BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: SINDACO SALA, "CI BATTEREMO PER DIFENDERLO CONTRO TUTTO E TUTTI"

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – Il Comune di Bracciano, sindaco Giuliano Sala in testa, sta combattendo per mantenere funzionale l’ospedale Padre Pio che, a partire dal piano di riorganizzazione della sanità presentato qualche anno fa dall’allora Presidente della Regione, Renata Polverini, che demansionava il nosocomio.
Contro quella decisione Bracciano, alla testa di un gruppo di comuni limitrofi, i cui abitanti usufruiscono della struttura sanitaria, ha presentato un ricorso al TAR, che bocciò l’operato della Governatrice nel febbraio del 2011, sentenza che è stata confermata col pronunciamento del Consiglio di Stato l’anno successivo. Il Padre Pio deve continuare a esistere come polo ospedaliero, e il decreto 80/2010, col quale sarebbe dovuto diventare una “struttura di prossimità”, priva però di quelle competenze (affermano i ricorrenti) senza le quali non si può mantenere attivo neanche un pronto soccorso efficiente.
Nonostante le indicazioni del Consiglio di Stato, però, il piano regionale, questa volta a guida Zingaretti, continua a danneggiare l’ospedale con la riduzione a quaranta posti letto.
 

Abbiamo chiesto spiegazioni al sindaco Sala:

 

Che differenza c’è tra il piano della Polverini e l’attuale?
Questo piano, in via generale, non ha una negatività assoluta. Il piano fatto oggi, dal Commissario Straordinario Zingaretti, e dal responsabile della cabina di regia, Alessio D’Amato, modifica sostanzialmente il piano della Polverini, e tutta una serie di ospedali, come Monterotondo, Subiaco, Amatrice, Acquapendente, hanno avuto una risposta positiva, perché hanno creato le cosiddette “zone disagiate”, che avendo la necessità di avere un riferimento che sia qualcosa di più di una “casa della salute”, hanno lasciato queste strutture, con un po’ di posti di medicina, senza interventi per le urgenze, senza ricoveri per i traumi, per cui sono dei luoghi che hanno avuto un miglioramento per quanto riguarda il servizio, ma in realtà, secondo me, soprattutto per quanto ci riguarda, non dà risposta complessiva a quella che è stata la sentenza del Consiglio di Stato.

Quella con cui ha accolto il ricorso fatto da Bracciano e i comuni limitrofi
Esatto, abbiamo fatto il ricorso e hanno stabilito che qui deve esserci un Pronto Soccorso. Un decreto del Presidente della Repubblica del 1992 stabilisce che un Pronto Soccorso vero, nella rete nazionale dell’emergenza, deve avere le specialità dell’ospedale, quindi deve avere i letti delle specialità, almeno, di ortopedia, chirurgia e medicina. Altrimenti se tu arrivi al pronto soccorso con un trauma, o hai una rottura di una milza, o altre situazioni che non possono gestire, ti stabilizzano e ti portano via. Se invece ti possono risolvere il problema, ti possono operare direttamente perché c’è un anestesista, c’è un cardiologo, un chirurgo o un ortopedico.

Che sono le specialità che principalmente servono in emergenza.

Sì, soprattutto serve che si possano fare interventi d’urgenza. Oggi il nostro ospedale è diventato, con quella modifica, un ospedale di giorno, si fanno solo interventi programmati, e ci saranno solo dalle 9:00 alle 19:00.

Si perdono comunque tutta una serie di peculiarità

Ti trovi innanzi tutto che Si hanno fortemente ridotto i posti letto.

Li hanno portati a quaranta.
A dir la verità li hanno portati a trenta, perché sono sulla carta quaranta, ma dieci non c’entrano nulla, dei quali venti sono di medicina e dieci sono misti tra chirurgia e ortopedia, ma sono letti di passaggio, non sono letti per traumatizzati.

Prima che iniziassero i piani di ridimensionamento, quanti erano i posti letto?
Qualche anno fa erano centoventi posti letto, e potenzialmente poteva arrivare a centocinquanta, ora ce ne sono circa sessanta. Ora lo vogliono portare a quaranta, Monterotondo ne ha cinquanta, Subiaco cinquanta, per cui per assurdo noi che siamo quelli che abbiamo vinto il ricorso siamo quelli più penalizzati. Ciò che noi contestiamo poi, è che nel creare questa figura della zona disagiata, per Monterotondo che sta a quindici chilometri dal Sant’Andrea, per cui puoi gestire uno spostamento. Non voglio fare una guerra tra poveri, però hanno legato quell’ospedale a Tivoli, e quindi lo considerano lontano dalle altre strutture. Ma soprattutto, oltre che per l’ospedale, qui c’è un discorso di Asl, che complessivamente ha 0,7 posti letto per mille abitanti, mentre il parametro nazionale è di 3,3 posti letto ogni mille abitanti.

Certo, perché nella ASL RMF oltre a Bracciano c’è solo Civitavecchia. Siamo a circa un quinto rispetto alla media.
Non solo, noi siamo una ASL che prende un euro ogni cittadino residente, mentre altre ASL prendono due, due euro e mezzo per ogni abitante, laddove gli abitanti decrescono, mentre noi come territorio abbiamo fortemente contribuito al riconoscimento di 384 milioni di euro all’anno, che sono stati dati dal ministero alla Regione Lazio in virtù del censimento, perché ci sono più abitanti nella regione, e questi abitanti in più sono in grandissima parte, percentualmente, nei nostri territori, dove abbiamo dal 35 al 40% di aumento negli ultimi dieci anni di residenti, e i servizi ci vengono fortemente ridotti. Il tema fondamentale è che noi riteniamo è che questa figura di ospedale di zona disagiata sia molto più pericolosa sia per i pazienti che per i medici che ci lavorano. Perché se hai un incidente vicino l’ospedale di Bracciano, e ad esempio ti rompi la milza, tu in ospedale non ci entri, ti caricano sul 118 e ti portano a Roma, al Gemelli. Ora andare al Gemelli di giorno, partendo da qui, abbiamo dimostrato che in emergenza rischi di arrivare morto, perché ci vuole un’ora, quella che i medici chiamano “golden hour”. Con la differenza è che con la riforma Polverini tu sapevi che non c’era il pronto soccorso, e andavi dritto verso Roma, ora c’è rischio che uno da un paese vicino si reca prima qui, e poi riparte perdendo tempo prezioso.

In tutta questa vicenda, qual è stato il comportamento della ASL?
Su questo rapporto noi abbiamo un problema serio: quando noi abbiamo fatto la conferenza a ottobre, c’era una posizione di cinque distretti, compresa Civitavecchia, che era a noi contraria. Il Direttore Generale, Dott. Quintavalle, ha praticamente modificato delle quisquiglie, ha fatto politica, andando da tutti i sindaci, anche se poi lui dice che non fa politica, da noi non ha sfondato perché riteniamo che questa Asl sia penalizzata, anche in virtù del fatto che c’è un ospedale che è stato ulteriormente demansionato, e noi abbiamo manifestato il nostro dissenso, Civitavecchia invece, per voce del suo consigliere, che tra l’altro è un medico, e del sindaco, ma soprattutto il consigliere, ha espresso il parere favorevole, perché gli hanno dato le briciole. Però loro sono il comune capofila, dicono di parlare a nome di tutta la Asl, ma non è vero. Noi non chiedevamo di mettere in discussione il Direttore Generale, che fa il suo lavoro, però chiedevamo che questa Asl, sia per il fatto dei posti letto, sia per il discorso dell’ospedale, sia per il trasferimento di solo un euro a cittadino, aveva bisogno di dare un segnale, dire: noi siamo contrari, non per una sfiducia nei confronti della persona, ma perché c’è effettivamente un problema sui numeri. Questo non è stato fatto, gli unici che si sono espressi contrariamente siamo stati noi, adesso vedremo le conseguenze.




BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: UN CALVARIO VERGOGNOSO AL PRONTO SOCCORSO

 

Purtroppo, quanto vissuto sabato sera al pronto soccorso dell'ospedale Padre Pio di Bracciano non è frutto di una serata sbagliata. Chi ha avuto a che fare più volte con la realtà del pronto soccorso braccianese, afferma che è la normalità. Ma non è accettabile che in un paese definito eccellenza nel servizio sanitario, esistano situazioni come questa.

 

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – Da una ricerca di Bloomberg, pubblicata sul Sole 24 ore, che ha classificato la qualità dei servizi sanitari nazionali, analizzando tre parametri tra cui l’aspettativa di vita media, la spesa sanitaria in rapporto al PIL e la spesa pro capite, l’Italia è risultata terza al mondo (dopo Singapore e Honk Kong), davanti agli altri stati occidentali.

Scendendo nel particolare della sanità laziale, pochi giorni fa è stato elogiato il miglioramento dell’efficienza degli ospedali regionali, misurati su parametri specifici, come la percentuale di operazioni al femore effettuati in due giorni dall’evento traumatico. Questi risultati che, all’apparenza, potrebbero dimostrare un livello ottimale delle prestazioni mediche, celano le piccole inefficienze delle singole strutture. Lacune che appaiono però enormi al cittadino in cerca di cure che poco ha da rallegrarsi dei risultati statistici se, nel momento del bisogno, non riceve risposte accettabili da parte del personale preposto.

Succede così che, giunti al Pronto Soccorso dell’ospedale Padre Pio di Bracciano (che nella ricerca sopra citata ha visto un miglioramento prestazionale notevole), si abbandonano le statistiche, i conti fatti di percentuali sulla spesa e sui giorni di ricovero dopo un’operazione, e si affronta una dura realtà composta di strutture sottodimensionate, inadeguate, colme di pazienti (nel vero senso della parola) ormai rassegnati a lunghe attese per qualunque tipo d’intervento richiesto.

Un ospedale che è l’unico presidio in un territorio vasto e densamente popolato, ma che come altre strutture dell’hinterland capitolino ha subito le “attenzioni” della scure regionale sui costi sanitari, sul cui futuro si alternano voci di ridimensionamento e di riqualificazione, che ha un pronto soccorso rinnovato completamente, e inaugurato un paio di anni fa, come al solito, in questi casi, in pompa magna, alla presenza di amministratori dei comuni del distretto, di rappresentanti dell’ormai ex Provincia di Roma e della Regione Lazio.

Risulta quindi incomprensibile il livello di disorganizzazione confrontato alla recente realizzazione della struttura. Una volta giunti nella sala d’aspetto, nessuno che comunichi informazioni a chi, spaesato, avrebbe bisogni d’indicazioni chiare. Fortunatamente, la solidarietà degli altri pazienti, supplisce a questa lacuna della struttura. Il Triage non è uno sportello aperto al pubblico, ma è svolto dagli infermieri tra una medicazione e l’altra.

La sala d’aspetto è un luogo insalubre, pieno di zanzare (siamo a ottobre, ma le temperature serali ricordano più le serate estive che l’autunno), senza un adeguato filtro con l’esterno.

Il medico di servizio, lo scorso sabato 11 ottobre 2014, era uno solo, e nonostante il suo impegno, le ore di attesa per essere assistiti erano numerose, esclusi quel paio d’interventi d’urgenza giunti con l’ambulanza. Sia chiaro, al medico e agli infermieri non si può imputare nulla: il loro lavoro l’hanno svolto con dedizione, e le persone sono state curate adeguatamente. Ma un medico in un pronto soccorso ospedaliero è assolutamente troppo poco. Non è possibile attendere cinque o sei ore (e non stiamo parlando di codici bianchi) per essere chiamati.

Non era presente un ortopedico, ne è stato chiamato uno reperibile, sebbene la maggior parte dei pazienti ha subito eventi di tipo traumatico. Non c’era personale che potesse dare indicazione ai parenti degli infortunati riguardo le loro condizioni (abbiamo saputo alcune notizie dagli altri pazienti usciti, con tutta l’indeterminatezza del caso), perché le poche unità presenti erano impegnate a curare chi era dentro le sale mediche.

Purtroppo, quanto vissuto sabato sera al pronto soccorso dell'ospedale Padre Pio di Bracciano non è frutto di una serata sbagliata. Chi ha avuto a che fare più volte con la realtà del pronto soccorso braccianese, afferma che è la normalità. Ma non è accettabile che in un paese definito eccellenza nel servizio sanitario, esistano situazioni come questa.
 




BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: IL SINDACO SI APPELLA A GIORGIO NAPOLITANO

Sala: “L’attuale proposta di riconversione prevede l’eliminazione delle specialistiche sanitarie di Ortopedia e Chirurgia dall’Ospedale e viola in modo esplicito gli artt. 7 e 8 del Decreto del Presidente della Repubblica del 27/3/1992, il quale stabilisce che affinché possa esistere il Pronto Soccorso è necessaria la presenza, all’interno dell’Ospedale, delle tre specialità sanitarie di Medicina Generale, Chirurgia e Ortopedia ed i relativi posti letto".

 

Redazione

Bracciano (RM) – In difesa dell’ospedale Padre Pio di Bracciano, contro la paventata chiusura che si profila in questi giorni, il sindaco di Bracciano Giuliano Sala ha scritto oggi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in merito alla “situazione molto grave che stanno vivendo i cittadini di Bracciano e di altri sei Comuni del comprensorio”. Una lunga ed articolata lettera nella quale il primo cittadino di Bracciano, tra le altre cose, mette in evidenza la sperequazione nel rapporto tra popolazione e posti letto tra la Al Rm/F e le aziende sanitarie romane. 
“Nella ASL RM/F di Civitavecchia dove si trova il nosocomio di Bracciano – scrive Sala nella nota – detto rapporto al momento è pari allo 0,9 posti letto per mille abitanti che, qualora si attuasse la cosiddetta riconversione del Padre Pio con la eliminazione di 40 posti letto per acuzie, passerebbe allo 0.5, molto al di sotto di una soglia minima per garantire una dignitosa risposta al diritto alla salute dei cittadini. E tutto questo si consuma – aggiunge – senza avere il coraggio di tagliare posti letto soprattutto in alcune Aziende Ospedaliere della città di Roma che hanno un rapporto che oscilla tra i 4,5 e i 6 posti letto per mille abitanti. 
“L’attuale proposta di riconversione (leggasi chiusura) presentata, – scrive poi il sindaco Sala a Napolitano – prevede l’eliminazione delle specialistiche sanitarie di Ortopedia e Chirurgia dall’Ospedale e viola in modo esplicito gli artt. 7 e 8 del Decreto del Presidente della Repubblica del 27/3/1992, il quale stabilisce che affinché possa esistere il Pronto Soccorso è necessaria la presenza, all’interno dell’Ospedale, delle tre specialità sanitarie di Medicina Generale, Chirurgia e Ortopedia ed i relativi posti letto. In mancanza di tali reparti l’esistenza di un Pronto Soccorso, oltre a violare la previsione normativa citata, rappresenterebbe un rischio per il personale sanitario e potrebbe causare gravi conseguenze per l’utenza”. 
Nella nota si fa riferimento anche alla sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione ai Comuni sul mantenimento dell’ospedale. “Per quanto mi riguarda – scrive ancora Sala –  continuerò a tenere aperte tutte le porte per un confronto costruttivo, ma non posso evitare di provare una profonda frustrazione per l’impotenza istituzionale che i Comuni del comprensorio della ASL RM F stanno sperimentando sulla propria pelle”. 

ECCO IL TESTO DELLA LETTERA DEL SINDACO DI BRACCIANO GIULIANO SALA INDIRIZZATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO

Al  Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale
00187 – R O M A 


Illustrissimo Presidente,
mi permetto di disturbarla per portare alla Sua attenzione  la situazione molto grave che stanno vivendo i cittadini di Bracciano e di altri sei Comuni  del comprensorio , per la paventata riconversione  dell’Ospedale Padre Pio di Bracciano da parte della Regione Lazio.

Ormai  nella nostra bella Italia, tutto viene monetizzato e, pur consapevole delle difficoltà del momento, non posso condividere che venga valorizzato economicamente il diritto alla salute dei cittadini e i livelli essenziali di assistenza che debbono essere forniti all’utenza tutta, senza differenze e disequilibri territoriali.

La legge 135 del 2012 individua il rapporto di posti letto ospedalieri nel  livello di 3,7 posti letto per mille abitanti e nella Regione Lazio, che deve rientrare dal disavanzo per le spese sanitarie, detto limite è ridotto a 3. Ebbene, nella ASL RM/F di Civitavecchia dove si trova il nosocomio di Bracciano detto rapporto al momento è pari allo 0,9 posti letto per mille abitanti che, qualora si attuasse la cosiddetta riconversione del Padre Pio con la eliminazione di 40 posti letto per acuzie, passerebbe allo 0.5, molto al di sotto di una soglia minima per garantire una dignitosa risposta al diritto alla salute dei cittadini.

E tutto questo si consuma senza avere il coraggio di tagliare posti letto soprattutto in alcune Aziende Ospedaliere della città di Roma che hanno un rapporto che oscilla tra i 4,5 e i 6 posti letto per mille abitanti.

Vorrei rappresentarLe, Signor Presidente,  come ancora nel nostro paese, con grande indifferenza, vengano violati alcuni diritti inalienabili sanciti dalla Costituzione Italiana come l’art. 32, che nel sancire la tutela della salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, di fatto obbliga lo Stato a promuovere ogni opportuna iniziativa e ad adattare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute in termini di generalità e di globalità, ciò a significare che non possono esserci cittadini italiani che possono curasi con facilità ed altri al contrario vedersi depauperato tale diritto. Mi riferisco al fatto che mentre i cittadini della Aziende Ospedaliere romane possono tranquillamente contare su un numero di posti letto per acuzie nelle specialità sanitarie che operano all’interno degli ospedali molto superiore al rapporto previsto dalla Legge 135, al contrario nel territorio dell’Ospedale di  Bracciano che conta una utenza potenziale di 140.000 abitanti residenti, con punte di 200.000 nei periodi estivi, si cerca di attuare la desertificazione dei posti letto per acuzie negli ospedali.

Inoltre va rilevato che il Comune di Bracciano insieme ad altre amministrazioni comunali, ugualmente impattate dal Decreto n.80/2010 del Commissario per l’Emergenza per la Sanità della Regione Lazio, ha fatto ricorso alla Giustizia Amministrativa contro l’applicazione di tale provvedimento  ed è stata emessa la sentenza n. 03242/2012 del Consiglio di Stato in riforma della sentenza di primo grado, annullando il provvedimento impugnato e riconoscendo, tra l’altro, l’obbligo del mantenimento del Pronto Soccorso nell’Ospedale “Padre Pio” di Bracciano.

L’attuale proposta di riconversione ( leggasi chiusura) presentata , prevede l’eliminazione delle specialistiche sanitarie di Ortopedia e Chirurgia dall’Ospedale e viola in modo esplicito gli artt. 7 e 8 del Decreto del Presidente della Repubblica del 27/3/1992, il quale stabilisce che affinché possa esistere il Pronto Soccorso è necessaria la presenza, all’interno dell’Ospedale, delle tre specialità sanitarie di Medicina Generale, Chirurgia e Ortopedia ed i relativi posti letto. In mancanza di tali reparti l’esistenza di un Pronto Soccorso, oltre a violare la previsione normativa citata, rappresenterebbe un rischio per il personale sanitario e potrebbe causare gravi conseguenze per l’utenza.

Purtroppo quanto esplicitato sopra non è stato sufficiente a garantire che la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale del Lazio salvaguardasse diritti riconosciuti dalla Costituzione e difesi,nello specifico, da una Sentenza del Consiglio di Stato (inappellabile).

Le chiedo, pertanto, Signor Presidente della Repubblica, quali siano le azioni che ancora un Sindaco può mettere in atto a difesa e tutela non di un campanile, ma di un’intera comunità stimata (ripeto) in 140.000 persone residenti.

Per quanto mi riguarda, continuerò a tenere aperte tutte le porte per un confronto costruttivo, ma non posso evitare di provare una profonda frustrazione per l’impotenza istituzionale che i Comuni del comprensorio della ASL RM F stanno sperimentando sulla propria pelle.

La ringrazio per l’attenzione che vorrà dedicare alla problematica da me sollevata e Le comunico la mia di totale disponibilità ad un possibile incontro con Lei, se lo riterrà opportuno.

Sentiti ossequi.

Bracciano li 19/6/2014

         Il Sindaco
                   Giuliano Sala 

 




BRACCIANO: IL 60 PER CENTO DELL'OSPEDALE PADRE PIO E' INATTIVO

Movimento 5 Stelle Bracciano

Oggi possiamo dire che anche il nostro Ospedale non è più solo, lasciato in balia dei poteri scellerati della Presidenza regionale. Questa mattina i portavoce eletti alla Camera dei Deputati, al Senato della Repubblica e in Regione Lazio (la deputata Grande e Porrello Consigliere Regionale del gruppo Movimento 5 Stelle), assieme ai ragazzi dei gruppi territoriali, hanno realizzato visite ispettive in vari Ospedali regionali per valutare le criticità dei Pronti Soccorso e raccogliere informazioni dai cittadini, dagli infermieri, dai medici, dai primari e dal personale amministrativo sull'emergenza sanitaria nel Lazio. Importantissima l’azione del M5S volta a mantenere l’informazione e l’attenzione, e raccogliere “materiale” per agire in ambito nazionale e regionale.

Se da un lato la desolante realtà ospedaliera deprime cittadini e attivisti, dall’altro possiamo mantenere la speranza grazie alla presenza rilevata di medici e infermieri straordinari, competenti e pieni di passione che sono costretti a fare i conti con un sistema al limite del collasso.

Negli ultimi anni il Padre Pio ha subito ingenti tagli; nonostante abbia un bacino di utenza che copre circa centomila abitanti, il 60% della struttura, nonostante sia stata costruita e finanziata con i soldi dei cittadini, è inattiva. Ovviamente la cosa crea notevoli disagi alla popolazione: i posti letto sono solamente cinquantotto e il personale ospedaliero è nettamente inferiore alle necessità di reparti e Pronto Soccorso. Inutile sottolineare lo stress degli addetti ai lavori e dei cittadini che si vedono costretti a trasferimenti obbligati per un ricovero per infarto, parto, visite pediatriche ecc.
Si vocifera che tutto questo stia accadendo per favorire lo sviluppo di altri poli ospedalieri che sulla carta risultano “comodi” per i cittadini ma che costringono gli utenti ad affrontare viaggi dai trenta ai sessanta (!) chilometri in caso di ricovero.

L’aspetto su cui ci soffermiamo in questo inizio d’indagine è sicuramente l’alta professionalità riscontrata che l’università italiana ancora ci garantisce, una professionalità che non viene sfruttata né presa minimamente in considerazione quando si tratta di scegliere tra un buon curriculum vitae e una manciata di voti.

La prima analisi ci induce a pretendere che l’Amministrazione Regionale autorizzi l’assunzione di tutto il personale medico, paramedico e di servizio che necessita la struttura.
In allegato pubblichiamo la circolare che spiega la difficoltà all’approvvigionamento della troponina (una proteina ad alto peso molecolare): il Laboratorio di Analisi dispone di una quantità limitata e può garantire soltanto l'esecuzione di venti determinazioni. Per informazione diremo che la Troponina I e il Pro BNP sono proteine in grado di segnalare le prime difficoltà delle cellule cardiache sottoposte a infarto o a intossicate da chemioterapici. La troponina è oramai da tutti riconosciuta come uno degl'indicatori d'infarto del miocardio più fedeli.




BRACCIANO: UN MIRACOLO AL PADRE PIO

Emanuel Galea

Bracciano (RM) – Ancora impressa nella memoria collettiva la visione dell’ospedale Padre Pio pieno di striscioni, di manifesti mezzi stracciati  lasciati penzolare dai muri, di infermieri e personale vario discutere nel giardino, di medici e paramedici aggirarsi per i corridoi della struttura gesticolando animosamente mentre i pazienti, “pazientemente” attendono di essere visitati, di barelle situate nella galleria del piano terra, con sopra i vari ammalati circondati dai propri cari, ad attendere la “chiamata” per la visita di pronto soccorso.

E poi ancora, mura imbrattate, cicche fumanti per terra, ovunque aria di smantellamento, di sloggio, di incuria, di abbandono. Un clima in cui il personale si mostra esasperato a causa del perdurare dell’attesa per i verdetti del Tar e successivamente del Consiglio di Stato, relativi i ricorsi promossi dalle varie amministrazioni comunali insieme ai cittadini contro il famigerato decreto Polverini. Il  Padre Pio appare una struttura avvilente, scoraggiante, un ambiente desolante. Sulla bocca di tutti, e non certamente per elogiarla, corre il nome del Commissario Straordinario alla Sanità Renata Polverini. Il Padre Pio sembra ormai un ospedale in liquidazione. Il piano di riconversione della Regione Lazio mira al declassamento a semplice punto di primo intervento di questa struttura ospedaliera. Dal 2010, dopo le varie sentenze, pronunce del Tar, ricorsi, proteste dei cittadini, ferma posizione e diffida all’Asl da parte del sindaco Giuliano Sala e le varie iniziative del Comitato Territoriale Salute Pubblica Ospedale Padre Pio Bracciano , è avvenuto il “miracolo”. Lo scambio di personale specializzato tra il Padre Pio di Bracciano ed il S. Paolo di Civitavecchia inizia a far vedere i primi risultati.

Oggi, visitando il nosocomio, colpisce  l’ordine, la pulizia, un servizio ben organizzato e soprattutto la cortesia di tutto il personale. La metamorfosi ha contagiato tutti, a partire dalla vigilanza all’ingresso del nosocomio. Non è uno spot pubblicitario il nostro, ma solo un atto dovuto nei confronti di coloro che hanno saputo risollevare un presidio colabrodo. Una cittadina di Anguillara, racconta di essersi commossa per il comportamento “umano” del chirurgo che l’ha visitata e ancora di più, dell’assistente che, dopo la visita, l’ha accompagnata a completare tutte le pratiche, salutandola e infine, augurandole “buona Pasqua”. Questo è ciò che si registra e rispetto cui sentiamo di rivolgere un forte plauso per il salto di qualità che l’ospedale Padre Pio di Bracciano ha saputo fare, in tempi brevissimi. I migliori auguri allo staff tutto, medico,para medico, direzione, personale tecnico e vario  e alle associazioni . A tutti loro va il merito del “miracolo del Padre Pio”.  Auguri.

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BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: TAGLIO DEL NASTRO PER I LOCALI DEL NUOVO PRONTO SOCCORSO

Redazione

Ennesimo taglio di nastro tricolore stamane all’Ospedale ‘Padre Pio’ di Bracciano, per la cerimonia di consegna dei locali che a giorni ospiteranno le attività del nuovo Pronto Soccorso. Alla presenza di molte Autorità tra le quali il Vice Sindaco di Bracciano, Gianpiero Nardelli, il Consigliere Provinciale di Roma, Paolo Bianchini, il Vicepresidente della Regione Lazio On. Bruno Astorre, e i Sindaci di Anguillara Sabazia Pizzorno, di Manziana Bruni e di Canale Monterano Stefani, il Direttore Generale Dott. Salvatore Squarcione ha voluto ricordare le tappe principali che hanno portato alla odierna apertura. “Si tratta di una realizzazione, quella che vediamo oggi, per tanti motivi densa di significati – ha annunciato il dott. Squarcione – a testimonianza che gli impegni che avevamo preso all’inizio del nostro mandato sono stati tutti mantenuti, e nessuna struttura aziendale è stata chiusa per mano nostra.” “Il Pronto Soccorso di Bracciano era un cantiere di fatto fermo dal 2010 – ha proseguito il Direttore Generale – con un appalto risalente al lontano 2007, riavviato con pervicacia dall’ottobre 2011 ed oggi finalmente, in meno di un anno, realizzato e consegnato agli operatori che con la loro dedizione dovranno farlo funzionare.” “Questo nuovo Pronto Soccorso, costato circa 1000 euro al metro quadro, e cioè molto meno di qualsiasi civile abitazione nonostante le diverse esigenze di infrastrutture tecnologiche, va ad inserirsi positivamente nei bisogni di qualità sanitaria di questo comprensorio, al di là delle scelte organizzative o riorganizzative che la Regione Lazio ha voluto o vorrà adottare. Gli spazi sono stati organizzati per accogliere tutte le tipologie di intervento, comprese le eventuali patologie infettive con percorsi opportunamente differenziati; sono stati previsti alcuni letti di Breve Osservazione e sono stati assicurati i collegamenti con i reparti chirurgici e di diagnostica mediante l’istallazione di un montalettighe antincendio.” “Le opere, del costo complessivo di circa 600 mila euro, da oggi sono prese in consegna dagli operatori, grazie alla cui dedizione e professionalità si sono potute superare negli ultimi anni tante periodiche criticità, ed entreranno in attività piena  tra pochi giorni.”
 




BRACCIANO OSPEDALE PADRE PIO, NEGRETTI: "RIPRISTINARE I SERVIZI PRECEDENTI AL DECRETO 80"

Redazione

“L’auspicio è che si dia il via ad un nuovo inizio mirato a riportare l’ospedale di Bracciano non solo a garantire i livelli minimi di legge ma a ripristinare tutti quei servizi precedenti al decreto 80 del piano di riordino ospedaliero del Lazio. E’ necessario inoltre che venga dato seguito a quanto stabilito con sentenza del Consiglio di Stato che annulla quanto stabilito dal decreto 80 nella parte relativa al Comune di Bracciano”.  Così, ieri mattina, si è espresso Mauro Negretti, consigliere con delega alla Sanità intervenuto in rappresentanza del Comune di Bracciano alla cerimonia di avvio del cantiere per una nuova centrale di sterilizzazione che verrà realizzata entro 120 giorni laddove erano le ex sale operatorie al secondo piano della struttura ospedaliera. “Siamo qui  – ha detto ancora Negretti – per dimostrare l’attenzione che il Comune di Bracciano ha per questa struttura ospedaliera”. A margine dell’incontro Negretti ha inoltre sottolineato che “se è vero – come ha detto Squarcione – che i reparti non sono stati accorpati e pur vero che non si è potuto lavorare al meglio. Ad esempio Ortopedia per via del trasferimento di ortopedici a Civitavecchia non ha potuto effettuare operazioni chirurgiche, né effettuare servizi ambulatoriali, né di reparto. Ci auguriamo – ha detto ancora Negretti – che la nuova centrale di sterilizzazione, l’apertura del nuovo pronto soccorso fissata per il prossimo 12 ottobre e l’arrivo di una nuova Tac per un valore di 300mila euro, indichino davvero una inversione di tendenza tesa a ridare all’ospedale il ruolo che gli appartiene di presidio ospedaliero. Da parte nostra abbiamo sollecitato a più riprese la piena applicazione della sentenza del Consiglio di Stato del maggio scorso e, in carenza di risposte, siamo pronti a rivolgerci alla Magistratura”. 

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BRACCIANO CHIUSURA OSPEDALE PADRE PIO, RIFONDAZIONE COMUNISTA: LA DECISIONE DI NUOVO ALLA POLVERINI

Prc: "Di fatto, si confermano i timori espressi da Bracciano Bene Comune, e da Rifondazione Comunista, per la sentenza del Consiglio di Stato che accoglieva sicuramente le ragioni del territorio, ma che di fatto consegnava il nostro presidio ospedaliero ad un futuro molto incerto."

Redazione

Lo spending review del governo Monti, che ricordiamo essere sostenuto dal Partito Democratico,dal Terzo Polo e dal Popolo della libertà, si dimostra per quello che è: una macelleria sociale fatta solamente di tagli, in piena continuità con il governo precendente. – Dichiara in una nota il portavoce del Circolo Prc del Comprensorio del lago di Bracciano 'Carlo Giuliani'. La nota prosegue poi – Ieri mattina veniamo a sapere della chiusura per decreto di quasi 200 ospedali in tutta Italia, compreso l'Ospedale di Bracciano Padre Pio. Nel pomeriggio, il mezzo passo indietro non ci rassicura, visto che la decisione di chiudere i nosocomi "piccoli" spetterà alle Regioni, quindi nello specifico di nuovo alla Polverini e alla sua maggioranza al Consiglio Regionale. Di fatto, si confermano i timori espressi da Bracciano Bene Comune, e da Rifondazione Comunista, per la sentenza del Consiglio di Stato che accoglieva sicuramente le ragioni del territorio, ma che di fatto consegnava il nostro presidio ospedaliero ad un futuro molto incerto. Ricordiamo, tra l'altro, il tono trionfalistico con cui i manifesti parlavano di ospedale salvato e ricordiamo anche i toni con cui il Sindaco di Bracciano definiva "disfattista" chi poneva questioni importanti dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Quando si tratta di attaccare il governo regionale, il Sindaco è in prima linea, quando invece si tratta di attaccare un governo sostenuto dal suo partito manda le missive anziché ricordare che occorre nuovamente mobilitare i cittadini a difesa del nostro diritto alla salute. Noi, come Rifondazione Comunista, ci poniamo all'opposizione del Governo Monti, contro la Polverini e contro chi illude i cittadini e ci attiveremo al più presto contro qualsiasi scelta scellerata in materia di salute pubblica. Conclude la nota.

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