Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrain isolano il Qatar

 

Vuoi per rapporti ormai inesistenti, vuoi perché c'è totale contrarietà rispetto l'azione del Qatar accusato di armare i terroristi, lo scenari odi crisi del Golfo è pressoché preoccupante: Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrain hanno annunciato lo stop dei rapporti diplomatici col Qatar. La mossa delle quattro nazioni arabe approfondisce la divisione tra i paesi del Golfo per il sostegno qatariota ai gruppi islamici. L'Arabia afferma che le truppe qatariote sarebbero state tirate dalla guerra in corso in Yemen, mentre il Bahrein accusa il Qatar per "il sostegno alle attività terroristiche armate e i finanziamenti legati a gruppi iraniani" Bahrain, Egitto, Arabia ed Emirati hanno annunciato il ritiro del loro personale diplomatico dal Qatar, nazione ricca di gas e che ospiterà i Mondiali di calcio del 2022. Le quattro nazioni arabe hanno annunciato anche di voler tagliare il traffico aereo e marittimo verso il paese peninsulare.

Il ministro degli Esteri del Qatar ha espresso oggi rammarico per la decisione "ingiustificata" da parte di alcuni Paesi arabi di interrompere i rapporti diplomatici con Doha: lo riporta l'agenzia di stampa cinese Xinhua in un tweet.

Petrolio, balzo prezzo dell'1,6% con tensione nel Golfo – Le tensioni nel Golfo Persico dove Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrain hanno annunciato lo stop dei rapporti diplomatici col Qatar, spingono il prezzo del petrolio sui mercati internazionali. Il greggio Wti del Texas sale dell'1,6% a 48,46 dollari al barile mentre il Brent avanza dello 0,6% a 50,56 dollari.

Affonda Borsa Qatar (-5,7%) con tensione nell'area – Affonda la Borsa del Qatar dopo che Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrain hanno annunciato lo stop dei rapporti diplomatici con il paese del Golfo Persico. All'avvio l'indice generale del mercato ha ceduto il 5,7%. Poco mossi i mercati degli altri paese dell'area come Emirati (-0,78%), Arabia Saudita (+0,93%) e Oman (-0,12%).




IRAN: ALI KHAMENEIHA MINACCIA UNA "VENDETTA DIVINA"

Red. Esteri
 
Teheran – Dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato, nella giornata di sabato, la morte mediante esecuzione di 47 persone poiché reputate appartenenti al terrorismo, tra sunniti e sciiti la tensione è altissima. Inoltre sono stati uccisi uno Sheikn sciita e l’imam Nimr al Nimr. La condanna degli sciiti è stata immediata e l’ambasciata saudita a Teheran è stata presa d’assalto da manifestanti che hanno prima lanciato bombe incendiarie e poi hanno saccheggiato, successivamente è intervenuta la polizia e li ha allontanati.

La Guida suprema iraniana Ali Khameneiha commentato l’esecuzione: “Senza dubbio l'illegittimo spargimento di sangue di questo martire innocente avrà un effetto rapido e la vendetta divina si abbatterà sui politici sauditi”, ha aggiunto inoltre minacciato l’Arabia Saudita dicendo che sarà di fronte ad una “Vendetta divina” e che il sangue versato è stato un “errore politico” poiché “Il sangue di questo martire oppresso versato ingiustamente mostrerà presto le sue conseguenze e la vendetta divina si abbatterà sui politici sauditi”. Teheran ha annunciato che sono state fermate circa 40 persone per l’assalto la notte scorsa all’ambasciata a Teheran “I sospetti sono stati identificati e fermati, e ci potrebbero essere altri arresti”. Teheran ha avvertito che Riad la “pagherà cara”. Gli Usa invece sono preoccupati che la vicenda possa aggravare le tensioni già presenti nella regione mediorientale. 



ROMA: A SCHIENA NUDA PER LA LIBERAZIONE DI RAIF BADAWI

 

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di Maurizio Costa

Roma – Raif Badawi è un blogger dell'Arabia Saudita. Raif Badawi, come migliaia di persone nel mondo, ha solamente espresso le sue idee all'interno di un forum. Raif Badawi, per questo, avrebbe offeso l'Islam ed è stato condannato dalla Corte Suprema dell'Arabia Saudita a mille frustate e dieci anni di carcere. Le prime cinquanta sono state inflitte il 9 gennaio ma, grazie alla mobilitazione del mondo intero, la pena è stata sospesa. La Corte, però, ha riconfermato che Badawi ha offeso l'Islam e per questo dovrà scontare la barbara pena.

Amnesty International ha organizzato un sit-in di protesta a Roma, davanti all'ambasciata dell'Arabia Saudita, per cercare di attirare l'attenzione su questa violazione dei diritti fondamentali dell'uomo. Una manifestazione silenziosa, che aggravava il peso di questa pena che sarà inflitta a Raif. Decine di cartelli con scritto “Free Raif”, “Stop flogging” e “Libertà per Raif” sono stati alzati davanti ai muri bianchi del consolato.

La mossa ad effetto è stata quella di mostrare i segni delle frustate. I manifestanti hanno camminato silenziosamente fino alla strada, con in mano la faccia di Raif, poco ricordata rispetto alla strage di Charlie Hebdo. Appena sotto l'ambasciata, via le maglie, tutti a torso nudo, per mostrare come le frustate dilaniano un corpo, piegato in due dalla sofferenza solamente per aver espresso il proprio pensiero.

Certamente, le ferite dei ragazzi di Amnesty erano state dipinte con il rossetto, ma l'impatto è stato molto forte. “Questa pena è una barbarie – si grida al megafono -. Ogni frustata data a Raif è una frustata data sulla nostra carne”. Il suono del megafono si infrange sulle finestre chiuse dell'ambasciata, bianche come il resto del palazzo che ricorda le strutture che si vedono nelle cartoline arabe.

Non si riceve risposta dal consolato, chiuso come una cultura che riesce a infliggere pene del genere. “Tanto non c'è nessuno” si vocifera tra le persone. L'importante è il gesto, il significato che si vuole dare a questo sit-in. Raif deve essere liberato, così come la sua famiglia, costretta a fuggire in Canada per evitare ripercussioni di qualsiasi genere. Free Raif.




ARABIA SAUDITA: ATTENTATO IN UNA MOSCHEA, 30 MORTI

di Angelo Barraco
 
Riad – Un’esplosione in una moschea sciita nel villaggio di al Qadih, situata nella provincia saudita con una maggioranza sciita di al Katif, ha cagionato la morte di circa 30 persone. Attualmente si sta cercando di capire quali siano state le cause dell’esplosione, si parla comunque di attentato kamikaze. La moschea era piena e vi erano diversi fedeli per la preghiera del venerdì. Se dovesse arrivare la conferma dell’attentato, ciò vuol dire che non è il primo in luoghi affollati. Pochi giorni fa a Kabul è avvenuto un terribile attacco terroristico contro i ministeri.
 
L’attentato è avvenuto proprio nel momento in cui vi erano tante persone e dipendenti pubblici che uscivano da lavoro. Quello che hanno avvertito i cittadini è stata una fortissima esplosione che ha colpito una zona che si trova tra la sede del ministro della Giustizia e la sede del ministro delle Miniere. L’onda d’urto è stata udita anche da chilometri di distanza e nei quartieri vicini. Sono giunte immediatamente le ambulanze sul posto e sono giunti anche i mezzi della polizia, sul luogo si è elevata una densa colonna di fumo.
 
Questo non è il primo attentato terroristico che si verifica in Afghanistan bensì il quinto, e tutto questi attentati sono avvenuti nell’arco di due settimane circa. Questi attentati coincidono con l’offensiva annunciata dai talebani. 



CORSA AL NUCLEARE: ARABIA SAUDITA PRONTA AD ACQUISTARE ORDIGNI DAL PAKISTAN

di Matteo La Stella

Riad- In vista della possibile chiusura dell'accordo quadro sul nucleare iraniano, prevista entro il 30giugno, è iniziata una vera e propria corsa all'atomica nel Golfo Persico. Stando a ciò che riferiscono fonti di intelligence USA, riportate dal Sunday Times e citate oggi dall'Independent, l'Arabia Saudita sarebbe in procinto di acquistare dal Pakistan un ordigno nucleare già pronto e funzionante. Riad, capitale Saudita nonchè culla del wahabismo ( frangia che interpreta in modo estremo l'Islam sunnita), starebbe approntando questa mossa per trovarsi, nel prossimo futuro, un passo avanti a Tehran.

Una fonte anonima del Pentagono dichiara, oltretutto, che tra i pakistani e la Casa dei Saud, la famiglia regnante in Arabia Saudita, vi sarebbe già un accordo di vecchia data in materia di nucleare, pronto per essere sfruttato ora che l'Arabia Saudita sembra aver preso una decisione.

In questo modo, Riad, vedrebbe rimbalzare verso di sé la giusta contropartita agli investimenti da miliardi di dollari concessi negli anni '70 ad Islamabad per il programma nucleare pakistano, nato per far fronte all'atomica indiana. Inoltre, i pakistani sunniti, hanno altri legami con l'Arabia Saudita oltre l'interpretazione dell'Islam: il Pakistan è infatti tra i 10 paesi della coalizione al fianco dell'Arabia Saudita nella lotta ai ribelli sciiti Houthi ( che vantano l'appoggio di Tehran) in Yemen, sebbene si trovi a migliaia di chilometri di distanza dall'area .




ARABIA SAUDITA: 19 DECAPITAZIONI NEL SOLO MESE DI AGOSTO

di Maurizio Costa

L’Arabia Saudita, nel solo mese di agosto, ha applicato la pena di morte per decapitazione su almeno 19 persone. Se si contano tutte le esecuzioni dell’anno, i morti arrivano a 34.

Secondo lo “Human Rights Watch”, un’organizzazione internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, la pena capitale dovrebbe essere applicata solamente ai crimini più efferati, sebbene si tratti comunque di una pratica che andrebbe eliminata dalle istituzioni di tutto il mondo.

Il fatto eclatante è che i crimini commessi da queste persone riguardano traffici illegali di droga e stregoneria.

Il re dell’Arabia Saudita, Abdullah bin Abdulaziz Al Saud, insieme al governo del Paese, ha dato il via a questo giro di vite per contrastare il fenomeno dei narcotrafficanti. Il 18 agosto sono stati uccisi ben 4 spacciatori di droga e chiunque farà la stessa cosa “verrà punito secondo la legge della Shari’a, la legge di Dio”, ha dichiarato lo stesso re.

La Shari’a, però, prevede la pena di morte solamente per i crimini di omicidio ingiusto di un musulmano, adulterio, bestemmia e apostasia. Tutte le altre condanne sono disposizioni legislative.

Mohammed bin Bakr al-Alawi è stato ucciso il 5 agosto per aver praticato atti di stregoneria, mentre il 25 agosto, Hajras al-Querey verrà decapitato per traffico di droga, sebbene soffra di disturbi psichici e non sapesse di avere la droga dentro l’auto al momento dell'arresto.

I processi sono spesso sommari e le future vittime sono obbligate a confessare attraverso la pratica di torture.

“È una macchia per tutti i diritti dell’uomo – ha dichiarato Sarah Leah Witson, direttrice del HRW per il Medio Oriente – e le esecuzioni per i crimini di stregoneria o spaccio sono sconcertanti perché questi atti illegali di per sé non prevedono l’uccisione di nessuna persona.”

“Le autorità devono fermare questa pratica. – queste le parole di Said Boumedouha di Amnesty International – La pena di morte è sempre sbagliata ma per crimini di questo tipo ancor di più.”