NAPOLI, CAMORRA: ARRESTATO IL BOSS DEL VOMERO

di Angelo Barraco

Napoli – Un’operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, nella notte tra venerdì e sabato, ha portato all’arresto di Luigi Cimmino, 55enne, ritenuto il boss dell’omonimo clan camorristico che esercita il suo potere nella prestigiosa area del Vomero. L’operazione che ha portato all’arresto è stata molto intricata e complessa ma anche all’arresto di un altro esponente di spicco, Pasquale Palma, il genero di Cimmino. I due soggetti erano ricercati per associazione mafiosa ed estorsione in seguito ad un provvedimento emesso dal Gip di Napoli e dalla Direzione Distrettuale Antimafia nel mese di luglio. Nel momento in cui erano stati scarcerati, si erano resi irreperibili ma con il ripristino del provvedimento cautelare, nel mese di febbraio di quest’anno, erano divenuti latitanti. I due soggetti sono stati trovati in luoghi diversi, Cimmino si trovava in Veneto, portava con se una borsa con settemila euro in contanti. E’ stato condotto presso il carcere di Venezia. Palma si trovava in Campania, in un appartamento sito in Via Matteo Renato Imbriani. Sono stati arrestati anche un cinquantasettenne veneto e un trentatreenne napoletano. 



CAMORRA A NAPOLI: UCCISO IL 20ENNE EMANUELE SIBILLO

Redazione

Napoli – Ancora spari a via Oronzo Costa, nel centro storico di Napoli, dove a inizio settimana sono stati feriti tre minorenni e l'altra notte qualcuno ha preso di mira una abitazione con colpi di pistola. Questa notte e' stato ucciso Emanuele Sibillo, 20 anni, pregiudicato. Sul luogo, nel cuore di Forcella, la polizia ha trovato 13 bossoli di tre calibri diversi. Il cadavere presentava una ferita provocata da un solo colpo alla schiena. Non ci sono testimoni. Sibillo era latitante dal 9 giugno scorso, quando ci fu un blitz contro i clan di Forcella.

Emanuele Sibillo era rampollo di una delle cosche che si contendono il controllo delle attivita' illegali nel centro di Napoli, ed era sfuggito al blitz del 9 giugno, con 64 misure cautelari che tra l'altro riguardavano anche indagati che avevano commesso reati da minorenni, la cosiddetta "paranza dei bambini" di Forcella. Tra i reati a lui contestati, l'associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione, ed era anche coinvolto nell'omicidio di un ragazzo davanti ad una discoteca del litorale flegreo che non aveva una sigaretta ad un elemento del clan




NAPOLI / LATINA: SEQUESTRI DI BENI ALLA CAMORRA PER OLTRE 1 MILIONE DI EURO

Redazione

Napoli / Latina – A conclusione delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli -Direzione Distrettuale Antimafia, nella mattinata odierna i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Latina hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare, disposte dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, nei confronti di sette persone, indagate per il delitto di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più reati di appropriazione indebita, con l'aggravante di aver agito al fine di agevolare l'associazione camorristica denominata dei C.-fazione S., nelle cui casse finivano parte dei proventi dell'attività associativa.
Contestualmente sono state eseguite decine di perquisizioni a San Cipriano d'Aversa (CE), Casal di Principe (CE), Cancello ed Arnone (CE), Bonito (AV), Calvi Risorta (CE), Castel Volturno (CE), Formia (LT), Santi Cosma e Damiano (LT), Minturno (LT).
Sono stati inoltre sottoposti a sequestro preventivo beni del valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro.
In particolare, all'esito di complesse investigazioni – condotte anche attraverso intercettazioni telefoniche, finalizzate al riscontro di convergenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia – sono state tratte in arresto persone ritenute di rilievo del sodalizio dei C.: i fratelli I. S. e A., il primo già detenuto, e D. P. S., già colpito da ordinanza cautelare per vicende connesse a reati di riciclaggio posti in essere da esponenti del clan dei casalesi in Emilia Romagna e nella Repubblica di San Marino.
L'operazione – denominata dagli investigatori "FUORI GIRI" in quanto ha accertato la commissione, in Italia, di plurime condotte di appropriazione indebita di autovetture di grossa cilindrata, poi esportate in Germania, ove venivano immatricolate dopo la falsificazione dei numeri identificativi (la cd punzonatura) e dei documenti di circolazione – appare significativa non solo per l'elevata caratura criminale delle persone colpite dalle misure restrittive, ma anche perché delinea in maniera netta e precisa gli interessi dell'organizzazione dei Casalesi nel sud pontino, attraverso il reinvestimento degli ingenti profitti derivanti dalle criminali attività perpetrate.
Dall'approfondimento di alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia, già appartenenti ai C. – fazione S., emergevano peraltro gli interessi di quella consorteria criminale nel settore della compravendita di autovetture di grossa cilindrata nelle zone di Cancello e Arnone (CE), di Latina e di Fondi, con la diretta supervisione di I. S. quale referente dell'associazione camorristica, dapprima per il gruppo B. e, successivamente, per le famiglie Z.- S..
Secondo l'ipotesi accusatoria, avvalorata dal provvedimento del Gip, gli indagati, per il raggiungimento degli scopi dell'associazione, si avvalevano di concessionarie di autovetture con sede a Minturno (LT) e a Cancello e Arnone (CE), oltre che di un'autoscuola sempre con sede a Cancello e Arnone (CE).
All'esito delle indagini, su richiesta dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli ha disposto il sequestro:
delle quote societarie, beni immobili e rapporti finanziari riferibili agli arrestati;
delle quote societarie e conti correnti riferibili ad ulteriori 5 indagati;
di tutto il patrimonio aziendale riferibile alle n.4 società coinvolte negli illeciti,
per un valore totale di stima pari a € 1.400.000,00 circa.
Si è altresì provveduto al sequestro di varie unità immobiliari, di autoveicoli e di numerosissimi rapporti finanziari, nella disponibilità degli indagati.
Per l'esecuzione dei provvedimenti cautelari, il Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e la Squadra Mobile di Latina sono stati affiancati dal Commissariato di Polizia di Formia, dalla Squadra Mobile di Caserta e dalla componente Pronto Impiego del Gruppo della Guardia di Finanza di Formia.