Disturbo dello spettro autistico: i giovani di “Con-Tatto” fanno tappa a Bolsena

BOLSENA (VT) – Hanno fatto tappa a Bolsena, sabato scorso, i giovani di “Con-tatto” – progetto sperimentale che coinvolge ragazzi con disturbo dello spettro autistico accompagnati da un team specializzato, sostenuto dal Rotary Distretto 2031 e organizzato dall’Asl Città di Torino, con la direzione del dottor Roberto Keller, direttore del Centro regionale autismo adulti Asl città di Torino -, in cammino sulla via Francigena verso Roma per incontrare papa Francesco.

A portare il saluto di Bolsena l’assessore comunale al turismo religioso, all’accoglienza, all’ufficio turistico e alla pro loco Roberto Basili e la presidente della Pro loco Bolsena Elena Materazzo. A coordinare l’accoglienza, l’ufficio turistico di Bolsena, in collaborazione con l’associazione Via Francigena in Tuscia e il Corpo Italiano di San Lazzaro. Il progetto “Con-Tatto” ha l’obiettivo di migliorare le abilità adattative dei ragazzi con disturbo dello spettro autistico, quali i campi della cura del sé, della comunicazione, delle relazioni sociali, dell’uso delle risorse della comunità e dello sviluppo dell’autodeterminazione.

“È un’iniziativa a carattere sociale di grande rilievo – afferma l’assessore Basili -. Sono stato ben lieto di accogliere i ragazzi e le persone che li seguono. Il gruppo, accompagnato dalla guida turistica Maria Pace Guidotti, ha avuto modo di conoscere le bellezze storiche e artistiche di Bolsena, tra cui la basilica di Santa Cristina e la Rocca Monaldeschi della Cervara”.

“È stata una bellissima esperienza – sottolinea la presidente della Pro loco Bolsena Materazzo -, resa possibile dalla sinergia con la casa di accoglienza delle Suore del Santissimo Sacramento e con alcune attività ristorative: la Trattoria Da Picchetto, la Rosticceria Lo Spigolo, la Pasticceria Cappelloni, che hanno pensato e realizzato un menù dedicato con le eccellenze del nostro territorio. E un ringraziamento va ai bolsenesi del quartiere castello, per aver aperto le porte della chiesina della Madonna dei Cacciatori, un piccolo e nascosto gioiello architettonico”.




Autismo: presentato a Pordenone il vademecum per il soccorritore

PORDENONE – Alla presenza del prefetto di Pordenone Maria Rosaria Laganà, i Vigili del fuoco hanno presentato una pubblicazione dal titolo “Persone con disturbi dello spettro autistico (ASD) in emergenza. Vademecum per il soccorritore”, elaborata nell’ambito di una collaborazione con la Fondazione Bambini e Autismo ONLUS di Pordenone.

Il vademecum è strutturato in più sezioni: dalle nozioni di base sull’autismo,  alle indicazioni su come riconoscere una persona con tale sindrome e come comportarsi nel caso sia coinvolta in una situazione di emergenza.

Sono state raccolte in un moschettone delle schede con le immegine dei vari scenari di soccorso per poter comunicare rapidamente con le persone con disturbi ASD.

Durante l’incontro alla prolusione del Prefetto sono seguiti gli interventi del comandante provinciale, ing. Doriano Minisini e della presidente della Fondazione Bambini e Autismo ONLUS, dott. ssa Cinzia Raffin, che ha colto l’occasione per illustrare lo stato dell’arte sulla conoscenza dell’autismo, anche a livello internazionale, evidenziando come gli attuali dati dichiarino un caso di autismo ogni 68 nati. L’arch. Stefano Zanut, che per il comando provinciale ha curato la redazione del vademecum assieme a un’ équipe della Fondazione, si è quindi soffermato sulle ricadute operative del vademecum, illustrando alcuni casi risolti proprio grazie alla specifica formazione del personale intervenuto

Presenti all’incontro anche i vertici dei Carabinieri, della Questura e della Guardia di Finanza, oltre che rappresentanti di amministrazioni locali.




Latina, spazio Comel: non Solo Blu Dona un Colore per l’Autismo

 

LATINA – Blu è il colore dell’autismo, ma quando si vuole aiutare chi è affetto da questa malattia si cerca di rendergli la vita piena di colori; questo è lo scopo per cui è stata organizzata la mostra “Non Solo Blu. Dona un Colore per l’Autismo”.

Lo Spazio Comel Arte Contemporanea organizza una collettiva di artisti che si sono uniti per una causa benefica. Un’esposizione che comprende pittura, scultura e fotografia e che sarà inaugurata sabato 8 luglio.

La Onlus romana La Sonda su Marte si occupa di ragazzi autistici e delle loro famiglie, con il “Progetto Casa Nostra” si è prefissa un traguardo importante: creare una realtà dove i ragazzi afflitti da DSA (Disturbo dello Spettro Autistico) possano rendersi indipendenti dalla famiglia e possano imparare a provvedere a se stessi attraverso attività quotidiane e laboratori di diverso tipo.

Il progetto è già avviato ma ha bisogno di fondi per proseguire in tutte le sue fasi, per questo lo Spazio Comel, contando sulla generosità degli artisti, ha organizzato la collettiva Non Solo Blu, che non sarà una mostra come tutte le altre, ma sarà finalizzata a un’asta di beneficenza, il cui intero ricavato andrà a sostenere il “Progetto Casa Nostra”.

La mostra vede la partecipazione di ben venti artisti che hanno aderito donando una loro opera. Artisti affermati e giovani emergenti con un unico obiettivo: quello di aiutare chi ha più bisogno.

Il pubblico, dopo aver osservato le opere in esposizione, già dal giorno dell’inaugurazione potrà fare una prima offerta in busta chiusa da cui partirà l’asta di beneficenza che si terrà mercoledì 12 luglio alle ore 18.30. Tutti sono invitati a intervenire e a partecipare attivamente alla raccolta fondi a favore del “Progetto Casa Nostra”.

Si ringraziano gli artisti che hanno generosamente donato una loro opera: Claudia Artuso, Fabrizio Bellachioma, Gaetana De Longis, Emanuela Del Vescovo, Massimiliano Drisaldi, Antonio Farina, Kudelya Liliya, Venanzio Manciocchi, Patrizio Marafini, Francesco Martelli, Annalisa Medici, Enzo Natilli, Cinzia Pellin, Mostafa Rahimi Vishteth, Elisa Saltarelli, Emilio Sorvillo, Franco Ciro Tirelli, Angelo Tozzi, Livio Traunini, Angelo Zuena.

Orari di visita: tutti i giorni dalle 18.00 alle 20.00 – Ingresso libero
Asta di beneficenza: mercoledì 12 luglio ore 18.30




Roma, Mogol inaugura "Un pezzetto di Paradiso" struttura contro l'autismo

Redazione

ROMA – Saranno Mogol e sua moglie, Daniela Gimmelli, insieme con Giampaolo Nicolasi, della Comunità Incontro di Amelia, a battezzare “Un pezzetto di Paradiso”, struttura polivalente contro l’autismo e il disagio psichico attivata dall'Annaa (Associazione nazionale no all'autismo) con i terapisti Anpet. Dalle 19 alle 22, a Roma, presso la Galleria Plus Arte Puls di Viale Mazzini 1, si terrà una serata benefica a favore dei ragazzi ospitati dalla struttura. Nata tra Guardea e Alviano, in provincia di Terni, si tratta di un grande casale con sei ettari di terreno, animali e arnie, per rispondere ai bisogni dei ragazzi ormai adulti abbandonati dall’assistenza pubblica alle famiglie che – fiaccate e sfinite – non hanno i mezzi tecnici, morali e spesso economici, per far fronte al disagio.
I principi ispiratori dell’esperienza sono quelli di dare autonomia, dignità e futuro a persone “arrabbiate” perché chi e quanto gli è intorno non li comprendono e gli chiedono di “star buoni”, laddove invece hanno tanto da dare e fare. In attesa che la ricerca offra soluzioni a una sindrome che “non si sa da dove viene e non si sa come si cura”, attraverso il lavoro degli orti e dei campi, la cura degli animali, la partecipazione alla vita delle piccole comunità della zona si accresceranno l'autonomia e l'autostima a queste persone.
Agli ospiti della serata sarà offerto un bicchier di vino dai sommelier dell’Ais Lazio, accompagnato con pizza e mortadella, rifacendosi alle tradizioni quasi quarantennali della Comunità Incontro. La cornice sarà quella della mostra RYTHM, una selezione di opere – curata da Paola Valori – dedicata alla creatività femminile che si ispira al ritmo e al fluire del tempo.




AUTISMO, DUBBI SULL'ASSUNZIONE DEL PARACETAMOLO IN GRAVIDANZA

Redazione

Il paracetamolo è fra i pochi farmaci concessi alle donne in gravidanza, ritenuto sicuro per la futura mamma e il suo bambino. Ma fa discutere uno studio spagnolo pubblicato sul 'Journal of Epidemiology', secondo cui assumere l'analgesico e antifebbrile durante la gestazione potrebbe aumentare nei bimbi il rischio di autismo, iperattività e problemi di attenzione. I risultati del lavoro, condotto su 2.644 donne che assumono spesso il farmaco e sui loro figli esaminati all'età di 5 anni, rimbalzano online insieme alle rassicurazioni degli scienziati.

"Non esistono evidenze sufficienti per sostenere l'esistenza di un legame causa-effetto", precisa sull''Independent' James Cusack, direttore scientifico della charity inglese Autistica: "I risultati presentati sono preliminari e non dovrebbero preoccupare le famiglie e le donne in gravidanza". A tranquillizzare sono gli stessi autori del lavoro, del Creal Institute di Barcellona: "Prima di cambiare le raccomandazioni attuali – puntualizzano – sono necessarie nuove ricerche per fare chiarezza, e soprattutto dettagli più precisi sui dosaggi di medicinale" che potrebbero dare problemi.

Sul 'Telegraph' Jordi Julvez, co-autore dello studio delle polemiche, ipotizza tuttavia possibili effetti del paracetamolo sul sistema immunitario del nascituro e sul suo neurosviluppo, considerando che il farmaco agisce attraverso i recettori cerebrali dei cannabinoidi e che questi 'interruttori' hanno un ruolo chiave nel determinare il corretto dialogo fra neuroni.




AUTISMO E LA GIORNATA MONDIALE: NEL CHIASSOSO FRASTUONO DELLA GENETICA IRROMPE SILENZIOSA L’EPIGENETICA

 

LEGGI ANCHE:AUTISMO: QUALCOSA ACCADE ALLA NOSTRA SOCIETA' AL LIVELLO EPIDEMIOLOGICO

 

L’Osservatore d’Italia intervista il dr Girolamo Giannotta che in maniera realistica e concreta, spiega la sostanziale differenza dei fattori che influiscono sulla patologia, poiché anche se il substrato genetico ha un ruolo stabilito nell’autismo, sono i fattori ambientali prenatali e perinatali a rappresentare un rischio significativo per la malattia. Giannotta conclude, studiando i reports emersi, che la teoria genetica dell’autismo non si è mai spinta oltre la percentuale del 25-30%, e per tale implicita ammissione, spiega come il resto è dovuto al ruolo dell'epigenetica.
 

di Cinzia Marchegiani

Il 2 aprile è stata la Giornata Mondiale dedicata alla consapevolezza dell’Autismo, una patologia che sta allarmando seriamente molti medici e scienziati, il numero in crescita esponenziale dei bambini colpiti da questa malattia è un fatto ormai acclarato. Oggi dedichiamo la vera informazione cercando di essere vicino alle famiglie che si sentono oltraggiate dalle diatribe tra scienziati. I figli con questa patologia sono in aumento e pensare ad una dinamica essenzialmente riconducibile alla causa genetica fa emergere una logica con più ombre che luci su come si voglia affrontare con serietà questo argomento, che purtroppo rimane sulla carta pieno di tante pubblicazioni e scoop scientifici, mentre nella quotidianità le famiglie si sentono  troppo spesso abbandonate al loro destino, soprattutto quelle dei bambini danneggiati da vaccino o colpiti da questa terribile malattia, costretti a combattere contro il proprio riconoscimento al diritto di salute e all'assistenza.

Sull’autismo l’Osservatore d’Italia aveva già realizzato un’intervista al dr Girolamo Giannotta, che con molta professionalità aveva spiegato ai nostri lettori come per questa patologia, ancora oggi per molti versi dibattuta scientificamente, ci sono diverse linee di evidenza che supportano l’idea che sia un membro tipico di una grande famiglia di malattie croniche, non infettive, immuno-correlate ed associate alla società post-industriale. La famiglia di questa nuova nobiltà – spiegava il dr Giannotta – annovera tra i suoi membri le malattie auto-infiammatorie, allergiche ed auto-immuni che sono la conseguenza di una forte destabilizzazione del sistema immunitario. “Queste malattie sono il risultato dell’interazione tra genetica ed epigenetica, hanno cause scatenati, esiste un ruolo apparente del sistema immunitario nella patogenesi, sono altamente prevalenti, l’eziologia e le manifestazioni sono complesse. Se anche l’autismo è una questione associata all’ipersensibilità immunitaria, che si manifesta in modo epidemico in una società post-industriale, c’è da pensare che la sola presa di coscienza possa consentire di adoprarsi per la sua prevenzione” – nel dettaglio approfondiva il dr Giannota.

La progressione dell'autismo negli ultimi 20 anni ha visto un repentino peggioramento, da un rapporto di 1:10.000 ad 1:90-100 in Italia, negli USA addirittura 1:68. Dati agghiaccianti che non spiegano la correlazione di questa malattia con un fattore genetico. Dr Giannotta, ci spiega meglio questi numeri?
Eventi genetici che possano giustificare questa drammatica ascesa della prevalenza dell’autismo sono difficilmente concepibili, anche se ci spingessimo a guardare il problema nell’arco degli ultimi 50 anni (epoca tossicologicamente post-industriale), durante il quale al massimo possono essere state prodotte due generazioni umane. Con due sole generazioni umane non credo sia possibile cambiare in modo così drammatico la prevalenza di una malattia ed attribuite tale cambiamento ad un esclusivo fattore genetico. Più realisticamente, visto che il mondo accademico globale è cresciuto impregnandosi di teorie darwiniane, che governano la scena da 150 anni, è fin troppo semplice e semplicistico rifarsi ad esse più che a Lamark. Uscendo fuori da questo rigido schema, mi sento di dire che la sequenza del genoma (successione di basi nel DNA) può rimanere inalterata nel tempo e non codificare lo stesso fenotipo (soggetto così come appare) di qualche generazione fa poiché, pur rimanendo invariata l’informazione genetica in questi differenti soggetti, può essere cambiata la sua capacità di esprimere le informazioni che gli stessi geni veicolano, allora come ora. Altro equivoco del quale ci dobbiamo sbarazzare è la tesi che anche gli enzimi che modificano il DNA sono geneticamente determinati. Seppur ciò corrisponda a verità, sono tanti gli esempi di sostanze estranee al materiale genetico che condizionano la funzionalità degli enzimi epigenetici. In altre parole, gli enzimi che silenziano i geni sono codificati dai geni presenti nel DNA, ma la loro funzione è condizionata dai fattori ambientali che interferiscono con la loro funzione, ed in ultima analisi, stabiliscono se quel gene, e le informazioni che esso trasporta possono essere espressi in quel contesto biologico.

Dr Giannotta, in molti casi di autismo ed ASD esiste una disfunzione dell’immunità innata. Ne deriva che la disfunzione immune associata all’autismo e mediata dall’ambiente e/o da cause epigenetiche o genetiche?
La disfunzione dell’immunità innata è una disfunzione del sistema immunitario che mette in campo attivazione, infiammazione ed autoimmunità. Pensare che dei geni siano cambiati in modo così repentino è troppo audace ed irrealistico. Viceversa abbiamo prove concrete di eventi epigenetici in questo settore. Napoli et al., hanno dimostrato che il danno del DNA mitocondriale, forse provocato dalle specie reattive dell’ossigeno, era più comune in 67 bambini con ASD rispetto a 46 bambini normali.
Per Hertz-Picciotto et al., i PM 2.5 (componente del particolato dell’aria inquinata) possono alterare lo sviluppo del sistema immune neonatale. Questi autori hanno studiato nella Repubblica Ceca 1397 bambini che erano stati esposti in gravidanza ai PM2.5 ed ai PAH (idrocarburi aromatici policiclici) e tale esposizione era associata con la riduzione delle cellule T e l’incremento delle cellule B nel sangue del cordone ombelicale. Studi in vivo nei roditori, hanno dimostrato che i PM 2.5 attivano l’asse dello stress, attivano la microglia e provocano la produzione di citokine pro-infiammatorie nel cervello. Raz et coll., hanno esplorato l’associazione tra l’esposizione materna al particolato (PM) dell’aria respirata in gravidanza e la probabilità di ASD nel proprio bambino. Si tratta di uno studio caso-controllo nidificato che comprendeva 245 casi di ASD e 1522 bambini senza ASD. Gli autori hanno concluso dicendo che la più alta esposizione materna al PM 2.5 durante la gravidanza, particolarmente nel terzo trimestre, era associata con una più grande probabilità di avere un bimbo con ASD. Inoltre, ci sono numerosi lavori che dimostrano che tra soggetti autistici e normali esiste una produzione differenziata di citokine e recettori citokinici. Una selettiva riduzione della popolazione dei linfociti T è prodotta nella prole dall’esposizione a fumo materno, mercurio e PCB. Un incremento del rischio di malattie autoimmuni si ha con l’esposizione gravidica a diossina, mercurio e piombo; ed il consumo di alcool in gravidanza provoca l’incremento della produzione di IL-6 e l’eccessiva produzione di specie reattive dell’ossigeno. Secondo Beversdorf et al., lo stress materno è particolarmente nocivo nelle prime 32 settimane di gestazione in termini di rischio di autismo da componente ambientale. Tra la 21a e la 32a settimana si collocherebbe la finestra di suscettibilità per l’autismo correlata allo stress materno. Per altri autori, le finestre di suscettibilità al danno da fattori ambientali esisterebbero in tutti i tre trimestri di gravidanza.

Il CDC spiega che la diagnosi ASD può essere difficile in quanto non vi è alcuna prova medica, come un esame del sangue, per diagnosticare i disturbi, ma conferma che la prescrizione di farmaci come acido valproico e talidomide durante la gravidanza sono stati collegati con un rischio più elevato di ASD
Certamente, il danno indotto nella prole, in corso di gravidanza, è stato associato all’assunzione dell’antiepilettico acido valproico. Recentemente Christensen et al., hanno evidenziato che il suo uso in gravidanza era associato con un incremento significativo del rischio di disordini dello spettro autistico nella prole. In definitiva, le modifiche epigenetiche nei casi di ASD consistono di metilazioni, modificazioni degli istoni, rimodellamento della cromatica, ed altro. Le interazioni tra ambiente e geni che influenzano l’espressione genica includono processi metabolici quali lo stress ossidativo, le funzioni mitocondriali, le metilazioni, le funzioni immunitarie e l’infiammazione. In maniera realistica e concreta, mi sento di dire che il substrato genetico ha un ruolo stabilito nell’autismo, ma i fattori ambientali prenatali e perinatali rappresentano un rischio significativo per la malattia.

Autismo e genetica dr Giannotta, in questi giorni si è cercato di spiegare questa patologia multi complessa in questa direzione. Possibile un’etichetta così semplicistica?
In maniera realistica e concreta, mi sento di dire che il substrato genetico ha un ruolo stabilito nell’autismo, ma i fattori ambientali prenatali e perinatali rappresentano un rischio significativo per la malattia. Aggiungo, che la teoria genetica dell’autismo non si è mai spinta oltre la percentuale del 25-30%, e per tale implicita ammissione, il resto è epigenetica.

Il 2 Aprile è stato dedicato alla giornata mondiale all’Autismo, i monumenti del mondo si sono illumninati di blu. Un evento che però ha sollevato soltanto l’ennesimo chiassoso frastuono sulla natura genetica di questa patologia multi complessa, mentre silenziosamente l’epigenetica, come ci ha dettagliatamente spiegato il dr Girolamo Giannotta, irrompe e con assoluta evidenza medica e scientifica guarda seriamente in faccia questo mostro, indicandoci con umiltà che le cause sono essenzialmente pre-natali e sono rimediabili, perché il grosso lavoro per custodire la vita che nascerà si costruisce in gravidanza, perché nei nove mesi si esalta l’epigenetica.




AUTISMO: QUALCOSA ACCADE ALLA NOSTRA SOCIETA' AL LIVELLO EPIDEMIOLOGICO

Importanti osservazioni del dottor Girolamo Giannotta sull’autismo che ricorda come sia a tutti gli effetti un membro di una famiglia allargata di epidemie post-industriali che coinvolgono una risposta immune inappropriata. La società industriale ha depositato un pesante carico tossicologico capace di intaccare la nostra prole. Tra gli imputati il mercurio che non è solo presente nei vaccini. Nel periodo gestazionale lo sviluppo del cervello dipende dalla genetica ma anche dalla dieta della madre se si alimenta con pesce contaminato

di Cinzia Marchegiani

A parlarci di autismo interviene il dottor Girolamo Giannota, medico pediatra che da tempo sta analizzando molti studi in merito a questa malattia che ad onor di cronaca comincia a diventare non più una patologia rara, i numeri in crescita purtroppo cominciano ad indicare che qualcosa di importante sta accadendo alla nostra società a livello epidemiologico e non solo. Per il dr Giannotta ci sono diverse linee di evidenza che supportano l’idea che l’autismo è un membro tipico di una grande famiglia di malattie croniche, non infettive, immuno-correlate ed associate alla società post-industriale. La famiglia di questa nuova nobiltà annovera tra i suoi membri le malattie auto-infiammatorie, allergiche ed auto-immuni che sono la conseguenza di una forte destabilizzazione del sistema immunitario:”Queste malattie sono il risultato dell’interazione tra genetica ed epigenetica, hanno cause scatenati, esiste un ruolo apparente del sistema immunitario nella patogenesi, sono altamente prevalenti, l’eziologia e le manifestazioni sono complesse. Se anche l’autismo è una questione associata all’ipersensibilità immunitaria, che si manifesta in modo epidemico in una società post-industriale; c’è da pensare che la sola presa di coscienza possa consentire di adoprarsi per la sua prevenzione.”

Il dottor Giannotta entra nel dettaglio e cerca di inabissarsi in quei vuoti e bui angoli che dovrebbero invero suscitare interesse.

« Se pensiamo che l’autismo è un membro di una famiglia allargata di epidemie post-industriali che coinvolgono una risposta immune inappropriata, ammettiamo fin da ora che la società industriale ci ha dotato di un carico tossicologico capace di intaccare la nostra prole e quella futura. Questa è decisamente una nuova ed olistica prospettiva che considera l’essere umano la risultante di un complesso processo di interazioni tra genetica ed epigenetica. Anche lo sviluppo del cervello nel periodo prenatale è la prova vivente che nessun processo evolutivo può realizzarsi indipendentemente dai fattori ambientali, che orchestrano e dirigono l’espressione genica, i cui prodotti (proteine) segnalano alle cellule quale è la strada temporale da percorrere.
Se è vero, come è vero, che lo sviluppo del cervello dipende dalla genetica e, soprattutto, dall’epigenetica; se sulla genetica possiamo incidere in misura infinitesimale, sull’epigenetica abbiamo la potenzialità di incidere decisamente per frenare questa continua ascesa della prevalenza dei disturbi pervasivi della comunicazione, che si sta realizzando sotto i nostri increduli occhi.»

AUTISMO E VITA INTRAUTERINA. PREVENZIONE

« Solo per ipotesi, se le radici della malattia emergono dalla vita intrauterina, è alla gestante che dobbiamo pensare per effettuare una minima prevenzione. Viceversa, se pensiamo che una parte dei casi si producono, come fatto iniziale, nella vita post-natale, dobbiamo concentrare la nostra attenzione sull’ambiente nutrizionale e tossicologico che circonda il neonato-lattante. Un esempio pratico vi farà capire la rilevanza del mio dire. Prendiamo il caso della tossicità del mercurio. Se pensiamo che il mercurio presente in piccole quantità in alcuni vaccini è lesivo per il sistema nervoso del neonato-lattante, potremmo anche decidere, in autonomia informativa, di non vaccinare il bambino. In questo caso abbiamo prodotto il nostro bilancio rischio/beneficio ed abbiamo allontanato il nostro bambino dal mercurio. Questo è quello che noi pensiamo di aver fatto adottando questa opzione. Ma siamo sicuri che questo bambino è libero dal mercurio? Evidentemente, siamo sicuri, ma è molto probabile che non sia così.
Tra i nutrizionisti italiani gira la bella e deleteria favoletta che la gestante deve mangiare molto pesce perché gli acidi grassi essenziali polinsaturi a lunga catena sono i precursori di EPA e DHA che servono al cervello fetale. Purtroppo, per la dinamica ambientale planetaria del mercurio, l’elemento tossico è concentrato nel pesce, e lo è in misura tanto maggiore, quanto più alta è la posizione del pesce nell’ambito della catena alimentare marina. Così la gestante consuma discrete ed importanti quantità di pesce che apportano molto più mercurio al feto di quanto possa fare la pratica vaccinale intera. Per di più, tale apporto avviene in un periodo di altissima vulnerabilità del cervello in via di sviluppo. Se questo è il danno, rimane la beffa che ci ha propinato il nutrizionista, che è un settorialista e non ha una mentalità olistica, poiché per lui gli alimenti sono solo fonte di nutrienti e non di nutrienti e di molecole tossiche eventualmente contaminanti. Inoltre, come fatto aggravante, è nella vita post-natale che servono molti acidi grassi per edificare le membrane del sistema nervoso centrale, poiché la mielinizzazione delle fibre nervose del cervello avviene nei primi due anni di vita post-natale.
Adesso sorge spontaneo il quesito: ha prodotto più danni il vaccino od il nutrizionista?
Mentre voi pensate che esiste anche la tossicologia che interessa l’unità materno-fetale, e della quale in pochi ne parliamo, io passo a fornirvi qualche altra notizia flash.
Nel 1992, Colborn and Clement, dissero alla comunità scientifica che certe sostanze chimiche di sintesi industriale erano in grado di attraversare la placenta e la barriera cerebrale, ed interferire con lo sviluppo e la funzione del sistema nervoso centrale del feto. Nel 1980 qualche studioso si preoccupava del fatto che la prevalenza dell’autismo era in aumento. Uno studio condotto nel 1998 nel New Jersey, dava prevalenze dello 0,40% e dello 0,67%, rispettivamente, per i criteri ristretti ed allargati per la diagnosi. Attualmente, la prevalenza negli USA di ASD pare che sia di 1 caso ogni 65 bambini, ben oltre l’1%.
Nel 1996 partirono le indagini strumentali con la risonanza magnetica nucleare (MRI), cominciarono le indagini istologiche su materiale umano e modelli animali, e cominciò ad essere evidente che le lesioni tipiche dell’autismo si verificavano prima o subito dopo la chiusura del tubo neurale che avviene attorno alle 6-7 settimane di gestazione.
Non mancano gli tabella sugli ormoni tiroidei. Vi ricordo che nelle prime settimane di gravidanza il feto è totalmente dipendente dagli ormoni materni e che gli ormoni tiroidei sono importantissimi per edificare una corretta struttura cerebrale. Nel 2003, Lavado-Autric et al., dimostrarono che esisteva un’anormale migrazione cellulare ed un’anormale cito-architettura nell’ippocampo e nella corteccia primaria somato-sensoriale nei piccoli ratti, la cui mamma era stata alimentata con una dieta carente di iodio. La carenza di ormoni tiroidei nelle fasi precoci della gravidanza non provoca l’autismo, ma imponenti e definitivi effetti sul divenire del sistema nervoso centrale che possono essere prevenuti solo con un banale dosaggio degli ormoni tiroidei e del TSH, appena dopo che è arrivata la notizia della gravidanza.»

MA QUANDO INIZIA L’AUTISMO?

«Accertato che non conosciamo la causa, non conosciamo l’iniziale evento della malattia, non conosciamo il tempo d’insorgenza, ma sapendo che le sostanze chimiche nocive raggiungono facilmente il cervello fetale, che il cervello fetale può essere compromesso nel suo iter evolutivo da tossici e carenze ormonali; non ci resta che proiettarci sui temi più dibattuti, senza esprimere un giudizio di merito derivante da personali convinzioni.
La prima cosa sulla quale fare chiarezza sono i disturbi intestinali che spesso si associano ai sintomi neurologici e psichici, nei bambini affetti da questa patologia. I disturbi intestinali cui si fa riferimento non sono le malattie infiammatorie intestinali (IBD), quali morbo di Crohn e colite ulcerosa, che qualcuno in modo marchiano confonde. Le IBD non sono associate dagli studiosi all’autismo, almeno nella letteratura che ho letto, seppur entrambi abbiano una componente infiammatoria importante (l’unico articolo è stato quello di Wakefield costretto a ritrattarlo). Visto che siamo nell’intestino dobbiamo pure sfatare il mito della dieta “Gluten-Free, Casein-Free”. Tale dieta viene adottata su bambini affetti da ASD che non hanno la celiachia. Il suo ipotetico razionale è alla base della teoria dell’asse microbiota-intestino-cervello, che si regge su questa catena di eventi: il microbiota è alterato, rende la mucosa intestinale suscettibile al danno, all’infezione, all’infiammazione, all’anormale digestione, allo sbilanciamento del sistema immunitario ed alla cross-reazione in altri tessuti, incluso il cervello. È decisamente una catena di eventi sulla quale non posso esprimere opinioni; ma che comunque mi detta una relazione temporale: il danno intestinale precede e determina il danno neurologico.»

NEURO- INFIAMMAZIONE…IN CASO DI ASD, SI MA QUANDO INIZIA?

«L’altro campo di battaglia è la neuro-infiammazione in caso di ASD. Ci sono troppe cose che bollono in pentola ma manca l’elemento chiave: quando inizia e dove inizia?
In attesa della fondamentale risposta, vi dico che le ricerche attuali sono incentrati sulle risposte anomale del sistema immunitario prodotte in risposta a non si sa che cosa. Poi i filoni utilizzati privilegiano, di volta in volta, lo stress ossidativo, la disfunzione mitocondriale, l’esposizione a tossine ambientali e l’alterazione del sistema immunitario.
Infine, alcuni quesiti li lascio alla vostra riflessione: è possibile che il cervello durante la gravidanza non venga influenzato dalle molecole chimiche nocive disperse nell’ambiente? Siamo in grado di discernere tra causa prenatali e cause post-natali? La malattia quando, e dove inizia? La neuro-infiammazione quando inizia dove inizia e chi la scatena?
Anomalie istologiche cerebrali possono attivare la neuro-infiammazione, ed essa è causa od effetto del danno? Il fetal programming prenatale che ruolo ha nello stress del feto, poiché esso attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene ed inattiva l’asse con la tiroide e le gonadi? Il fumo di sigaretta ed altri fattori quali la carenza di ormoni tiroidei e della vitamina D li abbiamo considerati?»

Conclude il dr Giannotta con un aneddoto: “Stewart Johnson, aveva un figlio autistico che spesso manifestava episodi autodistruttivi e la disperazione lo indusse a cercare tabella in merito. Un giorno ne lesse uno, prodotto dall’Università dell’Iowa, che sosteneva che c’è stato un successo nel trattamento dei pazienti con il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa (entrambi IBD) con le uova di Trichuris suis (un parassita del maiale). Nelle IBD il sistema immune attacca la parete intestinale. Vargas et al. hanno dimostrato un’attivazione gliale estesa e la neuro-infiammazione nel cervello dei pazienti con autismo. Il signor Stewart è stato veloce di pensiero ed ha formulato l’ipotesi che esisteva una connessione tra intestino e cervello, fino a spingerlo ad ipotizzare la risoluzione del problema intestinale come apripista per la risoluzione del problema neurologico. Il dr. Eric Hollander ed il dr. Montefiore, non della Papuasia ma, del Medical Center University of the Albert Einstein College of Medicine, hanno preso la palla al volo ed hanno ottenuto il permesso da parte della FDA (Food and Drug Administration), che è la principale agenzia regolatoria sull’uso dei farmaci degli USA, di trattare il povero bambino di Stewart con le uova di parassita con l’etichetta delle“cure compassionevoli”. Dopo 10 settimane di trattamento con 2500 uova date ogni 2 settimane, i sintomi erano scomparsi. Il bimbo smise di picchiare la testa contro le pareti. Il comportamento psicotico si era arrestato e la vita del bimbo divenne normale.
La situazione testé riferita ha portato comunque ad un’ipotesi scientifica: il parassita intestinale può attivare la risposta di tipo TH2, e come conseguenza, sopprime la risposta TH1, la quale è usualmente implicata nelle malattie autoimmuni. Rottamata la prima, la seconda ipotesi formulata attribuisce al parassita la capacità diretta di modulare l’attività delle cellule Treg. I Treg sopprimono l’attivazione del sistema immune, perciò lo preservano dagli attacchi contro i propri tessuti. L’induzione delle cellule Treg nell’intestino modifica lo stato infiammatorio che risulta in una ridotta infiammazione del cervello.
Questo non vuol dire che cureremo l’autismo con i parassiti di maiale."

Riflessioni, osservazioni sempre importanti, perché lasciano la traccia di un viaggio, di uno studio che cerca tanti in tanti perché e le molteplici risposte, nascoste nell'ngegneria umana, fatta di tante molecole e cellule che improvvisamente rispondono agli imput di un sistema esterno forse per proteggere qualcosa di davvero miracoloso, la vita. Mai arrendersi, questi bambini hanno bisogno di risorse umane e intellettive, capaci anche di dare supporto e assistenza. 




SAVONA, VADO LIGURE AUTISMO E DISAGIO PSICHIATRICO: 12 ARRESTI PER MALTRATTAMENTI, AGGHIACCIANTI LE URLA DI DOLORE DEI PAZIENTI

Redazione

Savona – I finanzieri del Comando Provinciale di Savona hanno eseguito 12 provvedimenti cautelari (nove in carcere e tre ai domiciliari) e quattordici misure interdittive a carico di operatori socio-sanitari addetti alla cura di persone affette da problemi neurologici e psichiatrici ricoverate presso una struttura di degenza di Vado Ligure, nel reparto denominato 3D.
E' la fiducia dei cittadini nella Guardia di Finanza che ha portato agli arresti di oggi. Alcuni parenti di persone ricoverate avevano, infatti, telefonato al 117 del Comando Provinciale di Savona per segnalare i loro sospetti circa maltrattamenti sopportati dai loro cari.
Nelle telefonate al 117 i familiari dei ricoverati hanno riportato il disagio dei loro figli che vivevano nella paura e parlando di un operatore, dicevano: "con lui non ci voglio stare, quello mi massacra!".
Le indagini avviate hanno subito fatto intravvedere la possibile triste realtà e, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Giovanni Battista Ferro, il Gruppo di Savona ha avviato accertamenti tecnici che hanno fissato, in circa cinquanta giorni di riprese, più di cento episodi di maltrattamenti (pugni calci schiaffi umiliazioni) resi evidenti dalla drammatica efficacia delle immagini e dei suoni registrati con l'ausilio delle microspie e telecamere collocati all'interno della struttura.

I finanzieri hanno purtroppo dovuto ripercorrere tutte le agghiaccianti immagini e urla di dolore provenienti dal "Nucleo 3D" al fine di attribuire a ciascuno le sue responsabilità. Alla fine degli accertamenti, il G.I.P. Fiorenza Giorgi, accogliendo l'istanza del Pubblico Ministero, ha ordinato l'arresto di dodici operatori di cui nove con responsabilità più gravi in carcere e tre ai domiciliari. Solo quattro operatori su sedici sono risultati del tutto estranei agli episodi accaduti.
Le aziende sanitarie pagano cifre ingenti per garantire l'assistenza umana e dignitosa di persone con disturbi che spaziano dall'autismo al grave disagio psichiatrico, certo magari difficili da trattare ma per questo ancor più bisognose di assistenza attenta e qualificata.