INGRESSO DEL BAMBINO ALLA SCUOLA ELEMENTARE: E' PRONTO? LE VALUTAZIONI DEL CASO

 a cura della Logopedista Chiara Marianecci  – Centro Psicologia Castelli Romani

Si parla sempre più frequentemente di difficoltà e disturbi specifici dell’apprendimento, ovvero lievi o gravi difficoltà riscontrabili nell’acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo, che possono compromettere non solo il rendimento scolastico del ragazzo ma creare anche quadri complessi di frustrazione, abbandono scolastico e fallimento. Al fine di avere una lettura più chiara del disturbo, fondamentale innanzitutto sarà comprendere come queste difficoltà (in quanto specifiche) non sono causate né da danni neurologici o sensoriali né tanto meno da ritardo mentale o deprivazione ambientale. È verificata ormai la forte vicinanza che c’è tra apprendimento scolastico e linguaggio del bambino.

Imprescindibile, a tale proposito, sarà quindi la conoscenza dei cosiddetti indici predittivi: quegli aspetti cioè tipici del linguaggio che dovrebbero, in primis, essere individuati da un genitore e/o da una maestra, e in secondo luogo trattati da uno specialista, in maniera particolare da un Logopedista.

Ma quali sono gli indici predittivi di cui si sta parlando? Come possono essere individuati? Come si può intervenire? La ricerca nazionale ed internazionale ha avuto modo in questi anni di verificare come alcuni aspetti appartenenti al sistema linguistico risultino cruciali per un buon apprendimento della letto scrittura.

A tal proposito, il primo aspetto che deve venire considerato è l’inventario fonetico: un bambino all’ultimo anno di scuola materna non può presentare dei suoni linguistici non ancora acquisiti; capita spesso cioè di trovare piccoli che perseverano l’espressione verbale errata di alcuni suoni (cuscino  cuccino, o magari non articolano adeguatamente la r o la s, la ci, la gi e tanti altri). Secondo aspetto da non sottovalutare è poi il possesso di un carente livello lessicale: un bambino che presenta un eloquio molto povero, che produce con fatica enunciati completi a quattro/cinque anni, o che manifesta difficoltà nel comprendere frasi in cui si possa utilizzare un termine meno comune rispetto al solito, necessita infatti di una maggiore stimolazione da questo punto di vista; un lessico povero potrebbe sfociare, in seguito, non solo in difficoltà di capacità di lettura e soprattutto in incapacità di portare a termine attività di composizione scritta (ad esempio temi) ed orale (ad esempio interrogazioni, esposizione libera di un argomento etc), ma anche e soprattutto nella comprensione di ciò che si ascolta e che si legge, aspetto cruciale per lo studio.


Altrettanto importanti inoltre sono le capacità meta fonologiche, tutte quelle capacità cioè di “manipolare” il linguaggio. Parliamo di quei giochi che spesso si fanno con le parole come, ad esempio, indovinare una parola che viene detta segmentata, riconoscere una rima, o cancellare la prima o l’ultima sillaba di una parola: tutte attività queste che un bambino all’ultimo anno di scuola materna dovrebbe saper fare naturalmente, perché ha raggiunto quello che viene definito come “livello di sviluppo linguistico adeguato”. In maniera particolare, capacità come quelle elencate, appaiono poi estremamente importanti per arrivare ad un corretto uso della lettura e della scrittura: abilità che iniziando da un lento processo di analisi in sillabe, raggiungono via via un maggiore automatismo. Determinanti infine sono tutte le attività manuali di “pregrafismo” e il possesso di un buon livello di memoria e attenzione, difficoltà queste facilmente riabilitabili quando carenti. Quello che si consiglia, in conclusione, dopo aver acquisito consapevolezza dei cosiddetti indici predittivi, andare a verificare se il proprio bambino presenti carenze da tutti questi punti di vista, quindi rivolgersi al più presto ad un logopedista di fiducia che possa, attraverso un ciclo di terapie, riabilitare le corrette funzioni linguistiche nel bambino e di conseguenza prevenire o in ogni caso limitare l’emergere di future difficoltà di apprendimento. Naturalmente non è scontato che sia sufficiente tutto questo affinchè un DSA possa ugualmente esprimersi.

Per info e contatti: 

Chiara Marianecci
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