ROMA, NON STACCHIAMO LA SPINA AI DIALIZZATI

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Alberto De Marchis

Roma – Ben 9000 italiani l'anno entrano in dialisi. Eppure si fa fatica a tenere in piedi i centri per dializzati. L’ambulatorio di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale San Giovanni di Roma, uno dei più grandi complessi ospedaleri della capitale, è a rischio: da gennaio ad oggi si è passati da sei medici a tre. Come se non bastasse, la Regione non paga e il centro dialisi Diagest rischia di chiudere.

Sono 79 i pazienti che svolgono la dialisi tre volte alla settimana che potrebbero ritrovarsi dall'oggi al domani senza assistenza. «Ho predisposto un ordine del giorno per sollecitare i pagamenti della Regione Lazio e della Asl Roma A al centro Diagest. Senza l'arrivo dei crediti arretrati, il centro rischia la chiusura», dice il consigliere capitolino Pd Dario Nanni.

«Condivido la preoccupazione lamentata dai pazienti del centro dialisi Diagest. Rappresenta un'ennesima e drammatica problematica alla quale è necessario far fronte per evitare che 79 persone vivano l'incognita di non poter ricevere cure determinanti per la loro sopravvivenza», sostiene il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese, che prosegue: « La Regione non lascerà per strada una struttura che eroga un servizio così determinante per la vita di questi pazienti».

Intanto ha aperto da due giorni a Fiumicino l’ambulatorio accreditato di emodialisi Only Dialysis s.r.l. in via Giovanni Cena, 29. Tredici più 2 i posti dialisi che nelle intenzioni dovrà accogliere tutte le persone di Fiumicino e zone limitrofe che oggi effettuano l’emodialisi lontano da casa, ma anche offrire l’accoglienza per periodi di vacanza al mare. Il centro realizzato e atteso da anni è passato per una complessa procedura amministrativa e legale. L’associazione “Malati di Reni” ha sempre seguito questa vicenda. Responsabile della struttura è il Dottor Giorgio Di Vasta.

Sembra anche avviarsi ad una soluzione condivisa tra ASL, Regione e Proprietà la vicenda del centro dialisi di Villa dei Pini ad Anzio, dopo un ulteriore scambio di lettere la Direzione della ASL RM H prende atto della volontà degli uffici regionali di ripristinare l’accreditamento del 9 + 2 posti dialisi attivi, e proroga l’autorizzazione per i medici ospedalieri ad operare presso la struttura fino al 15 gennaio prossimo, nel frattempo, si effettuano le verifiche necessarie da parte della ASL e gli atti amministrativi da parte della Regione, per il ripristino dell’accreditamento sospeso al momento dell’istituzione dell’Unità di Dialisi Decentrata.




LAZIO, SANITA': NUOVE NOMINE DELLA POLVERINI "DIMISSIONARIA" PER LE ASL RMH E RMF

Chiara Rai

Castelli Romani (Rm) – Nuove nomine nelle asl RmH e RmF: per il distretto sanitario castellano, Anzio compreso, il nuovo commissario straordinario è Claudio Mucciaccio e per Civitavecchia Tolfa e Allumiere c’è Camillo Riccioni.

Mucciaccio ex sindaco di Grottaferrata negli anni ottanta, di estrazione politica di centrodestra favorito nelle fila Udc e con 40 anni alle spalle di attività medica, ha ricoperto il ruolo di direttore sanitario tra il 2003 e il 2005 e adesso ha raccolto un incarico non di facile gestione: la sanità castellana ha diverse criticità da affrontare.

A partire dal sovraffollamento del pronto soccorso di Albano per proseguire con gli interventi di messa in sicurezza di Velletri e le carenze di pediatria a Marino nonché lo stallo de lavori all’ospedale dei Castelli. Per Camillo Riccione, direttore generale in carica della Asl RmA, angiologo classe 1956 la nomina di commissario straordinario lo impegnerà su due fronti.

Un nome che fa discutere sia Fli che il Pd che criticano la scelta del presidente regionale dimissionario Renata Polverini la quale ha scelto una figura già impegnata in ambito sanitario: insomma un direttore per due Asl, per i finiani e il centrosinistra è davvero troppo.  




FRASCATI, UN ALTRO PEZZO DI SANITA' CHE SE NE VA. IL 20 NOVEMBRE CHIUDE IL SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA DELL’OSPEDALE

La Direzione Generale dell’Azienda Asl Roma H da marzo aveva avvertito la Regione Lazio delle forti criticità chiedendo un adeguamento del personale per continuare a garantire il servizio

Redazione

Frascati (RM) – Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale di Frascati sospende l’attività di degenza. Il provvedimento sarà reso operativo dalla Direzione dell’Azienda Asl Roma H il prossimo 20 novembre 2012, così come comunicato dal Direttore Generale, se non si troverà una soluzione alla cronica mancanza di personale che possa garantire la continuità del servizio. Già nello scorso mese di febbraio, la Direzione Generale Asl Roma H aveva fatto presente alla Regione Lazio che la dotazione organica complessiva dei due centri di Psichiatria di Albano e Frascati per Legge era pari alla dotazione minima necessaria per un solo centro.

«Vorrei ricordare che il numero di posti letto per le situazioni d’urgenza in tutta la Regione Lazio è oggi meno della metà dello standard previsto dalle norme vigenti, circa 200 posti letto contro i 500 dello standard nazionale – dichiara il Sindaco di Frascati Stefano Di Tommaso – . I posti letto psichiatrici per il bacino di popolazione di riferimento del Servizio Psichiatrico di Frascati, e cioè X Circoscrizione della ASL RMB e Distretti Sanitari RMH1 e RMH3, secondo lo standard nazionale dovrebbero essere 42 e invece ad oggi sono solo 15.

La chiusura del Servizio Psichiatrico di Frascati provocherebbe grandi difficoltà, a partire dall’impresa titanica di trovare un posto letto in una realtà metropolitana cronicamente afflitta dal soprannumero, al conseguente stazionamento a tempo indeterminato di pazienti nel Pronto Soccorso e, cosa non trascurabile per le famiglie, ai trasferimenti in servizi psichiatrici lontani, in barba al principio di prossimità. Chiedo pertanto alla Regione Lazio, investita fin da Marzo della questione e che a tutt’oggi non ha dato alcuna risposta – prosegue il Sindaco Di Tommaso -, di affrontare la situazione critica di questo momento, mettendo il Servizio Psichiatrico di Frascati nelle condizioni di continuare a svolgere un servizio essenziale e irrinunciabile per i pazienti e per le comunità locali. Per quel che mi riguarda mi sono già attivato, avvertendo il Presidente della Consulta della Salute Mentale, il Commissario ad Acta per la Sanità Enrico Bondi, il Prefetto di Roma, tutti i Sindaci del distretto Roma H1 e H3 il Presidente del Municipio Roma X. Faremo iniziative anche eclatanti per fermare la chiusura del servizio e saremo accanto ai familiari dei malati in questa battaglia di civiltà»

In marzo poi l’Azienda aveva espressamente richiesto alla Regione Lazio, in deroga al blocco delle assunzioni, l’adeguamento del personale per il reparto. E in attesa, dovendo eseguire lavori di straordinaria manutenzione in entrambi gli ospedali, per interventi tesi a garantire maggiore sicurezza e a prevenire azioni auto lesive da parte degli stessi pazienti ricoverati, aveva deciso di unificare i due Servizi Psichiatrici alternando la sede dei ricoveri e delle degenze. Uno stratagemma per consentire di effettuare gli urgenti lavori di adeguamento delle due strutture. Infine, e arriviamo al mese di novembre, non essendo stata data alcuna risposta dalla Regione Lazio, che anzi aveva anche disatteso l’apertura di un nuovo Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, più volte programmata e annunciata, nell’area della ASL RMB – che da sola determina un carico di lavoro pari a circa il 40% sul totale degli interventi a Frascati -, la Direzione della Roma H aveva ridimensionato le attività territoriali dei Distretti coinvolti, con grave disagio per operatori e pazienti, e in seguito, trovandosi fare i conti con nuovi spostamenti di personale, ha decretato la chiusura del Servizio Psichiatrico di Frascati, a far data dal 20 novembre.

Va ricordato che il reparto psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale San Sebastiano di Frascati ha un bacino di utenza di circa 400.000 abitanti, residenti nella X Circoscrizione di Roma (ASL RMB) e nei distretti sanitari RMH1 (Frascati) e RMH3 (Ciampino), e svolge una funzione strategica nell’assistenza psichiatrica d’urgenza e di cura di tutta la Regione. Alcuni dati a supporto possono essere molto indicativi in questo senso. A partire da 1989, anno d’inizio dell’attività del Servizio Psichiatrico, ad oggi sono circa 11.000 i ricoveri effettuati, di cui circa 2.000 in Trattamento Sanitario Obbligatorio, e circa 25.000 gli interventi psichiatrici in Pronto Soccorso. Annualmente sono in media 300 i pazienti ricoverati, in regime volontario o obbligatorio, dalla ASL RMB, e altri 300 quelli che ricoverati dai servizi psichiatrici territoriali dei distretti RMH1 (Frascati) e RMH3 (Ciampino), quasi tutti in situazioni d’urgenza e con alti livelli di rischio per la propria e l’altrui incolumità.

Nota di Bruno Astorre, vice presidente del Consiglio regionale del Lazio

"La chiusura del Servizio Psichiatrico di Frascati, annunciata per il 20 novembre, è assolutamente da scongiurare. È necessario far fronte alla carenza del personale sanitario, per salvaguardare un servizio fondamentale nella cura e nell’assistenza dei malati mentali gravi e che serve un’area molto estesa che comprende tutti i comuni tuscolani e del X Municipio di Roma. Il direttore sanitario dell’Asl RmH, dottor Vittorio Amedeo Cicogna ha sollecitato in più occasioni l’intervento della Regione Lazio. Mi unisco alla sua richiesta di intervento, e a quella dei sindaci del territorio e dei sindacati che si stanno mobilitando in difesa del presidio, e per questo ho presentato un’interrogazione urgente alla Presidente Renata Polverini, per conoscere quali azioni intenda mettere in atto affinché non venga chiuso il Servizio."

 




GENZANO, CONSORZIO COLLI DI CICERONE, IL COMUNE NON RISPONDE ALLE SEGNALAZIONI DI DEGRADO DI UN CITTADINO

Toscanelli: "A ridosso di un parco giochi esiste un edificio fatiscente da anni la cui copertura e struttura di rivestimento è costituita da pannelli di ethernit che cominciano a degradarsi con il conseguente distacco di parti di intonaco contenente il pericoloso minerale."

 

Alberto De Marchis

Genzano (RM) – Roberto Toscanelli, residente a Genzano nel consorzio Colli di Cicerone ha scritto una nota alla nostra redazione. Toscanelli lamenta il fatto di non aver ricevuto a tutt’oggi alcuna risposta dall'amministrazione comunale rispetto a diverse sollecitazioni su temi ambientali. Il silenzio del  Comune nei confronti del residente potrebbe essere inteso come indifferenza. Per ora l’unico Ente ad aver risposto al residente è la Asl RmH  che conferma di aver verificato le segnalazioni e, al riguardo, fornito disposizioni al Comune.


Ecco la lettera di Roberto Toscanelli inviata a: Asl RmH, Comune di Genzano di Roma – Comando di Polizia Municipale e assessore all'Ambiente.


Mi corre l’obbligo di segnalare due situazioni incresciose che si sono venute a creare in località Colli di Cicerone nel Comune di Genzano di Roma. Nel comprensorio insistono due lotti privati in un completo stato di abbandono da parte dei legittimi proprietari. Le ripetute diffide a questi ultimi e le segnalazioni alle Autorità competenti da parte dell’Amministrazione del Consorzio mi risulta che ad oggi abbiano sortito soltanto un sopralluogo della Polizia Municipale ma nessun provvedimento è stato preso dai titolari per sanare la situazione che ormai ha superato ogni ragionevole limite di sopportazione.
1) In piazza Cicerone di fronte ad un’attività di generi alimentari, a fianco di un bar con annesse abitazioni e a ridosso di un parco giochi esiste un edificio fatiscente da anni la cui copertura e struttura di rivestimento è costituita da pannelli di ethernit che cominciano a degradarsi con il conseguente distacco di parti di intonaco contenente il pericoloso minerale.
2) Un lotto di terreno sito tra Via Augusto, Via Tiberio e Via Terenzio è da sempre incolto con l’immancabile crescita di rovi e sterpaglie che oltre a generare seri rischi di incendio nella stagione estiva è diventato un ricettacolo di rifiuti vari, immondizia e discarica di materiali da risulta con l’inevitabile presenza di ratti, animali striscianti ed insetti di ogni tipo. Il proprietario una volta l'anno e dopo reiterate sollecitazioni, si limita ad una sommaria opera di falciatura che quest’anno, peraltro, è stata parziale lasciando completamente incolta la fascia di terreno prospiciente Via Tiberio i cui rovi, oramai, stanno invadendo anche la sede stradale.

Ciò premesso si richiede un intervento risolutorio affinché vengano adottati idonei provvedimenti per una radicale azione di bonifica e porre fine a questo situazione di degrado che oltre ad arrecare disagio comporta un grave nocumento alla salute pubblica.
Ringrazio per l’attenzione che vorrete dedicare a questo ennesimo appello.
Cordialmente.
Roberto Toscanelli
Via …[Omissis]
Genzano di Roma

  

 




GENZANO, TORNA LO SCREENING MAMMOGRAFICO MOBILE: DAL 5 NOVEMBRE AL 6 DICEMBRE

Redazione

A Genzano torna l’unità mobile della Asl RomaH per lo screening mammografico, dal 5 novembre al 6 dicembre ( con un periodo di sollecito per chi non risponderà alla prima chiamata) in piazza Dante Alighieri, nel parcheggio della scuola media “G. Garibaldi” e davanti alla scuola dei Landi. Quest’anno poi, è attivo anche il programma di screening del colon retto che riguarda uomini e donne  di età compresa tra i 50 e i 74 anni. Tutti i cittadini appartenenti a quella fascia di età verranno contattati direttamente dalla Asl con una lettera.

“Riparte questo importante servizio – dice l’assessore ai Servizi Sociali Emiliano Bernoni – che tutela la salute delle donne e da quest’anno, anche quella degli uomini. Questo è un esempio positivo di come la sanità pubblica debba lavorare al servizio dei cittadini, diffondendo la cultura della prevenzione”.

“Dopo i nostri solleciti alla direzione della Asl RomaH – dichiara invece il sindaco Flavio Gabbarini – siamo riusciti a far ripartire lo screening sul nostro territorio. Si tratta di un servizio che deve garantire la presenza a Genzano per fare in modo che le donne e, da quest’anno anche gli uomini, possano usufruire gratuitamente di esami indispensabili per la prevenzione”. 




POMEZIA, NUOVI LABORATORI AL SERVIZIO DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

st1:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Redazione

Giovedì 18 Ottobre, alle ore 11, presso l’unità operativa di neuropsichiatria infantile (U.O.NPI, ASL Roma H/4) di Pomezia, piazza Aldo Moro 4, avrà luogo la presentazione delle modificazioni apportate a locali del servizio territoriale, con la costruzione del Laboratorio di cucina e delle autonomie e La Stanza della Quiete. Si tratta di una ristrutturazione, ormai consueta a chi conosce il servizio, realizzata ogni anno in cooperazione con alunni e docenti del locale Liceo Artistico, e con la sponsorizzazione di Associazioni onlus del territorio, che negli anni ha saputo trasformare la struttura stessa.

Il Laboratorio delle autonomie, vivace rimodulazione di piccoli vani in uno spazio unico, ampio e colorato, con accesso al giardino, realizzato dalla nostra ASL, ha ricevuto una sponsorizzazione per gli arredi da parte dell’Associazione di volontariato Il nostro futuro per Gianluca. La Stanza della Quiete è una straordinaria novità, realizzata con il prezioso contributo del Lions Club di Pomezia, e prevede la possibilità di un’audiovideoregistrazione a circuito chiuso, con apparecchiature donate dall’Associazione Case Famiglia Chiara&Francesco di Torvaianica, indispensabile per audizioni protette richieste dai Tribunali, ma utile anche per la supervisione ed il dibattito a circolazione interna di trattamenti gruppali psicoterapici e riabilitativi. Tre grandi schermi a parete diffondono immagini ricorsive di paesaggi con musiche classica o di rilassamento curate dall’Associazione Futuro di Pomezia, o mantra e mandala cinetici creati dal maestro Leonardo Carrano. 




LAGO DI VICO: E SE PARLIAMO DEI "COREGONI" SCENDE IL SILENZIO?

Il quantitativo più alto di microcistine-RR finora misurato nelle fioriture italiane di P. rubescens è stato rilevato nel lago Albano del Lazio, con 74 μg/g di alghe in peso fresco. Le tossine finora più frequentemente riscontrate in Italia ad opera di queste specie sono le microcistine. Nel caso delle microcistine si accoppia a questi effetti l’azione cronica tumorale, con bersaglio epatico, epiteliale e gastroenterico. Recenti acquisizioni propongono un ruolo analogo anche per la cilindrospermopsina, che ha effetto tossico sui reni e sul timo, oltre che sul fegato. "

 

Chiara Rai

E’ tempo di “crisi” quindi in nessun modo si vorrebbe intaccare il turismo balneare ma se abbiamo iniziato a parlare dell’inquinamento del lago di Vico, bisognerà pure capire cosa è presumibilmente rischioso per la nostra salute, nell’immediato. A seguito della pubblicazione del  precedente articolo sul lago di Vico, [VITERBO LAGO DI VICO, LA PROCURA INTERVIENE LADDOVE L'INERZIA REGNA. SEMBRA IL TRAILER DEL LAGO ALBANO] sono arrivati dei preziosi contributi, tra i quali è presente un’interrogazione – affermativa, fatta da un esperto: si sono accesi a sufficienza i riflettori sui famosi “coregoni”, che, poiché si nutrono di alghe potrebbero essere rischiosi per chi li mangia a causa presenza di micro cistine algali? Ebbene, su questo tema, presso l’ISS la dottoressa Milena Bruno ha effettuato analisi e ricerche pubblicandole in ambito internazionale. Le analisi della Dr.ssa Bruno sono disponibili su ISTISAN pubblicazione dell’Istituto Superiore di Sanità ed hanno un valore altamente significativo  in ambito mondiale, c’è da chiedersi se l’Italia l’abbia recepite nella medesima maniera. Considerazioni sul tema, inoltre, sono presenti sul sito ufficiale della Asl RmH, pubblicate circa due anni fa dal direttore del Dipartimento di Prevenzione Agostino Messineo, e ci sono riferimenti al lago di Vico . Visto che c’è una pubblicazione di valenza mondiale e contate anche 35mila persone che hanno visitato il sito del Dipartimento di Prevenzione della Asl RmH, come mai si è determinato un silenzio assordante su tutta la questione? Si può scegliere di mettere a rischio l’altrui salute? Non si vuole assolutamente puntare il dito su nessuno, si vorrebbe soltanto apportare contributi e approfondimenti su una questione che ha dello spaventoso.  Ma vediamo perché, ecco alcuni estratti della famosa pubblicazione della Bruno per meglio far capire i motivi per cui si parla dei coregoni.
“…Il consumo diretto di molluschi, pesci o acque contaminati da tossine algali è stato associato a casi di avvelenamento anche gravi nell’uomo. Le acque interne interessate da aumenti di fosforo e azoto a causa dello sfruttamento umano sviluppano più o meno velocemente uno stato di eutrofizzazione, ossia di ‘abbondante crescita’ che si riflette immediatamente sulla produttività primaria del corpo idrico. L’aumento di biomassa algale può evidenziarsi in tappeti di alghe fluttuanti sulla superficie dell’acqua, detti ‘schiume’ algali. Anche se non sempre un corpo d’acqua eutrofizzato può dare come risposta una forte crescita algale, per la presenza di altri fattori interferenti, essa tuttavia è la conseguenza più comune, generalmente osservabile sia per grandi laghi che per piccoli stagni. L’alga Rubescens, (presente anche nel lago di Vico), è produttrice di microcistine-RR. Questa specie, grazie alla elevata richiesta di azoto che non può fissare dall’atmosfera, e al moderato fabbisogno di fosforo, è un ottimo competitore ecologico nella maggior parte dei nostri laghi, eutrofizzati dagli apporti fognari e dai dilavamenti dei terreni agricoli iperazotati. Il periodo di fioritura di P. rubescens si sviluppa durante l’autunno e l’inverno a causa della stenotermia fredda che la distingue, e che spinge la specie ad approfondarsi nell’ipolimnio durante la primavera e l’estate. Questa caratteristica in genere fa sì che le fioriture non rappresentino tanto un rischio sanitario per la balneazione estiva, quanto per l’acqua potabile prelevata durante l’estate alla profondità delle popolazioni quiescenti, e per il consumo di fauna ittica contaminata dalle tossine concentrate. Il quantitativo più alto di microcistine-RR finora misurato nelle fioriture italiane di P. rubescens è stato rilevato nel lago Albano del Lazio, con 74 μg/g di alghe in peso fresco. Le tossine finora più frequentemente riscontrate in Italia ad opera di queste specie sono le microcistine, eptapeptidi ciclici inibenti le protein fosfatasi 2A, 2B e C, la cilindrospermopsina, alcaloide guanidinico ciclico e l’anatossina-a, ammina secondaria, potente agonista nicotinico colinergico postsinaptico. Tutte prevedono in caso di intossicazione acuta sintomi gastroenterici di gravità proporzionale alla quantità ingerita, e nel caso dell’anatossina-a sintomi cha vanno da paralisi flaccida fino a morte. Nel caso delle microcistine si accoppia a questi effetti l’azione cronica tumorale, con bersaglio epatico, epiteliale e gastroenterico. Recenti acquisizioni propongono un ruolo analogo anche per la cilindrospermopsina, che ha effetto tossico sui reni e sul timo, oltre che sul fegato. Le microcistine sono molecole estremamente resistenti, a causa della loro struttura ciclica: sono resistenti all’autoclave se ’ambiente è neutro; resistono alla bollitura, al forno a microonde e alla maggioranza degli enzimi digestivi. Solo l’idrolisi acida (per 24 ore) riesce a ridurne la tossicità del 50%. I potabilizzatori riescono a bloccarle solo se dotati di filtri a carbone attivo. A seguito di alcuni di questi studi è stata formulata una soglia di sicurezza per l’intossicazione acuta, fissata a 0,84 μg/L per 2 litri di acqua ingerita al giorno, e per l’intossicazione cronica, fissata a 0,01 μg/L per 2 litri di acqua ingerita al giorno. Nella valutazione della quantità di microcistine ingeribili con gli alimenti, è importante considerare che mentre le tossine sono resistenti alla temperatura, la perdita di peso dei cibi durante l’arrosto va in media dal 25-30 % a 180°C, al 10% a 121°C , e nella cottura in padella del 40-45%."

SINTOMI:

Si presentano  generalmente da  due a dodici ore dopo il pasto:
– sensazione di intorpidimento intorno alle labbra ed al naso
– formicolio delle mani e dei piedi
– sensazione di bruciore al contatto con l'acqua fredda
– forti dolori muscolari ed articolari
– mal di testa, stanchezza, sudore
– nausea, vomito, diarrea, coliche addominali
– arrossamenti prurito e polso rallentato con temperatura normale
Vertigini o sensazioni di perdita di equilibrio
Febbre alta
Sensazione di sapore metallico
Ipotensione arteriosa
Altri sintomi: esacerbazione  di acne scialorrea, fotofobia, oftalmoplegía,
agitazióne, delirio, parálisi di múscoli facciali, spasticità musculare,
iporiflessia, lesioni cutanee, caduta di capelli,desquamazione della pelle ,
sintomi respiratori

tabella PRECEDENTI:

09/09/2012 VITERBO LAGO DI VICO, LA PROCURA INTERVIENE LADDOVE L'INERZIA REGNA. SEMBRA IL TRAILER DEL LAGO ALBANO
16/07/2012 VITERBO, PRESENTATO IL PROGETTO PER LA SALVAGUARDIA DEL LAGO DI VICO
03/05/2012 VITERBO LAGO DI VICO, APPROVATO IL PIANO DI CARATTERIZZAZIONE DELLE ACQUE
 

 




GROTTAFERRATA, Il GRIDO DISPERATO DI MAMMA STEFANIA: "RIDATEMI I MIEI FIGLI"

[CONCLUSIONI CLINICHE ASL RMH SORAYA E LORENZO]

[ISTANZA D'URGENZA PER MODIFICA A DECRETO DEL 26 LUGLIO 2012]

 

Redazione

C'e' un appello al Tribunale per chiedere la revoca dell'affido di due bambini, figli di Stefania D'Acunto residente di Grottaferrata. Il 17 luglio e' stato emesso un provvedimento del quale la madre non conosce l'esito. Era il 18 settembre del 2007, Stefania ha un canile a Grottaferrata dove si prende cura di circa 90 cani. Lei e i suoi due bambini, Soraya di due anni e Lorenzo di sette vivono con la mamma, in campagna in mezzo alla natura. Stefania ha anche una fattoria, i tre, secondo il racconto della madre, vivono sereni.


 A raccontarci questa storia, e' Roberta Sibaud vicepresidente dell'associazione "Donne per la Sicurezza Onlus", la quale ci scrive:"Stefania D’Acunto e’ una donna normalissima, schietta e diretta nelle sue esternazioni. Figlia di professionisti, perde il padre a 10 anni. Questo lutto le cambia la vita, l’umore ed il tenore di vita. Diplomata in perito agrario ed iscritta alla facolta’ di veterinaria ama gli animali. Questo porta la societa’ a ritenerla diversa ed a trattarla con sufficienza. Tutto ha inizio nel 2006, quando il vicino di abitazione vuole adibire la sua struttura confinante con quella della fattoria, a Bed and Breakfast. Iniziano le denuncie per ottenere la chiusura del canile rifugio a Grottaferrata "Il Mondo di Lorenzo" (ricordate bene questo nome, ha un significato d’amore). I cani presenti nella struttura sono tutti sterilizzati e realmente amati e nutriti dalla signora Stefania, anche con grandissime difficolta' senza aiuto di nessuno. In venti anni da quando il suddetto canile e' nato, le persone che abitano nei dintorni, hanno mandato spesso lettere di protesta al Sindaco perche' esso venisse chiuso. I controlli della Asl, Servizi di Prevenzione/veterinari hanno trovato sempre tutto a posto, nonostante le telefonate di denuncia del vicino di casa e degli amici, che puntualmente arrivavano a decine al servizio veterinario della zona! La sig.ra Stefania lotta da sola per salvare animali in difficolta', senza scopo di lucro. Il canile viene chiuso, Stefania continua ad accudire i suoi animali! A seguito di controlli, scaturiti da denuncie, i servizi veterinari della zona intervengono (una donna, veterinaria) denuncia la mamma, secondo lei, per “situazione ambientale non consona a far vivere dei minori, cani, disordine, bimbi che hanno accesso a mille pericoli…”, questo dicono di Stefania!!! Ma le cose non sono come vogliono far credere. Stefania ama i suoi bambini, li cura, e’ una mamma accorta, gioca con loro, vivono a contatto con la natura e gli animali… quanti bambini oggi mangiano uova e non hanno mai visto una gallina! Bevono il latte ed hanno visto una mucca disegnata sui barattoli di Yogurt! I due fratellini sono sempre vissuti in quell’ambiente naturale. Come certificato piu’ volte dal pediatra che li segue fin dalla nascita, sono puliti, educati ed in ottime condizioni di salute. Quell’infausto 18 settembre 2007 all’uscita della scuola, i bambini non trovano la loro mamma ma ad attenderli ci sono i servizi sociali, che li sottraggono e li collocano immediatamente in casa famiglia. I due fratellini oltretutto, vengono subito separati e sono li' da ormai 5 anni. A nulla sono valse le denuncie della mamma. Le perizie, i certificati che accertano che Stefania e’ in grado di essere madre e di crescerli. Stefania in questi lunghissimi e pesantissimi cinque anni e’ riuscita a mantenere e a non staccare il cordone ombelicare con i suoi figli, cosi’ come certificato dagli psicologi del Tribunale. Non e’ facile tutto questo perche’ nelle case famiglia i bambini si sentono abbandonati e non riescono ad elaborare, essendo cosi’ piccoli, l’allontanamento! Nell’ultimo atto/istanza, il legale avv. Antonio Matonti, chiede che i minori non vengano inseriti in casa affidataria, e vengano restituiti ad una mamma ed una nonna che possono accudirli e che li amano! C’e’ una mamma che, su suggerimento del Tribunale, ha dovuto affittare una casa idonea a Roma, per far crescere i suoi bambini, quella di Grottaferrata non va bene! Ha dovuto acquistare un’ automobile, come richiesto dal Tribunale, ma purtroppo non ha un compagno…. Non lo vuole, non ha la testa ora per vivere con un altro uomo, lei vuole solo i suoi figli ! Questa e’ la storia".

 Non e' tutto. Adesso i bambini stanno iniziando i pernottamenti presso una nuova famiglia. Ciononostante i due bambini, secondo il racconto di Stefania, mostrano palesemente di volere la loro madre:"Non posso stare senza di loro – dice Stefania conun filo di voce – sto facendo di tutto per mantenere un rapporto affettivo con loro, li vedo una volta a settimana. Soraya mi chiede di portarle le arachidi e i giochini, prima volevano sempre lo yogurt. Loro mi abbracciano, Lorenzo all'inizio e' sulle sue, poi scatta il nostro "rito": io lo inseguo e lui alla fine si fa prendere e si fa abbracciare". Stefania non ha problemi psicologici, non beve e non fuma. Noi de L'osservatore Laziale ci teniamo pero', in questo caso, a non voler dare giudizi in questione. Ci sono anni di denunce di pezzi di carta di visite di assistenti sociali, di perizie. Non possiamo sapere i fatti per filo e per segno e soprattutto non possiamo dare giudizi perche' non si scherza con i minori, non si possono lanciare accuse se non si e' vissuta l'intera vicenda. Quello che ci riferisce Stefania e' che i bambini si troverebbero molto male nelle case famiglia di Rocca di Papa (la mamma ci riferisce che si tratta di "casa Chiara" e "casa Amicizia". Invitiamo, pertanto, l'avvocato della signora, gli assistenti sociali o i gestori delle case famiglia a voler rendere anche la loro versione dei fatti. Noi, come redazione e per dovere di cronaca, abbiamo sentito il bisogno di far conoscere la storia di Stefania e allegare al presente articolo istanze e documenti che attestano parte di un percorso legale fatto da Stefania D'Acunto per riavere i suoi bambini. Ci auguriamo che prima che vengano tolti i figli ad un genitore naturale, si valuti attentamente il caso con tutti i suoi pro e i contro.

 




LAZIO RIFIUTI, DISCARICA RONCIGLIANO: LA ASL RMH PASSA AL SETACCIO L'ARIA

Dopo l’entrata in funzione del VII invaso (distante dalla prima abitazione appena 178 metri) la qualità dell’aria di Roncigliano/Villaggio Ardeatino/Cancelliera/Montagnano (e non solo) ha subito un drastico peggioramento che ha causato numerosi episodi di malore tra i residenti riscontrati anche  dai locali pronto soccorsi.

 

A.P.

Alcuni mesi fa – subito dopo il collaudo del VII invaso della discarica di Roncigliano (20 Gennaio 2012) – una delegazione No Inc si era recata presso la Asl Rm-H per chiedere che venisse avviato uno studio approfondito sulla qualità dell’aria nei pressi del noto sito di smaltimento di rifiuti indifferenziati.
Difatti dopo l’entrata in funzione del VII invaso (distante dalla prima abitazione appena 178 metri) la qualità dell’aria di Roncigliano/Villaggio Ardeatino/Cancelliera/Montagnano (e non solo) ha subito un drastico peggioramento che ha causato numerosi episodi di malore tra i residenti riscontrati anche  dai locali pronto soccorsi. VII invaso (in realtà l’ottava buca) che s’aggiunge, inoltre, dal punto di vista igienico-sanitario, ai precedenti sette invasi che dal lontano 1979 raccolgono la spazzatura indifferenziata di tutti i Castelli Romani. Detto, fatto. Il Prof. Messineo, il Dott. Cicogna ed il Dott. Cipolla hanno sottoscritto una convenzione Asl Rm H–Università di Tor Vergata, Gruppo di Ricerca Sensori. La qualità dell’aria nei pressi della discarica di Roncigliano verrà “passata al setaccio” per dodici mesi consecutivi attraverso un’approfondita attività di mappatura ed analisi effettuata col nasometro (o naso-elettronico). Il nasometro è uno strumento altamente tecnologico in grado di rilevare, “in continuo” (24 ore su 24), gas e nano-particelle – pericolose per la salute umana e per l’ambiente – presenti nell’aria che respiriamo. Il Gruppo di Ricerca Sensori sarà guidato dal Prof. Paolesse che, già in passato, si è occupato di località interessate dalla presenza di discariche ed inceneritori. Un ringraziamento particolare alla coraggiosa Asl Rm-h  che – dopo il deciso no a inceneritore e discarica degli anni passati – e nonostante le fortissime ristrettezze economiche che sta attraversando – ha deciso di investire, ancora una volta, le proprie preziose energie e risorse per la difesa della salute umana e dell’ambiente. Un caso, possiamo dirlo, di buona sanità.
 




ALBANO SANITA', IL SINDACO MARINI SU PROROGA CONTRATTI: "QUESTA MISURA E' UN PALIATIVO"

Redazione

«Accogliamo con piacere e soddisfazione la notizia che la Regione Lazio ha preso atto della necessità di prorogare i contratti in scadenza di quattro medici che occupano ruoli chiave in strutture fondamentali per i Castelli: stiamo parlando di due dirigenti medici di Chirurgia d’Urgenza presso i presidi di Pronto Soccorso di Albano e Velletri; il direttore medico del reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Villa Albani di Anzio e il direttore medico di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Anzio. Si è scongiurata, dunque, un’interruzione di servizi che avrebbe creato disagi enormi in tutta la provincia».

Il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini commenta così la notizia che di fatto tampona quella che è una vera e propria emergenza. Il Primo Cittadino è stato tra i firmatari, con altri sei Sindaci, di un atto di diffida inviato alla Presidente Polverini che è anche Commissario ad acta della Sanità della Regione Lazio.

«Questa misura è un palliativo, ma non risolve assolutamente il problema – ricorda Marini – considerando che ancora molti contratti sono in scadenza, circa 400. Chiediamo alla Regione Lazio di fare chiarezza sulle reali volontà sul futuro dell’area sanitaria ASL RMH, sia in termini di strutture mediche che di personale sanitario. Mi auguro che prevalgano senso di responsabilità e soluzioni immediate – conclude Marini – perché non possiamo correre il rischio di un’interruzione delle attività assistenziali, in particolare dei Pronto Soccorso». 




CASTELLI SANITA': FILIBERTO ZARATTI (SEL) SCRIVE AL PREFETTO DI ROMA

Redazione

“Valutare l’opportunità della convocazione di un tavolo con Regione Lazio, Asl RmH e Sindaci del comprensorio al fine di garantire i servizi sanitari ai cittadini dei Castelli romani, messi a rischio dal mancato rinnovo di circa 500 contratti del personale medico e paramedico in prossima scadenza”. Lo ha chiesto Filiberto Zaratti, Consigliere di Sinistra ecologia e libertà alla Regione Lazio, in una lettera al Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. “L’intera rete sanitaria del territorio, a partire dai pronto soccorsi di Albano, Velletri e Frascati, potrebbe rischiare il collasso – spiega Zaratti – Se nei prossimi mesi i contratti di lavoro dei medici e infermieri dei nosocomi castellani non saranno rinnovati, potremmo infatti trovarci di fronte alle stesse terribili condizioni che si sono verificate in alcuni ospedali romani”. “Il decreto della presidente Polverini con il quale è stata imposta la razionalizzazione degli ospedali del Lazio – conclude Zaratti – non può tradursi nella compromissione della sicurezza e della salute delle popolazioni. Le dimissioni annunciate dal direttore sanitario della Asl RmH e l’allarme lanciato dai primi cittadini del territorio sono elementi che inducono a valutare l’opportunità di un intervento del Prefetto Pecoraro”.

tabella PRECEDENTI:

03/04/2012 SANITA' CASTELLI, IL DIRETTORE SANITARIO DELLA ASL RMH VITTORIO AMEDEO CICOGNA E' DIMISSIONARIO
02/04/2012 CASTELLI SANITA', LA REGIONE NON RINNOVA I CONTRATTI IN SCADENZA PER I PRONTO SOCCORSO. SI PREPARA LA RIVOLTA.
27/03/2012 CASTELLI SANITA' CAPOLINEA, INIZIA LA RIVOLTA!

26/03/2012 CASTELLI ROMANI SANITA', CAPOLINEA.