Mediaset, Marina Berlusconi risponde per le rime a Carlo De Benedetti: “Prenda qualche tardivo appunto su come si gestisce un’impresa”

Il duello tra Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi prosegue a oltre 6 mesi dalla scomparsa del Cavaliere.

Al suo posto interviene la primogenita Marina dopo un’intervista rilasciata al Foglio dall’Ingegnere. “Il cruccio di Carlo De Benedetti – afferma – è che Silvio Berlusconi rappresenta tutto quello che lui avrebbe sempre voluto essere senza mai riuscirci, come imprenditore, come politico e come padre”. De Benedetti definisce Mediaset come “un’azienda vecchia che non reggerà la concorrenza delle grandi piattaforme internazionali” e che Marina “non vende perché quella è la creatura di suo papà”. In risposta l’interessata chiede “un po’ più di rispetto delle nostre aziende” e invita l’interlocutore a “prendere qualche tardivo appunto su come si gestisce un’impresa”.

“Mediaset – spiega Marina – è una multinazionale leader in vari mercati europei, che produce utili, e dove tante persone, a cominciare da mio fratello Pier Silvio, lavorano con entusiasmo e grande passione”. “De Benedetti – si interroga – invece che cosa ha costruito? A me pare che per lo più abbia distrutto, scaricando i suoi tanti fallimenti sulla comunità”. “Oppure – precisa commentando l’esito del ‘Lodo Mondadori’ – proprio sul nostro gruppo, con l’assurdo risarcimento di quasi 500 milioni, che nel 2013 lo hanno letteralmente salvato”. Marina Berlusconi rincara poi la dose spiegando che De Benedetti “si permette di farneticare sul futuro delle nostre aziende” e “non ne ha mai azzeccata una, nell’impresa, così come nella politica”. “È vero che Mediaset non è in vendita – sottolinea – ed è vero che sono innamorata di mio padre. Non potrebbe essere diversamente, per il grande papà e il grande uomo che è stato”. “Peccato – è l’affondo – che tutto il resto sia completamente campato per aria: sono ormai 50 anni che De Benedetti si ripete come un disco rotto, denigrando Silvio Berlusconi, che oggi non può più nemmeno difendersi”.

Per Marina De Benedetti ha un “intimo problema” dovuto al fatto che il padre “ha saputo creare aziende da migliaia di posti di lavoro, che ogni anno garantiscono allo stato un cospicuo gettito fiscale e generano utili per i loro azionisti” mentre il rivale “per gran parte della sua lunga esistenza, non ha fatto altro che invidiare mio padre”. La prova è il “livore acido” con cui De Benedetti “ne parla perfino oggi, che non c’è più”. “Questo – conclude Marina – non stupisce considerando il gran maestro di stile e buone maniere che Carlo De Benedetti è sempre stato”.

‘De Benedetti mai riuscito a eguagliare papà’ 

 “Il cruccio di Carlo De Benedetti è che Silvio Berlusconi rappresenta tutto quello che lui avrebbe sempre voluto essere senza mai riuscirci, come imprenditore, come politico e come padre”, afferma Marina Berlusconi commentando l’intervista al Foglio in cui De Benedetti, parlando di Mediaset e della figlia di Berlusconi, dice tra l’altro: ‘Marina sa benissimo che Mediaset è un’azienda vecchia che non reggerà la concorrenza delle grandi piattaforme internazionali come Netflix. Eppure non vende perchè quella è la creatura di suo papà’. La primogenita dell’ex presidente del Consiglio invita lo storico rivale del padre a ‘parlare con un po’ più di rispetto delle nostre aziende e magari a prendere qualche tardivo appunto su come si gestisce un’impresa’. Secondo Marina Berlusconi, infatti, ‘Mediaset, citata nell’intervista, è una multinazionale leader in vari mercati europei, che produce utili, e dove tante persone, a cominciare da mio fratello Pier Silvio, lavorano con entusiasmo e grande passione’. ‘De Benedetti invece che cosa ha costruito? A me pare che per lo più abbia distrutto, scaricando i suoi tanti fallimenti sulla comunità. Oppure – afferma – proprio sul nostro gruppo, con l’assurdo risarcimento di quasi 500 milioni, che nel 2013 lo hanno letteralmente salvato’.




Silvio Berlusconi, testamento: a Marina e Pier Silvio la maggioranza di Fininvest

A Marta Fascina va un legato di 100 milioni e a Marcello Dell’Utri uno di 30

Va a Pier Silvio e Marina Berlusconi la maggioranza di Fininvest. Avendo ricevuto l’intera quota disponibile, i due figli di primo letto di Berlusconi raggiungono insieme il 53% del gruppo con quote paritarie.

E’ quanto si legge nel testamento di Silvio Berlusconi che l’ANSA ha potuto visionare in esclusiva. Un legato di 100 milioni al fratello Paolo Berlusconi. A Marta Fascina va un legato di 100 milioni e a Marcello Dell’Utri uno di 30. 

La decisione su Fininvest e sul patrimonio era già stata presa nel 2006. Su un blocco note, color giallo paglierino, con l’intestazione Villa San Martino, Silvio Berlusconi, il 2 ottobre, ha scritto a mano le sue volontà. Undici righe su un foglio e dieci su un altro per il suo testamento, con uno stile asciutto e chiaro. “Lascio la disponibile in parti uguali ai miei figli Marina e Pier Silvio. Lascio tutto il resto in parti eguali ai miei 5 figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi”. Nel 2020 ha aggiunto le disposizioni a favore del fratello.

La lettera ai figli: “Grazie, tanto amore a tutti voi, il vostro papà”. Così Silvio Berlusconi, nel suo testamento ringraziando i figli dopo aver dato le disposizioni che riguardano Marta Fascina e Marcello Dell’Utri: “Per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me”.

“Marina Berlusconi, Presidente del CdA, e Pier Silvio Berlusconi, Barbara Berlusconi e Luigi Berlusconi, amministratori, ricevuta lettura delle volontà testamentarie del padre Silvio Berlusconi, informano che da esse risulta che nessun soggetto deterrà il controllo solitario indiretto su Fininvest SpA, precedentemente esercitato dal padre stesso”. Lo si legge in un comunicato di Fininvest. “Il notaio che ha dato lettura delle volontà testamentarie provvederà nelle prossime ore agli adempimenti di legge”, conclude la nota.




Morto Silvio Berlusconi: addio al Cav

l fratello Paolo e i figli Eleonora, Barbara, Marina e Pier Silvio sono all’ospedale San Raffaele dove l’ex premier e leader di FI ed ex premier è morto stamani.

Tutti erano arrivati nel giro di pochi minuti.

L’ex premier era entrato nella struttura venerdì scorso per essere sottoposto ad “accertamenti programmati” legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffre da tempo. 

 stato un politico e grande imprenditore quattro volte Presidente del Consiglio. Era conosciuto anche come il Cavaliere, avendo ricevuto nel 1977 l’ordine al merito del lavoro, al quale ha rinunciato a seguito di una condanna penale nel 2014.[6] Dopo aver iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell’edilizia nel 1975 ha costituito la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset, nelle quali convergono altre società come Arnoldo Mondadori Editore e Silvio Berlusconi Communications, rimanendo figura simbolo della sua famiglia.




Silvio Berlusconi ricoverato in terapia intensiva

Silvio Berlusconi è ricoverato da stamattina al San Raffaele. Si trova in terapia intensiva per problemi cardiovascolari all’ospedale dove è arrivato con affanno respiratorio. La situazione dell’ex premier al momento sarebbe stabile. “Silvio Berlusconi si trova in stato stazionario ma vigile”, hanno fatto sapere fonti parlamentari di Forza Italia.

A quanto si apprende, il leader di Forza Italia trascorrerà la notte in ospedale. Per l’ex premier però potrebbe profilarsi un ricovero di più giorni. Fonti sanitarie precisano che non è previsto alcun bollettino medico.

Tutti i figli di Silvio Berlusconi si sono recati all’ospedale San Raffaele per fare visita al padre. Da quanto si apprende, Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi sono passati dalla struttura sanitaria nell’arco della giornata. Ad accompagnare l’ex presidente del Consiglio in mattinata, la compagna Marta Fascina. Visita anche di Paolo Berlusconi al fratello e di Licia Ronzulli, presidente dei senatori di Forza Italia.   

“Un augurio sincero e affettuoso di pronta guarigione a Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele di Milano. Forza Silvio”, ha scritto su Twitter la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Silvio Berlusconi parla ed è stato ricoverato perché non era stato risolto il problema precedente”, ha detto Antonio Tajani a margine della ministeriale Esteri alla Nato, precisando di non aver potuto sentirlo direttamente poiché impegnato in altri incontri e privo del telefono. 

“Forza Silvio, l’Italia ti aspetta!”. E’ l’augurio che il segretario della Lega, vicepremier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha postato su Facebook con una foto che lo ritrae insieme a Silvio Berlusconi. 

“Desidero rivolgere a Silvio Berlusconi i più sentiti auguri di pronta guarigione”: così il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. “Dedico un sincero augurio di pronta guarigione al presidente Silvio Berlusconi. Lo aspettiamo presto per proseguire insieme il lavoro per il nostro Paese”, scrive su Twitter il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. “Auguri di pronta guarigione al presidente Berlusconi. Lo aspettiamo presto in Aula per nuove sfide e nuovi traguardi”, ha scritto sempre su Twitter il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.

“Forza Silvio!”, sono le parole su Twitter della ministra Daniela Santanchè. Il messaggio è accompagnato da una foto in cui la ministra e Berlusconi sono assieme.




Meloni – Berlusconi: oggi il faccia a faccia

I due leader si incontreranno oggi alle 16 in via della Scrofa negli uffici di Fratelli d’Italia

Oggi pomeriggio Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi si incontreranno per siglare una tregua.

La sinistra dunque “si metta l’anima in pace: siamo qui per risollevare la nostra Nazione”, dice la leader Fdi dopo aver passato la domenica a rintuzzare gli “attacchi scomposti della sinistra”.

E dopo una serie di contatti telefonici con il Cav, pone le premesse per una tregua, dopo le tensioni che hanno reso turbolenta la partenza della nuova maggioranza. Ci sarà un faccia a faccia, intorno alle 16, negli uffici di FdI, a via della Scrofa. Con l’auspicio di entrambe le parti di un epilogo ben diverso rispetto all’incontro di giovedì scorso alla Camera.

Intanto si è stemperato il clima, grazie al lavoro “di fioretto” dei pontieri, lungo l’asse fra Gianni Letta (che ieri è andato ad Arcore) e il nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa. Un punto di caduta potrebbe alla fine trovarsi sulla Giustizia. Meloni per quel posto pensa da tempo all’ex magistrato Carlo Nordio. Ma, secondo varie ricostruzioni, ci sarebbero margini di trattativa. In alternativa Berlusconi è pronto a rivendicare il Viminale (con una figura di alto profilo, di garanzia), o il Mise, che è però uno dei dicasteri chiave per la premier in pectore. Altrimenti, in ultima istanza, Fi chiederebbe un ministero in più di quelli della Lega.

Finora sono quattro quelli attribuibili a Forza Italia, fra cui gli Esteri per Antonio Tajani. Ad ogni modo, l’esito della trattativa dovrà incastrarsi con i desiderata della Lega, che non sembra incline a rinunciare al Viminale, e si è già assicurata il Mef con Giancarlo Giorgetti (a meno che si riapra l’opzione di Fabio Panetta). Su un aspetto Meloni non arretra, si sottolinea in ambienti del suo partito: la volontà di avere ministri di alto profilo e chiudere senza perdere tempo, entro il 25 ottobre.

“Si mettano l’anima in pace: siamo qui per risollevare la nostra Nazione. Sarà un percorso pieno di ostacoli, ma daremo il massimo. Senza mai arrenderci”, ha scritto Meloni criticando gli “attacchi scomposti della sinistra, un vero e proprio insulto ai cittadini che hanno scelto da chi essere rappresentati”. L’ultimo affondo del Pd è arrivato pochi minuti dopo. “Nella trattativa per la formazione del governo entrano in campo i figli di Berlusconi, cioè i proprietari di Mediaset – ha notato Enrico Borghi -. Di cosa parlano con Meloni? Del futuro dell’azienda? Cose inconcepibili in qualunque altro paese occidentale”. Di certo, le tensioni dopo lo strappo di FI in Senato e lo scontro sul caso degli appunti di Berlusconi su Meloni, hanno prodotto un’incertezza tale da generare preoccupazione anche nella famiglia del Cavaliere. Non solo per gli scenari legati al governo, ma anche per il subbuglio che attraversa il suo partito. Dopo l’esclusione dal governo per il veto di Meloni, Licia Ronzulli mira alla guida del gruppo al Senato, e un azzurro a lei vicino, Giorgio Mulè è l’alternativa a Barelli per Montecitorio. Dopo la formazione dei gruppi e l’elezione dei vicepresidenti delle Camere, se si arriverà a una tregua, si completerà il soduku dei ministeri. Salvini, che a vedere i suoi social ha trascorso parte della domenica a raccogliere castagne, è destinato alle Infrastrutture. FdI intende tenersi stretti Difesa (Adolfo Urso), appunto il Mise (si parla dell’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato), poi anche Transizione ecologica, Famiglia e Cultura. Potrebbe rientrare nella partita anche Letizia Moratti. Per il Lavoro è concreta l’ipotesi di Marina Calderone, presidente dell’Ordine dei consulenti del Lavoro. Avrebbe anche il compito di riformare le pensioni, anche estendendo agli uomini ‘Opzione donna’ per superare la Legge Fornero: via dal lavoro già a 58-59 anni e con 35 anni di contributi, ma perdendo fino al 30% della pensione.




Centrodestra, Berlusconi: “Metteremo tutte le risorse necessarie contro il caro-bollette”

Salvini e Meloni divisi su scostamento di bilancio

Matteo Salvini e Giorgia Meloni divisi sullo scostamento di bilancio. “Pare che ci si possa riconvocare in Parlamento anche dopo le elezioni per fare un nuovo scostamento di bilancio – dice il leader leghista – Mi rifiuto di pensare che un economista attento come Draghi non si renda conto del bisogno che c’è di un nuovo intervento.

Chi chiede tempo e dice che si possa aspettare sbaglia: vale per Fdi e per il Pd: sono a rischio chiusura migliaia di imprese e botteghe, è a rischio il sistema produttivo”, conclude.

“Lo scostamento del pareggio di bilancio – ribatte Meloni – non è la soluzione.

E’ un pozzo senza fondo, sono soldi che regaliamo alla speculazione. Il punto di arrivo e’ il disaccoppiamento dei costi di gas ed energia, che è una misura strutturale”.

Metteremo tutte le “risorse necessarie” contro il caro-bollette e “credo sia possibile farlo con le risorse di cui disponiamo. Non permetteremo a nessun costo e in nessun caso che gli aumenti dell’energia si scarichino sulle bollette pagate da imprese e famiglie con conseguenze molto molto gravi e un con costo molto più alto rispetto a un intervento sul gas”. Lo ha detto a Mattino 5 il leader di Fi, Silvio Berlusconi aggiungendo che questo intervento si farà “se possibile anche, e io lo credo, evitando uno scostamento” di bilancio. Ma se alla fine scostamento dovrà essere, ha spiegato, “lo concordiamo con l’Ue”.




Berlusconi scatena polemiche: “Con ok riforma presidenziale dimissioni Mattarella ed elezione diretta del capo dello Stato”

“Io spero che la riforma costituzionale sul presidenzialismo si farà.E’ dal ’95 che ho proposto un sistema presidenziale” per l’Italia.

Un sistema “perfettamente democratico che la democrazia la esalta consentendo al popolo di scegliere direttamente da chi essere governato”. Lo ha detto il leader di Fi, Silvio Berlusconi, a Radio Capital aggiungendo – rispondendo ad una domanda – che “se la riforma entrasse in vigore sarebbero necessarie le dimissioni” di Mattarella “per andare all’elezione diretta del capo dello Stato”.

Le parole di Berlusconi hanno scatenato una serie di reazioni. Tra cui quella di Enrico Letta che a Radio Anch’io ha detto: “Questa dichiarazione è la dimostrazione di quello che noi diciamo: per battere la destra l’unica alternativa è votare la coalizione che è nata attorno al Pd. Lui dice che se vince vuole cambiare la Costituzione in senso peggiorativo” e “attacca Mattarella mentre noi lo difendiamo. Il fatto che il centrodestra inizi la sua campagna con un attacco a Mattarella e la richiesta di dimissioni dimostra che la destra è pericolosa per il paese”, ha aggiunto il segretario del Pd. “Se oggi c’è un punto di unità nel paese è Mattarella e ora dopo aver fatto cadere Draghi vogliono fare cadere Mattarella”.

“Non ho mai attaccato il Presidente Mattarella – ha in seguito scritto su Facebook Berlusconi -, né mai ne ho chiesto le dimissioni. Ho solo detto una cosa ovvia e scontata, e cioè che, una volta approvata la riforma costituzionale sul Presidenzialismo, prima di procedere all’elezione diretta del nuovo Capo dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella “che potrebbe peraltro essere eletto di nuovo”. E’ “tutto qui: una semplice spiegazione di come potrebbe funzionare la riforma sul Presidenzialismo proposta nel programma del centro-destra. Come si possa scambiare tutto questo per un “attacco a Mattarella” rimane un mistero. O forse si può spiegare con la malafede di chi mi attribuisce un’intenzione che non è mai stata la mia”.  

“Berlusconi ha proposto la flat tax dal suo punto di vista – ha aggiunto Letta -: una tassa piatta uguale per tutti proposta da un miliardario non è che ci vuole molto a capire chi se ne avvantaggia. Se ne avvantaggia un miliardario e quelli come lui. Questa è la cosa più anticostituzionale, la nostra Costituzione all’articolo 53 dice che tutti devono contribuire alle spese pubbliche secondo le proprie capacità, il nostro sistema è improntato ai criteri di progressività quindi chi è più ricco paga di più e chi è povero paga di meno, la flat tax è l’esatto contrario di questo”. 

“Dopo aver cacciato Draghi adesso anche Mattarella – twitta il leader di Azione, Carlo Calenda -. Non credo che Berlusconi sia più in sé. Berlusconi, non è Mattarella a doversi dimettere ma tu a non dover essere eletto. Ci stiamo lavorando”. “Il presidenzialismo è una riforma seria che è anche economica, grazie alla stabilità si riesce a dare fiducia agli investitori”, ha affermato la leader di FdI, Giorgia Meloni, a Radio Monte Carlo.”Berlusconi ha dichiarato una cosa inquietante sul presidenzialismo, ha detto ‘Mattarella si deve dimettere’ – ha detto il ministro degli Esteri e leader di Impegno civico, Luigi Di Maio, ospite di ’24 Mattino’, su Radio 24 -. Che il presidenzialismo fosse nel programma del centrodestra lo sapevamo da tempo Berlusconi voleva fare il Presidente della Repubblica non c’è riuscito. Adesso capiamo che vuole fare il presidenzialismo per buttare giù Mattarella. Non c’è niente di moderato in questo. Sta venendo fuori al maschera del centrodestra, a loro non sta bene nemmeno avere il garante della Costituzione”.”Con le parole di Silvio Berlusconi il centrodestra ha calato la maschera – ha scritto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte -, ammettendo che la riforma costituzionale in senso presidenzialistico di cui parla prefigura un semplice un accordo spartitorio: Giorgia Meloni premier, Matteo Salvini vicepremier e Ministro dell’interno, Silvio Berlusconi primo Presidente della nuova Repubblica presidenziale, dopo avere ottenuto le dimissioni di Sergio Mattarella. Non permetteremo che le Istituzioni siano piegate alle fameliche logiche spartitorie delle forze di destra”.”La nostra è una Repubblica parlamentare – così il presidente della Camera, Roberto Fico -. Il nostro Presidente della Repubblica ha un mandato della durata di sette anni. Qualcuno se ne dovrebbe fare una ragione e non trascinare le istituzioni nella campagna elettorale”.




Berlusconi, Draghi al Colle? Con ruolo attuale più vantaggi per l’Italia

Così su Instagram il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi che partecipa oggi al summit del Partito popolare europeo che precede il Consiglio europeo.  Anche il coordinatore Fi Antonio Tajani dice su twitter: “In viaggio con il Presidente Berlusconi. Direzione Bruxelles per il summit del Partito Popolare Europeo”.

Draghi sarebbe certamente un ottimo presidente della Repubblica, mi domando se il suo ruolo attuale continuando nel tempo non porterebbe più vantaggi al nostro paese“, ha detto Berlusconi al suo arrivo al pre-vertice del Ppe.”Berlusconi come lo vedo? Lo vedo in forma dopo un po’ di acciacchi dovuti al Covid e non ha per il momento idea al riguardo”, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se si vedesse al Quirinale. 

Fi, Brunetta e Carfagna: ‘Bene Gelmini, c’è malcontento’ – “Io non so cosa è successo al ministro Gelmini, le dichiarazioni di ieri sono anche contrarie assolutamente alla realtà. Per esempio per quanto riguarda i rapporti con i nostri ministri al governo c’è sempre stata una riunione dei tre i ministri con i vertici di Forza Italia ogni settimana”, ha detto Berlusconi, aggiungendo: “Oggi i giornali hanno parlato di separazione, tutte cose esagerate e non c’è assolutamente nulla di cui io mi debba preoccupare”.  “Penso che ieri il ministro Gelmini abbia espresso un disagio che è diffuso ed è profondo. Far finta che tutto va bene non credo che sia la migliore soluzione per chi vuole bene al proprio partito e credo che il ministro Gelimini abbia avuto il merito e il coraggio di porre con chiarezza questo disagio che è davvero diffuso e condiviso”, ha detto la ministra per il sud e la coesione territoriale Mara Carfagna interpellata sulla situazione in Forza Italia a margine della conferenza ‘Infrastrutture sostenibili: un bene comune’ organizzata da Intesa Sanpaolo. “Inutile ignorare quanto accaduto ieri tra persone che ambiscono solo a rilanciare Forza Italia, che ha un’occasione da cogliere ma vive un momento di difficoltà innegabile. Il malcontento c’è, è diffuso, Mariastella Gelmini ne ha dato corretta raffigurazione, e io stesso l’ho ribadito ieri pomeriggio al Presidente Berlusconi, presente il coordinatore Tajani”. Così in una nota Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione.

“Non si deve guardare a singole prese di posizione che molto spesso fanno parte di quella dialettica politica di propaganda che purtroppo ancora vige nella politica italiana. Io sono assolutamente sicuro che quelli che sono i nostri principi fondamentali siano condivisi fino in fondo dai nostri alleati”, ha risposto ai giornalisti che chiedevano se gli alleati Salvini e Meloni condividono la posizione europea di Forza Italia.

“Ci deve essere assoluta tranquillità da parte dei leader europei sul fatto che il Centrodestra italiano è lontano da ogni estremismo e da ogni ritorno al passato”, ha detto ai giornalisti che gli chiedevano sui timori in Europa per le derive estremiste nel Centrodestra italiano. “Nel Centrodestra i valori e le idee fondanti sono quelle portate da Forza Italia che è stato il soggetto federatore del Centrodestra e ha imposto la Carta dei valori scritta da noi che deriva in gran parte da quella del Ppe”, ha aggiunto.

“Non credo proprio che” alcuni distinguo da parte degli alleati di Centrodestra per esempio sul Green Pass possano regalare Draghi alla sinistra”, ha sottolineato ancora. “Draghi ha con me un rapporto antico e solidissimo, sono stato io che vincendo le obiezioni forti di un mio ministro, Tremonti, l’ho portato a governatore della Banca d’Italia”, ha aggiunto.




Green Pass, Berlusconi: “L’unica alternativa è l’obbligo vaccinale”

Silvio Berlusconi interviene sulle tensioni sociali a causa del Green pass: “Non parlerei di piazze scatenate, ma di qualche migliaio di persone in buona fede e di qualche centinaio di scalmanati e di agitatori professionisti”. Secondo il leader di Forza Italia i primi “vanno convinti e rassicurati, gli altri vanno perseguiti con il massimo rigore”. E sul Green pass dice: “L’unica alternativa è l’obbligo vaccinale”.

Silvio Berlusconi, in una intervista su Il Messaggero, parla delle manifestazioni delle ultime settimane: “Dobbiamo tenere presente che parliamo di un’esigua minoranza, la grande maggioranza degli italiani non va in piazza, va a vaccinarsi, se non l’ha già fatto”. Per Berlusconi, “il Green pass è lo strumento che abbiamo scelto per ripristinare gradualmente la normalità. Naturalmente è uno strumento perfezionabile. Sino ad oggi, però, ha funzionato bene: sta consentendo al nostro Paese di rimettersi in moto e a noi tutti di tornare a una certa dose di socialità in sicurezza”.

L’unica alternativa è il vaccino obbligatorio – E aggiunge: “Comprendo le preoccupazioni nei lavoratori e nelle aziende più piccole, ma non dobbiamo dimenticare che l’unica alternativa è l’obbligo vaccinale che, del resto, noi di Forza Italia abbiamo proposto sin dall’inizio”. E in merito alle violenze di piazza sottolinea: “Non siamo negli anni 70, fortunatamente, però non bisogna mai abbassare la guardia, la violenza va sempre isolata e combattuta con il massimo rigore”.

Quanto alle comunali nella Capitale, Berlusconi sottolinea: “Roma ha bisogno di discontinuità e solo il centrodestra guidato da Enrico Michetti può garantirla. Significa abbassare le tasse ed aumentare l’efficienza, ma anche valorizzare Roma come merita”. Per Berlusconi “Michetti, con la sua competenza amministrativa, è anche l’uomo giusto per un razionale impiego delle risorse del Pnrr”. 




Stragi di mafia: indagato Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi è indagato nel procedimento aperto dalla Procura di Firenze sulle stragi mafiose del 1993.

La notizia si apprende a Palermo

I legali di Beslusconi, hanno depositato alla corte d’assise d’appello, la certificazione da cui risulta che l’ex premier è indagato a Firenze. Gli avvocati Coppi e Ghedini che assistono l’ex premier, dopo la citazione a deporre del loro assistito da parte dei difensori di Dell’Utri nel processo sulla trattativa Stato mafia, avevano chiesto alla corte d’assise d’appello di Palermo di definire in quale veste giuridica sentirlo: se come teste o indagato di reato connesso, stato questo che gli consentirebbe di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il nodo è stato sciolto dagli stessi avvocati dell’ex premier che si sono informati con i pm fiorentini.




Strasburgo accoglie il ricorso di Berlusconi: non sarà emessa nessuna sentenza

STRASBURGO – Non si saprà mai se obbligando Silvio Berlusconi a lasciare il suo seggio in Senato nel 2013, e impedendogli di presentarsi come candidato alle elezioni, comprese quelle dello scorso 4 marzo, in base a quanto previsto dalla legge Severino, l’Italia abbia violato o no i suoi diritti.

Come chiesto dal leader di Forza Italia la Corte europea dei diritti umani ha deciso di chiudere il suo ricorso contro il modo in cui gli è stata applicata la legge Severino, senza una sentenza. Quindi senza dire se i diritti dell’ex premier sono stati violati o no.

In una lettera inviata il 27 luglio i suoi legali sostenevano che, data la riabilitazione del leader di Forza Italia da parte del tribunale di Milano, l’ex premier non aveva più interesse ad avere un pronunciamento della Corte di Strasburgo perché “non avrebbe prodotto alcun effetto positivo” per lui.

Nel ricorso Berlusconi ha affermato che la legge Severino non avrebbe dovuto essergli applicata nel 2013 perché i reati per cui era stato condannato, e per cui quindi perdeva il diritto a sedere in Parlamento e presentarsi come candidato in tutte le elezioni, erano stati commessi prima dell’entrata in vigore della legge. In virtù della legge Severino Berlusconi non è stato candidabile alle elezioni del 4 marzo scorso.