROMA – Si chiude a Roma il ciclo di incontri che ha fatto tappa in diverse città italiane per sensibilizzare il pubblico sull’importanza del test BRCA nella diagnosi di tumori femminili come quelli al seno e all’ovaio. Promossi da Salute Donna in collaborazione con esperti ginecologi, oncologi, genetisti e rappresentanti istituzionali, e realizzati grazie al contributo incondizionato di AstraZeneca, gli incontri hanno l’obiettivo di informare maggiormente su queste forme di tumore e sul test in grado di diagnosticare una specifica mutazione genetica, BRCA 1 e 2 anche conosciuta come “mutazione Jolie”.

I tumori ereditari al seno e all’ovaio causati da queste mutazioni genetiche (14% del totale dei tumori al seno e 10% del totale dei tumori ovarici) hanno il 50% di probabilità di essere trasmessi da entrambi i genitori ai figli, sia maschi che femmine.

Nel corso dell’evento sarà dunque possibile conoscere più da vicino queste patologie, approfondire il tema della mutazione genetica che potrebbe esserne la causa e in che modo, grazie al test BRCA, sia oggi possibile prevenire e migliorare la prognosi e il trattamento, consentendo a queste pazienti di essere curate con molecole in grado di agire in modo mirato proprio contro questo genere di tumori.

“Siamo lieti di farci portavoce di un messaggio così importante e rivoluzionario come quello del test BRCA, un semplice test genetico che può davvero fare la differenza nella vita e nel futuro delle pazienti e dei loro familiari perché in grado di predire il rischio di tumori al seno e all’ovaio e di permettere la scelta dei trattamenti più appropriati a combatterli” afferma Anna Mancuso, Presidente Nazionale dell’Associazione Salute Donna Onlus “L’obiettivo di questo ciclo di incontri è diffondere una conoscenza più approfondita dell’esistenza di queste mutazioni, dei test che sono in grado di diagnosticarle, attualmente ancora poco conosciuti, e di sensibilizzare le istituzioni affinché tutte le azioni necessarie vengano messe in atto”.

“I tumori del seno e dell’ovaio sono tra i più diffusi nelle donne: si pensi che ogni anno in Italia vengono diagnosticati oltre 50.000 nuovi casi di carcinoma alla mammella e 5.200 di carcinoma ovarico. In particolare per il tumore dell’ovaio, la diagnosi arriva nella maggior parte dei casi quando la malattia si è già diffusa fuori dalla sua sede d’origine. Considerando che circa il 10-20% di queste neoplasie sono riconducibili alla presenza di mutazioni ereditarie a carico dei geni BRCA1 e BRCA2, diventa fondamentale agire d’anticipo diagnosticando la familiarità di questi tumori attraverso i test genetici. Esistono oggi protocolli di screening personalizzati per le persone affette dalle mutazioni genetiche BRCA 1 e 2 che consentono di anticipare notevolmente la diagnosi migliorando significativamente le possibilità terapeutiche – spiega Domenico Corsi, Direttore Oncologia. Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina. La regione Lazio sta progressivamente creando la propria rete oncologica allo scopo di concentrare l’assistenza dei pazienti con patologie complesse, quali tumori femminili, in centri di eccellenza ad alta specializzazione, in modo da garantire a tutte le pazienti la migliore offerta terapeutica assistenziale e la continuità del trattamento.

“Siamo lieti di partecipare a questa iniziativa che, in linea con l’impegno della Regione Lazio, pone l’accento sull’importanza di identificare e adottare percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali che permettano il superamento di modelli di assistenza frammentari e disomogenei sul territorio in favore di una appropriata presa in carico delle donne affette da tumori al seno e all’ovaio e dei loro familiari – conclude Rodolfo Lena, Consigliere, già Presidente VII Commissione Consiliare sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, Regione Lazio.

I TEST BRCA

I test BRCA rappresentano un prezioso strumento per identificare la presenza di eventuali situazioni di alto rischio genetico nelle pazienti con tumore della mammella o dell’ovaio e in donne sane giovani. Tali test dovrebbero dunque essere un’opportunità garantita a tutte le donne che ne potrebbero beneficiare al fine sia di individuare le terapie personalizzate più appropriate e dunque più efficaci nel caso di carcinoma mammario e/o ovarico già diagnosticato, sia di far adottare le opportune misure di prevenzione nelle donne sane che risultassero BRCA-mutate. Una maggiore diffusione di tali test rappresenterebbe anche uno strumento molto efficace per ridurre l’incidenza dei tumori femminili.

Il test BRCA può essere eseguito con due modalità: la prima consiste in un semplice prelievo di sangue, la seconda modalità è l’analisi del tessuto tumorale.

 

Salute Donna

“Salute Donna Onlus” è un’associazione di volontariato nata nel 1995 su iniziativa della presidente Anna Mancuso, che pochi anni prima aveva vissuto l’esperienza del tumore al seno. L’associazione è nata all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e ancora oggi vi collabora.

È presente con sezioni in numerose regioni, fornisce servizi ambulatoriali con visite ed esami diagnostici, promuove campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore, organizza incontri e corsi sulla corretta alimentazione e sugli stili di vita sani, offre servizi di Caf e Patronato per il disbrigo di pratiche burocratiche.

“Salute Donna Onlus” organizza per le donne in terapia incontri di sostegno psicologico (il Progetto Moira all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano), di arteterapia e di makeup. Inoltre sovvenziona borse di studio e finanzia l’acquisto di macchinari medici.

A livello nazionale dal 2014 è promotrice e capofila del progetto “La Salute: un bene da difendere un diritto da promuovere”, sottoscritta con altre associazioni di pazienti e appoggiata da onorevoli e parlamentari di tutti gli schieramenti politici.

Infine nel 2015 è nata l’anima maschile dell’associazione: “Salute Uomo” che segue le orme di “Salute Donna onlus” nella prevenzione e nell’assistenza degli uomini con patologie oncologiche.

 

 




CANCRO AL SENO: UNO STUDIO SULL’EFFETTO MEDIATICO ANGELINA JOLIE E LA SUA DOPPIA MASTECTOMIA

Uno studio effettuato al North Carolina State University fa un sondaggio per comprendere se il messaggio della celebrità con la sua confessione sconcertante, abbia sortito importanti riflessioni sulla prevenzione del cancro al seno

 

 

di Cinzia Marchegiani

Fare outing della propria vita privata, riguardo una scelta importante potrebbe sensibilizzare le persone ai temi della prevenzione del cancro. Nel maggio 2013, Angelina Jolie con un annuncio shock, aveva rivelato tramite New York Times che aveva subito una doppia mastectomia preventiva nella clinica privata Pink Lotus Breast Center. Una sua scelta ponderata, perché aveva una storia familiare di cancro e una rara mutazione del BRCA1 gene. Insomma Angelina Jolie ha deciso di farsi asportare i seni per prevenire il cancro. Per un problema genetico l'attrice era stato spiegato che aveva un'alta probabilità di contrarre un tumore e non volendo vivere nella paura aveva fatto questa scelta comunicata al mondo intero, sortendo molte perplessità anche riguardo alla ricerca nella cura dei tumori. La copertura mediatica a questa decisione e confessione è stata ampia, ma degli studiosi hanno voluto mettere alla prova quale messaggio il pubblico aveva acquisito dalla storia dell’attrice icona star di Hollowood e anche della bellezza. 

Studio. In seguito a questa notizia eclatante, che vedeva una bellissima donna optare per una mastectomia di entrambe i seni pur non avendo ancora il cancro, è’ stato realizzato un sondaggio con 2.572 persone adulte. “Il questionario era stato messo on-line entro tre giorni l'annuncio di Jolie, per vedere se l'annuncio avrebbe influenzato l'intenzione di eseguire dei test genetici", spiega Kami Kosenko, professore associato di comunicazione presso la North Carolina State University e autore principale di un articolo sul lavoro . "Abbiamo anche voluto vedere – continua Kosenko -se ci fossero delle variabili, se le persone si sentivano identificati con Jolie e dal suo annuncio”. I partecipanti hanno descritto la loro consapevolezza e fonti di informazione individuati per la notizia Angelina Jolie. Essi hanno inoltre riferito loro comprensione, le reazioni, le percezioni e le successive attività legate alla storia. Sono state fatte domande relative al rischio di cancro al seno personale e sociale e questioni ipotetiche relative chirurgia preventiva se il convenuto o un membro della famiglia erano in linea con la stessa scelta di Ms Jolie. 

Messaggio deludente. Mentre tre su quattro americani erano a conoscenza della doppia mastectomia di Angelina Jolie, meno del 10% degli intervistati ha avuto le informazioni necessarie per interpretare correttamente il rischio della signora Jolie di sviluppare il cancro rispetto a una donna che ha inalterato il gene BRCA1. La consapevolezza della storia Angelina Jolie non è stata associata con una migliore comprensione del messaggio.
Conclusione dello studio. Lo studio eseguito sul sondaggio ha evidenziato che mentre le celebrità possono portare maggiore consapevolezza ai problemi di salute, vi è la necessità per questi messaggi di essere accompagnati da sforzi più decisi per migliorare la comunicazione e aiutare il pubblico nella comprensione delle complesse informazioni che in questo caso riguardavano la diagnostica e la prevenzione del cancro.

Rimane solo un grande dubbio: l’outing eclatante di Mr Jolie, faceva parte di uno studio per concretizzare quante donne avevano intenzione di ricorrere a degli screening? Sicuramente un’immagine deludente anche riguardo alla chemioterapia ufficiale, che evidentemente non riscuote pareri favorevoli e di sicurezza al riguardo….Intanto siamo tutti sotto l’occhio vigile del Grande Fratello, ogni cosa che fa notizia spesso viene utilizzata per manipolare convinzioni, certezze o anche dubbi. In realtà nel caso della prevenzione e salute servirebbe un buon rapporto con il proprio medico, e una buona base di cultura evidentemente non solo medica. Ma soprattutto che messaggio è stato dato alle donne? Che prima devono fare gli screening e poi decidere se optare per la mastectomia, per un tumore che forse non evolverà?




CANCRO AL SENO: ECCO LA DIETA CHE NE RIDUCE IL RISCHIO

Redazione

Ogni volta una nuova scoperta grazie agli studi scientifici. Le diete intermittenti, come ad esempio quella fast 5:2 (in cui si mangia e beve senza restrizioni per cinque giorni e si mangiano al massimo 500 calorie per le donne o 600 calorie per gli uomini al giorno negli altri due), possono contribuire a ridurre il rischio di sviluppare alcune malattie tra cui il cancro al seno. A scoprirlo e' stato uno studio internazionale coordinato dalla dietista britannica Michelle Harvie. Dai risultati, riportati dal Daily Mail, e' infatti emerso che gli uomini non si sono evoluti per mangiare sempre. Secondo i ricercatori, i primi uomini mangiavano sporadicamente e l'abitudine dei 3 pasti al giorno e' stata istituita dopo la rivoluzione agricola. La dieta che prevede di mangiare poco per due giorni a settimana riduce i livelli di insulina e leptina, ormoni che possono favorire il cancro al seno. Inoltre, questo regime alimentare aiuterebbe a bruciare i grassi che "intasano" il fegato e a diminuire il rischio di malattie cardiache, ictus, diabete e forse anche demenza. Harvie ha anche specificato che periodi di privazione di cibo danno alle cellule il tempo di auto-ripararsi contro i danni che precedono tipicamente le malattie cardiache o il cancro.