ISIS: OBAMA INVIA 500 UOMINI A BAGHDAD
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di Matteo La Stella
Baghdad – Nell'area di Falluja, le forze armate irachene sono riuscite a sventare un duplice attacco jhiadista indirizzato a due diverse basi militari, rispettivamente a nord e a sud della seconda provincia a maggioranza sunnita della regione di al-Anbar, nell'Iraq occidentale. L'attacco suicida messo in piedi dai miliziani dell'Isis, avrebbe previsto 2 veicoli bomba da una parte e 4 automezzi tra cui una ruspa dall'altra. Per contrastarlo, i militari iracheni hanno utilizzato dei missili anticarro a guida laser di matrice Russa, i “Kornet”, capaci di uccidere i kamikaze e neutralizzare il pericolo.
Il metodo, usato a più riprese, era già stato utile a metà maggio per gli uomini del califfato, che lo avevano adoperato per abbattere la resistenza e riprendere il controllo del capoluogo di Ramadi. Proprio per questo, gli Stati Uniti hanno deciso di fornire all'esercito di Baghdad 2mila batterie anticarro e, oltretutto, nella giornata di ieri, la coalizione internazionale sotto la guida degli USA, ha bombardato e distrutto Hawijah, nel nord del paese. Quì, 55 chilometri a sud di Kirkuk, a detta di alcuni sorgeva la più grande fabbrica di autobombe mai costruita tra Siria ed Iraq. I numeri del raid parlano di oltre 70 morti, tra civili e miliziani dell'Isis.
di Maurizio Costa
Baghdad – Dieci persone sono morte in un attentato a Baghdad, mentre altre 8 vittime si contano nel quartiere di Karrada, colpevoli solamente di frequentare una moschea sciita.
I mandanti di questi ed altri atroci delitti sono i nuovi adepti dello "Stato Islamico", un’istituzione non riconosciuta fondata dal califfo Abu Bakr al-Baghdadi, che ha proclamato l’indipendenza dall'Iraq a gennaio. L’obiettivo di questo “Stato nello Stato” è quello di estendere il proprio dominio non solo in Iraq ma anche in Siria, Giordania, Israele, Palestina, Libano, Kuwait e Cipro.
Facendo ricorso alla jihad, che significa il “massimo sforzo”, azione che può portare anche ad una guerra santa, il califfo e i suoi discepoli vogliono distruggere e uccidere chiunque si metta sul proprio cammino di conquista.
Il 25 luglio, l’Isis distrugge la Moschea di Giona a Mosul, perché frequentata anche da cristiani. L’unico modo di salvarsi per i perseguitati è quello di abbandonare la zona oppure pagare una tassa ai terroristi.
La situazione è diventata talmente grave che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha deciso di bombardare le zone calde nel nord dell’Iraq per cercare di disperdere l’Isis. Non si esclude un intervento terrestre.
Intanto le atrocità non si sono fermate. L’ isil ha segregato sui Monti del Sinjar oltre 40mila Yazidi, una minoranza che si trovava d’intralcio nell’avanzata dei jihadisti nel nord dell’Iraq. Più di 20mila tra uomini, donne e bambini sono riusciti a scappare, ma il resto è ancora sotto mira dell’Isis. I jihadisti hanno perpetrato un vero e proprio massacro: più di 500 Yazidi sono stati uccisi e sepolti, alcuni mentre erano ancora in vita. Un crimine contro l’umanità inaccettabile. Inoltre, quasi 300 donne sono state rapite per essere ridotte in schiave, agli ordini dell’Isis.
Intanto, continuano i raid degli Usa, che, insieme all’Ue, hanno intenzione di rifornire di armi i Curdi per cercare di arginare l’emergenza procurata dall’Isis.