Bangladesh, sviluppo agricolo: delegazione Ifad valuta interventi di aiuto allo sviluppo

Una delegazione di rappresentanti di stati membri del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) ha avviato una missione di cinque giorni in Bangladesh, che prevede visite sul campo a progetti finanziati dall’IFAD e mirati ad aumentare i redditi e a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali povere nel paese. La delegazione comprende 11 membri del Consiglio di Amministrazione dell’IFAD, che rappresentano i governi di Angola, Brasile, Cina, Ghana, Indonesia, Giappone, Kenya, Messico, Nigeria, Svizzera e Stati Uniti. L’IFAD finanzia attualmente sei progetti in corso di attuazione in Bangladesh, che mirano ad aumentare la capacità delle popolazioni rurali povere di generare un reddito, facilitando loro l’accesso a mercati e servizi finanziari e sostenendoli nel processo di adattamento agli effetti del cambiamento climatico.

La delegazione dell’IFAD visiterà tre progetti sostenuti dal Fondo nel paese e incontrerà membri delle comunità e operatori locali di sviluppo, per valutare l’impatto dei progetti sulle condizioni di vita e sui mezzi di sostentamento della popolazione e per discutere delle sfide che queste persone si trovano ad affrontare. Il lavoro dell’IFAD in Bangladesh ha contribuito a favorire le pari opportunità e ad attribuire alle donne un maggior potere decisionale sul piano economico e sociale, facilitando loro l’accesso a servizi di microfinanza, formazione e attività generatrici di reddito. I progetti visitati comprendono anche interventi sulle infrastrutture locali, alcuni dei quali disegnati espressamente per favorire l’inclusione delle donne che vivono nelle aree rurali.

In Bangladesh, il 32 per cento della popolazione soffre ancora di malnutrizione acuta. Le opportunità lavorative che consentono alle donne di ottenere un reddito aiutano a
migliorare la sicurezza alimentare delle famiglie e a combattere la malnutrizione. Nel paese, un abitante su tre vive sotto la soglia di povertà. Gli investimenti dell’IFAD contribuiscono a migliorare la qualità della produzione alimentare e ad aumentare i redditi dei piccoli agricoltori e imprenditori rurali. Il programma dell’IFAD per ridurre la povertà nel paese contribuisce al raggiungimento degli obiettivi del settimo piano quinquennale del Bangladesh (2016-2020).

Per massimizzare gli investimenti, in Bangadesh l’IFAD lavora con diversi partner, tra cui la Banca mondiale, la Banca asiatica di sviluppo, il governo dei Paesi Bassi, il governo della Spagna, la Banca di sviluppo tedesca (KfW), la Repubblica di Corea, l’Agenzia norvegese per la cooperazione allo sviluppo (NORAD), l’Agenzia danese
per lo sviluppo internazionale (DANIDA), l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) oltre a varie ONG nazionali e internazionali.
I membri del Consiglio di Amministrazione dell’IFAD concluderanno la loro visita riunendosi con Matia Chowdhury, Ministro dell’Agricoltura, e Abul Maal Abdul Muhith, Ministro delle Finanze del Bangladesh.

Dal 1978, l’IFAD ha investito 717,2 milioni di dollari per finanziare 31 progetti di sviluppo rurale in Bangladesh, a beneficio di circa 10,7 milioni di famiglie bengalesi.

Gianfranco Nitti




BANGLADESH, AUTOPSIA SHOCK: ITALIANI MORTI DOPO ATROCI TORTURE

Redazione

Segni di torture, tagli provocati da armi affilate, forse machete, mutilazioni, tracce di proiettili e di esplosivo. E' stata una morte lenta e atroce quella dei nove italiani uccisi in Bangladesh, anche perché non sono stati raggiunti dal colpo di grazia. E' quanto stabilito dalle autopsie eseguite oggi nel policlinico Gemelli di Roma. Gli accertamenti autoptici sono stati eseguiti dall'equipe di medici legali guidati da Vincenzo Pascali e Antonio Oliva. I terroristi, secondo quanto si è appreso, hanno infierito sulle loro vittime in modo tale da non farle morire subito. Il pm Francesco Scavo, titolare degli accertamenti, ha firmato il nulla osta per la restituzione delle salme alle famiglie. Nei corpi di alcune salme sono stati trovati dei proiettili che ora saranno esaminati per risalire al tipo di arma usata.




BANGLADESH, ATTACCO DELL'ISIS A DACCA: 9 ITALIANI TRA LE VITTIME

Redazione

DACCA – Sono almeno venti i civili uccisi nell'assalto jihadista al caffè di Dacca, in Bangladesh, liberato stamattina all'alba da un blitz delle forze speciali. Le vittime sono tutte straniere, tra queste nove italiani. "Sono nove le vittime italiane accertate finora", ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

Ecco le vittime italiane: sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D'Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti.

Le autorità di Tokyo hanno annunciato che ci sono sette giapponesi tra le vittime di Dacca, cinque uomini e due donne.

"Abbiamo seguito tutta la notte gli eventi – ha dichiarato Matteo Renzi – sperando in esiti diversi. Ora un velivolo della Presidenza è in volo verso Dacca. Notizie ufficiali" verranno date prima alle famiglie delle vittime. Davanti alla tragedia dell'estremismo radicale, credo sia il momento in cui l'Italia unita dia un messaggio di dolore e compassione. Piangiamo lacrime di solidarietà e cordoglio, ma è anche il momento di lanciare un messaggio di determinazione: l'Italia non arretra davanti alla follia di chi vuole disintegrare la vita quotidiana, siamo colpiti ma non piegati".

Un portavoce dell'esercito bengalese ha affermato che la maggior parte delle vittime sono italiani e giapponesi. "Molti sono stati uccisi dagli assalitori con lame affilate", ha riferito l'esercito dopo una notte di terrore. Chi sapeva recitare versi del Corano sarebbe stato risparmiato dai jihadisti, gli altri sono stati torturati, ha raccontato uno degli ostaggi tratti in salvo dall'Holey Artisan Bakery.

Fonti ufficiali riferiscono anche della morte di due poliziotti. Quattro degli ostaggi liberati sarebbero stranieri. Al momento il Giappone ha reso noto che un suo cittadino figura tra gli ostaggi liberati, mentre i media locali parlano anche di una coppia di cittadini dello Sri Lanka. Un testimone italiano che si è messo in salvo ha riferito che italiani occupavano 'numerosi' un tavolo del locale.

 

L'OPERAZIONE E' scattato alle 7.40 ora locale, le 3.40 in Italia, il blitz delle forze speciali nel ristorante Holey Artisan Bakery nella capitale del Bangladesh. Qui, ieri sera alle 21.20 ora locale (le 17.20 in Italia), un commando di terroristi islamici aveva preso in ostaggio almeno 35 persone, di cui una ventina stranieri (fra questi almeno sette italiani), dopo aver ucciso due poliziotti. Nell'assalto al caffè dove si erano asserragliati dai sette ai dieci terroristi sono stati impiegati oltre un centinaio di uomini del Battaglione di azione rapida. Le teste di cuoio nella notte avevano cercato di trattare con i miliziani, senza risultato. Un sito legato all'Isis, Amaq, che aveva già pubblicato la rivendicazione del Califfato, ha diffuso foto di presunte vittime all'interno del ristorante: cinque o sei cadaveri di donne e uomini per terra, in pozze di sangue, fra i tavoli con ancora i resti della cena. L'attacco delle teste di cuoio è durato una decina di minuti, durante i quali si sono sentiti spari ed esplosioni. Gli ostaggi soccorsi sono stati portati in ospedale.




AGGUATO IN BANGLADESH A PRETE ITALIANO DA PARTE DI UN COMMANDO DELL'ISIS

di Angelo Barraco
 
Bangladesh – Oggi nel Bangladesh un prete italiano è rimasto ferito gravemente in un agguato. L’agguato è avvenuto alla stazione degli autobus di Dinajpur a 350 km di Dacca dove tre uomini armati, a bordo di una moto, hanno aperto il fuoco e lo hanno colpito gravemente al collo con una pallottola, facendogli perdere molto sangue. Non è il primo attacco contro stranieri e secondo la polizia locale la matrice di questi attacchi sarebbe da ricondurre agli estremisti islamici. Il sacerdote si chiama Piero Parolari e svolge da anni la missione di medico in Bangladesh. Il 28 settembre scorso un altro italiano è stato ucciso un altro italiano, Cesare Tavella a Dacca. Tavella stava facendo jogging nel quartiere diplomatico quando improvvisamene è stato ucciso da un commando a bordo di una moto. L’azione è stata poco dopo rivendicata da una cellula dell’Isis. L’omicidio avvenne una settimana dopo quello di un agricoltore giapponese. Anche questo omicidio venne rivendicato dall’Isis che dopo qualche giorno fecero esplodere una bomba vicino ad un tempio della minoranza sciita di Dacca causando la morte di una persona. Ad ottobre il ministro dell’Interno Asaduzzaman Khan aveva riferito, nel corso di una conferenza stampa, che gli omicidi dei due cooperatori stranieri “hanno la stessa origine” ma che non riguarda lo Stato Islamico poichè l'Isis -secondo sua dichiarazione- non c'è in Bangladesh. Sono state arrestate quattro persone dalla polizia del Bangladesh sospettate di aver ucciso il cooperatore italiano Cesare Tavella, 51 anni, veterinario, morto in un agguato il 28 settembre scorso a Dacca. A riferire la notizia è Bdnews24. I loro nomi sono: Chakti Russell, Kala Russell, Shooter Rubel e Sharif.  In merito all’arresto, l’ispettore Monirul Islam ha riferito che tre dei quattro arrestati “sono direttamente coinvolti nell’omicidio” mentre il quarto sarebbe accusato di favoreggiamento per aver fornito la moto usata per l’omicidio. Il fermo dei sospettati dell’omicidio è avvenuto ieri nella capitale, in aree distinte.  E’ stata posta sotto sequestro dagli inquirenti anche una motocicletta che sarebbe stata usata per l’azione delittuosa.