"Assopigliatutto" nel Casertano. Quella rete fra imprenditori e funzionari pubblici

di Paolino Canzoneri

CASERTA – Carabinieri e Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazone denominata "Assopogliatutto" hanno eseguito in alcuni Comuni del casertano misure di custodia cautelare emesse dall'ufficio G.I.P del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per 20 persone fra amministratori locali, politici, pubblici funzionari e imprenditori locali con la pesante accusa di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'asta e nello specifico sull'assegnazione illecita di appalti milionari.

 

Nomi di spicco Tra gli arrestati alcuni nomi di rilievo: il presidente della provincia di Caserta nonchè Sindaco di Avignano Angelo Di Costanzo di Forza Italia, il sindaco di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello del PD, il presidente del Consorzio di bonifica Sannio Alfano Pietro Andrea Cappella,  il comandante della Polizia municipale di Alvignano con l’assessore all’Ambiente e tra gli imprenditori locali spiccano Francesco Lavazzi fratello del titolare della squadra di Pallacanestro Juve Caserta e titolare della Impresud che si occupa di servizi ambientali, Luciano Sorbo, Luigi Imperadore imprenditore di Gioia Sannitica, Francesco Raucci, Pietro Terreni, Gaetano Russo, Antonio Manca, Pietro Andrea Cappella e Simone Luigi Giannetti. Domiciliari disposti per Giuseppe Simonetti, Antonella Tedesco, l'ex-sindaco di Casagiove Elpidio Russo, Giuseppe Imperatore, Gennaro D'Onofrio, Fabio Menditto e Domenico Marra. Risultano indagate altri quindici funzionari pubblici attualmente in stato di libertà.

 

Le indagini L'inchiesta della dalla Guardia di Finanza di Caserta coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere è frutto di capillari indagini che riguardano il biennio dal 2013 al 2015 dove dichiarazioni dell'ex presidente Cub Antonio Scialdone e l'impreditore Alberto Di Nardi, hanno potuto fare luce su accordi criminali tra pubblici amministratori e imprenditori indagati facendo emergere un sistema di assegnazione illecita di appalti del settore rifiuti a imprese consenzienti e amiche in cambio di appoggi, facilitazione e ovviamente denaro a fiumi. La dottoressa Antonietta Troncone ha condotto una esaustiva conferenza stampa presso l'ufficio del Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere

 

Gli appalti I reati contestati sono turbata libertà degli incanti, corruzione di pubblici ufficiali per atti contrari ai loro doveri d'ufficio, truffa ai danni di enti pubblici e abuso d'ufficio, tutti compiuti nell'interesse o, comunque, a vantaggio della Termotetti S.a.s. e di altre società riconducibili al gruppo Termotetti, colosso imprenditoriale operante in vari settori e in varie regioni d'Italia, riconducibili all'imprenditore originario di San Potito Sannitico, Luigi Imperadore. Le indagini hanno dimostrato che la Termotetti S.a.s., è riuscita ad aggiudicarsi illecitamente, tra il 2013 e il 2015, le gare d'appalto per l'affidamento del servizio d'igiene urbana e altre commesse pubbliche relative al delicato settore del ciclo integrato dei rifiuti, nei Comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove.Un'altra società del gruppo e, precisamente, il Consorzio stabile Sannio appalti S.c.a.r.L, sempre previa corresponsione di utilità illecite a pubblici funzionari, si è aggiudicata, anche, l'appalto di lavori relativo al Lotto Presenzano I, presso il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, diretto da Pietro Andrea Cappella. Con specifico riferimento agli appalti concernenti il ciclo integrato dei rifiuti, i minuziosi accertamenti – condotti anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni locali, indagini finanziarie, nonché, mediante la disamina della copiosa documentazione cartacea e informatica sequestrata presso la sede del predetto gruppo societario e dei predetti enti pubblici – hanno evidenziato, infatti, come le procedure di gara per l'assegnazione del servizio di igiene urbana (raccolta, conferimento, trattamento e smaltimento) e di altri servizi collaterali, nei Comuni di Alvignano, Piedimonte Matese e Casagiove, siano state condizionate dai rapporti di favoritismi tra gli amministratori locali e i dirigenti del gruppo