Antonio Perreca, nel team che ha scoperto le onde gravitazionali: “Non fare dei limiti degli altri i propri limiti”

BACOLI (NA) – Antonio Perreca è uno scienziato flegreo ed è una delle eccellenze d’Italia, è un ricercatore che ha preso il premio Nobel insieme al team di K.Thorne, B, Barish e R Weiss grazie alla rivelazione della prima onda gravitazionale. Originario dei Campi flegrei di Bacoli alle porte di Napoli è un ragazzo dove intelligenza e umiltà si fondono in un tutt’uno, quando l’ho intervistato ha tenuto a precisare che il riconoscimento è frutto di un lavoro di un intero team.

Dopo la laurea conseguita all’Università Federico ll di Napoli con la tesi sulle onde gravitazionali è volato all’Università di Birminghan con tutta la carica di voler realizzare i sogni che aveva nel cassetto. Per arrivare ai suoi obiettivi ha lavorato molto all’estero anche all’Università di Syracuse nello stato di New York, a Los Angeles all’Università di Caltech e infine a Trento.
Ha Bacoli nel cuore e il mare di Capomiseno che gli mancano tanto perché adora il suo paese e ama tanto nuotare, è uno dei pochi hobby che ha perché non ha molto tempo a disposizione. È molto legato alle sue tradizioni originarie, infatti con molto orgoglio racconta di essere nato in casa.

 

1) Dove lavori attualmente?
Io sono ormai docente e ricercatore dell’Università di Trento a tutti gli effetti, ma la mia collaborazione con gli Stati Uniti continua. Penso sia un bene per tutti che la ricerca apra sempre di più le sue frontiere, sono stato presente alla conferenza su scala mondiale, che si è tenuta per l’annuncio di lunedì 16 ottobre a Washington DC come rappresentante delle Università di Trento e Padova.

 

2) Avresti mai pensato di prendere un riconoscimento cosi grande?
Premesso che il riconoscimento è stato dato a K. Thorne, B, Barish e R. Weiss, grazie alla rivelazione della prima onda gravitazionale del 14 Settembre del 2015, annunciata l’11 Febbraio del 2016, è per me un onore far parte del team che ha permesso tale scoperta. Ammetto che fino all’osservazione della prima onda gravitazionale non ci pensavo minimamente.

 

3) Sei una delle eccellenze italiane cos’è che ha scaturito un determinato percorso di studi?
Mi affascina molto lo studio dell’universo e questo campo mi permette in qualche modo di farlo. Far
parte poi di un gruppo così grande e di alto livello è stato per me motivo di orgoglio e di stimolo. Mi
piaceva l’idea di essere dove sono ora.

 

4) Hai sacrificato molto della tua vita per essere nel posto dove volevi essere?
Si! Ho fatto tanti sacrifici… giorni e notti e weekend compresi …sono stato lontano dai miei affetti, dalla mia terra e dal mio mare. Ho sofferto molto, ma sapevo che quella doveva essere la mia strada…non potevo fermarmi!

 

5) È stato un percorso in discesa?
Non è stato per nulla facile il mio percorso…già dai primi due anni di Università. La mia fortuna è di essere diventato padre dopo solo due esami dall’inizio del mio percorso Universitario, perché da un lato ho impiegato più tempo dall’altro sentivo di aere una forza superiore. Mia figlia si chiama Lucienne ed è la mia forza, ho sempre ritenuto essenziale per un genitore che l’obiettivo primario è insegnare ai figli ad essere felice. Come si può ( almeno tentare) insegnare ad essere felice senza esserlo? L’esempio fa la differenza.
Non ero sicuro di farcela, mi sono laureato in estremo ritardo, le persone che mi circondavano non credevano molto in me, ero sottoposto a continue pressioni e non c’erano le condizioni ideali per studiare. Era come vivere in una stanza senza finestre. Non c’era luce ed era “tardi”; per me, secondo gli altri “non addetti ai lavori”.

 

6) Come hai fatto a non perdere di vista l’obiettivo, date le condizioni?
Mi sono aiutato innanzitutto nel riformulare il concetto di “tardi”. Ritengo che non sia sempre applicabile perché non conosciamo la durata della nostra vita. Un trentenne che inizia un lavoro
potrebbe essere in ritardo rispetto a un quarantenne se la vita del primo si ferma poco dopo e magari quella del secondo dopo cinquant’anni per esempio. Non a caso sono passato ad essere tra gli studenti più vecchi ad essere uno dei docenti più giovani. In secondo luogo ritengo opportuno non fare dei limiti degli altri i propri limiti. Ognuno di noi ha già i propri e possono bastare.

 

7) Raccontami del momento che ti hanno comunicato del premio, cosa hai provato e a chi hai pensato? Chi ha creduto in te?

Ho pensato ai miei fantastici colleghi, ai quali devo tanto, perché da loro ho imparato e continuo ad imparare. Sono fenomenali e per me è una grande cosa. Al momento ho rivisto la mia vita dal primo giorno di Università fino a quel momento e ho dato un valore diverso a tutti gli sforzi fatti. È come se tutto avesse un senso diverso, una sua logica. Io in quella stanza di cui parlavo prima c’ero.. e ci volevo essere…in realtà quella stanza aveva una finestra grande e bella che ho potuto aprire e da cui mi godo
un panorama meraviglioso. Tutto questo lo devo agli “addetti ai lavori” che hanno tutti creduto in me, a partire dal gruppo di Napoli, in primis con Rosario De Rosa, che mi ha letteralmente lanciato, fino a chi mi ha permesso di tornare in Italia, all’Università di Trento, con Giovanni Prodi permettendo di continuare la mia ricerca nel mio paese di origine. In realtà dovrei ringraziare ad uno ad uno ogni collega anche chi mi ha voluto all’Università di Birmingham ( A. Freise e A. Vecchio), S. Vitale all’Università di Trento, P. Saulson alla Syracuse University, al gruppo di Caltech.

 

8) E quali sono le tappe importanti della tua carriera?
Ho iniziato nel 2005 all’Università di Napoli per la mia tesi sulle onde gravitazionali nell’ambito del progetto italiano Virgo e mi laureo nel 2006, quando la prima onda scoperta dall’umanità era già in entrata nella nostra galassia. Subito dopo mi trasferisco a Birmingham per il mio dottorato di ricerca, dove lavoro per i rivelatori LIGO. Conseguo il dottorato in Physics and Astronomy nel 2010 con uno studio fatto per migliorare la sensibilità dei rivelatori delle onde gravitazionali. Mi trasferisco a Trento ancora qualche mese prima della fine del dottorato, dove rimango per dieci mesi a lavorare in parallelo nell’ambito delle onde gravitazionali, ma per un progetto dal nome LISA. In questo caso il sistema di rivelazione prevede uno strumento orbitante nello spazio e la prima massa test è ora orbitante intorno alla terra dopo un lancio effettuato circa due anni fa. Nel Gennaio 2011 mi trasferisco alla Syracuse University (Stato di New York) dove ritorno a lavorare per LIGO. Nel giugno mi trasferisco in California al California Institute of Tecnology, detto anche Caltech, dove ci sono parte dei capi del progetto LIGO (compresi due premi Nobel) e dove mi trovo il 14 settembre quando la prima onda rivelata raggiunge la terra.

Giuseppina Ercole