"A letto senza cena" il cortometraggio contro i blog che educano all'anoressia

 

di Vincenzo Giardino

 

“La bulimia è come un cancro spesso invisibile. Il regista Patrice Makabu ha voluto guardarla dritta negli occhi senza sconti e senza retorica. I siti pro-ana diventano così dei luoghi grotteschi e malati dove però ci si illude di ricevere l' ascolto che in famiglia è spesso negato”.

 

Così la scrittrice Fabiola De Clercq introduce il nuovo corto di Patrice Makabu dal titolo emblematico “A letto senza cena” dal 10 settembre on line su YouTube, che affronta i disturbi del comportamento alimentare (Dca). Makabu non è nuovo nell' affrontare temi di interesse sociale nelle sue produzioni, e come in passato con “Uccidere la Libertà”, anche questa volta utilizza un linguaggio moderno e diretto, che ben descrive la drammaticità di una situazione ai più poco conosciuta. Il corto, patricinato dalla Città di Torino, è stato interamente realizzato durante lo scorso maggio con il supporto dell' associazione ABA fondata e presieduta dalla De Clercq, prima associazione italiana che da oltre vent' anni si occupa  di disturbi alimentari attraverso i propri centri dislocati sul territorio nazionale.


Presentato in anteprima dalle emittenti del network piemontese Rete 7 attraverso uno speciale giornalistico a cura di Maria Teresa Marinò e del Dott. Alessandro Raggi (ABA), Makabu in questo corto della durata di cinque minuti non si limita a rappresentare una situazione di disagio che nel tempo è stata protagonista di molti spot e di immagini shock che hanno fatto il giro del mondo, bensì a collegarla ad una realtà che denuncia la presenza numerosi blog pro anoressia e pro bulimia che incitano a comportamenti autolesionisti. In Italia circa tre milioni di persone sono affette da disturbi del comportamento alimentare e di queste circa due milioni sono giovani ed adolescenti. I blog pro ana e pro mia giocano un ruolo fondamentale sulla personalità di chi vive immerso in una realtà che si traduce in un vero e proprio allarme sociale, poiché i loro contenuti sono il prodotto di una visione completamente distorta della problematica e della vita, ed inoltre sembrano essere totalmente fuori controllo: chiunque può interfacciarsi con questo mondo virtuale, catapultato nelle false aspettative di una perfezione fisica deviata, mascherata dalle miracolose prospettive di una dieta ferrea saldamente legata al rifiuto della propria immagine e del cibo in generale.
Attraverso i blog a pro anoressia e pro bulimia trovano confronto migliaia di persone, mediate da “esperti” che dei Dca fanno una ragione di vita estraniandosi completamente dalla condizione reale e proponendo i canoni di una realtà deviata e pericolosa, dove una serie di comportamenti anomali rientra in un meccanismo ben collaudato di autodeterminazione al raggiungimento di un disastroso obiettivo.


In “A letto senza cena” viene rappresentato uno stralcio della vita quotidiana di una ragazza adolescente vista attraverso lo sguardo distaccato di un ipotetico spettatore, che di lei intercetta il forte condizionamento mentale, entrando di fatto nella visione alterata che scandisce i ritmi frenetici di una continua fuga dalla realtà.
Il cortometraggio oltre che diretto è stato prodotto dallo stesso Makabu, che considerando l' attualità della problematica trattata ha deciso mettere a disposizione del pubblico per la libera condivisione sui social network, rendendo immediatamente palese l' intenzione di una video denuncia del fenomeno dei blog che incitano a comportamenti autolesionisti.


Nel cast la giovanissima Nikla Minolfi, Michele Franco (La trattativa – S.Guzzanti), Loredana Sileo (Il principe dei tarochi – M.Griggion), Katia Benassi, Andrea Signorino, Davide Sussolano, Lorenzo Felace, Giulia Tivero (Nine – M.Laversa, J.Di Donato, R.Dalboni), Giulia Papani. Music score Emiliano Muscillo, Carlo Romeo.
 




ANORESSIA: FATTORI DI INSORGENZA E INTERVENTO PSICOTERAPEUTICO

A cura della Dottoressa Catia Annarilli, Psicologa – Psicoterapeuta

L’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare che comporta essenzialmente il rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale, o intenso timore di acquistare peso, con alterazione dell’immagine corporea ovvero, ci si continua a vedere grassi e brutti nonostante vi sia una chiara ed eccessiva magrezza.
La perdita di peso è ottenuta tramite la riduzione della quantità di cibo assunta, in aggiunta a ciò possono associarsi condotte di auto eliminazione come il vomito autoindotto e l’uso inappropriato ed eccessivo di diuretici e lassativi.
Nelle persone anoressiche i livelli di autostima sono fortemente influenzati dalla forma fisica e dal peso corporeo: la perdita di peso è considerata come una straordinaria conquista ed un segno di ferrea autodisciplina, mentre l’incremento del peso viene vissuto come una inaccettabile perdita di controllo.
Tipicamente le persone con questo disturbo negano le gravi conseguenze sul piano della salute fisica.
Dipendenza dai familiari e bassa stima di Sé sembrerebbero essere gli agenti promotori del comportamento anoressico

I disturbi associati a questa manifestazione patologica sono diversi sia mentali come sintomi depressivi, come un umore depresso, ritiro sociale, irritabilità, insonnia e diminuito interesse sessuale. Sono spesso presenti marcati sintomi ossessivo-compulsivi relativi o meno al rapporto con il cibo (collezionare ricette ad ammassare cibo); è presente disagio nel mangiare in pubblico, sentimenti di inadeguatezza, bisogno di tenere sotto controllo l’ambiente circostante, rigidità mentale e perfezionismo. Altri disturbi sono associati a condizioni mediche generali e comprendono amenorrea, stipsi, dolori addominali, letargia, freddo, ipotermia e secchezza della cute. Nei soggetti che si auto inducono il vomito si possono manifestare erosioni dello smalto dentale e cicatrici o callosità sul dorso delle mani.

L’insorgenza è tipicamente nella media e tarda adolescenza 14-18 anni, spesso coincide con la presenza di un evento della vita stressante. Il decorso può essere diverso: in alcuni casi si può parlare di un unico evento con remissione completa e recupero del peso corporeo in altri casi di un andamento cronico recidivante .

Le manifestazioni essenziali dell’anoressia sono :
– rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per età e statura (perdita di peso che porta a mantenere il peso al di sotto dell’85% rispetto al previsto);
– paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso;
– alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo , o eccessiva influenza del peso … sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso;
– nelle femmine amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi;

L’anoressia può essere “con restrizioni” : non sono presenti abbuffate o condotte di eliminazione come vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi o diuretici, oppure può essere “con abbuffate/condotte di eliminazione” sono presenta abbuffate o condotte di autoeliminazione.

Caratteristiche psicologiche familiari e individuali.
La famiglia dell’anoressica agisce su modelli altamente invischiati, chi cresce in tale sistema familiare impara a subordinare il proprio sé agli altri e l’approvazione dell’altro diventa una condizione imprescindibile di equilibrio interno e stima di sé. La protettività è una delle caratteristiche tipica di questo tipo di famiglia, si cresce sotto un controllo eccessivo ed intrusivo dei genitori, che si focalizzano solo sul benessere del figli, troppo attenti ai bisogni psicofisiologici dei figli, tutte le loro preoccupazioni investono ed invadono i figli, specie le figlie femmine. Le bambine percepiscono che quello che fanno è dominio di chi è attorno a loro, si è sempre soggetti all’approvazione altrui, in tale quadro si tende a sviluppare un perfezionismo ossessivo e un’attenzione particolare su sé e sui segnali di approvazione.

L’autonomia individuale dell’anoressica è limitata dall’intrusività e dall’iperprotettività della famiglia, ampie aree del funzionamento corporeo restano sotto il controllo genitoriale, questo la condiziona non permettendole di sviluppare le abilità necessarie per potersi relazionare con i suoi coetanei investendo e preferendo sempre di più i rapporti con gli adulti. In genere l’invischiamento viene proclamato come orgoglio delle famiglie anoressiche, in quanto esse si vedono leali, protettive, sensibili e responsabili, cosa che in effetti non sono. L’anoressica che si affaccia all’adolescenza entra in uno stato di conflitto profondo, il desiderio di contatto con il gruppo dei pari è ostacolato dall’eccessivo invischiamento familiare, le difficoltà che si incontrano nel rapporto con il gruppo dei pari incrementano l’ipercoinvolgimento familiare rafforzandone i confini che sono spesso rigidi.

La psicoterapia sistemica relazionale con riferimento alle dinamiche familiari è particolarmente efficace anche se estremamente complessa e ricca di resistenze al cambiamento da parte di tutti i componenti. I famigliari si presentano come accompagnatori sostenendo che c’è qualcosa che non va nella paziente, qualcosa che sfugge al loro controllo e che condiziona l’intera famiglia. Il terapeuta sa che quell’individuo sintomatico è parte si un sistema che inserisce il sintomo nella sua rete comunicazionale utilizzandolo per il proprio funzionamento e per la propria comunicazione.

La comparsa ed il mantenimento del sintomo anoressico è spesso collegata e sostenuta da determinate dinamiche come l’invischiamento, l’iperprotettività, la rigidità, l’evitamento del conflitto e la deviazione del conflitto, l´insieme di tutte queste condizioni sembra essere ritenuto l’assetto tipico di un sistema familiare con un membro anoressico.

La psicoterapia sarà indirizzata alla comprensione di queste modalità di transazione e comunicazione familiare, finalizzata a permettere al sistema familiare di rinnovare il proprio funzionamento interno; il terapeuta è attivamente coinvolto nel sistema come agente di rinnovamento e di stimolo al fine di spingere il sistema a ricercare un nuovo equilibrio di sistema più funzionale che possa permettere ai propri membri una maggiore libertà all’interno e all’esterno di esso.

La psicoterapia sistemico relazionale lavora per la comprensione e il cambiamento delle interazioni tra paziente e sistema familiare favorendo il naturale processo di individuazione del figlio.
 

Dott.ssa Catia Annarilli
Psicologa – Psicoterapeuta
Cell. 347.130714
catia.annarilli@gmail.com


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bibliografia di riferimento

Bibliografia:
1. Salvador Minuchin, Famiglie psicosomatiche. L'anoressia mentale nel contesto familiare, Casa editrice Astrolabio;
2. Selvini Palazzoli, M. (1963). L'anoressia mentale. Milano, Feltrinelli;
3. AA.VV., Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-IV-TR, American Psychiatric Pub, 4ª ed: 2000