Sindaca di Torino condannata a 6 mesi: si autosospende dal M5s ma non da sindaca

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, è stata condannata a sei mesi nell’ambito del processo Ream. Stessa condanna per l’assessore comunale al Bilancio, Sergio Rolando. Otto mesi, invece, per l’ex capo di Gabinetto Paolo Giordana.

“Porterò a termine il mio mandato da sindaca. Come previsto dal codice etico mi auto sospenderò dal Movimento 5 stelle”, annuncia dopo la sentenza la prima cittadina, che è stata ritenuta responsabile di una imputazione di falso ideologico. Sono invece cadute due accuse di abuso in atti di ufficio è una seconda di falso.




Torino, avviso di garanzia per la sindaca Appendino: sospetto concorso in peculato

TORINO – La sindaca di Torino Chiara Appendino ha ricevuto un avviso di garanzia con riferimento alle indagini per la consulenza affidata dalla Fondazione per il Libro al suo ex capo ufficio stampa Luca Pasquaretta, indagato per peculato. Lo ha reso noto, in serata, la stessa sindaca sul suo profilo Facebook.- “Quando,- scrive Appendino – alcuni mesi prima dello svolgimento del Salone del Libro, circolò sui giornali questa ipotesi, risposi in aula a un’interpellanza dichiarando che non era assolutamente intenzione dell’amministrazione procedere in tal senso. Nonostante questa posizione, quella consulenza venne comunque affidata dalla Fondazione”. Appendino aggiunge che “secondo la ricostruzione dei pm, questa consulenza non fu poi svolta dall’interessato e, per questo, viene ipotizzato il peculato. Nel mio caso si ipotizza il ‘concorso’ nello stesso reato poiché, secondo i Pm, la consulenza sarebbe stata affidata e pagata, cito testualmente, con il mio ‘accordo’. Sono tranquilla”, dice, spiegherà tutto




Torino, la sindaca Appendino firma l’atto: Niccolò Pietro è figlio di due mamme

TORINO – Il Comune di Torino ha registrato oggi, nell’anagrafe cittadina, il figlio di due mamme nato nel nostro Paese. Si tratta del primo riconoscimento alla nascita di un bimbo di una coppia omogenitoriale. Dopo aver annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di dare pari diritti anche “forzando la mano”, questa mattina, infatti, la sindaca Chiara Appendino ha firmato l’atto che riconosce Niccolò Pietro come figlio di Chiara Foglietta, vicecapogruppo del Pd in consiglio comunale, e della compagna Micaela Ghisleni, bioeticista.

Toccante il post e la foto pubblicato da Chiara Forglietta su Facebook: “Niccolò Pietro Foglietta Ghisleni. Oggi non si è solo scritto un atto. Un nome su un foglio. Si è scritta una pagina importante della nostra Storia. Niccolò ora è ufficialmente registrato ed è figlio mio e di Micaela anche per lo Stato italiano. Abbiamo aperto una strada importante per tutte le coppie che si trovano nella nostra stessa situazione, abbiamo dato coraggio a quelle donne che non hanno più intenzione di dichiarare il falso. Molti i grazie che dobbiamo esprimere. Perché siete stati tantissimi a scriverci, a dedicarci qualche parola o gesto di affetto, a infonderci coraggio.
Ma se siamo qui oggi lo dobbiamo a chi ci ha creduto fin da subito, il nostro avvocato Alexander Schuster, al Coordinamento Torino Pride – e nello specifico ad Alessandro Battaglia che è stato fondamentale e da anni si impegna per tutte e tutti noi senza sosta, alla Sindaca Chiara Appendino, che ha avuto coraggio e ci ha messo la faccia, e alla giunta.
Torino, non senza fatica, si dimostra ancora una volta all’altezza della sua storia. Che sia di esempio a tante altre città e altri Sindaci in Italia.
E poi si riempia il vuoto legislativo quanto prima. Un grazie alla mia famiglia e ai miei amici. Un grazie particolare a Roberta Bertero che a mani nude ha smosso montagne insieme a noi. Oggi piangiamo di gioia per la seconda volta da quando sei venuto al mondo. Benvenuto Niccolò”.




Bufera M5S, dopo Raggi arriva Appendino: indagata per falso ideologico in atto pubblico

TORINO – Ancora nella bufera l’M5S che dopo tutte le accuse alla sindaca capitolina Virginia Raggi per la quale è stato richiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta per la nomina di Renato Marra (fratello di Raffaele, ex capo del personale capitolino già a processo per corruzione) adesso si trova a digerire un altro ciclone giudiziario:  la sindaca di Torino, Chiara Appendino, è indagata dalla Procura di Torino per falso in relazione al bilancio 2016. Il reato nell’ambito dell’inchiesta sull’area ex Westinghouse, per un debito ‘fantasma’ di 5 milioni di euro verso Ream scomparso dal bilancio 2016. L’indagine era stata aperta nei mesi scorsi in seguito a un esposto dei capigruppo di opposizione Alberto Morano (lista Morano) e Stefano Lo Russo (Pd).

La vicenda riguarda l’area ex Westinghouse: nel 2012 Ream (una partecipata di Fondazione Crt) acquisì il diritto di prelazione sulla zona dove sorgerà il nuovo centro congressi di Torino. Versò al Comune una caparra di 5 milioni. A fine 2013 la Città aggiudicò ad Amteco-Maiora il progetto, operazione perfezionata alla fine dello scorso anno, quando il Comune ha incassato una parte dei 19,7 milioni offerti dai privati e, di conseguenza, avrebbe dovuto “decurtare” i 5 da restituire a Ream. Non è andata così: la somma non è stata né versata né iscritta a bilancio.

Gli uomini della Finanza avrebbero in mano delle carte che testimonierebbero i rapporti con la società immobiliare partecipata dalla Fondazione Crt e mail tra sindaca, assessori e funzionari. Non solo, decine di funzionari e dirigenti di Palazzo Civico sono stati sentiti in procura dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio. Tra questi, l’ex direttrice del settore Finanze del Comune, Anna Tornoni, che avrebbe raccontato di pressioni da parte del capo di gabinetto, Paolo Giordana, perché non iscrivesse il debito di 5 milioni a bilancio. Tornoni, che nel frattempo è stata destinata ad altro incarico, aveva confermato agli inquirenti di aver avuto rapporti prevalentemente con Paolo Giordana nella predisposizione dei conti che poi si sarebbero riversati nel bilancio di assestamento. L’impianto accusatorio avrebbe trovato conferma anche in alcune mail. “Ti pregherei di rifare la nota evidenziando solo le poste per le quali possono essere usati i 19,6 milioni di Westinghouse – si legge in un messaggio di posta elettronica inviato da Giordana a Tornoni, il 22 novembre 2016 – Per quanto riguarda il debito con Ream lo escluderei al momento dal ragionamento, in quanto con quel soggetto sono aperti altri tavoli di confronto”.

“Sono assolutamente serena e pronta a collaborare con la magistratura, certa di aver sempre perseguito con il massimo rigore l’interesse della Città e dei torinesi”. Così la Appendino commenta l’avviso di garanzia. “Desidero essere ascoltata il prima possibile al fine di chiarire tutti gli aspetti di una vicenda complessa relativa all’individuazione dell’esercizio di bilancio al quale imputare un debito che questa amministrazione mai ha voluto nascondere”




Roma, Minniti vede la sindaca di Torino Appendino: sì al progetto sui migranti

ROMA – Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha incontrato al Viminale la sindaca di Torino Chiara Appendino e il prefetto Renato Saccone. Diversi i temi trattati e discussi, in particolare il sostegno da parte del Ministero dell’Interno per la realizzazione del progetto Moi (Migranti opportunità integrazione) messo in campo con Prefettura, Comune, Regione Piemonte, Città Metropolitana e Diocesi, l’impegno sul regolamento dei campi Rom e la bonifica di via Germagnano per debellare il fenomeno dei roghi.
In materia di emergenza abitativa, la sindaca Appendino ha manifestato la volontà di proporre in sede Anci una semplificazione delle procedure per le ristrutturazioni di infrastrutture destinate all’housing sociale. Confermata infine da Minniti e Appendino la volontà di continuare a collaborare, in piena sintonia, sulle misure da adottare.
L’incontro, già programmato da tempo, aggiunge il Viminale, si è svolto “in un clima di cordialità e di concordia istituzionale”.

Sono circa 750 le persone che vivono presso le palazzine del villaggio olimpico ex Moi di Torino, di cui 40 donne. Sono i dati emersi da un primo censimento nell’ambito del progetto “Moi – Migranti un’Opportunità d’Inclusione”, nato da un accordo tra Comune di Torino, Prefettura, Compagnia di San Paolo, Città Metropolitana, Regione Piemonte e Diocesi, per affrontare l’emergenza abitativa e lavorativa nelle palazzine occupate da migranti, e riqualificare la zona.

Dalla Compagnia di Sanpolo precisano che i dati sono in corso di elaborazione e verranno incrociati con quelli del processo di mappatura volontaria.

Nel frattempo sono stati avviati percorsi di formazione per l’inserimento nel mondo del lavoro: 43 contratti in somministrazione presso i cantieri navali del Veneto e Friuli Venezia Giulia dal 22 agosto, 11 come aiuto cuoco nell’area metropolitana torinese.

La mappatura volontaria degli occupanti è iniziata ad aprile 2017 presso lo “Spazio MOI”, in cui opera l’équipe di progetto, e prosegue tuttora: le persone interessate che vivono nelle palazzine possono fissare un appuntamento per un colloquio privato con uno o più membri dell’équipe di progetto. Durante il colloquio le persone rispondono ad un questionario che raccoglie informazioni di tipo anagrafico e indicazioni relative a bisogni e interessi abitativi e lavorativi.

Il 12 giugno scorso è stato realizzato il primo censimento per integrare i dati della mappatura volontaria, avere valori più precisi rispetto al numero delle persone che vivono all’ex villaggio olimpico e informare tutti gli abitanti degli obiettivi del progetto. L’équipe di progetto, insieme ad alcuni funzionari dell’ufficio stranieri del Comune di Torino e della Prefettura, si è recata casa per casa nelle palazzine e negli interrati, per consegnare ad ogni persona una lettera firmata dalla sindaca, Chara Appendino, in cui si comunicavano gli impegni e i fini del progetto. Il censimento è stato volontario.