INCENERITORE ALBANO, LA PAROLA AL CONSIGLIO DI STATO

Redazione

"Ieri è stata una giornata campale nella battaglia legale contro il progetto di inceneritore a Roncigliano – è scritto in una nota dell'Associazione Differenziati –  a cui il Tar ha già detto no nel dicembre 2010: Regione Lazio, consorzio Coema e No Inc si sono ritrovati faccia a faccia per l’atteso pronunciamento del Consiglio di Stato.

La mattinata di passione, però, non si è aperta con la camera di consiglio dei giudici, bensì con una udienza dibattimentale richiesta dalla controparte legale del gruppo Cerroni. Un evento, a dire il vero, inaspettato visto e considerato che il consorzio non aveva mai risposto alla memoria e alla contromemoria conclusive, depositate dal coordinamento. Dunque intorno alle 11 di ieri si sarebbe tenuto il dibattimento, che, secondo fonti autorevoli, si sarebbe mostrato acceso e infuocato. Da una parte c’era chi invocava il diritto a un ambiente salubre, dall’altra invece chi affermava che l’impianto fosse la massima garanzia di sicurezza per ambiente e cittadini. Un confronto rovente dal quale il No Inc sembra uscito a testa alta: "Siamo soddisfatti – ha confidato il referente Castri – per l’esito dell’udienza, che ancora una volta ha sollevato all’attenzione del collegio, non solo le eccezioni legali relative all’iter dell’impianto ma anche alle più volte invocate, anche in sede penale, pressioni politico- amministrative, che hanno portato alla localizzazione del termovalorizzatore di Albano. Siamo consapevoli – prosegue – di aver dato il massimo dopo un duro lavoro di oltre tre anni. Una soddisfazione legata anche alla possibilità di aver avuto accesso a dati di enti pubblici che mettono in luce problemi riguardanti il sito di Roncigliano".

E la tanta agognata sentenza del Consiglio di Stato? È presumibile che i giudici, se già non lo avessero fatto, si stiano riunendo in queste ore per decidere e poi depositare in Cancelleria la sentenza (per molti ciò avverrà molto presto, ndr). Attenzione però: prima che il verdetto sia reso pubblico, rimarrà secretato per 60 giorni. Indiscrezioni permettendo".