di Chiara Rai
Nemi (RM) – Sono stati spesi dei soldi pubblici finalizzati ad interventi su due privati. Cinquemila euro spesi per una perizia geotecnica eseguita sulla proprietà di Rondini e Moscardi.
Così riassumiamo l’intera vicenda che ha visto come protagonista la ormai ben nota strada provinciale Nemi – Lago (lungo il versante nei pressi di Tempio di Diana – Via Roma).
Adesso, con i pezzi di carta alla mano, ripercorriamo i fatti. (In fondo all'articolo alleghiamo tutti i documenti)
LA STORIA
Tutto ha inizio nel mese di dicembre 2008, quando frane e smottamenti hanno colpito la Strada Provinciale Nemi Lago e il sentiero naturalistico Via Roma. Subito dopo le calamità naturali, la Provincia di Roma ha incaricato il geologo Giovanni Rotella di redigere una relazione geologica preliminare sul sito.
Questa relazione, redatta il 26 gennaio 2009, parla di “una situazione di instabilità dovuta alla presenza nel suolo di materiale detritico disposto su un pendio fortemente acclive e caratterizzato da vegetazione arbustiva ed arborea di dimensioni notevoli aggettanti verso la sede stradale”.
Oltre alla Provincia, ha eseguito dei controlli anche l’ufficio Tecnico comunale, insieme ai tecnici degli Enti Superiori preposti al controllo dei vincoli ambientali gravanti sul sito. Subito dopo arriva l’ordinanza dell’11 gennaio 2010 che dispone lo “sgombero immediato dei locali adibiti ad abitazione siti in Via Tempio di Diana 2 e Via Roma 1, di proprietà rispettivamente dei signori Rondini Gianfranco e Moscardi Fausto”. Quindi, i proprietari di queste due abitazioni sono stati costretti ad evacuare data la pericolosità del sito.
I PROVVEDIMENTI DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO FABIO MAURANO
A marzo del 2012 il commissario straordinario Fabio Maurano delibera un atto di indirizzo al fine di far redigere da un “idoneo soggetto” una indagine geologica, con i relativi sondaggi, dell’area sita lungo via Tempio di Diana.
E Maurano non parla di un “idoneo soggetto” qualunque, bensì parla proprio di un Geologo quando si riferisce alla necessità di individuare un professionista esterno.
S’INSEDIA LA GIUNTA DI ALBERTO BERTUCCI
Subito dopo, il 5 maggio 2012, non appena insediata la giunta di Alberto Bertucci, una delibera di giunta revoca la delibera di Maurano. Secondo la giunta di Alberto Bertucci non sarebbe stato più necessario affidare l’incarico ad un geologo in quanto sopravvenuto l’intervento della Regione, a seguito dell’affidamento in somma Urgenza dei lavori per la messa in sicurezza del movimento franoso lungo il versante nei pressi di Tempio di Diana – Via Roma.
La Regione Lazio molto celermente ha effettuato questi lavori finalizzati alla riapertura. Lavori che hanno lasciato perplessità sulla effettiva messa in sicurezza e dai quali di fatto, attraverso un dossier presentato da Insieme per Nemi, si è evidenziato che gli interventi realizzati dall’assessorato all’Ambiente della Regione Lazio, ai fini della riapertura della strada per la quale le precedenti amministrazioni avevano stimato (con l’ausilio di tecnici di Provincia e Regione) circa 1 milione di euro di interventi, non avrebbero messo in sicurezza il versante compreso tra via Roma e via Tempio di Diana.
Nel dossier fotografico, Insieme per Nemi evidenzia altresì che sarebbero stati utilizzati fondi pubblici per interventi su proprietà private. Raggiunto telefonicamente il consigliere d’opposizione Insieme per Nemi Cinzia Cocchi, la stessa conferma la necessità di ottenere delucidazioni da parte del Comune sulla vicenda: “La questione non ci è chiara – dice Cocchi – come non ci era chiara quando abbiamo preparato il dossier che ha sollevato dubbi sulle modalità dei lavori effettuati sulla strada Nemi – Lago. Al fine di ottenere delucidazioni in merito a queste ulteriori incongruenze emerse, presenterò una apposita interrogazione comunale”.
Torniamo all’escursus dei fatti. Dopo la revoca della delibera del commissario Maurano, nonostante il fatto cruciale che a seguito di questi lavori della Regione, la strada Nemi Lago fosse stata riaperta, il Comune di Nemi cosa fa? Con una determinazione di luglio del 2013 il Responsabile dell’Area Tecnica, affida all’ingegnere Nando Mastrostefano l’incarico relativo alle indagini geotecniche nonché redazione di una relazione geologica sulla strada provinciale 32/c "Nemi Lago" (via Tempio di Diana). Di questo scrivevamo lo scorso 19 luglio 2013: NEMI, STRADA DEL LAGO. DETERMINE AD INTERMITTENZA: TOGLI IL GEOLOGO E METTI L’INGEGNERE
INCONGRUENZE E CONSIDERAZIONI
Insomma le domande sorgono spontanee: “A cosa serve questa ulteriore indagine tecnica se la Regione ha già messo in sicurezza la strada Nemi lago?” Perché, allora, la giunta di Alberto Bertucci ha revocato la delibera di Maurano e riaffidato una nuova indagine geologica e geotecnica quando poteva essere sufficiente la sola relazione geologica?
E soprattutto quando la giunta stessa, nel revocare la delibera di Maurano, ha ritenuto sufficienti i lavori di somma urgenza della Regione Lazio?
Quello che noi sappiamo è che un ingegnere può effettuare una indagine geotecnica e non geologica, e dai qui si spiegherebbe la necessità di revocare la precedente delibera commissariale per farne una nuova, introducendo il termine “geotecnico”. In questo modo si può facilmente giustificare l'incarico affidato all’ingegnere Mastrostefano ( in grado quindi di redigere una relazione geotecnica ma non geologica) anzichè esclusivamente ad un geologo. Figura quest'ultima di cui si sarebbe potuto avvalere Mastrostefano nel redigere la relazione richiesta dall'ufficio tecnico.
Se la strada è stata messa in sicurezza dalla Regione Lazio che ha effettuato i lavori, questo significa che i due proprietari avrebbero potuto fare ritorno nelle loro abitazioni tranquillamente. Perché, allora, non sono tornati nelle loro case ma sono serviti 5mila euro di relazione geotecnica quando già la strada era stata riaperta e quindi messa in sicurezza dalla Regione Lazio? Invece si sono spesi 5 mila euro di soldi pubblici finalizzati ad interventi su privati.
Infatti, il 31/10/2013, il responsabile dell’Area Tecnica del Comune paga l’Ingegnere Nando Mastrostefano per un importo di euro 5.033,60 (IVA 21% e oneri inclusi)
Nella parcella (fattura n°34 del 2013) si evince chiaramente che i cittadini di Nemi hanno pagato l’ingegnere Nando Mastrostefano per una consulenza geotecnica relativa le proprietà di Rondini e Moscardi. E’ lecito tutto questo?
E finalmente l’8 novembre del 2013 è stata revocata l’ordinanza Sindacale di sgombero a carico di Moscardi e Rondini.
DOMANDE E CRONACA
Non sarebbe stato più opportuno che Rondini e Moscardi avessero pagato di tasca propria la relazione geotecnica sulle loro proprietà?
Perché sulla determina d’incarico a Mastrostefano si fa riferimento ad interventi su strada pubblica quando invece sulla fattura emessa dall’ingegnere Mastrostefano è chiaramente scritto che la relazione si riferisce alle proprietà di Rondini e Moscardi?
Perché produrre ancora spese e relazioni quando di fatto la strada provinciale Nemi – Lago è stata ufficialmente aperta a seguito dei lavori di somma urgenza per circa 200 mila euro effettuati dall’assessorato all’Ambiente della Regione Lazio?
Di fatto c’è una grave incongruenza perché un Ente locale pubblico dovrebbe spendere dei soldi per effettuare dei lavori che interessano la collettività e non due privati.
Intanto con il maltempo dello scorso mese, sono franati due grossi macigni sulla strada provinciale Nemi Lago e nel giro di un paio di giorni sono scomparsi. Qualcuno li ha rimossi, eliminando per così dire l’effetto e non la causa. Non sarebbe stata opportuna una attenta verifica della stabilità del costone da parte del proprietario della strada? Ovvero della Provincia di Roma? Ma allora la Regione Lazio ha messo o non ha messo in sicurezza la strada Nemi – lago?
La vicenda merita una attenta riflessione e delle risposte che soddisfino l’esigenza dei cittadini di sapere come vengono impiegati i soldi della comunità di Nemi.
DOCUMENTI ALLEGATI (CLICCARE SOPRA PER APRIRE E LEGGERE):
1) DELIBERA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO FABIO MAURANO
2) DELIBERA GIUNTA BERTUCCI CHE REVOCA DELIBERA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO
3) DETERMINA DEL RESPONSABILE UFFICIO TECNICO PER AFFIDAMENTO INCARICO A INGEGNER NANDO MASTROSTEFANO
4) FATTURA EMESSA DALL’INGEGNER NANDO MASTROSTEFANO AL COMUNE DI NEMI
5) DETERMINA DIRIGENZIALE COMUNE DI NEMI PER PAGAMENTO FATTURA A INGEGNER NANDO MASTROSTEFANO
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di Chiara Rai
Nemi (RM) – La vicenda i Corsi non è affatto conclusa. Anzi è davvero una matassa difficile da sbrogliare. Il nostro giornale ha introdotto già da tempo un termine dalla pronuncia ostica e se vogliamo per certi versi ambiguo: “parere endoprocedimentale”.
La parola “endoprocedimentale” in questa faccenda l’abbiamo sentita pronunziare per la prima volta dal direttore del Parco Regionale dei Castelli Tommaso Mascherucci, il quale, in maniera molto compiuta e precisa ci ha spiegato che il parere dell’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani non è vincolante ai fini dell’esito della conferenza dei servizi, seppur lo stesso abbia senza dubbio un peso all’interno del paniere.
Il paradosso è quindi dato dal fatto che anche se l’Ente Parco ha detto "no", il finale della storia è ancora tutto da scrivere e ripetiamo che questa è una vicenda che il caso ha voluto fosse nata sotto fortuite congiunzioni astrali.
Insomma pare che il fato e l’evoluzione degli eventi in genere abbia aiutato gli audaci. Renzo Cavaterra detto Massimo, sostenitore in campagna elettorale dell’attuale sindaco Alberto Bertucci, conoscente dell’ex vicepresidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti di cui, tra l’altro, uno dei militanti di quest’ultimo è Giovanni Libanori consigliere di maggioranza di Nemi in squadra con Bertucci (quest’ultimo, a sua volta, sostenitore delle gesta del consigliere regionale capogruppo della lista Zingaretti Michele Baldi), potrebbe vedere approvato il programma integrato I Corsi a Nemi.
Il fato potrebbe produrre questo esito grazie proprio al termine “en-do-pro-ce-di-men-ta-le”.
Endoprocedimetale sembra quasi una muta da sub che impermeabilizza gli Enti dalle proprie responsabilità: “Io ho detto sì? ma sono endoprocedimentale!”, “ ho detto no? ma sono endoprocedimentale”.
Quindi, questo significa che se i pareri sono rossi, gialli e verdi possono sbiadire tutti quanti e produrre un grigiolino, per intenderci quel colore che ricorda i palazziI.
Fatto sta che, vincolanti o meno, i pareri hanno un peso, altrimenti perché esprimerli e acquisirli? Ma alla fine ci sarà pur qualcuno, tipo “uomo del monte” che dirà quel sì o quel no vincolante! E chi sarà? Si esprimerà, per quanto riguarda la Regione (Ente sovracomunale), la Direzione del Dipartimento Istituzionale e Territorio dopo aver tenuto conto, tra gli altri, sia del parere espresso dal dipartimento regionale di Urbanistica e Copianificazione Comunale, che potrebbe anche essere stato positivo a riguardo, sia del parere negativo del Parco Regionale dei Castelli Romani.
Poi la palla tornerà nelle mani del proponente Comune che a questo punto potrà procedere oppure ripercorrere tappe già note, oppure ancora tentare degli originali colpi di coda. Se l’esito finale sarà quello che fu nel 2009 allora il Comune di Nemi si troverà di fronte ad una scelta: essere talmente convinti della positività del progetto a tal punto da sfidare i pareri negativi o prendere atto e chiudere la vicenda con un niente di fatto e consequenziali strascichi.
Endoprocedimentalmente parlando, come direbbe il goffo ma rappresentativo Cetto La Qualunque, non è una novità che in Italia leggi, leggine e pareri proliferano e mutano a tal punto da rendere di difficile individuazione e comprensione anche effetti all’apparenza di facile deduzione..
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Riceviamo e pubblichiamo da "Insieme per Nemi"
Caro Direttore,
la trascorsa giornata del 12 dicembre è memorabile per due motivi, peraltro, strettamente collegati tra loro: la sentenza del Tribunale Penale di Velletri che Ti ha giustamente prosciolta dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa e l’articolo con il quale l’hai salutata sul Tuo giornale.
Complimenti, perché hai saputo fondere, e con equilibrio, la soddisfazione per la vittoria e lo sdegno verso chi ti aveva ingiustamente accusata.
Tutti i cittadini ricordano quel manifesto con il quale Bertucci aveva denunciato l’esistenza, a Nemi, di una stampa “cattiva” perché, a suo dire, pregiudizialmente critica nei suoi confronti ed aveva chiamato a raccolta sostenitori e cittadini con un esercizio di vittimismo veramente encomiabile.
“Pore creatura!!” Aveva infatti esclamato più di un cittadino in buona fede e disponibile a dare credito a quella onestà intellettuale che, fino a prova contraria, l’opinione pubblica può concedere al “primo cittadino” del proprio paese.
Ma il tempo è galantuomo nel senso che fa maturare gli eventi e dimostra che, per fortuna, l’occhiuto vittimismo qualche volta paga chi lo sa esercitare, ma non per sempre.
Bertucci & C. hanno tentato per mesi di costruire un mostro dalla penna inzuppata di veleno.
Hanno tentato di accreditare un principio: abbiamo la stampa contro e pertanto “non ci possiamo muovere”, “non possiamo agire”.
Il giochetto è finito dopo il ceffone impartito loro dal Tribunale.
Le conseguenze politiche di questa sconfitta saranno destabilizzanti per Bertucci & C., poiché si vanno sommando a quelle degli insuccessi di questo fallimentare primo anno a mezzo di consigliatura.
Il loro capitale di credibilità, fondato sulla sabbia delle facili e sguaiatissime promesse elettorali, si è fatalmente prosciugato.
Nonostante ne fosse il vice-sindaco, il Bertucci lavorò ed operò in ogni modo per minare la credibilità della Giunta Cocchi, fino a raccoglierne il frutto malsano della sua elezione a Sindaco.
Quella macchina da guerra ora, si sta rivoltando contro il conducente e la sua sgangherata officina sta franando sotto il peso dei problemi, al novero dei quali risponde con assoluta incapacità amministrativa e con puro dilettantismo.
Ricordi, caro direttore,
il trionfalismo becero di quelle vele elettorali tronfie ed enfatiche, gonfie di una brezza sedicente primaverile? Ebbene, quella brezza si è mutata in uno scirocco caldiccio ed appiccicoso che ha fatto piovere sabbia su Nemi e sui suoi abitanti.
A rileggere, infatti, il programma elettorale di Bertucci le lacrime delle risate si fondono immediatamente con quelle di sdegno e di risentimento.
Le promesse per i primi cento giorni di amministrazione sono state catastrofiche: il niente ed il nulla continuano a rincorrersi tra le “camarille” di una corte altrettanto sgangherata; tra l’arroganza degli uni e l’incapacità e l’impotenza di troppi; tra la protervia di alcuni e l’ignoranza generalizzata, intesa come colpevole non conoscenza di tutto.
Caro direttore,
per chi ha amato ed ama questo paese, è particolarmente doloroso affermarlo, ma oggi a Nemi si respira un’aria malsana da basso impero.
Il clima sociale è inquinato dall’omertà diffusa che non consente ai cittadini di esercitare anche il più elementare diritto di critica.
E’ veramente troppo !!!
Caro direttore, infine, è proprio per cancellare questa vergogna, se ci ospiterai sul tuo giornale, vorremmo nei prossimi giorni scandagliare analiticamente tutto il programma elettorale di Bertucci a partire dai fatidici, ed irrimediabilmente per lui abbondantemente trascorsi, primi cento giorni di amministrazione……. ne vedremo sicuramente delle belle !!!!
INSIEME PER NEMI
Nota di Chiara Rai direttore de L'osservatore d'Italia
Egregio Avvocato Biaggi,
non è la prima volta che sei gradito ospite su questo quotidiano e mi duole ammettere, la nota dolente è soltanto riferita allo stato in cui versa la fu meravigliosa Nemi, che non è la prima volta che cogli in pieno l’atmosfera, i costumi e gli umori che ormai hanno reso la cittadina una sgangherata barcaccia alla deriva con dei timonieri sbronzi di protervia, sudici di arroganza e colmi di incapacità.
E credimi, non sei il solo a vedere Nemi coperta da una coltre di malsani fumi, costretta ad omertosi silenzi e, in un certo qual senso, serva di padri padroni privi però di qualsiasi abilità nel custodire il focolare domestico.
Parlo di focolare perché Nemi è una piccola comunità, un piccolo gioiellino che giorno dopo giorno si fa sempre più opaco sotto gli occhi di tutti; solo c’è chi ha il coraggio di guardare e chi invece indossa ancora le lenti della persuasione in attesa di vedere la “promessa che non c’è”, abilmente nascosta dietro la prima la stella a sinistra, pronta a cadergli addosso e a folgorarlo sulla via di Damasco: i venditori di fumo esistono ancora e mutano come i camaleonti diventando all’occorrenza vittime e alla necessità brutte copie di podestà d’altri tempi.
Ebbene, sarò lieta di essere mezzo di diffusione di una libera critica, mai diffamatoria e mai sguaiata rispetto ad una situazione ormai nota: siamo di fronte ad un fallimento sonante e memorabile tanto quanto i fatti di cronaca che hai saputo narrare con precisione e maestria. Non credo che Nemi abbia mai versato in così brutte acque, ma in questo tu e pochi altri che hanno costruito la storia politica di Nemi sapranno darmi conforto. La povertà d’animo rende miserabile qualsiasi gesta. Sarò felice di accogliere “Insieme per Nemi” su questo giornale, mezzo di informazione che risponderà sempre e soltanto ad un solo padrone: il lettore (e su questo mi si permetta di riprendere una nota riflessione del Montanelli).
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Chiara Rai: "In nome della categoria che rappresento e in nome dell’onestà della mia persona sono costretta a non passare sopra a questo episodio ed andare fino in fondo".
di Chiara Rai
Nemi (RM) – Smentito e smentiti dalla Giustizia. La denuncia della Giunta di Alberto Bertucci a seguito di un mio articolo che affermava che il cimitero era chiuso quando invece doveva essere aperto ha avuto una sonante archiviazione in quanto le accuse del sindaco di Nemi Alberto Bertucci, del vicesindaco Edy Palazzi e dell’assessore Pietro Pazienza sono risultate del tutto infondate.
Io e il mio giornale abbiamo vinto. Nessun rinvio a giudizio nei miei confronti e neppure uno strascico giudiziario che avrebbe lasciato spazi a dubbi ed insinuazioni dal parte del sindaco di Nemi nei confronti di una professionista quale ritengo di essere.
Definisco questa giornata memorabile, in quanto la diffamazione della quale mi hanno accusato è risultata infondata e si è rivolta contro loro stessi.
Sono estremamente contenta per questo esito odierno in aula di Tribunale dove sono stata trascinata per la giacchetta dai predetti personaggi. E’ stata completamente smontata la tesi sostenuta dalla giunta comunale di una stampa infamante e bugiarda: adesso c’è da chiedersi chi sia il pinocchio della situazione e chi debba camminare a testa bassa.
I motivi di questa sonante sconfitta giudiziaria della giunta di Alberto Bertucci che addirittura si è opposta alla richiesta di archiviazione sono diversi:
Alberto Bertucci, Edy Palazzi e Pietro Pazienza, che probabilmente non porgeranno le doverose e pubbliche scuse ad un quotidiano serio come il nostro, hanno messo in dubbio, testimonianze e fotografie.
E soprattutto la giunta ha mancato di rispetto nei confronti dei cittadini stessi che si sono recati al cimitero domenica 28 ottobre 2012, ultima settimana che prelude alla festività di Ognissanti e alla commemorazione di tutti i fedeli defunti, quando alle ore 16 i cancelli si presentavano chiusi e diversi visitatori rinunciarono all’idea di andare a trovare i loro cari.
Le accuse sono del tutto infondate e la memoria torna indietro a quando il sindaco ha fatto affiggere manifesti dappertutto addirittura utilizzando l’indirizzo e-mail istituzionale per esortare i cittadini a denunciare la stampa (e la collettività sa bene a chi si riferiva il sindaco) e a intentare quindi una causa di risarcimento danni al fine di tirare su qualche centesimo per rimpinguare le casse comunali e dare servizi ai cittadini.
Beh, signor Alberto Bertucci, penso che lei saprà trovare il modo per lavare tutto il fango che in questo mesi mi ha ingiustamente gettato in dosso.
In nome della categoria che rappresento e in nome dell’onestà della mia persona sono costretta a non passare sopra a questo episodio ed andare fino in fondo.
Ancora adesso, la invito, come la invitai in sede di tentativo di riconciliazione che lei non ha saputo ne voluto intendere (ne lei e neppure i signori Edy Palazzi e Pietro Pazienza), a rassegnarsi al fatto che esista una stampa seria su questo territorio.
Una stampa che ha saputo anche criticare il suo operato perché per fortuna in Italia vige ancora la libertà di critica e di pensiero.
In silenzio ho dovuto subire ridicole accuse della sua giunta, in silenzio passavo di fronte ai manifesti diffamanti che con tanta solerzia sono stati affissi e tenuti per mesi. Adesso con la stessa tenacia, con lo stesso silenzio, seguirò le sue gesta e le ricordo che non è riuscito nel suo intento di farmi rinviare a giudizio bensì rinviato a giudizio resta lei e per fatti molto gravi. Le rammento che l’accusa è di frode e turbativa d’asta nei pubblici incanti rispetto allo stesso Comune che amministra e che la prossima udienza dibattimentale è fissata per il mese di giugno.
Se verrà scagionato ne daremo notizia e se verrà condannato faremo altrettanto. Per il momento vige la presunzione di innocenza e io e il mio giornale non ci comporteremo come lei si è comportato nei nostri confronti. Tant’è.
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Lo scorso undici novembre il direttore del Parco dei Castelli Romani Tommaso Mascherucci, non avendo ancora ricevuto alcuna documentazione da parte del Comune di Nemi e quindi anche dal titolare del progetto, ha scritto al Comune facendo presente che, qualora non dovesse arrivare la documentazione richiesta in tempi ragionevoli per poter stilare la relazione tecnica e quindi il parere endoprocedimentale, si farà riferimento al parere precedente già espresso: un atto di coerenza.
di Chiara Rai
Nemi (RM) – Il dissesto idrogeologico, mi è già capitato di dirlo, è un cancro per l’Italia, rimasto spesso e volentieri afono in nome della speculazione edilizia. Frane e alluvioni sono le figlie di una politica volta a distruggere aree che invece andrebbero protette.
I primi giorni del prossimo mese di dicembre, secondo calcoli spiccioli, dovrebbe tenersi la seconda seduta della conferenza dei servizi sulla lottizzazione Corsi a Nemi. E' iniziata lo scorso 16 ottobre la conferenza dei servizi alla Regione Lazio.
Il Comune di Nemi intende concludere in fretta il “Programma integrato di intervento di iniziativa privata” che permetterà alla società riconducibile a Renzo Cavaterra detto Massimo, amico e sostenitore dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, di edificare in località Corsi a Nemi insieme ad altri soggetti.
In occasione dell’ultima conferenza dei servizi l’Ente regionale Parco dei Castelli Romani, così come la Provincia di Roma, hanno richiesto ulteriore documentazione per poter stilare una relazione tecnica o parere rispetto alla realizzazione del piano integrato in località Corsi, che ricordiamo nel 2009 non ebbe il nulla osta da parte del Parco dei Castelli Romani: a firmare il diniego di nulla osta fu l’allora direttore del Parco dei Castelli Romani Roberto Sinibaldi. Il diniego fu corredato da una relazione tecnica siglata dai geometri Massimiliano Troisi, Marco Ferrari e dal dottor Daniele Badaloni.
[ PER LEGGERE IL PARERE DEL PARCO DEI CASTELLI ROMANI EMESSO NEL 2009 CLICCARE QUI ] Questo parere di cui si parla tanto è pubblicato in allegato al presente articolo dal nostro giornale. Ed è un atto che appare più che mai attuale, valido, ben argomentato, contestualizzato rispetto ad una situazione che sembrerebbe essere rimasta invariata.
L’attuale direttore dell’Ente regionale Tommaso Mascherucci, il quale nel 2009, espresse già un parere di carattere agro vegetazionale rispetto al progetto “Corsi”, considerando anche l’impatto dell’edificazione sul suolo, acqua e aria e considerati anche i corridoi verdi, ha richiesto nuova documentazione (sicuramente perché aggiornata rispetto all’epoca) per poter stilare una più fedele relazione tecnica, al passo con i tempi. Oltre alla nuova documentazione, Mascherucci ha richiesto di poter effettuare un nuovo sopralluogo nell’area interessata dal progetto.
Lo scorso undici novembre il direttore del Parco dei Castelli Romani Tommaso Mascherucci, non avendo ancora ricevuto alcuna documentazione da parte del Comune di Nemi e quindi anche dal titolare del progetto, ha scritto al Comune facendo presente che, qualora non dovesse arrivare la documentazione richiesta in tempi ragionevoli per poter stilare la relazione tecnica e quindi il parere endoprocedimentale, si farà riferimento al parere precedente già espresso: un atto di coerenza.
Manca circa una settimana alla fine di novembre, siamo alla soglia della prossima conferenza dei servizi: perché l’Ente Parco non ha ricevuto ancora nulla? Come potrebbe in pochi giorni stilare una nuova relazione con tempi così stretti causati dal proponente stesso del progetto, cioè dal Comune?
Intanto, sempre lo scorso 11 novembre, Mascherucci è stato invitato dal Comune di Nemi al sopralluogo in località Corsi, stabilito per il 14 novembre.
Solo Mascherucci è in grado di sapere cosa scriverà sul nuovo parere, ma sicuramente è auspicabile un atto coerente con la linea perseguita in passato, dato lo stato dei fatti e lo scarso aggiornamento da parte dei proponenti alla data odierna.
Intanto analizziamo bene quello che sostanzialmente è stato il parere dell’ex direttore del Parco Roberto Sinibaldi.
LOCALITA' CORSI:
Il profilo del Piano di Campagna è stato modellato in terrazzamenti artificiali anche per evitare la naturale erosione del terreno dovuta alle pendenze citate e alla composizione geologica degli strati superficiali che risultano di scarsa coesione. In questo senso le alberature esistenti assumo un ruolo fondamentale proprio nel mantenimento della coesione del terreno. Il terreno digrada successivamente con pendenze meno rilevanti, ma pur sempre da considerare per le criticità che potrebbero essere indotte da eventuali interventi antropici.
Ma non è tutto perché la relazione tecnica dei geometri e del dottor Badaloni dice anche che l’area è la continuazione dei tradizionali boschi a predominanza di castagno, esistenti in tutta la zona dei Castelli Romani.
Questa tipologia di boschi è considerata “Habitat naturale di interesse comunitario richiede la designazione di aree speciali di conservazione”. La rilevanza ecologica di questo bosco quale “cuscinetto” tra le aree a maggiore pregio naturalistico e quelle più antropizzate.
La realizzazione di questo progetto con centro estetico, villini ecc. andrebbe a causare una segmentazione e interruzione della continuità ecologica degli habitat e un conseguente abbassamento, nell’intera area circostante degli indici di naturalità esistenti.
Vicino ai Corsi c’è il Monte Calvarione e il Vallone Tempesta, aree di particolare pregio naturalistico. Considerata l’importanza della non trasformabilità dei luoghi regolata dalle direttive “Habitat e uccelli”, sostanzialmente non si può esporre questo ambiente naturalistico di enorme pregio ad interventi invasivi che comprometterebbero irrimediabilmente l’intero equilibrio naturalistico dell’area.
LE DIRETTIVE:
La direttiva "Habitat", e la Direttiva Uccelli costituiscono il cuore della politica comunitaria in materia di conservazione della biodiversità e sono la base legale su cui si fonda Natura 2000. Scopo della Direttiva Habitat è "salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato" (art 2). Per il raggiungimento di questo obiettivo la Direttiva stabilisce misure volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario elencati nei suoi allegati.
COSA SI AUSPICA:
L’educazione allo sviluppo Sostenibile (ESS) tocca tutti gli aspetti della vita e i valori, al centro dei quali vi è il rispetto per gli altri, inclusi quelli delle generazioni presente e future, per la diversità, per l’ambiente, per le risorse della Terra. Dunque l’attuazione di quanto è sui pezzi di carta:
Importantissima al riguardo è la Valutazione di Incidenza Ambientale (in acronimo VINCA o VI) ha lo scopo di accertare preventivamente se determinati progetti possano avere incidenza significativa sui Siti di Importanza Comunitari (SIC), sulle Zone Speciali di Conservazione e sulle Zone di Protezione Speciale (ZPS).
Tale procedura è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" con lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale. In Italia la valutazione di incidenza ambientale è introdotta dall' art. 5 D.P.R. n. 357/97.
I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti, sono obbligati a predisporre uno studio (di incidenza) per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.
Gli atti di pianificazione territoriale da sottoporre alla valutazione di incidenza sono presentati, nel caso di piani di rilevanza nazionale, al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e, nel caso di piani di rilevanza regionale, interregionale, provinciale e comunale, alle regioni e alle province autonome competenti.
I proponenti di interventi (progetti) non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi.
Le modalità di presentazione degli studi e la valutazione di incidenza dei piani e degli interventi sono stabilite dalle autorità competenti (Regioni e le province autonome, o enti delegati).
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di Maurizio Costa
Albano Laziale (RM) – L’associazione A.N.I.M.O. ha presentato al teatro “Alba Radians” un convegno dal titolo “Assistenza Oncologica nella Regione Lazio: Limiti e Prospettive.” Molte personalità di spicco dell’ambiente sanitario, tra cui vari dottori e luminari che si occupano del problema del cancro e del trapianto di organi, hanno spiegato come il numero di tumori tenda a crescere visto l’aumento dell’età media. Dall’altra parte il cancro sta diventando sempre più curabile, sebbene i morti siano ancora tantissimi.
Molti i dottori che sono intervenuti, tra cui Carlo Umberto Casciani, Commissario Straordinario dell’Agenzia Regionale Lazio Trapianti, e Francesco Cognetti, direttore di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena.
Volgendo lo sguardo alla compagine politica che affollava il convegno, erano presenti sindaci e consiglieri comunali delle varie amministrazioni locali e della Regione Lazio. A presentare il convegno e a fare gli onori di casa ha pensato il sindaco di Albano Nicola Marini, che ha aperto le danze affermando di essere sempre in prima linea per quel che riguarda il problema del cancro. Ai microfoni de L’osservatore laziale, il primo cittadino non ha nascosto la sua contentezza: “Mi fa piacere ed è un onore per me che Albano ospiti un evento così importante che ha molto rilievo tra la società e tra i cittadini.” Riguardo all’invito dei vari sindaci del territorio, Marini ha spiegato: “Immagino che l’associazione abbia invitato queste personalità per poter riunire tutte le competenze che fanno parte del territorio del Lazio e dei Castelli Romani.”
Il sindaco di Nemi, Alberto Bertucci, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, definendo l’osservatore laziale un giornale “troppo assillante e che ha un atteggiamento ingiustificato nei miei confronti.” Riguardo alla conferenza ha dichiarato: “Sono molto vicino a questa tematica e anche io ho voluto dare il mio contributo rappresentando la cittadina di Nemi.”
Sicuramente più disponibile alle interviste il consigliere regionale Michele Baldi. Durante il convegno la Presidente dell’associazione, Anna Laganà Madia, si è rivolta a Baldi, pregando che porti in Consiglio Regionale questa tematica così importante: “Non può esserci mancanza di fondi quando si parla di malati. La Regione dovrebbe assumere meno economisti e più dottori per stare più vicino alle persone che tutti i giorni vivono questo dramma.” Dal canto suo Baldi dal palco dell’”Alba Radians” si è difeso così: “Il problema vero da battere è il cancro. Io voglio essere a disposizione di tutti quelli che stanno male. Se la Regione Lazio non ha fatto in passato, sicuramente farà in futuro.”
Ai nostri microfoni, poi, Baldi è stato più esplicito: “La Regione deve investire sulla sanità, non tagliando, ma riducendo gli sprechi.” Il consigliere regionale, cambiando argomento, ha dichiarato che non scenderà in politica europea: “Io guardo all’Europa non per un fatto personale, ma per i fondi che potrebbero arrivare per infrastrutture e sanità. Personalmente io sto in Regione e non lascerò questo posto perché sono troppo attaccato a Roma.” Riguardo ai rapporti con il sindaco di Nemi, Alberto Bertucci, Baldi si è dichiarato molto aperto verso la provincia: “Bisogna essere vicino ai sindaci dei paesi del Lazio, facendo in modo che Roma e la Provincia dialoghino tutti i giorni. I vari Comuni del Lazio possono dare occupazione e quindi la Regione deve gratificare tutto ciò che è potenzialmente positivo.” Il consigliere regionale non è interessato al fatto che Bertucci possa passare al centrosinistra: “La priorità oggi è il cancro e la mancanza di occupazione, e chiunque ragioni in termini di destra e di sinistra è uno stupido che non ha capito in che situazione ci troviamo. Io all’Europa non ci penso, e non lascerò questo mio attuale incarico.”
La politica per antonomasia non dorme mai. Anche in un convegno sui malati di cancro si riesce a vedere come la sanità abbia bisogno di fondi che provengono per forza dall’ambiente politico e dalle varie amministrazioni. Varie volte i medici hanno chiesto ai sindaci ed ai consiglieri presenti in sala più finanziamenti e più interesse verso un problema così grande. Speriamo che non siano sempre e solo le solite promesse.
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“- Paggio Fernando sarà lei! – esclamò il signor Olinto, puntando l'indice peloso. – Lei sarà un amore di paggio, parola d'onore! – Don Gaetanino Longo, rosso dal piacere, seguitò a tormentare i baffetti che non spuntavano ancora, e balbettò: – Se crede… se le pare… – E come! e come! – Il capocomico, col pugno sull'anca e il busto all'indietro, colla tuba bisunta sull'orecchio, e il mento ispido in mano, saettando un'occhiata sicura di conoscitore di fra le setole delle sopracciglia aggrottate, continuava a dire: – Ma sicuro! Lei ha il fisico che ci vuole! Faranno una bella macchia insieme alla mia Rosmunda! – Allora scoppiarono i malumori e le gelosie fra i dilettanti raccolti intorno al biliardo nel Casino di conversazione. Si udì prima un'osservazione timida, come un sospiro; poscia il coro delle lagnanze: Perché è figliuolo del sindaco!… Perché torna dagli studi col solino alto tre dita!… – Eh?… Che cosa?… Dicano, dicano pure liberamente. Siam qui apposta per intenderci… fra amici… – Si fece avanti un giovanotto magro e barbuto, sotto un gran cappellaccio nero, e cominciò: – Io vorrei… Non dico per la distribuzione delle parti… Non me ne importa… Ma quanto alla scelta della produzione… Mi pare che sarebbe ora di finirla colla camorra…
– Eh? Che dice? Non le piace la Partita a scacchi dell'avvocato Giacosa?… Lavoro applaudito in tutte le piazze!… “
di Chiara Rai
Nemi (RM) – Un brillante Verga in “Paggio Fernando”, una ambientazione di fine ottocento ma ancora attuale. Un clima tragicomico ma incredibilmente proiettato in un contesto verosimile: Il capocomico è un mediocre artista, ma nello stesso tempo è un lucido ed esperto conoscitore di simili realtà provinciali, pronto a piegarsi senza difficoltà ai necessari compromessi, ma sempre salvaguardando le apparenze e mostrando dei tratti affabili e latamente signorili, necessari se si vuole trattare con un ambiente nel quale non manca gente influente e colta.
La nostra non è una volontà di persecuzione ma un desiderio di fare cronaca politica. Ai nostri tempi ci sono troppe metamorfosi, c’è una crisi dei valori data anche da una crisi d’identità. Non è per forza vero che se siamo nel Governo delle larghe intese, chi si riconosce in valori di destra o sinistra debba essere considerato un cretino.
Non mi sembra che i politici si concentrino sui malati e la sanità. Il consigliere Baldi, nelle sue dichiarazioni è davvero poco sensibile e ingeneroso specialmente nei confronti di chi lotta per vedere rispettati i propri diritti. Il nostro giornale era presente alla manifestazione dei malati si Sla sotto al ministero: Baldi dov’era?
Il nostro giornale era presente alle proteste dei malati che chiedono le cure compassionevoli tramite metodo stamina: Baldi dov’era?
Il nostro giornale è stato innumerevoli volte al soccorso di Albano, sovraffollato con malati in barella in attesa da ore di ricevere cure: Baldi dov’era?
Il nostro giornale si è battuto per tenere aperto l’ospedale di Bracciano, ha fatto parlare personale medico e malati: Baldi dov’era?
Dove abbiamo visto Baldi? Ospite d’onore alla Sagra delle Fragole con il sindaco inquadrato al centrodestra Alberto Bertucci.
Facciamo i seri, e pensiamo ai reali problemi dei cittadini. Paggio Fernando ha individuato, nonostante la sua mediocrità, il suo pollo dalle uova d’oro: meglio seguirlo dappertutto. Tanto dovevo perché respingo qualsiasi forma d’ipocrisia.
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