ANGUILLARA E BRACCIANO, KICK BOXING: IL LAGO CALA IL POKER D'ASSI

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Redazione
Bracciano (RM)
– Oramai abbiamo imparato ad associare la parola Kick Boxing al Lago di Bracciano. Lo splendido specchio d’acqua situato nella zona a nord di Roma . Infatti è proprio sulle spiaggie di questo incantevole lago che hanno sede due  delle scuole da combattimento più blasonate del Lazio e d’Italia. Le due storiche scuole da circa un ventennio sfornano atleti agonisti di grande spessore e hanno il merito di aver avvicinato tantissime persone giovani e non, uomini e donne alla pratica di questa difficile disciplina da combattimento. 

Ad Anguillara Sabazia si allena il “team Catarci” nella palestra Gymnasium Sabatia, diretta dal Maestro Andrea C. e dagli Istruttori Valentini Yuri, Valentini Arianna, Tranquillo Roberto, Mazzoni Davide.

A Bracciano lavora il team “Etruria Masters Alliance” diretto dai Maestri Vicerè Alfonso e Di Gioacchino Ivan.

Entrambe le scuole appartengono alla F.I.K.B.M.S. la unica Federazione sul territorio nazionale riconosciuta dal CONI, diretta dal Presidente Donato Milano. Tutti gli insegnanti delle due scuole, sono certificati dalla scuola di formazione della FIKBMS fortemente voluta dal Presidente Milano. E all’interno di queste due scuole sono cresciuti, letteralmente nel senso più profondo della parola, quattro ragazzi del posto, prima allievi, poi agonisti, ora Campioni affermati. Quattro storie che hanno in comune una parola: KICK BOXING, un percorso: allenamenti durissimi, sacrifici, umiltà, determinazione, passione, un obiettivo: le vittorie.  Conosciamo più da vicino questi quattro protagonisti di uno sport, la Kick Boxing poco pubblicizzato, ma dallo spessore sportivo notevole.

Roberto Tranquillo: Atleta del team Catarci. Un atleta proveniente dal Karate, Roberto all’età di sedici anni ha deciso di cambiare disciplina da combattimento, presentadosi presso la palestra dove il team Catarci addestra i suoi atleti. Il suo cammino iniziato nel Ligth Contact non è stato facile, infatti per i primi tre anni Roberto ha alternato buoni risultati a sonore sconfitte che ne hanno minato la fiducia nei propri mezzi. Poi la svolta. Insieme al suo Maestro ha deciso di provare nel Full Contact, disciplina della Kick Boxing a contatto pieno. Nuovi metodologie di allenamento decisamente più impegnative più dure, allenamenti specifici per aumentare la resistenza specifica e la forza esplosiva, enormi sacrifici nella dieta, ma era il percorso più adatto ad esaltare le doti fisico-tecniche nascoste di questo atleta che da subito in questa nuova specialità inizia a vincere, da prima nei galà regionali e da ultimo nelle gare istituzionali più importanti senza più fermarsi. Tranquillo incarna la tipologia di figthers moderno abbinando la tecnica dei suoi colpi pulita ed elegante ad una potenza fisica ancora tutta da esprimere, atleta capace di soluzioni tecniche altamente spettacolari.
3 volte Campione Italiano nel Full Contact  I° Serie II° serie III° Serie in due categorie diverse
1 Coppa Italia I° Serie
1 Coppa del Presidente I° Serie
1 Torneo Elite Pro
1 Torneo Super Elite Pro
Medaglia d’argento alla Coppa del Mondo in Irlanda
Medaglia di bronzo alla Coppa del Mondo in Italia
Campione Regionale e Interregionale Full Contact I° Serie
Titolare della Nazionale Italiana di Full Contact FIKBMS

Andrea Orsini. Atleta del team Catarci. Atleta proveniente dalla Muay Thai, dopo alcuni anni di pratica in questa disciplina senza risultati di rilievo, anche Orsini si presenta nella scuola del team Catarci. Qui dopo un brevissimo periodo di adattamento nella nuova disciplina della Kick Ligth, dove vince diverse gare, viene da subito dirottato dai tecnici nella Low Kick disciplina della Kick Boxing a contatto pieno. Anche per lui nuove metodologie di allenamento molto impegnative e durissime e sacrifici continui con la dieta. Nel mondo del contatto pieno vengono esaltate al massimo le caratteristiche di questo atleta, la caparbietà,la tenacia, la forza e il suo indomito spirito di combattente duro che non si arrende davanti a niente e nessuno. Orsini infatti costruisce le sue vittorie proprio sulla enorme pressione che impone ai suoi avversari e sulla durezza dei suoi colpi, ai giorni nostri è diventato un atleta sul quale i tecnici della Nazionale puntano molto.
2 Volte Campione Italiano I° serie e III° Serie nel K1 e nella Low kick
1 Coppa Italia nel K1 I° Serie
1 Coppa del Presidente nel K1 I° Serie
4 Incontri da Professionista nel K1 tutti vinti
Medaglia d’Argento nella Coppa del Mondo in Ungheria
Medaglia di Bronzo nella Coppa del Mondo in Italia
Campione Interregionale nella Low Kick e K1
Campione Regionale nella Low Kick e nel K1
Titolare della Nazionale Italiana di K1 FIKBMS

Denis Dani: Atleta della Etruria Masters Alliance. Ecco un esempio vero e reale di chi cresce veramente dentro un ring. Dani è entrato nel  mondo degli sport da combattimento giovanissimo all’età di 10 anni. Per un bambino respirare l’odore acre dei guantoni e del sudore vero poteva avere un effetto negativo, di solito i bambini amano divertirsi e , non amano le regole, i sacrifici, le direttive marziali degli Istruttori e quindi Dani poteva scappare da tutto questo, ed invece il ring ed i guantoni hanno esaltato lo spirito di questo ragazzo che nel sacrificio, nella durezza e nella applicazione giornaliera dei duri allenamenti ha trovato in lui un interprete modello di tutto ciò. Dani ha fatto tutta le trafila classica del figthers iniziando dal Ligth Contact dove ha vinto numerose gare nazionali fino ad arrivare al Full Contact disciplina della Kick Boxing dove ora primeggia in Italia e all’estero. E’ un agonista moderno e completo forte tecnicamente e dotato di molta forza esplosiva e di un buon acume tattico. Lui è la dimostrazione come da un piccolo talento, gli Istruttori hanno poi costruito un Campione che non ha ancora terminato la sua crescita e che farà ancora parlare di sé sul ring. Prossimo titolare nella Nazionale di Full Contact.
4 volte Campione Italiano di Full Contact  I° Serie nei 67 e 71 kg
1 Coppa del Mondo vinta in Austria
1 Coppa Italia di Full Contact I° Serie
1 Coppa Italia di Full Contact I°  Serie
Medaglia di Argento nel Full alla Coppa del Mondo in Ungheria
Medaglia di Argento  nel Full alla Coppa del Mondo in Italia
Campione Interregionale e Regionale di Fullc Contact I° Serie

Nicole Carassiti:
Atleta del team Catarci. Un'altra bella storia quella di questa ragazza, Nicole,  che è entrata all’età di 4 anni sul ring è non né è più scesa. Gattonava sul ring per seguire la madre, ex agonista Campionessa Italiana del team Catarci impegnata nei duri allenamenti per preparare le finali dei Campionati. Nicole era lì con gli occhi rapiti da quegli schianti sui colpitori e dall’odore non proprio dolce che si respirava a bordo ring, e tra una pausa e l’altra indossava i guanti puzzolenti del malcapitato di turno chiamato sul ring nelle dure sedute di sparring e si cimentava in esercizi di vuoto inventati dalla sua fantasia e forse sognava. Hanno tentato nel corso degli anni di fargli fare danza, nuoto, pallavolo, equitazione, niente da fare sempre i guantoni andava a cercare, alla fine Kick Boxing sia. Nicole ha fatto tutta la trafila nel Ligth nel settore dei cadetti e successivamente nella Kick Ligth. Diventando una interprete straordinaria di entrambe le discipline, vincendo gare su gare in Italia e nel Mondo. Si tratta di atleta dalla tecnica sopraffina dotata di soluzione balistiche altamente spettacolari ed efficaci, i suoi incontri sono sempre una delizia per gli occhi di un appassionato degli sport da combattimento. Ancora giovanissima ha appena 16 anni e mezzo da lei i suoi tecnici e quelli della FIKBMS puntano molto per nuovi importanti successi e i suoi sogni si sono avverati.
4 volte Campionessa Italiana di Kick Ligth e Ligth Contact
3 Coppe del Mondo vinte nel Ligth e nella Kick Ligth
2 Coppe Italia vinte Ligth e Kick Ligth
2 Coppe del Presidente Ligth e Kick Ligth
1 Cintura d’Italia nella Kick Ligth
Medaglia di Argento alla Coppa del Mondo in Italia
Medaglia di Bronzo ai Campionati Europei in Spagna
Campione  Interregionale di Ligth e Kick Ligth
Campione Regionale di Ligth e Kick Ligth
Titolare della Nazionale Italiana di Kick Ligth FIKBMS.




BRACCIANO, CUPINORO: VIA LIBERA ALL'ECODISTRETTO

di Ivan Galea

Bracciano (RM) – Via libera al capping definitivo per la discarica di Cupinoro di Bracciano dopo che la determina regionale dello scorso 7 giugno ha integrato l’Autorizzazione Integrata Ambientale  (AIA). Sostanzialmente si autorizza il progetto di modellazione morfologica finale della discarica e la realizzazione del capping definitivo. La Regione Lazio ha quindi preso atto che la copertura definitiva (capping) sarà costituita da un primo strato di regolarizzazione, da uno strato di drenaggio per la raccolta ed il convogliamento del biogas prodotto dalla discarica, da uno strato minerale a bassissima permeabilità compattato, da uno strato drenante e da uno strato superficiale per l’inerbimento e l’inserimento ambientale dell’intervento, intervallati da livelli di geosintetici e geocompositi per garantire l’impermeabilità della copertura. Al di sopra di tale copertura sarà realizzato il sistema di regimentazione delle acque superficiali. La Regione ha preso atto anche del fatto che il sistema di raccolta e convogliamento del biogas, attualmente funzionante, sarà mantenuto e coordinato con gli interventi citati.

 

L'Ecodistretto di Bracciano Via libera dunque alla progettazione, costruzione e gestione, in regime di concessione, di due impianti: Un impianto di “recupero spinto delle frazioni riciclabili e delle frazioni da raccolta differenziata non biodegradabili”, c.d. fabbrica di materie prime seconde, senza produzione di combustibile, in forza del progetto, depositato da Bracciano Ambiente il 2 marzo 2015, di modifica non sostanziale della autorizzazione rilasciata dalla Regione Lazio con det. B1671 del 4 maggio 2009 e un impianto di compostaggio e digestione anaerobica della frazione organica (c.d. umido) proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani, autorizzato dalla Regione Lazio con det. B02327 del 19 aprile 2012. La Bracciano Ambiente SpA  ha pubblicato un bando, con scadenza presentazione domande fissata al prossimo 20 luglio 2016, di concessione riguardante la progettazione definitiva, esecutiva, realizzazione e gestione di “un Ecodistretto composto da un impianto di preselezione di R.S.U. con recupero spinto delle frazioni riciclabili e di valorizzazione delle frazioni da RD non biodegradabili, e di un impianto per il compostaggio della FORSU e digestione anaerobica”, che verrà realizzato a Cupinoro, a circa 6 km dal centro abitato di Bracciano. Entrambe le autorizzazioni sono state rinnovate dalla det. G15123 del 28 ottobre 2014, rilasciata dalla Regione Lazio a seguito della deliberazione, ex art. 14 quater della l. 241/1990, del Consiglio dei Ministri dell’8 agosto 2014, che ha superato il parere paesaggistico negativo emesso dalla direzione regionale del MiBACT.

 

Il Sindaco di Bracciano Sarà ora interessante conoscere che posizione prenderà il neo sindaco di Bracciano Armando Tondinelli che in pre campagna elettorale e nella campagna elettorale, chiedeva a gran voce i carotaggi per la zona di Cupinoro, per misurare l'inquinamento sotterraneo. Che cosa farà ora la neo Giunta Tondinelli, si accontenterà del capping? "Da sindaco la prima cosa che farò è bloccare il bando di gara. A Bracciano ci sono tanti problemi da risolvere, ma in cima alla lista c'è Cupinoro. Il sito ha portato continuamente problemi che hanno contribuito a deteriorare il territorio. Dalla malagestione diffusa portata avanti dalla precedente amministrazione Sala passando per il degrado ambientale. Un impegno fondamentale già inserito nel programma elettorale." – dichiarava Tondinelli lo scorso 8 giugno sul proprio profilo Facebook. Altro nodo da sciogliere sarà sicuramente quello del post gestione. Chi lo gestirà?

TAR Lazio E contro la delibera del Consiglio dei Ministri, che dava parere favorevole al rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale per la discarica di Cupinoro, era stato presentato un ricorso al TAR Lazio da alcuni ricorrenti ma il Tribunale amministrativo ha dichiarato in parte inammissibili ed in parte infondate le domande di annullamento di due determinazioni della Regione Lazio. Resta quindi in vigore la delibera del Consiglio dei Ministri adottata l'8 agosto del 2014 concernente il parere favorevole al rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale per la discarica di Cupinoro nel Comune di Bracciano e di tutti gli atti presupposti, connessi e/o consequenziali; della determinazione della Regione Lazio G15123 del 28 ottobre 2014 relativa il rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, presentata dalla Bracciano Ambiente S.p.a., dell'impianto di discarica dei rifiuti non pericolosi di Cupinoro e la determinazione G12094 dell’8 ottobre 2015 relativa il progetto di modellazione morfologica finale del sito, la realizzazione del capping definitivo dell'invaso e l'adeguamento dell'Autorizzazione Integrata Ambientale.

Il ricorso I ricorrenti avevano impugnato gli atti deducendo censure attinenti violazioni di legge ed eccesso di potere sotto diversi profili, evidenziando il fatto che nel territorio di Bracciano esiste da decenni una discarica sita in Località “Cupinoro” utilizzata per lo smaltimento di rifiuti indifferenziati che fino al 2004 è stata gestita da privati e dopo il grave pregiudizio per l’ambiente verificatosi in quell’anno, è stata gestita dalla società Bracciano Ambiente S.p.a., società in house del Comune di Bracciano. La società Bracciano Ambiente s.p.a. ha utilizzato le proprie autorizzazioni sia per la gestione della discarica, formata da 5 invasi ormai tutti chiusi, sia per provvedere al risanamento dell’area. Con istanza prot. n. 167 del 23 novembre 2011, detta società ha chiesto il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata con decreto commissariale n. 46/07 e successive modifiche ed integrazioni.

 

La Conferenza di servizi La Regione Lazio, in qualità di amministrazione procedente, aveva convocato una conferenza di servizi, conclusasi con il dissenso della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio e della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Province di Roma, Frosinone, Rieti, Latina e Viterbo; avevano reso, invece, parere favorevole con prescrizioni la Regione Lazio, la Provincia di Roma, il Comune di Bracciano, la ASL RM F, l’Arpa Lazio, la Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria Meridionale.

 

La Delibera del Consiglio dei Ministri Preso atto del dissenso dell’Autorità preposta alla tutela paesaggistica, la Regione Lazio ha investito della questione la Presidenza del Consiglio dei Ministri, chiedendo – ai sensi dell’art. 14 quater della L. 241/90 – la deliberazione del Consiglio dei Ministri per la conclusione del procedimento concernente la richiesta di rinnovo dell’AIA per la discarica di Bracciano, comportante il completamento e la messa in sicurezza dell’impianto esistente e la realizzazione dell’impianto meccanico biologico (TMB) da parte della società Bracciano Ambiente s.p.a. Si sono tenute due riunioni di coordinamento istruttorio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il 15 ed il 18 luglio 2014, per approfondimento della problematica. Con la deliberazione gravata con il ricorso introduttivo la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha condiviso le posizioni favorevoli espresse dalla Regione Lazio e dal Comune di Bracciano dando atto “che sussiste la possibilità di procedere al rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) per la discarica di Bracciano, località Cupinoro, a condizione che siano rispettate le verifiche e le prescrizioni fornite dagli Enti coinvolti nella conferenza di servizi favorevoli”.

 

Avverso detto provvedimento i ricorrenti – dopo aver precisato di disporre della necessaria legittimazione attiva – hanno dedotto i seguenti motivi di gravame.

I) – Violazione e falsa applicazione dell’art. 14 quater e 14 ter della L. 241/90, e dell’art. 26 c. 6 del D.Lgs. 152/06. Eccesso di potere – omessa istruttoria- omessa e/o insufficiente motivazione – Violazione degli artt. 3 e 97 Cost.
Il provvedimento impugnato sarebbe stato adottato oltre il termine perentorio di sessanta giorni: la Regione Lazio ha infatti presentato l’istanza il 6 giugno 2014 e la Presidenza del Consiglio dei Ministri si è pronunciata l’8 agosto 2014. Il provvedimento sarebbe inoltre viziato per violazione dell’art 14 quater della L. 241/90 e per carente motivazione, non essendovi stata una nuova valutazione degli interessi coinvolti, e non essendo stato precisato perché l’interesse alla tutela paesaggistica non sarebbe stato pregiudicato dalla realizzazione dell’intervento: la Presidenza del Consiglio dei Ministri si sarebbe invece limitata a comparare gli interessi in conflitto, recependo quanto sostenuto dalla Regione Lazio e dal Comune di Bracciano con riferimento ai danni all’ambiente e alla salute pubblica in caso di mancato rinnovo dell’AIA. Inoltre, non sarebbe stato considerato che la discarica di Cupinoro è chiusa e che la sua chiusura non ha prodotto danni, né sarebbe comprensibile perché dovrebbero costruirsi nuovi impianti proprio in quella sede, gravata da vincoli.Deducono, poi, che il dissenso non potrebbe essere superato quando vi siano impedimenti derivanti da norme cogenti, quando – dunque – ai sensi della legislazione vigente, il parere non avrebbe potuto che essere negativo.
Inoltre, la Bracciano Ambiente avrebbe già messo in sicurezza l’impianto, mentre per quanto concerne l’impianto TMB non potrebbe procedersi ad alcun rinnovo, dovendo iniziarsi una nuova procedura di VIA, in quanto i progetti sottoposti a VIA devono essere realizzati entro 5 anni e nel caso di specie detto termine è scaduto.
Ciò non sarebbe emerso nell’ambito della conferenza di servizi, con conseguente vizio di difetto di istruttoria.


II) – Violazione dell’art. 3 quinquies del D.Lgs. 152/06. Violazione dell’art. 8 del D.Lgs. 26/03 – Illegittimità dell’art. 29 octies del D.Lgs. 152/06, dell’art. 3 della L. 241/90, dell’art. 6 c. 1, 2, 3 , 3 bis, 11,12,13,14,15,16, 17,18 del D.Lgs. 152/06. Violazione dell’art. 19,20 e ss. del D.Lgs. 152/06; violazione dell’art. 29 bis del D.Lgs. 152/06. Violazione dell’art. 3 quater del D.Lgs. 152/06 – Eccesso di potere, omessa istruttoria, omessa e/o insufficiente motivazione.

Le norme statali sarebbero state disapplicate dalla delibera del Consiglio dei Ministri, avendo assunto efficacia determinante nella scelta di rinnovare l’AIA quanto sostenuto dalla società Bracciano Ambiente, in merito alla necessità di assicurarsi le risorse necessarie per la gestione operativa trentennale dell’intero invaso della discarica, senza considerare che la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti include anche gli accantonamenti per la sua gestione post operativa. Il rinnovo dell’AIA non sarebbe possibile essendo la discarica esaurita, la continuazione del suo esercizio comporterebbe il suo ampliamento che richiederebbe una nuova procedura di AIA preceduta da una VAS e da una VIA. Né potrebbe parlarsi di rinnovo dell’AIA per l’impianto TMB, che pur essendo stato autorizzato, non sarebbe stato mai costruito. Si sarebbe progettato un polo industriale per lo smaltimento dei rifiuti in una zona ZPS che necessita la previa VAS.

 

III) – Violazione degli artt. 134 c. 1 lett. b), 136, 142 comma 1 lett. G), H), M), 146 c. 1, 4 e 5 del D.Lgs. 42/04. Violazione dell’allegato 1 1.1. D.Lgs. 36/03 sull’ubicazione delle discariche, art. 13 IV comma – 25 I comma- 11 comma 4 bis – 25 I comma L.R. 24/98 – Violazione PTP Ambito territoriale n. 3 Laghi Bracciano e Vico art. 145 III C.2. – Travisamento –difetto di istruttoria e di motivazione – Violazione del P.T.P.R. Tav. A Sistemi ed Ambiti del Paesaggio – Violazione dell’art. 12 della L. 1766/27 – Violazione dell’art. 9 del D.Lgs. 221/90 – Violazione e falsa applicazione degli artt. 15 e 20 della L.R. 17/04 e degli artt. 12 e 20 del Regolamento attuativo n. 5/05. Sviamento di potere ed eccesso di potere, violazione dell’art. 5 c. 1 lett. k) del D.M. Ambiente 17/10/07 e del DGR 12 del 16/12/11 All. B punto A e punto 3 A – Difetto di istruttoria, travisamento, difetto di motivazione, inconferenza delle valutazioni di incidenza.
I motivi addotti dal MIBACT sarebbero pienamente validi non essendo stata rilasciata l’autorizzazione paesaggistica prima del permesso di costruire; l’art. 18 ter comma 1 lett. c) della L.R. 24/98 sarebbe inconferente perché non si tratterebbe di adeguamento funzionale o di opera di completamento. La zona sulla quale ricade l’intervento è classificata come “paesaggio naturale di continuità” nel quale è vietata la realizzazione di nuove discariche; l’area è vincolata anche da uso civico; l’AIA rilasciata con decreto commissariale n. 46/07 è stata emessa sull’errato presupposto dell’insussistenza di vincoli sull’area; sussiste anche il vincolo archeologico. Infine in zona ZPS, come quella in questione, è vietata la realizzazione di nuove discariche o di nuovi impianti di trattamento e smaltimento di fanghi, nonché l’ampliamento di quelli esistenti. Con determinazione G 15123 del 28 ottobre 2014, la Regione Lazio ha rinnovato l’AIA rilasciata alla società Bracciano Ambiente.

 

Detto provvedimento è stato impugnato con i motivi aggiunti. Le censure sono state suddivise in due gruppi essendo correlate a vizi relativi all’inidoneità del sito ove è collocata la discarica di Cupinoro, e dove dovrebbero essere costruiti gli impianti oggetto di rinnovo dell’AIA (motivi di cui al punto A dei motivi aggiunti), e a vizi derivanti da violazione di norme sugli impianti di gestione dei rifiuti (motivi di cui al punto B dei motivi aggiunti). Con riferimento alla inidoneità del sito, hanno rilevato che nell’atto impugnato non viene motivata la scelta di superare i vincoli paesaggistici e quelli derivanti dall’uso civico gravanti sull’area.
Hanno poi ribadito le censure già proposte nel ricorso introduttivo con il terzo motivo relative alla inidoneità del sito per i vincoli esistenti su di esso, come rappresentato dal MIBAC. Con riferimento, invece, ai vizi di cui alla lett. B) – Violazione di norme sugli impianti di gestione dei rifiuti i ricorrenti hanno dedotto la seguente censura: Violazione degli artt. da 11 fino a 18 del D.Lgs. 152/06 e degli artt. da 19 a 29 del D.Lgs. 152/06. Violazione dell’art. 29 D.Lgs. 46/2014, violazione dell’art. 5 D.Lgs. 152/06. Violazione degli artt. 29 bis fino agli artt. 29 nonies del D.Lgs. 152/06. Violazione degli artt. 12 e13 del D.Lgs. 36/03, violazione dell’art. 22 direttiva 2010/75, violazione dell’art. 179 del D.Lgs. 152/06, violazione dell’art. 97 Cost., omessa o carente istruttoria, difetto di motivazione – Violazione dell’Allegato 10 Sez. II Parte VI del Codice dell’Ambiente – Violazione dell’art. 13 D.M. 10/9/2010. Deducono i ricorrenti che il rinnovo dell’AIA attiene anche ad impianti di gestione dei rifiuti, quali l’impianto TMB e l’impianto F.O.R.S.U. che non sono stati ancora costruiti. In entrambi i casi non avrebbe potuto essere disposto alcun rinnovo, in quanto nel caso dell’impianto TMB sarebbe scaduto il termine di 5 anni previsto dall’art. 26 c. 6 del D.Lgs. 152/06 e nel caso dell’impianto F.O.R.S.U. la procedura di VIA avrebbe dovuto essere effettuata per la prima volta. Sarebbe stato necessario inoltre sottoporre il progetto ad un procedimento di valutazione ambientale strategica. Inoltre, contestano le affermazioni della Regione Lazio secondo cui non sarebbero applicabili al caso di specie le disposizioni transitorie di cui all’art. 29 del D.Lgs. 46/2014. Gli impianti TMB e FORSU sarebbero “nuovi impianti” ai sensi dell’art. 5 c. 1 lett. i) sexies del D.Lgs. 152/06. L’omessa valutazione VIA e VAS inficerebbe la legittimità del provvedimento impugnato. Per detti impianti i progetti di costruzione sarebbero assai risalenti e non garantirebbero l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili, come potrebbe evincersi dalla disamina dell’Allegato tecnico II dell’impianto TMB. La domanda di rilascio dell’A.I.A. non sarebbe corredata della relazione di riferimento (art. 5 c. 1 lett. v bis del D.Lgs. 152/06), il che comporrebbe il vizio di difetto di istruttoria. Per quanto concerne la discarica non sarebbe stata presentata la relazione di riferimento, necessaria per valutare la necessità di avviare la bonifica anziché la fase di gestione post-operativa. Sarebbe stato violato, inoltre, l’art. 12 c. 2 del D.Lgs. 36/03 non risultando alcuna verifica da parte della Regione della morfologia della discarica e dell’idoneità dei sistemi di allontanamento delle acque meteoriche dalla discarica, verifiche che costituiscono il presupposto per avviare la procedura di chiusura della discarica. Rilevano poi che il percolato costituisce rifiuto speciale liquido che può essere anche di natura pericolosa e che la discarica non è autorizzata a ricevere; inoltre con riferimento ai codici CER che la discarica può ricevere sarebbe violato il principio della gerarchia dei rifiuti. Per quanto riguarda il biogas sarebbe violato l’allegato 10, Sez. II parte 6 del codice dell’Ambiente.Sarebbe inoltre violata la normativa relativa alla prestazione delle garanzie finanziarie per il gestore dell’impianto di biogas.
Il piano di monitoraggio e controllo sarebbe scarno sia con riferimento alla discarica che agli impianti TMB e FORSU.

 

L'impianto TMB Per quanto concerne l’impianto TMB l’Allegato Tecnico II non conterrebbe minimamente le indicazioni in ordine alle percentuali di CDR e FOS che l’impianto dovrebbe produrre, in violazione dell’art. 29 sexies e dell’art. 29 nonies del D.Lgs. 152/06. Risulterebbe violato l’art. 29 sexies I comma del D.Lgs. 152/06 che impone l’indicazione di tutte le misure necessarie per conseguire un elevato livello di protezione ambientale. Si sono costituite in giudizio le Amministrazioni resistenti e la società controinteressata Bracciano Ambiente s.p.a. che hanno eccepito l’inammissibilità del ricorso per difetto di legittimazione attiva e l’inammissibilità del ricorso introduttivo in quanto proposto avverso un atto endoprocedimentale, chiedendo, nel merito, il rigetto delle censure proposte dalla parte ricorrente.

 

Con sentenza non definitiva n. 11483/2015, il TAR Lazio ha: – dichiarato inammissibile il ricorso introduttivo del giudizio; – dichiarato in parte inammissibile per difetto di legittimazione attiva, ed in parte ha respinto il ricorso per motivi aggiunti; – ha disposto istruttoria in relazione ai profili ancora in contestazione (relativi alla violazione delle norme sugli impianti di gestione dei rifiuti), ordinando alla Regione Lazio e alla società Bracciano Ambiente S.p.a. di fornire documentati chiarimenti in ordine ai profili di censura dedotti dalla parte ricorrente al riguardo. Con una seconda memoria recante motivi aggiunti, alcuni dei ricorrenti del ricorso principale hanno impugnato la determinazione della Regione Lazio G12094 dell’8 ottobre 2015, pubblicata sul BURL del 15 ottobre 2015, recante l’esito positivo della conclusione della conferenza di servizi convocata sull’istanza di adeguamento dell’AIA rinnovata con del. G15123/2014, finalizzata all’approvazione del progetto di modellazione morfologica finale della discarica di Cupinoro (progetto propedeutico al futuro caping della discarica), senza svolgere una adeguata istruttoria sulle condizioni ambientali dell’area, tale da far escludere la necessità di una bonifica. Ciò, a parere di parte ricorrente, avrebbe comportato la violazione della normativa di riferimento (art. 22 Dir. 2010/75; artt. 12, co. 7, e 13 d.lgs. n. 36/2003; art. 14 ter, co. 2 e 20 l.n. 241/1990; artt. 5 co. 1 lett. L, 19, 29 bis, 29 septies, 29 nonies, e 178 d.lgs. n. 152/2006), oltre ai principi di tutela preventive dell’ambiente e della salute dei cittadini.

 

Memorie e documenti regionali aggiuntivi In esecuzione della sentenza non definitiva n. 11483/2015, la Regione Lazio e Bracciano Ambiente SpA hanno depositato documenti e memorie in date 6, 15 e 16 aprile 2016.

 

Il TAR Lazio, in merito alle questioni controverse non definite con la citata sentenza n. 11483/2015, ha ritenuto quanto segue. Riguardo alle censure dedotte nella prima delle memorie recanti motivi aggiunti (inerenti all'asserita violazione delle norme sugli impianti di gestione dei rifiuti) va rilevato che i ricorrenti deducono che il rinnovo dell'AIA attiene anche ad impianti di gestione dei rifiuti, quali l'impianto TMB e l'Impianto FORSU, che non sono stati ancora costruiti. In sostanza, non avrebbe potuto essere disposto alcun rinnovo dell'AIA in quanto, con riferimento all'impianto TMB sarebbe scaduto il termine di 5 anni previsto dall'art. 26, comma 6 del D.Lgs n. 152/2006 mentre, per l'impianto FORSU, la procedura di VIA avrebbe dovuto essere effettuata per la prima volta. Inoltre, sarebbe stato necessario sottoporre il progetto ad un procedimento di valutazione ambientale strategica. Dagli atti di causa, emerge che Bracciano Ambiente SpA ha presentato (il 29.02.2008: cfr. nota prot. 248/08) una istanza resa ad ottenere l'autorizzazione alla realizzazione di un nuovo impianto di trattamento meccanico biologico, comprensivo di domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale e due documenti tecnici, uno relativo alle "Modalità di gestione degli aspetti ambientali e piano di monitoraggio", e l'altro contenente "Perizia sui risultati analsi acque relative ai pozzi spia". La Regione Lazio, con determina n. B1671 del 4.05.2009, "preso atto che tra gli interventi ritenuti indifferibili ed urgenti per scongiurare definitivamente la situazione di crisi socio ambientale vi è anche lo sviluppo degli impianti di trattamento meccanico biologico", ha autorizzato Bracciano Ambiente SpA a realizzare tale impianto (cfr. doc. 9 di parte ricorrente). Con successiva istanza del 22.06.2010 prot. 2058, Bracciano Ambiente SpA ha presentato alla Regione Lazio l'istanza per la realizzazione della linea compost di qualità (FORSU), approvata con determina n. B02307 del 19.04.2012, preso atto che in seno alla convocata Conferenza dei Servizi veniva rilasciato parere favorevole all'approvazione del progetto di implementazione dell'impianto FORSU. Infine, con istanza del 23.11.2011 prot. 167, la medesima Società ha chiesto il rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale rilasciata con decreto commissariale n. 46/07.

 

La conferenza di Servizi All’esito dell’apposita conferenza di servizi, conclusa con Determinazione regionale G12789 del 10.09.2014 (impugnata con la prima memoria recante motivi aggiunti), veniva rilasciato il rinnovo dell'AIA con la determinazione G15123 del 28.10.2014 (impugnata con la seconda memoria recante motivi aggiunti). Al riguardo, il Tribunale Amministrativo ha rilevato che le sopra citate determinazioni regionali B1671 del 4.05.2009 e B02307 del 19.04.2012, non sono state oggetto di impugnazione e, quindi, la parte ricorrente non può avanzare contestazioni inerenti all'autorizzazione all'impianto di TMB e di compostaggio della FORSU. Pertanto, in via preliminare, sussistono profili di inammissibilità (eccepita da Bracciano Ambiente SpA) di tali censure, nella parte in cui si intendono mettere in discussione i citati atti del 2009 e del 2012. Ad ogni modo, risultano infondate le censure di parte ricorrente basate sull’asserita violazione della normativa di riferimento applicabile al caso di specie, posto che l'art.26, comma 6 del D.Lgs. n. 152/2006 prevede che: " I progetti sottoposti alla fase di valutazione devono essere realizzati entro cinque anni dalla pubblicazione del provvedimento di valutazione dell'impatto ambientale. Tenuto conto delle caratteristiche del progetto il provvedimento può stabilire un periodo più lungo. Trascorso detto periodo, salvo proroga concessa, su istanza del proponente, dall'autorità che ha emanato il provvedimento, la procedura di valutazione dell'impatto ambientale deve essere reiterata. I termini di cui al presente comma si applicano ai procedimenti avviati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4." Il progetto in questione, però, è stato presentato da Bracciano Ambiente SpA il 31.12.2007 e, quindi, in data antecedente rispetto alla data di entrata in vigore del D. Lgs. n. 4/2008 (ovvero il 13.02.2008).
Ne consegue l’infondatezza della censura relativa all'intervenuto decorso del termine di cinque anni. Altrettanto infondata risulta la censura con la quale è stata affermata l’applicabilità delle disposizioni di cui all'art. 29 del D.Lgs. n. 46/2014 in quanto la discarica in questione sarebbe classificata come "discarica per rifiuti non pericolosi che ricevono più di 10 tonnellate al giorno di rifiuti" e, quindi, ricadrebbe nella previsione in questione che impone la conclusione del procedimento per il rinnovo dell'AIA, pendente alla data del 7 gennaio 2013 entro 75 giorni dall'entrata in vigore del decreto n. 46/2014 (ovvero entro il 25 giugno 2014).
Al riguardo, va considerato che la discarica alla data del rinnovo dell'AIA era chiusa e, quindi, non riceveva alcun conferimento. Come rilevato dalle parti resistenti, il rinnovo dell'AIA, infatti, avrebbe dovuto essere propedeutico e funzionale alla gestione post mortem della discarica e, quindi, alle operazioni di chiusura previste dal D.Lgs. n. 36/2003 ed alla gestione della manutenzione ordinaria, del biogas, del percolato e delle acque di scorrimento superficiale, come confermato dalla determina n. G15123 del 28.10.2014, la quale prevede di "… prendere atto della conclusione della coltivazione della discarica di Cupinoro in Comune di Bracciano gestita dalla Bracciano Ambiente S.p.A. per esaurimento delle volumetrie assentite…; di stabilire che la società, ai sensi dell'art. 12 comma b) del D.Lgs. n. 36/2003, deve procedere alle attività di chiusura della discarica ed ad ottemperare agli obblighi di cui all'art. 13 del medesimo D.Lgs. n. 36/2003 presentando entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dei presente atto sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio a questa Autorità procedente, gli elaborati progettuali del capping …". Né può ritenersi applicabile l'art. 29 bis del D.Lgs n. 152/2006 (come modificato dal D.Lgs n. 46/2014), in quanto tale normativa è limitata ai progetti approvati o alle procedure introdotte in data successiva rispetto alla data di entrata in vigore del D. Lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008 mentre, nel caso di specie, il progetto è presentata da Bracciano Ambiente SpA in data 31.12.2007 e, quindi, alla procedura di rinnovo si applica la disciplina previgente o, al più, l'art. 29 octies ("Rinnovo e riesame" del Testo Unico in materia ambientale, il cui terzo comma prevede che: "Il riesame con valenza, anche in termini tariffari, di rinnovo dell'autorizzazione e' disposto sull'installazione nel suo complesso: a) entro quattro anni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea delle decisioni relative alle conclusioni sulle BAT riferite all'attività principale di un'installazione; b) quando sono trascorsi 10 anni dal rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale o dall'ultimo riesame effettuato sull'intera installazione.”. Quindi, considerato che l'AIA era stata rilasciata con decreto commissariale n. 46/2007 e che non erano trascorsi ancora dieci anni, in applicazione dell'art. 28 octies del D.Lgs. n. 156/2006, come novellato dal D.Lgs. n. 46/2014, la procedura di rinnovo avrebbe dovuto essere essere sospesa o interrotta. E’ da considerare infondato anche il rilievo di parte ricorrente relativo all’omessi deposito, da parte di Bracciano Ambiente SpA, della relazione informativa sulla qualità del suolo e delle acque sotterranee (da depositare unitamente alla domanda di rinnovo dell'AIA) prevista dall'art. 5, lett v-bis del D.Lgs n. 156/2006. Tale disposizione, introdotta dalla novella del 2014, prevede che l'istante fornisca "informazioni sullo stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, con riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti, necessarie al fine di effettuare un raffronto in termini quantitativi con lo stato al momento della cessazione definitiva delle attività. Tali informazioni riguardano almeno: l'uso attuale e, se possibile, gli usi passati del sito, nonchè, se disponibili, le misurazioni effettuate sul suolo e sulle acque sotterranee che ne illustrino lo stato al momento dell'elaborazione della relazione o, in alternativa, relative a nuove misurazioni effettuate sul suolo e sulle acque sotterranee tenendo conto della possibilità di una contaminazione del suolo e delle acque sotterranee da parte delle sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate dall'installazione interessata. …". Sul punto, sotto il profilo sostanziale, va rilevato che Bracciano Ambiente SpA ha trasmesso alla Regione Lazio le relazioni ambientali annuali (come emerge anche dalle premesse della determinazione regionale n. G12094 dell'8.10.2015 (cfr. pag. 7, ove di legge: "richiamato che la Società ha sempre trasmesso con la cadenza prevista dalla autorizzazione integrata Ambientale vigente la relazione ambientale annuale"). Inoltre, non è contestata la circostanza secondo la quale Bracciano Ambiente SpA ha dato pubblicità dei risultati delle analisi delle matrici ambientali (acqua, aria e suolo) svolte dalla Società spessa e da ARPA Lazio, da cui risulta la salubrità dell'area interessata dall'impianto, confermata dalla nota di Arpa Lazio prot. 1612 del 12.01.2016 (che esclude fenomeni di contaminazione dei suoli, dell'atmosfera e delle acque sotterrane).
Pertanto, risultano smentite le deduzioni di parte ricorrente relative all'asserita contaminazione del sito ed alla conseguente necessità di procedere alla bonifica.


Rinnovo AIA Ciò induce a disattendere anche la censura avente ad oggetto l’asserita violazione dell'art. 12, comma 2, del D.Lgs n. 36/2002, in quanto la Regione non avrebbe operato alcuna verifica sulla morfologia della discarica e sull'idoneità dei sistemi di allentamento delle acque meteoriche dalla discarica. Sotto questo profilo va aggiunto che la procedura di rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale con le attività di chiusura della discarica e di realizzazione del capping definitivo dell'invaso, non va confusa con il ripristino dell'area interessata. Le deduzioni di parte ricorrente attengono ad attività future, connesse all'approvazione del capping e delle opere di chiusura definitiva della discarica, le quali non sono ancora state poste in essere, considerato che solo con determina G12094 dell'8.10.2015 la Regione Lazio ha concluso il procedimento di conferenza dei servizi necessaria per l'acquisizione dei pareri richiesti per la realizzazione del capping definitivo della discarica. Poiché i lotti della discarica sono esauriti, è priva di pregio anche la censura secondo la quale in discarica continuerebbero ad essere conferiti rifiuti, nonché altro materiale quali imballaggi e pneumatici fuori uso.

 

Biogas Stessa sorte spetta alla censura relativa all'autorizzazione all'avvio presso l'impianto di biogas annesso alla discarica di rifiuti speciali, poiché l'impianto di captazione del biogas opera attraverso l'estrazione dai rifiuti (presenti in discarica), senza apporto dall'esterno.
Riguardo all’asserita mancanza delle garanzie finanziarie previste dal D.M. 10.09.2010 all'atto dell'inizio della realizzazione dell'impianto e nei successivi novanta giorni, va considerato che prima del rilascio dell'AIA, con decreto n. 46/2007, nel sito era presente un impianto di captazione del biogas gestito da Entec del Gruppo ICQ Holding S.p.A. Nel 2007, tale Società ha proposto a Bracciano Ambiente S.p.A. la sottoscrizione di un contratto novativo ove era prevista la realizzazione, a totale carico della stessa società proponente, di un nuovo impianto per la captazione del biogas. Quindi, all'atto della procedura di rinnovo dell'AIA l'impianto di captazione del biogas era esistente e funzionante e le garanzie finanziarie prestate al momento della costruzione hanno coperto nel tempo e tuttora coprono le attività in corso.

 

Piano di monitoraggio Infine, va disattesa le censura con la quale è stato affermato che il piano di monitoraggio e controllo sarebbe scarno e impreciso in quanto si limiterebbe a contenere la frequenza dei controlli ed i valori limite da osservare, senza prescrivere nei dettagli le modalità operative. Al riguardo, va rilevato che il Piano di Monitoraggio e Controllo ha la finalità principale della verifica di conformità dell'esercizio dell'impianto alle condizioni prescritte nell'Autorizzazione Integrata Ambientale. Quindi, l'indicazione della tipologia e della frequenza dei controlli, nonché dei valori limite da osservare rispondono alla ratio dello strumento.
Il Collegio ritiene in parte inammissibili ed in parte infondate anche le censure proposte dalla parte ricorrente avverso la determinazione regionale G12094 dell'8.10.2015. E’ inammissibile la censura con la quale è stato contestato che la Regione Lazio, nel concludere la conferenza dei sevizi, non avrebbe debitamente operato un'istruttoria sulle condizioni ambientali del sito, posto che i ricorrenti affermano di vivere nelle vicinanze della discarica e di essere dediti alla coltivazione di frutta e ortaggi e, pertanto, sarebbero titolari di legittimazione attiva, ma non hanno fornito elementi di valutazione circa la vicinanza delle loro proprietà alla discarica e la titolarità di aziende agricole.Ne consegue il difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti e, quindi, l'inammissibilità del ricorso per motivi aggiunti i quali, peraltro risultano anche infondati in quanto i ricorrenti non hanno dimostrato l'asserita contaminazione dei terreni che, invece, risulta smentita dalle analisi sulle matrici ambientali (acqua, aria, suolo, etc.), disposte dalla legge e dal piano di monitoraggio e controllo, effettuate da Bracciano Ambiente SpA e da ARPA Lazio.
Risulta infondata anche la censura inerente all'obbligo di presentare la relazione ambientale prevista dall'art. 22, comma 3, della direttiva n. 75/2010, nonché all'assenza di verifica da parte di ARPA Lazio sulle matrici ambientali del sito.
Sotto il primo profilo, va considerato che l'art. 22, comma 3 della direttiva n. 75/2010 prevede che "Al momento della cessazione definitiva delle attività, il gestore valuta lo stato di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee da parte di sostanze pericolose pertinenti usate, prodotte o rilasciate dall'installazione. Se l'installazione ha provocato un inquinamento significativo del suolo o delle acque sotterranee con sostanze pericolose pertinenti rispetto allo stato constatato nella relazione di riferimento di cui al paragrafo 2, il gestore adotta le misure necessarie per rimediare a tale inquinamento in modo da riportare il sito a tale stato. A tal fine si può tener conto della fattibilità tecnica di dette misure". Bracciano Ambiente SpA non ha cessato definitivamente l'attività in quanto vi sono attività di raccolta e trasporto rifiuti in uscita (percolato, acque meteoriche, impianto percolato e biogas, manutenzione pozzi, ripristino copertura rifiuti con terra e HDPE) che vengono svolte secondo il programma di manutenzione predisposto dalla direzione tecnica e secondo il Piano di monitoraggio e controllo approvato in AIA.

 

Inquinamento del sito Riguardo al secondo profilo (inquinamento del sito), va rilevato che è stata aperta una indagine penale dinanzi alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, avviata a seguito di un esposto presentato dai ricorrenti, ma i controlli effettuati da ARPA Lazio hanno confermato l'assenza di fenomeni di contaminazione dei suoli, dell'atmosfera e delle acque sotterrane (cfr., nota di Arpa Lazio prot. 1612 del 12.01.2016). In sede di Conferenza dei servizi è stata eseguita un’istruttoria in merito alla situazione ambientale (acquisendo, tra l’altro, il parere favorevole della ASL Roma F e di ARPA Lazio) all’esito della quale la Regione Lazio ha ritenuto di procedere alla chiusura della discarica. La parte ricorrente ha, infine, contestato che la procedura di chiusura della discarica non sarebbe stata preceduta dalla verifica di conformità della morfologia della stessa e che la rimodellazione morfologica dovrebbe avvenire attraverso la messa in posto degli scarti provenienti da TMB, il cui impianto non sarebbe stato, tuttavia, ancora realizzato. Inoltre, sarebbe stata omessa la procedura di caratterizzazione dei rifiuti prevista dal D.M. del 27 settembre 2010. Nel caso di specie, l'autorizzazione richiesta da Bracciano Ambiente SpA non attiene al procedimento di chiusura della discarica ma, alla realizzazione di opere previste dall'autorizzazione rilasciata, ed è finalizzata a consentire che la modellazione morfologica della discarica, propedeutica alla realizzazione del capping come originariamente previsto nel progetto autorizzato, possa avvenire utilizzando rifiuti al posto della terra. In sostanza, non si tratta di una procedura di chiusura, bensì di una fase precedente alla chiusura in adempimento alla normativa e all'AIA. Resta fermo che quando avverrà la chiusura dovranno essere attivate tutte le verifiche previste dalla normativa vigente (art. 12 del D. Lgs. n. 36/2003). Riguardo ai rifiuti prodotti da TMB ed alla circostanza che l'impianto TMB non sia stato ancora realizzato, invece, va rilevato che i rifiuti prodotti dai TMB sono dotati di certificati di caratterizzazione che ne indicano le caratteristiche peculiari in osservanza alle normative vigenti. Il conferimento dei rifiuti in discarica è disciplinato dal D.M. 27 settembre 2010, come modificato dal decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 24 giugno 2015, che modifica il D.M. 27 settembre 2010, il quale prevede che per lo smaltimento dei rifiuti in discarica occorre effettuare una caratterizzazione di base. Tali norme stabiliscono i requisiti che devono possedere i rifiuti per poter essere smaltiti in discarica. Pertanto, sulla Regione Lazio non incombeva l’onere di effettuare lo "svolgimento di un 'attenta istruttoria volta a comprendere la natura e potenzialità pericolosa degli scarti di TMB che si vorrebbero utilizzare per rimodellare la discarica".

Alla luce delle considerazioni che precedono il TAR Lazio ha ritienuto che le censure di parte ricorrente proposte con motivi aggiunti siano in parte inammissibili ed in parte infondate.

 




BRACCIANO, SOS LUNGOLAGO: "SINDACO TONDINELLI PENSACI TU"

di Ivan Galea

Bracciano (RM) – A Bracciano c'e' un bellissimo lungolago, che qualora venisse valorizzato, potrebbe rappresentare un fiore all’occhiello, capace di fare da volano per il turismo dell’intero territorio.

Lungolago in crisi
Ad oggi, però, si deve registrare la grande criticità, relativa il lungolago Argenti, dei parcheggi che mancano e del fatto che quei pochi che ci sono a pagamento non sono sufficienti a soddisfare la richiesta, condizione quest'ultima che spesso e sovente induce i visitatori, dopo aver cercato invano un parcheggio, ad andare altrove con conseguente danno per il turismo balneare e per le attività commerciali presenti nel comprensorio. 

Quella struttura inutile Da segnalare poi una sorta di struttura in cemento armato fatta realizzare qualche anno fa dal Comune di Bracciano, posta su una specie di piazzola e priva apparentemente, di qualsiasi utilità, che ha sostituito quello che una volta era uno spazio parcheggio. Va bene realizzare una piazzetta turistica ma bisognerebbe dargli un senso. Accoglienza turisti? Così non si capisce a cosa possa servire.

Gestori tartassati I gestori degli stabilimenti e dei locali sul lungolago fanno fatica a rimanere in piedi, subissati da multe e tasse e con pochi clienti: a conti fatti c’è crisi! E capita anche che in giornate in cui il lungolago di Bracciano è deserto e non c’è nessuno in spiaggia si venga multati dalle Autorità preposte perché il salvagente anziché stare sul pattino si trova momentaneamente appoggiato nei pressi dell'imbarcazione.  

Controlli e intransigenza
Sicuramente è giusto che i controlli siano così meticolosi e intransigenti, però si delinea il ritratto di gestori lasciati completamente da soli.

Appello al neo sindaco
In molti hanno la speranza che il neo sindaco di Bracciano Armando Tondinelli metta mano a questa gravosa situazione: ordine, parcheggi e incentivi ai gestori potrebbe essere un primo segnale del fatto che l’amministrazione comunale è vicina. Intanto la stagione è iniziata e la bella Bracciano con il suo fantastico lago aspettano di essere riqualificati.




BRACCIANO: PREMIATO IL CAMBIAMENTO CONTRO IL GATTOPARDISMO

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – È stato un vero e proprio trionfo, il neosindaco di Bracciano, Armando Tondinelli ha raddoppiato i voti ottenuti al primo turno, ottenendo quasi cinquemila schede, distaccando di quasi duemila preferenze lo sfidante Claudio Gentili, sostenuto dal Partito Democratico. Una vittoria senza ombra di dubbio, apparsa evidente già con l’arrivo dei primi dati, quelli dei seggi 7 e 8, notoriamente identificati come “rossi”, per i buoni risultati sempre raggiunti dal centrosinistra. Col passare dei minuti la forbice tra i due contendenti aumentava, fino a superare il 60%, e stabilizzarsi, a fine scrutinio, al 62,35% contro il 37,65% di Gentili.

Grande fermento al comitato elettorale di Tondinelli, con i candidati consiglieri e i supporter che son andati a festeggiare la vittoria in Piazza IV Novembre, davanti al palazzo del Comune, dove è stata esposta, sul portone d’ingresso, la scritta: “Bracciano è libera”. Una campagna elettorale condotta sempre all’attacco, con la scelta specifica di individuare l’avversario diretto nel candidato del Partito Democratico Gentili, suo sfidante del ballottaggio.

Proprio le colpe del partito nella situazione economica disastrosa in cui versano le casse del Comune di Bracciano, sono state il leitmotiv di Tondinelli e della sua squadra. Verso gli altri contendenti del primo turno, ricordiamo che i candidati alla carica di sindaco all’ombra del castello Orsini-Odescalchi erano sei, mai è stato lanciato un attacco diretto, una contrapposizione così netta, come quelle sferrate nei confronti dell’uomo del PD.

In particolare la candidatura di Gentili è stata attaccata come contigua all’ex sindaco di Bracciano, costretto alle dimissioni per le inchieste giudiziarie. Su questo tema l’abilità comunicativa di Tondinelli e della sua squadra, sono riusciti ad avere la meglio sull’avversario. Gentili infatti aveva presentato le due liste a suo supporto come il vero rinnovamento cittadino, quasi a rinnegare qualsiasi legame con la precedente giunta. Prova ne era che nelle uscite pubbliche, non erano stati notati ex assessori, non si vedeva Giuliano Sala, tutto era improntato a mostrare “facce nuove”.

Il punto di svolta per Tondinelli, la mossa che ha spiazzato il centrosinistra, è stato un post sul social Fb, che apparentemente sembrava un passo falso di Tondinelli, ma che in realtà era una mossa da grande giocatore di scacchi: ha attirato in una trappola l’avversario. parlando del palazzo comunale, lo ha immaginato trasparente come un Panopticon, una struttura immaginata da Bentham nel tardo Settecento, dove lo sguardo di un sorvegliante poteva controllare molti punti. Una struttura poi utilizzata, anche se non esattamente come indicata dal filosofo, in alcune carceri, qualche fabbrica, un paio di ospedali. A questa provocazione due ex assessori della giunta Sala, il vicesindaco Gianpiero Nardelli e l’assessore ai Lavori Pubblici Remo Eufemi, hanno immediatamente risposto, lanciando un immotivato allarme sul fatto che Tondinelli volesse far diventare Bracciano un carcere, ma cadendo nella trappola di dimostrare come la candidatura di Gentili e di tutta la sua squadra era stata generata dalla stessa logica indicata da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nella sua opera più famosa, quando fece dire a Tancredi, protagonista del romanzo: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

La risposta dei due esponenti politici che credevano di mangiare la regina avversaria, restando in tema di scacchi, consegnava invece al neosindaco la possibilità di fare scacco matto. Probabilmente gli ex assessori non hanno compreso come determinati allarmi, non supportati dall’effettivo pericolo, appaiono solo come un giochino ideologico di qualche radical chic, lontano anni luce dai bisogni della popolazione, che non ha certo paura del carcere o delle inchieste, ma che, proprio a causa dei comportamenti fatti oggetto delle denunce di Tondinelli o di altri, riscontra delle difficoltà economiche e sociali che probabilmente non affliggono in egual maniera questi “intellettuali de noantri”.

Se avesse voluto realmente rappresentare una possibilità di governo cittadino, il PD avrebbe realmente dovuto cambiare radicalmente, ristrutturando le basi, e non dandosi una sciacquatina alla faccia. Non basta presentare un nuovo candidato sindaco. Bisogna affrancarsi definitivamente dal vecchio (anche se anagraficamente giovane) che pervade le sezioni. Sarebbe stato opportuno, assieme al commissariamento del comune, che il partito avesse avviato un analogo provvedimento anche per la sua struttura territoriale.




BRACCIANO, BALLOTTAGGIO 2016: IL FACCIA A FACCIA TRA GENTILI E TONDINELLI

Red. Politica

Bracciano (RM) – A Bracciano si profila un ballottaggio all'ultimo voto, quello che domenica 19 giugno vedrà gli elettori tornare alle urne per decidere a chi assegnare la poltrona di primo cittadino della città.

La scelta, a cui sono chiamati i cittadini di Bracciano, è tra il candidato a sindaco Claudio Gentili sostenuto dalla lista civica "La Città che vogliamo" e il partito Democratico che ha ottenuto al primo turno 2370 voti pari al 24,6% del totale dell'elettorato  e Armando Tondinelli sostenuto dalle liste civiche "Patto per Bracciano" e "Noi per Tondinelli" che ha conseguito il risultato di 2409 voti pari al 25,3% del totale dell'elettorato. Una differenza di voti risicata quella tra i due aspiranti a sindaco che di fatto lascia pochi spazi a qualsiasi previsione.

Diversi gli argomenti su cui si sono affrontate le due personalità:
snocciolato ampiamente il tema della Bracciano Ambiente, dove non sono mancati i colpi di scena, non è poi mancata la questione di Cupinoro e le intenzioni dei due candidati a sindaco di Bracciano sul futuro del sito, nonché si è discusso di tante altre questioni che interessano sicuramente i cittadini chiamati alle urne nel faccia a faccia tra Gentili e Tondinelli organizzato da L'Osservatore d'Italia in un video confronto esclusivo condotto da Chiara Rai e Silvio Rossi che hanno garantito una par condicio del dibattito  che resterà online fino al giorno del ballottaggio per permettere a tutti gli elettori di Bracciano di approfondire meglio le intenzioni programmatiche dei due contendenti, al fine di poter esprimere un voto convinto.    
Buona visione…




BRACCIANO ELEZIONI: TONDINELLI CONTRO GENTILI. FLOP DI DONATO MAURO CHE PERDE LE STAFFE CON L'OSSERVATORE D'ITALIA

di Ivan Galea

Bracciano (RM) – Duello tradizionale a Bracciano dove è ballottaggio tra il civico Ufficiale dell’esercito Armando Tondinelli (25,32) e l’esponente Pd Claudio Gentili (24,60%) che durante la notte ha superato i consensi dei Cinque Stelle di Marco Tellaroli (circa il 23%) che sembrava essere designato a partecipare alla competizione finale.

Flop per Donato Mauro (circa il 14%) sostenuto da quattro liste civiche che invece era considerato un papabile a sindaco. Momenti di tensione ieri durante le votazioni dove anche il nostro giornale è stato minacciato di querela dal figlio del generale Mauro solo perché abbiamo riportato una testimonianza dei candidati Cinque Stelle i quali avrebbero segnalato ai carabinieri la presenza del candidato Mauro alla sezione di via dei Lecci e subito dopo, dai racconti dei testimoni presenti, il generale sarebbe stato invitato ad allontanarsi dal seggio per non intralciare l’attività di voto.

Immediata la chiamata al direttore de L’Osservatore d’Italia Chiara Rai da parte del figlio di Donato Mauro che con toni minacciosi ha "ordinato" che l’articolo di mera cronaca dell’accaduto venisse rimosso immediatamente perché secondo quanto riferito al nostro giornale dal figlio di Mauro i carabinieri avrebbero smentito nella maniera più totale di aver soltanto invitato il generale a non stazionare presso la sezione.

Nervosismo alle stelle dunque dove non sono state risparmiate neppure accuse da parte del figlio di Mauro il quale ha asserito al nostro giornale che il candidato sindaco Tellaroli sarebbe stato allontanato lui stesso da una sezione durante le votazioni. Ferma e pronta la replica del candidato penta stellato il quale ha smentito categoricamente tale circostanza: “Smentisco categoricamente, che sono stato allontanato dai seggi, io e il movimento 5 stelle, non siamo come gli altri partiti o liste civiche: il tempo di campagna elettorale è terminato da 48 ore come dice anche la legge. Non abbiamo mai chiesto i voti a nessuno e per nostra natura non lo faremo mai, il cittadino deve sentirsi libero di votare come dice anche la nostra costituzione art.48 "il voto è personale ed eguale, libero e segreto. il suo esercizio è dovere civico". Di fatti Tellaroli è stato sempre visto stazionare presso la sede del comitato elettorale, " InfoPoint Bracciano M5S" sito in via Umberto I.




BRACCIANO: BALLOTTAGGIO A SORPRESA TRA GENTILI E TONDINELLI

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – La consapevolezza di andare al ballottaggio e quindi di una prima vittoria è giunta lentamente, a tarda notte, quando stavano giungendo gli scrutini degli ultimi seggi. Nel comitato elettorale di Armando Tondinelli, la tensione era alta.

Verso le cinque di mattina lo scarto tra i suoi voti e quelli del terzo, il candidato del Movimento Cinque Stelle, Marco Tellaroli, stava diventando incolmabile. Duecento preferenze con due soli seggi mancanti, dai quali pervenivano notizie di un sostanziale pareggio tra i tre sfidanti, che significava il mantenersi dello status quo, ma la prudenza consigliava di non sbilanciarsi prima del dato definitivo, che è giunto quando ormai le luci della mattina stavano risvegliando la città.

Il risultato definitivo vede quindi Armando Tondinelli primo con 2409 voti, corrispondenti al 25,32 %, che se la vedrà al ballottaggio con Claudio Gentili, candidato del PD e una lista civica, che ha totalizzato 2340 voti, pari al 24,60 %.

Grande sconfitto della tornata, rispetto le aspettative iniziali è stato Marco Tellaroli, che si è fermato a 2181 voti, con una percentuale di poco inferiore al 23 %, Il candidato del Movimento Cinque Stelle, nei primi dati giunti sembrava il primo assoluto, che doveva solo attendere di conoscere chi, tra Tondinelli e Gentili, lo avrebbe raggiunto al ballottaggio. Ma i primi seggi scrutinati erano quelli di Bracciano Nuova, dove i Cinque Stelle vantano un numero di preferenze maggiore rispetto alle sezioni più centrali. Infatti, una volta giunte queste, prima Tondinelli, poi Gentili, hanno recuperato lo svantaggio distanziandolo seggio dopo seggio.

Il 19 giugno, al ballottaggio sarà battaglia vera, tra due leader, che hanno dimostrato di avere (politicamente) poca simpatia l’uno per l’altro. Tondinelli in più occasioni ha definito Gentili come la continuazione della giunta Sala, il suo avversario ha risposto negli ultimi giorni con un attacco diretto, proprio a chi, tra gli altri cinque pretendenti alla carica, era percepito evidentemente come il più pericoloso.

Che la gara tra Gentili e Tondinelli fosse al centro della consultazione, il nostro giornale lo ha percepito da subito, infatti, alla partenza ufficiale delle rispettive campagne elettorali, avvenute contemporaneamente abbiamo dato spazio a un confronto parallelo.

Raggiunto telefonicamente dopo i risultati definitivi, Tondinelli ci ha detto: “Ringrazio i cittadini che ancora una volta hanno dimostrato di saper scegliere, nel contempo non posso esimermi dal ringraziare il mio gruppo fatto di persone oneste capaci e preparate che possono far cambiare Bracciano”. Tra due settimane conosceremo chi tra i due sfidanti sarà il nuovo sindaco di Bracciano.




ELEZIONI CASTELLI ROMANI, BRACCIANO E ANGUILLARA: ECCO COSA SUCCEDE

di Chiara Rai

Castelli Romani, Bracciano, Anguillara (RM) – Colpo di scena a Marino dove è in vantaggio il grillino Carlo Colizza che registra un 36% seguito da Eleonora Di Giulio con un 33% che raccoglie parte del centrosinistra.

Si profila il ballottaggio tra i due. I presunti addebiti fatti al consigliere regionale Adriano Palozzi, ex sindaco marinese, nonché le vicende giudiziarie che hanno colpito il suo successore Silvagni sembrano non giovare al candidato di centrodestra Stefano Cecchi. Discreto il consenso riscosso da Sabrina Minucci, sostenuta da Fdi, che ha raccolto il testimone per tutti gli insoddisfatti di quel centrodestra che vuole tenersi fuori dalla burrasca. In coda l’ex sindaco, già presidente della Regione e deputato per due mandati Giulio Santarelli. Su 33.854elettori ha votato il 64,49%. Ben 31 le sezioni.

A Rocca di Papa sembrerebbe in vantaggio il consigliere comunale di opposizione Emanuele Crestini con la sua ''Insieme per Rocca di Papa” e altre tre civiche (Rocca in comune, Territorio e partecipazione, Aperta Mente) seguito da Marika Sciamplicotti, assessore all'Urbanistica sostenuta dal Pd e altre due liste civiche (Laboratorio Rocca di Papa e Sinistra roccheggiana). L’avvocato di 40 anni Massimo Grasso, espressione del centrodestra ha suscitando maggiori consensi nella zona più periferica dei Campi d’Annibale. Incredibile ma vero, per la piccola cittadina castellana si va con tutta probabilità verso il ballottaggio tra Crestini e Sciamplicotti. Su 12.767 elettori ha votato il 65,10%. Dodici le sezioni, quattro i candidati a primo cittadino.

Ad Ariccia è in vantaggio il civico Roberto Di Felice che ha perso le scorse amministrative per una manciata di 30 voti circa rispetto al sindaco di centrosinistra Emilio Cianfanelli. Di Felice, sostenuto da ben 7 liste e nel cui contesto si sono inseriti i pochi riferimenti rimasti al segretario provinciale di Forza Italia, qualora non riuscisse a passare al primo turno se la vedrà con tutta probabilità al ballottaggio con il candidato di centrosinistra Mauro Serra Bellini che si presenta sostenuto dal Pd e altre quattro civiche. Distanti gli altri due candidati Luisa Sallustio e Roberto Cuccioletta Fdi. Su 15.410 elettori ha votato il 66,70. Ventuno in totale le sezioni allo scrutinio.

A Genzano è in testa il sindaco uscente Flavio Gabbarini, sostenuto dal Partito Democratico e da un’ampia coalizione di centrosinistra. Il primo cittadino è seguito dal candidato pentastellato Daniele Lorenzon e non è impossibile che si possa verificare l’ipotesi del ballottaggio tra i due anche se per il momento è aventi il sindaco. Seguono il consigliere Fabio Papalia, candidato sindaco di un raggruppamento di centrodestra che corre senza Forza Italia e il civico Michele Savini. Ultimi posti per il candidato Fi Antonio Rosati e Patrizia Mancini già assessore alla Scuola nella giunta del sindaco. Su 19.272 elettori ha votato il 66,93 per cento pari a 12.899 votanti. Ventidue le sezioni in totale.

Nel Comune di Anguillara Sabazia sembrerebbe in vantaggio il centrodestra con Antonio Pizzigallo candidato sindaco sostenuto da un’ampia coalizione che vede anche il consigliere comunale Sergio Manciuria.

A Bracciano è in vantaggio il Movimento Cinque Stelle con Marco Tellaroli candidato sindaco che probabilmente sfiderà al ballottaggio Armando Tondinelli. Ma la corsa è ancora aperta.




BRACCIANO, POLITICA E GIUSTIZIA: LA SAGA DELLE SENTENZE ALL’OMBRA DELLE ELEZIONI

di Ivan Galea – Silvio Rossi
Bracciano (RM)
– Il comune di Bracciano è chiamato a nuove elezioni un anno prima rispetto alla scadenza naturale per via di alcune inchieste giudiziarie che hanno riguardato l'ex sindaco PD Giuliano Sala e altri amministratori della giunta. Le varie inchieste giudiziarie, vecchie e nuove, a quanto sembra, non sono state determinanti solo per l’indizione delle elezioni. Anche nella campagna elettorale, a pochi giorni dal voto, udienze e sentenze, a carico di alcuni candidati in varie liste, stanno condizionando le scelte degli elettori. Certamente, dopo una giunta caduta il giorno dopo le perquisizioni, disposte dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, l’attenzione è massima, soprattutto da parte di colore che si recano alle urne, sulla limpidezza amministrativa e penale di chi vuole ricoprire il ruolo di sindaco o di assessore. Nessuno vuole rischiare di trovarsi di nuovo a votare anticipatamente perché il nuovo sindaco o qualche assessore si potrebbe trovare nella stessa condizione dei suoi predecessori.

Così se in una delle liste che sostengono il candidato sindaco Donato Mauro è presente Ivano Michelangeli, ex assessore della giunta di Giuliano Sala, a processo per due inchieste di cui abbiamo dato notizia recentemente, ci sono altre liste che presentano candidati che hanno avuto a che fare con la giustizia.

 

Il candidato sindaco di Bracciano della lista "Alleanza per Bracciano Centrodestra Mangoni sindaco, per Giorgia Meloni" Romolo Mangoni, è stato condannato nel 2007, dalla Sezione Seconda Giurisdizionale Centrale di Appello della Corte dei Conti, condanna confermata in Cassazione nel 2009, a risarcire il Comune di Bracciano, assieme ad altri, con vincolo di solidarietà, un danno patrimoniale derivato dalla percezione di tangenti per la discarica di Cupinoro di euro 165mila con rivalutazione monetaria e interessi legali, oltre a 70mila euro per danno all'immagine derivato dalla percezione di tangenti per la discarica di Cupinoro e ancora 40mila euro per danno all'immagine derivato dalla percezione di tangenti per i servizi di trasporto pubblico e scolastico.

Mangoni non è però il solo a dover rispondere di condanne passate. Anche Riccardo Agresti, presente nella lista civica “La Città che vogliamo”, che insieme al Partito Democratico sostiene il candidato sindaco di Bracciano Claudio Gentili
, è stato condannato a risarcire il ministero per danno erariale, a causa dell’utilizzo non corretto di un insegnante, nominata sua vicaria ed esonerata dall’insegnamento quando al massimo, in tali condizioni, poteva essere concesso un esonero parziale. Corte dei Conti nella sentenza spiega di aver ritenuto "conseguentemente provato l'assunto, sostenuto dalla Procura, secondo cui sia per l'anno scolastico 2006-2007 sia per l'anno scolastico 2007-2008 i decreti di esonero sono stati adottati in violazione di legge, con il conseguente profilarsi del danno erariale di cui è causa. D'altronde è indubitabile la sussistenza della gravità della colpa in quanto già in relazione all'esonero totale disposto per l'anno scolastico 2006-20071'agresti, dirigente all'epoca dell'istituto comprensivo "Don Lorenzo Milani", aveva ben presente che il numero di classi di tale Istituto era di 39 e quindi in nessun modo, neppure utilizzando la riduzione di 1/5 rispetto alle 55 classi di cui all'art. 459 citato, poteva darsi luogo all'esonero. Esonero di cui non esistevano i presupposti neppure per l'anno scolastico seguente, alla luce dei richiamati rilievi in proposito formulati dal Direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per il Lazio, dai quali emerge chiaramente un grave errore di calcolo nell'individuazione delle classi, in relazione al quale sarebbe stato certamente agevole richiedere lumi all'Amministrazione così come l'Agresti aveva fatto per valutare la possibilità di procedere ad un esonero totale per l'anno 2006-2007. Va dunque affermata la responsabilità del convenuto per il danno erariale a lui imputato, restando quindi assorbiti i rilievi pure avanzati dalla difesa circa la ventilata inadeguatezza
della procedura di intimazione".

Una condanna, seppur meno grave rispetto quella di Mangoni, che getta un’ombra e dubbi sull’opportunità di far amministrare il Comune di Bracciano a chi è sono state messe comunque in discussione le capacità gestionali dell’amministrazione scolastica di cui faceva parte.

Se non emergono, in questi ultimi giorni prima del voto, altre implicazioni giudiziarie, possiamo dire che si dimezzano le liste che vedono i loro componenti liberi da vicende giudiziarie o di mala amministrazione, circostanza di cui, dopo quanto avvenuto lo scorso mese di novembre, i cittadini di Bracciano sono ora particolarmente sensibili.
 




BRACCIANO, ELEZIONI 2016: NELLA SQUADRA DI DONATO MAURO UN EX AMMINISTRATORE RINVIATO A GIUDIZIO

Red. Politica
Bracciano (RM)
– Bufera sull’ex assessore ai Lavori Pubblici, Ivano Michelangeli, candidato capolista con “Rinnoviamo Bracciano”, a sostegno dell’aspirante sindaco di Bracciano Donato Mauro.

Ivano Michelangeli è stato rinviato a giudizio per due grosse questioni che in poche parole andiamo ad illustrare. L’ex assessore è imputato con l’accusa di aver “attestato falsamente” (ipotesi reato falso ideologico) di non aver mai commissionato i lavori di manutenzione stradale alla ditta Lisii Pietro.

Ma non è tutto perché sempre Ivano Michelangeli è imputato con l’accusa di aver abusato della sua carica di assessore ai Lavori Pubblici per l’affidamento diretto del servizio di guardiania della discarica di Cupinoro a una specifica ditta.  Due grosse vicende in corso dunque per un candidato capolista nella coalizione dell’ex generale Donato Mauro alla testa di quattro liste, il quale ha basato la sua campagna elettorale sull’onestà, trasparenza e legalità.

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È opportuno che sotto la bandiera di questi alti valori, Donato Mauro, porti un imputato tra i candidati  in squadra? Se queste vicende giudiziarie hanno dimostrato comunque un’opacità nella gestione della cosa pubblica e dei soldi dei cittadini come è possibile che una persona con queste pesanti accuse da parte della Magistratura si presenti a chiedere il voto agli elettori? Ai posteri l’ardua sentenza, nel frattempo non si può far altro che constatare che nel dibattito elettorale di Bracciano la società municipalizzata destinata alla gestione dei rifiuti giochi un ruolo non indifferente. 

A Bracciano durante la passata consiliatura le vicende della Bracciano Ambiente hanno influito notevolmente la vita politica, la condanna a risarcire il comune per 900.000 euro, inflitta in primo grado all’ex sindaco Giuliano Sala, è stato uno dei primi passi del processo che ha determinato, nel mese di novembre, le dimissioni di tutta la giunta.

Chissà per quanto tempo peseranno sulle spalle dei cittadini di Bracciano gli strascichi giudiziari di  tutta questa enorme storia che si svincola in altre piccole inchieste che non hanno risparmiato imprenditori, funzionari del Comune ed ex amministratori. Ribadendo la presunzione d’ innocenza fino al terzo grado di giudizio ci si chiede però se l’etica e il buon gusto riescano qualche volta a prevalere sulle ambizioni personali. E la corsa elettorale continua. Intanto la prossima udienza che riguarda l'ex assessore di Bracciano Ivano Michelangeli sarà in autunno e come ben sappiamo gli iter giudiziari durano anche diversi anni, perciò la strada si profila ancora in salita.
 




BRACCIANO, ELEZIONI 2016: IL VIDEO CONFRONTO TRA TUTTI I CANDIDATI

Red. Politica

Bracciano (RM) – Un confronto tra i candidati a sindaco di Bracciano su alcuni temi "caldi" che si troverà ad affrontare la nuova amministrazione una volta che gli elettori avranno decretato la composizione del nuovo consiglio comunale alle amministrative del prossimo 5 giugno ed eventualmente al  prevedibile ballottaggio, vista la ampia scelta  di schieramenti su cui dovranno orientarsi i cittadini.

Abbiamo quindi posto tre domande, alle quali ognuno dei sei candidati alla poltrona di primo cittadino di Bracciano ha avuto un tempo di tre minuti per rispondere a ognuna di esse, offrendo così una visione d'insieme per i nostri lettori interessati dal confronto pubblico su quelle che sono alcune delle linee programmatiche di ogni singolo schieramento.

I candidati:
Claudio Gentili: Lista Civica "Per Un'altra Bracciano" – Partito Democratico
Romolo Mangoni: Lista Civica "Alleanza Per Bracciano Centro Destra"
Luca Testini: Lista Civica "Cittadini Di Bracciano"
Marco Tellaroli: Movimento Cinque Stelle
Donato Mauro: Liste Civiche: "Gruppo Massi" – "Giovani Per Bracciano" – Insieme Per Cambiare" – "Rinnoviamo Bracciano"
Armando Tondinelli: Liste Civiche "Patto Per Bracciano" – "Noi Per Tondinelli"

Le domande:
1) Bracciano Ambiente tra sbagli, condanne e un nuovo bando per un eco distretto. La Tari (tassa sui rifiuti) è aumentata e la gestione fa acqua da tutte le parti. Come agire?
2) Acqua, emergenza idrica e incremento abitativo: il passaggio ad Acea e le soluzioni da adottare. Che fare?
3) Prospettive turistiche, tra decoro urbano e offerte culturali: come rilanciare Bracciano?

Buona visione…