Napoli, vittima innocente uccisa dai clan: arresti

NAPOLI – Otto arresti, a Napoli, per un agguato nel quale il 17 giugno 2016 morì anche una vittima innocente, il 19enne Ciro Colonna.
Sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Napoli ad eseguire una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale partenopeo su richiesta della locale Dda, nei confronti di otto elementi di spicco dei clan camorristici Rinaldi e Pazzignani ritenuti responsabili di omicidio aggravato da finalità mafiose e detenzione di armi da guerra.

L’indagine ha identificato mandanti ed esecutori del duplice omicidio consumato il 7 giugno 2016 in un circolo privato a Ponticelli, periferia di Napoli, che aveva come obiettivo Raffaele Cepparulo, appartenente al clan rivale degli ‘Esposito-Genidoni’, e in cui rimase ucciso Ciro Colonna, un 19enne presente in quel circolo ma estraneo a contesti criminali.




FONTE NUOVA: ARRESTATA L'ANZIANA CHE USAVA BANCONOTE FALSE

di M.L.S.


Roma – L'anziana insospettabile usava spendere banconote false da 50 euro per effettuare piccoli acquisti di generi alimentari, modalità che permetteva alla donna di truffare il commerciante a cui rifilava il denaro fittizio per recuperare il resto buono. Ad arrestarla, i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, intervenuti su richiesta del titolare egiziano di una frutteria in Via IV Novembre a Fonte Nuova.

Quì, la 65enne originaria di Siracusa aveva utilizzato 50 euro in cartamoneta falsa per effettuare il pagamento di alcuni prodotti di orto-frutta. I militari hanno allora effettuato una perquisizione personale sulla 65enne, trovata in possesso di 7 banconote da 50 euro ed un pezzo da 100 euro, complessivi 450 euro di natura fittizia. L'anziana donna, già nota alle forze dell'ordine, è stata così arrestata per spendita di banconote false, prima di essere trattenuta presso la Compagnia di Monterotondo a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.




NAPOLI: PIZZO A IMPRENDITORI E COMMERCIANTI, 3 ARRESTI

di A.B.
 
Napoli – Un imprenditore di Secondigliano ha denunciato tre estorsori, tra cui Paolo Abbatiello, esponente di punta del clan Licciardi, per estorsione. I soggetti imponevano ai commercianti un pizzo di 100mila euro e se il pizzo non fosse stato pagato e se loro non avessero accettato la loro condizione, gli estorsori avevano consigliato loro di andar via dal quartiere perché la loro vita era in pericolo. I militari con accurate indagini erano riusciti a risalire a due persone vicine al gruppo della Vinella Grassi, queste persone avevano assunto il ruolo di mediatori ed erano riusciti a ridurre la richiesta del 50%. I due soggetto sono stati catturati il 14 maggio scorso mentre stavano ritirando una parte del pizzo imposto e i loro nomi sono Massimo Jair e Daniele Granata. Vi era anche un terzo personaggio coinvolto, tale Ciro Cortese, ma è stato ucciso in un agguato il 27 aprile scorso.
 
Con l’arresto di Paolo Abbatiello si è potuta ricostruire la vicenda, grazie anche ai collaboratori di giustizia. Abbatiello era stato scarcerato da poco per decorrenza dei termini e aveva subito ripreso l’attività illecita insieme a Giovanni Napoli e Giuseppe Vacca, anch'egli arrestati,  e avrebbero iniziato a chiedere ai commercianti il pizzo di 100mila euro. Secondo gli inquirenti vi sarebbe stata un’alleanza tra il clan Licciardi e il gruppo dei Vinella Grassi nella gestione del racket delle estorsioni a Secondigliano. 



NAPOLI- SALERNO,TRAFFICO DI STUPEFACENTI: 87 ARRESTI

di Matteo La Stella

Napoli/Salerno – Sono 87 le misure di custodia cautelare eseguite fin dalle prime ore dell'alba dagli agenti della Polizia di Stato coordinati dalla locale Dda, nei confronti degli esponenti di un'organizzazione criminale dedita allo spaccio di grosse quantità di sostanze stupefacenti. Gli stupefacenti, diretti alla piazza salernitana per mano della banda provenivano dall'hinterland napoletano, in diretto contatto con il clan Giffoni-Noschese già operativo nella zona di Battipaglia.

Il sodalizio criminale aveva ormai raggiunto il monopolio sulla fornitura e lo smistamento delle sostanze proibite, scalzando dal ruolo un'altro clan rappresentato da Marino Carmine e dai suoi affiliati, imponendogli con violenza e minacce reiterate, di “levare le mani” da Battipaglia e di confinare la loro attività nel territorio di Bellizzi.

Il clan si procurava le sostanze stupefacenti facendo diversi viaggi verso l'hinterland napoletano e, si vendicava contro i suoi affiliati che non rispettavano i termini imposti in materia di tempi e pagamenti.

L'attività di indagine, portata avanti dagli agenti agenti della squadra mobile di Salerno e da quelli del commissariato di Battipaglia, ha fatto emergere la situazione di profonda crisi in cui versava il clan, in seguito ad alcuni sequestri avvenuti alla fine di luglio del 2012. La confisca era costata ali capi del sodalizio ben 400mila euro che erano stati costretti a restituire ai fornitori napoletani che li minacciavano per l'acquisto di cocaina, marijuana ed hashish mai saldati.

Il gruppo criminale, inoltre, aveva secondo gli investigatori degli interessi pubblici all'interno del comune d Battipaglia che veniva usato per dirottare le votazioni elettorali o per la gestione di stand pubblici per la distribuzione dei fuochi artificiali. Sempre più simile ad un'associazione mafiosa, il gruppo è stato smascherato con l'aiuto, fanno sapere gli investigatori, di alcuni affiliati, anche di spicco, che avrebbero collaborato con la giustizia alla ricostruzione delle vicende delittuose.




MILANO: SMANTELLATO TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA

di Angelo Barraco
 
Milano – E’ stata smantellata una grossa rete di importazione e di commercializzazione di droga; nel dettaglio si trattava di cocaina ed eroina. L’operazione è stata eseguita dalla Polizia di Stato, sono stati arrestati quattro marocchini e disposti gli arresti domiciliari nei confronti di due italiani. Tutti i soggetti sono indagati per l’importo e la commercializzazione di droga dal dicembre 2011 al giugno 2012 nelle province di Milano, Monza-Brianza. Secondo quanto emerso dalle indagini, la cocaina veniva importata dalla Spagna, mentre l’eroina veniva importata dai Paesi Bassi. Nel corso delle indagini vi erano stati degli arresti in flagranza di reato di 9 persone dove vi era stato un sequestro di 71,8 kg di eroina e 3,4 kg di cocaina.
 
TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA A TORINO
I fatti di Milano ricordano la recente operazione della Polizia di Torino che ha arrestato 8 persone di origine africana per traffico di droga. Le indagini avviate a seguito della denuncia della donna hanno portato ad una scoperta sorprendente, ovvero ad un enorme traffico di droga tra paesi produttori centroamericani e l’Italia, attraverso l’Africa subsahariana. Il lavoro degli agenti è stato intenso ed ha portato al sequestro di diversi quantitativi di droga occultata in vario modo, spesso inghiottita o confezionata in involucri, in altre circostanze la droga è stata trovata a bordo di auto provenienti dalla Francia e altre volte in vece all’interno di navi. L’operazione è stata denominata “San Rocco” e le esecuzioni di arresto sono avvenute a Torino, Roma, Brescia, Firenze, Modena. Altri soggetti, facenti parte della stessa organizzazione, sono in carcere in Africa e attualmente vi sono relazioni internazionali finalizzare all’esecuzione del provvedimento.



UEFA: CHIESTO IL RINVIO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI FIFA

di Matteo La Stella/ Christian Montagna

Zurigo-  Sono passate poche ore dall’ annuncio dello scandalo Fifa ma per molte altre persone coinvolte potrebbero scattare le manette. “Vogliamo essere chiari: questo e' solo l'inizio, non la fine", dicono gli investigatori dell’ Fbi e il capo della sezione criminale dell’Agenzia del fisco americana (Irs). Ammonizioni e condanne a quanto è accaduto giungono anche dal ministro della giustizia americano che ha così commentato l’inizio delle indagini : "Sradicheremo la corruzione dal calcio mondiale".

Commenti in merito alla vicenda giungono da ogni parte del globo. Perfino il campione Diego Armando Maradona ha pubblicato su Facebook la foto del presidente con la scritta “ladro”. Sei dirigenti Fifa arrestati questa mattina si sono opposti alla richiesta di estradizione negli Stati Uniti e nel frattempo è scattata la battaglia legale per la competenza della giurisdizione.

L'Uefa intanto ha chiesto di rinviare le elezioni presidenziali della Fifa, in programma venerdì prossimo a Zurigo, dopo lo scandalo corruzione di oggi. Potrebbe inoltre, sempre per lo stesso motivo, boicottare anche il congresso della federazione internazionale. 

LO SCANDALO

All'alba di mercoledì mattina, alcuni membri ai vertici della Fifa sono stati arrestati in Svizzera su richiesta degli USA. L'inchiesta condotta dalla giustizia americana mette in discussione gli ultimi 20 anni di pratiche ai piani alti dell'organizzazione, comprese le gare conclusive di due Coppe del Mondo. A farne le spese, una decina di dirigenti, stanati dalla Polizia svizzera nel lussuoso Baur Au Lac hotel di Zurigo: gli agenti in abiti civili si sono fatti consegnare le chiavi nella hall, prima di raggiungere gli indizziati nelle camere per arrestarli.

Le accuse mosse nei loro confronti sono di corruzione, riciclaggio di denaro sporco e frode telematica. La notizia dell'operazione è stata annunciata dal New Yorck Times, secondo cui nel mirino della giustizia a Stelle e Strisce sarebbero finite, oltre alle gare di Coppa del Mondo, gli accordi di marketing e di sfruttamento dei diritti televisivi degli eventi di punta. Tra gli arrestati figurano anche componenti del comitato esecutivo Fifa, le teste di serie dell'organizzazione che operano nell'ombra. Secondo il New Yorck Times, sarebbero finiti in manette: Jeffrey Webb, delle Isole Cayman, uno dei vicepresidenti del comitato esecutivo; Eugenio Figueredo, Uruguay, anche lui vicepresidente e presidente fino al 2014 della sudamericana Conmebol ; e Jack Warner, di Trinidad e Tobago, ex membro del comitato e presidente della Concacaf tra il 1990 e il 2011.L'organismo governativo del calcio mondiale viene investito così dallo scandalo proprio in procinto del congresso annuale e dell'elezione del prossimo venerdì in cui, il presidente Sepp Blatter, che non è stato toccato dall'indagine Usa, dovrà fare i conti con il principe giorndano Ali bin Al Hussein per mantenere il mandato di presidenza. Impresa ardua per Blatter che, in ogni caso dovrà fare i conti con quanto successo oggi in casa Fifa. 




PALERMO, DENARO E POSTI DI LAVORO IN CAMBIO DI VOTI: 5 ARRESTI

di A.B.

Palermo – La Guardia di Finanza ha dato l’esecuzione di cinque misure cautelari emesse dal gip di Palermo, le misure cautelari sono nei confronti di soggetti accusati di compravendita di voti nelle elezioni del 2012 per il rinnovo del Consiglio comunale di Palermo e dell’Assemblea regionale siciliana. Per i cinque indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari e sono accusati di aver ricevuto denaro o altro in cambio di voti per se e per altri.
 
Nella lista dei cinque vi sono due consiglieri dell’Assemblea regionale siciliana che sono tutt’ora in carica e un ex deputato regionale. I soggetti in questione sono: Nino Dina (Udc), che è il presidente della Commissione Bilancio dell’Assemblea Regionale, l’altro soggetto è Roberto Clemente (Pid), Franco Mineo, Giuseppe Bevilacqua (Pid). Nella lista degli indagati vi è anche un finanziere che è accusato di corruzione, i politici rispondono invece di voto di scambio. Per tutti i soggetti sono stati disposti gli arresti domiciliari, l’inchiesta nasce da un’indagine di mafia condotta dalla Guardia di Finanza.
 
L’indagine ha accertato che alcuni candidati, in cambio di voti, offrivano denaro e posti di lavoro. Il tutto è partito da un’intercettazione a Giuseppe Bevilacqua che era candidato alle comunali nel 2012, non è stato eletto però. Il soggetto aveva rapporti con la mafia e in particolare, da quanto emerso dalle intercettazioni, aveva rapporti con il boss di San Lorenzo e Tommaso Natale, Calogero di Stefano e Giuseppe Antonio Enea. Nelle telefonate intercorse si parla espressamente di scambio di voti.



LIVORNO: SFREGIA DONNA CON ACIDO. ARRESTATO

di Angelo Barraco
 
Livorno – Ieri sera un uomo di 30 anni, di Livorno, ha gettato dell’acido in faccia ad una donna. il terribile fatto è avvenuto in una sala scommesse del centro città e la motivazione che avrebbe spinto l’uomo a compiere tale gesto sarebbe da ricondurre ad un astio verso la donna di natura sentimentale. La donna, di 55 anni, è stata ritenuta dall’uomo colpevole di aver ostacolato la sua relazione sentimentale con un’amica e per questo punita.
L’uomo è stato tratto in arresto dai Carabinieri di Livorno mentre la donna ha riportato delle lesioni dovute all’acido, ma le lesioni sono state giudicate guaribili in 25 giorni.
 
Le aggressioni con l’acido sembrano essere diventate quasi un gesto quotidiano nel nostro paese, spesso sono i singoli individui a compiere tali gesti e spesso invece sono gruppi di persone. I motivi posso essere tanti, o gelosia morbosa oppure semplicemente non c’è un motivo, come nel caso di Martina Levato, Alexander Boettcher e Andrea Magnani, in carcere per aver aggredito con l’uso di acido e causato gravissime lesioni a Pietro Barbini il 28 dicembre scorso. Le indagini hanno accertato che i tre costituivano una vera e propria associazione a delinquere e sono responsabili dell’aggressione di altri due ragazzi. Martina Levato invece è accusata di aver tentato l’evirazione di uno studente della Cattolica con cui avrebbe avuto una breve relazione.



MESSICO, SCONTRI TRA NARCOS E POLIZIA: 43 MORTI

di Angelo Barraco

Messico – I Narcos in Messico controllano vaste aree, e nel momento in cui notano agenti o scrutano possibili contaminazioni nel loro percorso di dominio e di controllo agiscono senza pietà, proprio come è accaduto venerdì in una delle zone rosse del Messico, precisamente nel nord dello Stato di Michoacan dove sarebbero morte 43 persone. La ricostruzione degli eventi colloca l’inizio della strage la mattina di quel venerdì, dove tutto ebbe inizio a Tinaja de Vargas, quando agenti federali videro un veicolo sospetto per strada. I poliziotti si sono imbattuti però in un veicolo di civili armati che li ha prontamente attaccati, i poliziotti hanno subito chiesto rinforzi ed è scoppiata una sparatoria che è durata ben 40 minuti. Le fonti governative tendono a precisare che il numero delle vittime è approssimativo ovvero 43 è un numero ufficioso, vi sarebbe un agente federale caduto durante il sanguinoso scontro, altre fonti invece riferiscono invece che gli agenti federali morti sono 2. Tahualco si trova vicino a La Barca, dove è stata fatta un’inquietante scoperta tempo fa, una fossa comune con più di 70 corpi, vittime del cartello. 
 
Si presume che ad attaccare i federali fossero forze armate appartenenti al cartello Jalisco Nueva Generacion, un’organizzazione che sta prendendo piede in tutto il paese e che è diventata la più forte. Inoltre, successivamente allo scontro, sono stati arrestati dalla polizia federale 5 persone e sono state sequestrate delle armi. Sempre in Messico, ma a Cidada Juarez, pochi giorni fa un bambino di sei anni è stato torturato, lapidato, accoltellato e sepolto vivo, l’omicidio è stato compiuto da 5 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 15 anni. L’omicidio è avvenuto a Ciudad Juarez, capitale dello Stato di Chihuahua. Il rinvenimento del cadavere della povera vittima è avvenuta grazie ai serrati interrogatori della polizia agli assassini, tra i killer vi sono anche due ragazzine di 13 anni. La vittima era loro vicina di casa scelto come obiettivo di un tragico gioco. Gli aguzzini lo hanno prelevato dalla sua abitazione e secondo le prime ipotesi pare che si stesse simulando un gioco: il sequestro dunque sarebbe la conseguenza di un piano che dall'irrealtà è sfociato nella tragica realtà. Un numero sempre crescente di ragazzini americani perlopiù 13 enni, residenti in genere in Texas, vengono presi sotto l’ala dei narcotrafficanti messicani e assoldati come killer. Gli omicidi avvengono sia negli USA che in Messico e i ragazzini ricevono un contributo pari a 500 dollari a settimana e per omicidio ricevono persino 50 dollari.
 
Un caso eclatante ai rigori della cronaca mondiale è quello di Rosario Reta di 13 anni che nel 2003 fu assoldato dal boss Miguel Trevino del cartello della droga. Il giovane rimase 6 mesi in un campo di addestramento, quando uscì dal campo di addestramento uccise la sua prima vittima e nel 2006 fu arrestato e fece una dichiarazione sconvolgete, dichiarò di aver commesso circa 30 omicidi. Ecco quanto allora dichiarò: “Mi fa sentire come Superman o come James Bond”. I ragazzini killer che lavorano per il cartello della droga e compiono omicidi, se sono fortunati continuano a vivere sotto la tirannia dei loro capi, macchiando la loro coscienza e mettendo a rischio la propria vita; altrimenti finiscono per essere uccisi e della loro vita non si saprà mai più nulla.



TORINO: SGOMINATO TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA, 8 ARRESTI

di A.B.
 
Torino – La Polizia di Torino ha arrestato 8 persone di origine africana per traffico di droga. L’indagine ha preso il via grazie alla denuncia di una madre che ha un figlio caduto nel tunnel della tossicodipendenza. Le indagini avviate a seguito della denuncia della donna hanno portato ad una scoperta sorprendente, ovvero ad un enorme traffico di droga tra paesi produttori centroamericani e l’Italia, attraverso l’Africa subsahariana.
 
Il lavoro degli agenti è stato intenso ed ha portato al sequestro di diversi quantitativi di droga occultata in vario modo, spesso inghiottita o confezionata in involucri, in altre circostanze la droga è stata trovata a bordo di auto provenienti dalla Francia e altre volte in vece all’interno di navi. L’operazione è stata denominata “San Rocco” e le esecuzioni di arresto sono avvenute a Torino, Roma, Brescia, Firenze, Modena. Altri soggetti, facenti parte della stessa organizzazione, sono in carcere in Africa e attualmente vi sono relazioni internazionali finalizzare all’esecuzione del provvedimento. 



DURO COLPO ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA. POLIZIA E CARABINIERI IMPEGNATI IN 39 ARRESTI DI ESPONENTI DEL CLAN CASAMONICA

Redazione 

Maxi operazione di Polizia di Stato e Carabinieri in corso a Roma. Sono 39 le ordinanze di custodia cautelare in carcere che gli uomini del Comando Provinciale dei Carabinieri e della Questura di Roma stanno eseguendo a carico di altrettanti esponenti del Clan dei Casamonica. L’accusa è di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Per la distribuzione delle dosi era stato organizzato un vero e proprio sistema “a pedaggio”, con check point per pagamento e ritiro dosi, che si articolava su due strade parallele nella zona sud-est della Capitale. In corso anche sequestri di beni. L’area interessata dalle catture è stata cinturata da centinaia di uomini per impedire possibili fughe. Due elicotteri stanno sorvolando la zona mentre sono in corso perquisizioni di un’intera area residenziale nelle disponibilità del clan, anche con le Unità cinofile. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.