L’EGOISMO SFRENATO ALLA RADICE DELL’ATTUALE CRISI

di Emanuel Galea
       
Scoppiata nel 2008,  ancora perversa la “grande crisi del secolo”. Da più di cinque anni il mondo occidentale è sotto la morsa di una crisi nera. Molti paesi europei, in testa l’Italia, si sono trovati impreparati e indifesi davanti alla “grande sfida” causa l’esposizione di un maxi indebitamento pubblico e una debole economia reale. La miscela ha fatto da detonatore al tasso della disoccupazione mentre gli amministratori assistevano impotenti alle sferzate che erodevano i risparmi dei ceti sociali a basso e medio- basso reddito, comprimendo i consumi di famiglie e imprese.
 
Fior fiore di economisti si sono cimentati in analisi e terapie varie. Studi di settore e dibattiti a non finire. L’inadeguatezza di quelle terapie, ahinoi, sono state vissute sulla pelle degli italiani. Piuttosto che curare il male, hanno alzato  la febbre della disoccupazione e aggravato ulteriormente il  calo dei consumi.
 
Penne raffinate del miglior giornalismo locale si sono avvicendati nei salotti bene della televisione, pubblica e privata, anche loro, avanzando analisi, critiche e suggerendo provvedimenti da adottare. Analisti di grido, facendo previsioni che a distanza di cinque anni non trovano conferma mentre la crisi galoppa senza sosta e senza confini.
Sarà una crisi anomala o forse agli analisti sta sfuggendo il senso, la causa prima che ha originato il fenomeno perverso, fenomeno, che la sta facendo ancora deflagrare,  nonostante i dotti interventi degli illustri ospiti.
 
Nelle Primarie PD 2013,  Renzi lancia un’Opa e conquista la segreteria di Via del Nazareno. Nelle Europee, poi, stravince e fa del Pd  la cittadella dei progressisti. L’Europa corteggia la destra, cambia politica  per lasciare tutto invariato. Chi aspettava novità da Bruxelles non avrà che delusioni.
 
“Le ragioni profonde della crisi economica vanno rintracciate nell'egoismo”.
E'quanto ha detto Benedetto XVI durante il tradizionale incontro d’inizio Quaresima con i parroci e i sacerdoti della diocesi di Roma, svoltosi giovedì mattina 26 febbraio 2009, nell'Aula della Benedizione.
 Questa dell’ex Pontefice è una diagnosi della situazione attuale che mi sento di condividere in toto. Senza voler in alcun modo  trattare l’argomento da un  pensiero religioso, che poi anche se lo facessi, il tutto andava a vantaggio di una maggior comprensione del fenomeno, però, per oggi, si parla  di “egoismo laico” e cioè quella mancanza di  condivisione dei valori e principi che sono alla base del vivere civile.
Uno sfrenato egoismo si cela dietro ai valori più comuni della nostra società. L’egoismo non produce ricchezza. Questo è il principio base di ogni analisi della crisi da qualsiasi parte essa provenga.
La beffa dell’abolizione del Senato, la farsa delle sparizioni delle Province, la burla delle Partecipate, la riforma zucchero e miele della Pubblica Amministrazione, il gioco di prestigio del Finanziamento Pubblico ai partiti, la minestra riscaldata e ormai diventata indigesta dell’Italicum, lo scherzetto dello Spending Review e l’ultima operetta del Jobs Act,  non fanno crescita, non fanno occupazione, non intaccano minimamente la crisi. Sono riforme di facciata,riforme “toccata e fuga” “egoismo “ di chi vuole fare bella figura davanti all’Europa. E’ l’ego che domina, l’apparire e non l’essere.
La prima riforma degna di questo nome sarebbe quella che moralizzi il vivere civile nel Belpaese, al riparo di corruzione, delinquenza organizzata e decadimento delle istituzioni.
L’egoismo delle lobby che affossano qualsiasi riforma, ogni qual volta tenti di  limitare i loro privilegi, “diritti acquisiti”, favori  ottenuti con raccomandazioni e bustarelle.
L’egoismo dei partiti politici che dell’art.49 della Costituzione ne hanno fatto carne da macello. “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” recita quest’articolo. Allo stato attuale i partiti sono diventati “società di interesse privato” a tutti gli effetti, con capitali, investimenti, mobili e immobili e lucrano sui finanziamenti sotto forma di rimborsi, a prescindere che il corrispettivo che percepiscono i singoli deputati copre in abbondanza qualsiasi attività che scegliessero di perseguire.
 
L’egoismo delle caste, dei magistrati che si arrogano il diritto di dettare l’indirizzo politico, agli stessi eletti e rappresentanti del popolo, per quanto riguarda la giustizia.  Una casta ormai con dentro membri malati di egoismo, protagonismo, del puro apparire. Hanno coniato nuove nomenclature: magistrati di prima linea, magistrati di frontiera, magistrati d’assalto.
L’egoismo ahinoi, sta entrando anche nella sfera sacra del clero e il protagonismo strillato come preti di quartiere, preti di frontiera, preti di periferia.
 
L’egoismo di noi gente comune, che giriamo la testa e chiudiamo gli occhi, per non essere implicati, coinvolti, ogni volta che ci imbattiamo in episodi spiacevoli.
 
L’egoismo delle associazioni di categoria che tutelano gli iscritti, disinteressandosi completamente di chi ne è senza alcuna copertura.
 
L’egoismo della finanza. Banche e istituti vari lucrano sui prestiti della Bce per investimenti vari, aumenti ai dirigenti e bocca asciutta ai correntisti.
 
L’egoismo, infine, degli eletti, che una volta assicurato il “posto a Montecitorio” si sentono liberi di seguire il dettato del partito anche se questi va contro gli interessi del loro elettorato. Cambiano casacca secondo convenienza. Egoismo obbligato se vogliono essere re-inseriti in lista nelle successive elezioni.
Quale vera riforma può avere successo, trovandosi davanti a questo ventaglio frastagliato di “egoismi”? Alcuna!
Chi intende veramente riformare ha prima l’obbligo di moralizzare il campo.
 
Ritorno a confermare la mia condivisione alla diagnosi, saggiamente fatta dall’ex Pontefice Benedetto XVI: “Le ragioni profonde della crisi economica vanno rintracciate nell'egoismo”. L’egoismo produce solo povertà e disordine.
 




CASTEL GANDOLFO, LA VISITA DEL SANTO PADRE FRANCESCO AL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI

L. P.

Castel Gandolfo (RM) – Alle ore 11.45 di questa mattina, il Santo Padre Francesco ha lasciato la Domus Sanctae Marthae e si è recato all’eliporto vaticano da dove è partito poco dopo mezzogiorno per recarsi in visita al Papa emerito Benedetto XVI a Castel Gandolfo. Dopo un volo di 20 minuti, il Santo Padre Francesco è atterrato nell’eliporto delle Ville pontificie di Castel Gandolfo, accolto dal Papa emerito Benedetto XVI. Erano presenti S.E. Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano, e il Dott. Saverio Petrillo, Direttore delle Ville pontificie. Il Santo Padre Francesco e Benedetto XVI si sono trasferiti insieme in auto al Palazzo Apostolico per l’incontro privato in Biblioteca e, di seguito, il pranzo. Nel pomeriggio, dopo il pranzo, Papa Francesco raggiunge in auto l’eliporto delle Ville pontificie di Castel Gandolfo e fa rientro in Vaticano.

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ROMA VICARIATO, ATTESA PER LA VENUTA DELL'ARCHITETTO SPAGNOLO CALATRAVA ALLA CHIESA DEGLI ARTISTI

Redazione

Roma – Venerdì 22, alle 19.30, l’architetto spagnolo sarà intervistato dalla giornalista Rai Barbara Carfagna. L’appuntamento rientra nel calendario dei “Frammenti di Bellezza”, la sezione Incontri della seconda stagione di “Una porta verso l’Infinito. L’uomo e l’Assoluto nell’arte”, progetto culturale ideato e curato dall’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura

Sarà Santiago Calatrava il prossimo protagonista di “Frammenti di Bellezza”, la sezione Incontri di “Una porta verso l’Infinito. L’uomo e l’Assoluto nell’arte”, progetto ideato e curato dall’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura. L’architetto spagnolo verrà intervistato dalla giornalista Rai Barbara Carfagna venerdì 22 marzo, alle 19.30, nella basilica di Santa Maria in Montesanto – Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo. Durante l’incontro il celebre architetto realizzerà dal vivo dei disegni in acquerello.

Nato nel 1951 a Beninamet, vicino Valencia, Santiago Calatrava è consultore del Pontificio Consiglio della Cultura per volontà di Benedetto XVI. Vincitore di numerosi concorsi in Europa e in America, ha realizzato la maggior parte delle sue opere in Svizzera, Germania, Francia, Canada. Ma anche l’Italia ha beneficiato del suo genio visionario e raffinato con il nuovo asse di Reggio Emilia e il quarto ponte sul Canal Grande di Venezia.

«La vocazione all’interdisciplinarietà di Calatrava – spiega il direttore artistico di “Una porta verso l’Infinito”, Francesco d’Alfonso – nasce dalla sua grande passione per la scultura, la pittura e il disegno, poi perfezionata nello studio approfondito dell’architettura di tutte le epoche». E aggiunge: «Le sue sculture hanno forme e nomi che evocano il concetto di flusso, di movimento, partendo dalla vita umana e animale. Basti pensare a creazioni fantascientifiche come la Saint Exupéry Railway Station di Lione o il Turning Torse di Malme. Inoltre la sua creatività è resa geniale dal legame tra i materiali utilizzati, come l’acciaio, il vetro e il cemento, con le forme della natura: da qui le sue grandi ali in volo, le onde infrante, i rami che si flettono. Una particolarità: pur riconoscendo l’utilità della tecnologia, Calatrava ama spiegare i suoi progetti, i pensieri e le idee con l’acquerello».




APRILIA, CORO SAN PIETRO IN FORMIS: L'INCONTRO CON IL SANTO PADRE DURANTE IL CONVEGNO SCHOLAE CANTORUM

Redazione

Aprilia (LT) – E dopo Parigi con repertorio tipico romanesco, il Coro San Pietro in Formis ritorna alle origini e si cimenta nel repertorio sacro partecipando al Convegno Nationale Scholae Cantorum tenutosi in Vaticano il 10 e 11 novembre 2012. Un evento singolare e speciale rivolto a tutte le corali  che sabato 10 novembre hanno avuto la gioia di incontrare il Santo Padre Benedetto XVI nell’Aula Paolo VI, che, per la prima volta del Suo Pontificato, ha concesso un’udienza speciale per incontrare ben 6000 coristi provenienti da tutta Italia i quali, a sua volta, hanno studiato per l’occasione brani polifonici sacri, precedentemente assegnati dall’organizzazione,  tratti dal repertorio  gregoriano, dal repertorio di Tomas Luis de Victoria,  W.A.Mozart, Lorenzo Perosi e di autori contemporanei come Domenico Bartolucci, Valentino Miserachs e tutte le parti fisse della Messa del M°Michele Manganelli il quale, presente all’evento,  ha diretto tutti i coristi in un unico grande gruppo corale diviso in settori Soprani e Contralti per le donne e Tenori I e II e Bassi per gli uomini. Domenica 11 novembre alle 10,00 tutte le corali hanno allietato la celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Papale Basilica di San Pietro e Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano nella Basilica di San Pietro dirette sempre dal M°Michele Manganelli con l’aiuto del M°Simone Baiocchi e del M°Carlo Fermalvento accompagnati all’organo dal M°Stefano Manfredini e dal M°Massimo Nosetti. Al termine della Santa Messa ha preso la parola il Monsignor Tarcisio Cola, presidente dell’Associazione Italiana Santa Cecilia che ha organizzato l’evento in occasione del 50°anniversario del Concilio Vaticano II e nell’”Anno della Fede” indetto da Papa Benedetto XVI, ringraziando i gruppi intervenuti nelle due giornate  stabilite ed informando che dall’anno prossimo organizzeranno altri Convegni al Nord e al Sud Italia per dare l’opportunità di partecipare a tutti i cori che, per logistica, non hanno potuto aderire a questo evento.La corale apriliana già in precedenza ha avuto l’occasione di partecipare ad un evento simile rispettivamente nel 2003 al XXVIII Congresso di Musica Sacra sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II e nel 2006 al XXVIII Congresso di Musica Sacra studiando brani di pura polifonia liturgica, arricchendo il proprio repertorio e soprattutto vivendo giornate intense nella gioia del canto e della preghiera. Terminato anche questo grande evento, il Coro San Pietro in Formis cambia nuovamente genere e repertorio e si cimenta nella preparazione del “Concerto di Natale” giunto alla 7^ edizione, che avrà luogo domenica 16 dicembre alle ore 18,00 presso lo Smailas di Campoverde (Lt).   

tabella PRECEDENTI

06/09/2012 APRILIA, IL CORO SAN PIETRO IN FORMIS AL “PARIS MUSIC FESTIVAL”



VATICANO, CARDINALE MARTINI: SERVITORE FEDELE E INSIGNE PASTORE

Il Segretario di Stato ricorda il Cardinale Martini quale "esperto e appassionato della Sacra Scrittura, che ha saputo far conoscere e meditare a tutte le componenti del popolo di Dio e a tante persone in cerca della verità".

 

Emanuel Galea

Città del Vaticano, 1 settembre 2012 (VIS).

Il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato un telegramma di cordoglio al Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano (Italia) per la scomparsa, ieri, all'età di 85 anni, del Cardinale Carlo Maria Martini, S.I., Arcivescovo emerito della medesima Arcidiocesi.
"Appresa con tristezza la notizia della morte del Cardinale Carlo Maria Martini dopo lunga infermità, vissuta con animo sereno e con fiducioso abbandono alla volontà del Signore, desidero esprimere a lei ed all’intera comunità diocesana come pure ai familiari del compianto Porporato la mia profonda partecipazione al loro dolore pensando con affetto a questo caro fratello che ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa. Ricordo con gratitudine la sua intensa opera apostolica profusa quale zelante religioso figlio spirituale di sant’Ignazio, esperto docente, autorevole biblista e apprezzato Rettore della Pontificia Università Gregoriana e del Pontificio Istituto Biblico, e quindi come solerte e saggio Arcivescovo di codesta Arcidiocesi ambrosiana. Penso altresì al competente e fervido servizio da lui reso alla parola di Dio, aprendo sempre più alla comunità ecclesiale i tesori della Sacra Scrittura, specialmente attraverso la promozione della lectio divina. Elevo fervide preghiere al signore affinché, per intercessione della Beata Vergine Maria, accolga questo suo fedele servitore e insigne pastore nella celeste Gerusalemme, e di cuore imparto a quanti ne piangono la scomparsa la confortatrice Benedizione Apostolica". Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha inviato a sua volta un telegramma al Cardinale Scola nel quale esprime, a nome suo personale e a nome della Segreteria di Stato e di tutta la Curia Romana, il suo profondo cordoglio per la scomparsa del porporato che "ha testimoniato e insegnato il primato della vita spirituale e al tempo stesso l'ascolto attento dell'uomo nelle sue diverse condizioni esistenziali e sociali". Il Segretario di Stato ricorda il Cardinale Martini quale "esperto e appassionato della Sacra Scrittura, che ha saputo far conoscere e meditare a tutte le componenti del popolo di Dio e a tante persone in cerca della verità".