Albano Laziale, psicologia: allenare l’intelligenza numerica dei bambini in fase prescolare


A cura della Dott.ssa Chiara Marianecci, Logopedista


ALBANO LAZIALE (RM) – Per molti bambini questo Giugno ha rappresentato la chiusura del capitolo “scuola materna”, con appuntamento a Settembre per l’inizio della fatidica “prima elementare”. È capitato in precedenza di riportare indicazioni per supportare la fase prescolare che precede la letto-scrittura, con attività specifiche. In questo caso invece si vuole approfondire maggiormente l’argomento “matematica”, indicando a genitori, nonni, insegnanti e chiunque abbia il piacere di passare de tempo con bambini, attività che possano stimolare i prerequisiti all’apprendimento della matematica. L’obiettivo non è certamente quello di accelerare le tappe di apprendimento, bensì rafforzare le basi per facilitare i bambini in quello che sarà il percorso didattico. Le competenze matematiche infatti sono innate e molto più precoci di quanto si possa immaginare, basti pensare che già a pochi mesi di vita i bambini riescono a riconoscere un cambiamento di numerosità, quindi di quantità. Rispetto all’età prescolare, antecedente cioè all’ingresso in prima elementare, si è visto che un bambino di 5 anni usa il numero arabico con familiarità; tra i 5/6 anni poi la maggior parte dei bambini mostra di aver stabilizzato il conteggio; alla stessa età, inoltre, i bambini riconoscono che i numeri della sequenza sono entità distinte (un bambino di cinque anni sa dirmi se il quattro viene prima o dopo del tre e se è di più o meno grande) e mostrano di saper scegliere il simbolo corrispondente al numero (entro il 9), anche se si riscontrano errori di scrittura come specularità o rotazioni: aspetti questi che in questa fase possono essere ritenuti ancora fisiologici (cruciali negli apprendimenti matematici innati sono le abilità di attenzione visiva spaziale). Naturalmente quanto detto riguarda la maggior parte dei bambini ma esiste la variabilità di sviluppo, che può presentare tappe diverse in modo soggettivo. Dopo aver esaminato aspetti teorici, passiamo adesso al concreto. Attività utili da svolgere per stimolare infatti la cosiddetta “intelligenza numerica” sono:


– Attività di stima: si possono presentare due quantità con immagini o più semplicemente con oggetti; e il bambino, senza ricorrere al conteggio, dovrà riconoscere la quantità maggiore, dicendo dove è di più o di meno.

– Attività di subitizing: ad esempio con i dadi, con le dita, oppure con immagini o oggetti concreti. Il bambino deve riconoscere il numero corrispondente alla quantità presentata sempre senza ricorrere la conteggio

– Corrispondenza numero-quantità: si presentano più quantità distinte (ad esempio un insieme di tre palline, un altro di quattro e un altro con due) e si richiede al bambino dov’è una quantità specifica (dove sono tre palline).

– Attività di memoria visiva: presentare al bambino una sequenza di oggetti per qualche secondo, lui dovrà riprodurla uguale, ricordando l’ordine e la quantità. In alternativa, si può disegnare una sequenza di simboli su un foglio, farli vedere al bambino per pochi secondi e poi coprirli, lui dovrà riprodurli ricordandosi il giusto ordine.

– Attività di ordine di grandezza: presentare oggetti uguali di dimensione crescente (ad esempio le matriosche, i cubi etc); il bambino dovrà metterli in fila secondo un ordine di grandezza crescente (dal più grande al più piccolo). Quando il bambino ci mostra di essere abile con questi “giochi”, possiamo togliere dalla fila uno di questi oggetti e chiedergli dove dovrebbe inserirlo.

– attività di conteggio con le dita, di oggetti e capacità di associare il concetto che l’ultimo numero detto contiene tutti gli altri.

– conteggio a ritroso (da 10 a 1).

– Naturalmente molto utili sono anche le attività più semplici di scrittura (sfruttando anche i libricini con attività di pregrafismo, tratteggio da ripassare etc) e riconoscimento di numeri (entro il 9 generalmente).

Dott.ssa Chiara Marianecci (logopedista)
3497296063
 




Castelli Romani, prevenzione incendi e criticità idriche: Ad Albano Laziale la riunione del COI

 

Red. Cronaca

ALBANO LAZIALE (RM) – Mercoledì 14 giugno si è svolta la riunione del Centro Operativo Intercomunale (C.O.I.) di Protezione Civile, alla presenza dei rappresentanti dei comuni di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio. Hanno partecipato anche i responsabili di Acea Ato 2. La riunione ha avuto all’ordine del giorno due punti: 1) Criticità approvvigionamento idrico (nota Acea del 31/5/2017); 2) prevenzione incendi boschivi.


Criticità approvvigionamento idrico: 
Acea ha illustrato lo scenario attuale di criticità a causa della bassa piovosità delle ultime stagioni invernali che ha comportato la diminuzione delle fonti di approvvigionamento idrico dell’intera Regione Lazio.  Per l’intero territorio dei Castelli per evitare problemi, in aggiunta alla attuale fornitura, occorrono ulteriori 190 l/s. Acea Ato 2 ha richiesto alla Regione Lazio il permesso di aumentare le forniture dall’acquedotto Pertuso. Se questo si verificasse, i disagi dovrebbero essere contenuti. Il condizionale è d’obbligo. Se invece questo aumento di portata non ci sarà, potrebbero verificarsi turnazioni tra i comuni e/o riduzioni del flusso idrico. Notizie più precise e aggiornate verranno fornite da Acea nell’arco di una decina di giorni. È stata cura delle Amministrazioni Comunali sottolineare ad Acea l’importanza di riparare le perdite e intervenire sulle condutture, nei punti conosciuti che hanno continue rotture. A questo proposito, Acea ha comunicato di aver potenziato le squadre di intervento. Ogni Comune ha inoltre emesso una specifica ordinanza volta al risparmio idrico. Nel caso del di Albano Laziale sono stati affissi manifesti e le informazioni utili sono reperibili sul sito istituzionale e sui social network. Potranno anche essere chiuse le fontanelle stradali per evitare ogni forma di spreco. Infine, tutti i Comuni facenti parte del C.O.I. scriveranno una lettera alla Regione per chiedere che venga concesso il fabbisogno idrico necessario ad evitare ogni forma di disagio.

Prevenzione incendi boschivi: 
Il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, ha illustrato ai colleghi Sindaci le ordinanze vigenti ad Albano Laziale che, essenzialmente, sono due: una che detta le disposizioni ai privati relativamente allo stato di cura del proprio terreno, anche e soprattutto, se esso confina con strade pubbliche. L’altra ordinanza regola le norme di prevenzione degli incendi boschivi. È stato inoltre proposto a tutti i Comuni un coordinamento congiunto delle Protezioni Civili negli interventi.




Albano Laziale, perseguitava l'ex moglie: finisce in manette

 

ALBANO LAZIALE (RM) – Già a febbraio scorso era stato allontanato dalla casa familiare con un atto d'urgenza a causa dei continui maltrattamenti a cui sottoponeva i suoi familiari. Incurante della misura cautelare emessa dal Tribunale di Velletri, ignorando qualsiasi prescrizione, continuava ad importunare, minacciare ed ingiuriare la sua ex moglie che ormai viveva nel terrore. Seguita costantemente mentre raggiungeva il posto di lavoro o più semplicemente quando andava a fare la spesa, temendo che la situazione potesse degenerare in maniera drammatica, si è rivolta nuovamente ai poliziotti della Squadra Anticrimine del Commissariato di Polizia di Albano, che, informato il Tribunale di Velletri degli ulteriori elementi acquisiti, hanno ottenuto ordinanza di custodia cautelare nei confronti dello stalker. L’uomo, 50 anni, è stato cosi arrestato, dopo essere stato rintracciato presso un'abitazione di Pavona




Albano Laziale: partecipato il convegno sulla povertà

 

Redazione

ALBANO LAZIALE (RM) – “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Su questa citazione di Ghandi si è basato il convegno sul fenomeno della povertà, che si è tenuto il 26 maggio a Palazzo Savelli. La partecipazione alla manifestazione, curata dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Albano Laziale, è stata ampia. Presenti diversi attori del terzo settore fra associazioni, comitati di quartiere, parrocchie, professionisti e cittadini, che hanno potuto prendere parte al dibattito. L’iniziativa è stata aperta dagli interventi tecnici della Dottoressa Margherita Camarda, Responsabile dei Servizi Sociali del Comune di Albano Laziale, e della Senatrice Anna Maria Parente, che ha spiegato in maniera dettagliata i contenuti del Disegno di Legge sulla povertà di cui è relatrice a Palazzo Madama. A seguire hanno preso la parola il Consigliere comunale Gabriele Sepio e il Sindaco Nicola Marini. Il Consigliere Sepio ha illustrato le politiche messe in atto dal Comune di Albano Laziale: «Oltre a misure di sostegno al reddito, in favore di cittadini in difficoltà socio – economiche, abbiamo incentivato iniziative, come il Job Day, per favorire l’inserimento al mondo del lavoro. Tutto ciò ha reso la nostra città un laboratorio inedito nell’ambito delle politiche sociali e attive del lavoro, a livello regionale. Inoltre, già con il progetto Albano Servizi In Rete e in seguito con Pubblicittà, abbiamo intrapreso un percorso di conciliazione con tutte le associazioni. Cercheremo di coniugare queste ultime per mettere in rete gli interventi ed ottimizzarli». Alle parole di Gabriele Sepio hanno fatto seguito quelle del Sindaco Nicola Marini: «In questi anni agli Enti Locali sono stati richiesti grandi sacrifici economici. Riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato e spending review non ci hanno impedito di garantire alle fasce più deboli e a coloro più esposti alle conseguenze della grave crisi economica che abbiamo vissuto, il necessario sostegno. Abbiamo ritenuto giusto supportare i cittadini in difficoltà, a discapito di altri servizi. Ne siamo consapevoli, ma riteniamo che la centralità della persona debba essere il fulcro della nostra attività amministrativa».




Albano Laziale: incontro sulla povertà con la senatrice Parente

 

ALBANO LAZIALE (RM) – L’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Albano Laziale ha organizzato un incontro sul fenomeno della povertà, previsto per venerdì 26 maggio dalle ore 9 presso la Sala Formazione di Palazzo Savelli (Piazza Costituente, 1). Ospite dell’iniziativa sarà la Senatrice Anna Maria Parente, relatrice in Senato del Disegno di Legge sulla povertà. Quello della povertà è diventato un fenomeno sempre più complesso e diversificato. Povertà non solo materiale, ma anche di relazione. Due aspetti che si mescolano, creando condizioni di vulnerabilità sociale. L’incontro sarà un momento di confronto con professionisti e stakeholders del settore, utile per essere aggiornati sulle manovre di contrasto al fenomeno adottate sia dal Comune di Albano Laziale, sia dal Governo. Per maggiori informazioni è possibile contattare i recapiti telefonici 0693019541- 537. 




Albano Laziale, Il Sindaco Marini alla Raggi: "Non diventeremo la pattumiera di Roma"



ALBANO LAZIALE (RM)
– Dopo le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Roma durante la trasmissione “Porta a Porta”, in cui Virginia Raggi ha riferito in merito al “progetto” di individuare, al di fuori dei confini comunali, aree dove trattare e stoccare i rifiuti della Capitale, è intervenuto anche il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini.
“Trovo improprie e inopportune le dichiarazioni del Sindaco Virginia Raggi. E’ impensabile ipotizzare di scaricare i rifiuti di Roma sui territori dei Comuni limitrofi. Non è mia intenzione dare giudizi sulla gestione dei rifiuti della città di Roma, a partire dalla contingente situazione del mancato svuotamento dei cassonetti, ma è bene chiarire che la soluzione non potrà certamente essere quella dichiarata a Porta a Porta. Non è colpa dei Comuni limitrofi se Roma, a distanza di un anno dall’insediamento del nuovo Sindaco, non ha ancora una programmazione realistica della gestione dei rifiuti, né del fatto che tra pochi giorni scadrà la deroga dell’Unione Europea, non rinnovabile, che consente a Roma di inviare i rifiuti all’estero. Ha avuto un anno di tempo per trovare una soluzione. Di sicuro la soluzione, non potrà essere quella di far diventare i territori circostanti la “pattumiera” di Roma. Nel nostro caso, Albano Laziale ha già dato molto, anzi ha già dato troppo. E’ sufficiente ricordare le ordinanze che fummo costretti a subire dell’allora Commissario Straordinario per la Gestione dei Rifiuti, Goffredo Sottile, per non parlare delle conseguenze derivate dai due decreti del Ministro Clini. Disposizioni che obbligarono a trattare i rifiuti provenienti da Roma nel nostro territorio. La città di Albano Laziale da molti anni è sede di un impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) e della discarica a servizio dell’impianto, che è prossima all’esaurimento e che ha già dato molti problemi ambientali. Proprio per questi motivi è oggetto di revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Non intendiamo, quindi, in nessun modo contribuire, ancora una volta, a risolvere i problemi di Roma Capitale. Ci opporremo con ogni mezzo amministrativo, legale e politico a tutela del nostro territorio”.




Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: a che gioco giochiamo?

 

A cura della Dott.ssa Cristina Monaco

ALBANO LAZIALE (RM) – “I giochi dei bambini non sono giochi e bisogna considerarli come le loro azioni più serie”
(Michel de Montaigne)


Perché è importante giocare? Ma soprattutto, con cosa devo far giocare il mio bambino? Queste sono domande comuni che tanti si pongono quando entrano in relazione con un bambino, soprattutto se molto piccolo.
Con questo articolo propongo un viaggio nello sviluppo del gioco del bambino, analizzando le fasi evolutive e le necessità che lo caratterizzano, ma soprattutto cercherò di focalizzare l’attenzione su quanto il gioco sia collegato e come sostenga il maturarsi delle altre competenze del bambino, come le capacità motorie e il linguaggio. Sostenendo una capacità infatti stiamo garantendo il corretto sviluppo delle altre, e quindi uno sviluppo armonico di tutte le competenze.
Cosa è il Gioco?
Il gioco è parte centrale dello sviluppo psicomotorio del bambino ed assume un diverso significato nel corso della maturazione del senso di Sé, dell’indipendenza, delle abilità sociali e della creatività individuale.
Mediante il gioco il bambino sperimenta il rapporto con le persone, arricchisce la memoria, allena la concentrazione, studia cause ed effetti, riflette sui problemi, impara a controllare le emozioni, conosce la realtà circostante e arricchisce il vocabolario (Sheridan M,1984).
Tutto ciò si traduce nello sviluppo della personalità e nella realizzazione del bambino stesso.
Grazie al gioco il bambino potrà sviluppare una corretta coordinazione motoria e amplierà, grazie all’imitazione e alla sperimentazione, le possibilità di comunicare (giocare con l’altro) ed inserirsi in contesti sociali. Cercherà di creare Relazioni (con l’altro, con se stessi, con gli oggetti) ed esplorare il proprio corpo e le proprie capacità di agire.


Lo Sviluppo del Gioco

Nei primi due mesi non possiamo parlare di alcuna attività di gioco, poiché i movimenti scaturiscono principalmente da meccanismi riflessi innati.
Successivamente, già dal II mese il bambino esercita dei movimenti che producono piacere (inizia il gioco di tipo “motorio”).
Nei mesi successivi aumenta l’interesse per il proprio corpo e il bambino inizia a "giocare" muovendo di più la testa, le gambe, le braccia e le mani; aumentano le vocalizzazioni e compare il sorriso sociale.
Comincia una graduale partecipazione alle attività relazionali con i familiari, con particolare interesse per le persone e i visi: il bambino in questa fase osserva, ascolta, dà segnali di piacere (sorriso sociale e riso) quando si interagisce con lui. Aumentano le vocalizzazioni ripetitive: i bambini giocano con la capacità di produrre, differenziare e ripetere suoni.


Con cosa Giochiamo a 2-3 mesi?
Il principale interesse per i bambini di questa età sono le PERSONE che si prendono cura di loro (caregivers), i quali costituiscono importanti fonti di interesse, di gioco e di apprendimento, specialmente attraverso il GIOCO di ACCUDIMENTO quotidiano (routines: che comprendono l’allattamento, lo stare in braccio, chiacchierate a quattrocchi, filastrocche, cullare, massaggiare, bagnetto ecc.).
Altro fondamentale strumento ludico diventa il proprio CORPO, tutto da scoprire, in particolare la loro attenzione si focalizza sulle mani che possono guardare, mettere in bocca e succhiare.
Di cosa non hanno particolarmente bisogno in questo momento evolutivo? Di essere lasciati soli con dei giocattoli sonori o particolarmente grandi e pesanti, difficili da maneggiare. In questa fase il bambino non è particolarmente pronto ad usare GIOCATTOLI soprattutto meccanici, né Televisione nè Tablet. I giocattoli possono essere utili esclusivamente se animati o condivisi da mamma e papà in un momento di gioco.
Successivamente, nel periodo che intercorre tra i 3 e i 6 mesi del bambino, entriamo in una fase caratterizzata da un gioco maggiormente “attivo”, grazie a tutte le competenze motorie che il piccolo ha acquisito nell’ultimo periodo (sollevamento della testa dal piano, rotolamento sul pavimento e manipolazione dei piedi in posizione supina). Emerge l’interesse per gli oggetti, che cominciano ad essere afferrati con entrambe le mani e portati alla bocca per esplorarli e che migliorano la capacità di manipolazione degli oggetti (miglioramento della coordinazione occhio mano).
 

Con cosa Giochiamo intorno ai 3-6 Mesi?
Le persone che si prendono cura di del bambino costituiscono ancora il suo principale punto di riferimento, e continuano ad avere un ruolo importante nei momenti di gioco e nelle sue interazioni quotidiane soprattutto perché adesso con le vocalizzazioni si possono creare situazioni di ludiche condivise con loro (interazione VISO A VISO) e dare vita a piccole conversazioni (proto-conversazioni) che saranno importantissime per lo sviluppo del linguaggio. E’ fondamentale il dialogo tra madre e bambino basato sull’alternanza di turno, in una sequenza ben definita di sorrisi e vocalizzi, che andranno a costituire le basi di una conversazione consapevole più matura. Tra i 3 e i 6 mesi i giocattoli piccoli adatti ad essere afferrati, maneggiati e messi in bocca (piccoli, leggeri, con presa facile, lavabili) sono consigliati soprattutto se posti a portata di mano (non distanti o legati) poiché facilitano lo sviluppo dell’esplorazione e della coordinazione occhio-mano.
Grazie alle nuove abilità motorie acquisite in questa fascia di età (scalciare, rotolare, strisciare, talvolta riescono a rimanere seduti autonomamente) viene consigliato di lasciare giocare il bambino sopra una COPERTA o sul pavimento per permettergli di migliorare negli spostamenti e nella manipolazione degli oggetti.
Avvicinandosi il periodo che intercorre tra i 6 e i 10-12 mesi, la centralità dell’interesse del bambino si comincia a spostare gradualmente dalle persone verso l’oggetto e contemporaneamente cominciano i primissimi giochi sociali.
Da cosa è caratterizzata questa fase? Dalla ripetizione di piccoli gesti e dall’imitazione di ciò che il bambino vede e sente accadere intorno a lui. Inoltre adesso le nuove competenze motorie (stare seduti da soli, gattonare, stare in piedi e camminare) facilitano l’arricchimento del gioco del piccolo.
 

A cosa giochiamo tra i 6 e i 12 mesi?
In questo momento evolutivo abbiamo bisogno di giocattoli, ma soprattutto di oggetti di uso quotidiano, semplici e di vario materiale, che si possano esplorare con tutti e cinque i sensi, e che ricordino al bambino come essi vengono usati dalle persone che sono intorno a lui e che egli costantemente osserva, così da poter riproporre il loro corretto utilizzo durante il gioco. Adesso si possono proporre anche dei giocattoli che si muovono o che possono essere tirati mentre il bambino si muove, oppure si possono mostrare dei libretti morbidi da condividere con mamma e papà. I giocattoli "causa-effetto" (sonori, accattivanti) sono molto stimolanti per il bambino in questo momento.
Tutti questi oggetti proposti sono molto importanti per la crescita del bambino ma assumono un ruolo ancora più importante se vengono condivisi con i genitori.
 

CON COSA EVITIAMO DI GIOCARE?
Il Box ed il Girello, perché troppo poco stimolanti e limitativi per il bambino in questa fase di crescita; inoltre non sostengono adeguatamente l’acquisizione delle competenze motorie che devono ancora maturare completamente.
Evitiamo di proporre ai nostri bambini troppi giocattoli tutti insieme, perché non permettono un'esplorazione prolungata sul singolo e invogliano a cambiare continuamente gioco, non soffermandosi su alcuno di essi. Bisogna evitare giocattoli che contengono oggetti di piccole dimensioni e piccole parti, perché l’esplorazione orale degli oggetti sta diminuendo ma è ancora presente.
Superando i 12 mesi e la manipolazione funzionale dell’oggetto (usiamo gli oggetti come li usano i grandi, ad esempio il bicchiere per bere), adesso il bambino comincia ad manipolare ed esplorare anche più oggetti insieme: agisce su più oggetti contemporaneamente e cerca di comprenderne funzionamento e relazioni (ad esempio battere, strofinare, sovrapporre due oggetti fra loro).
Aumenta l’interesse per giocattoli complessi che sostengono la manipolazione e le funzioni cognitive (incastri geometrici tridimensionali e costruzioni), per giochi "causa-effetto" (costruire, disfare, indicare e nominare), per libri con azioni familiari (mangiare, dormire, giocare) che può cominciare ad associare al suo vissuto, e per filastrocche che espongono il bambino alla ritmicità.
 

CONCLUSIONI
Ricapitolando, nel primo anno di vita l’attività di gioco del bambino è di tipo prevalentemente motorio, concentrata sulla ricerca di sensazioni piacevoli e sulla conoscenza del mondo che lo circonda (Esplorazione). In particolare in questo periodo attraverso tale attività, il bambino sperimenta un gioco finalizzato alla ricerca di sensazioni che arricchiscano il «SE» che si sta strutturando anche grazie al gioco di interazione con i caregivers.
Successivamente, superando i 18 mesi e avvicinandoci ai 24 mesi il gioco cambia forma, e la centralità d’interesse passa totalmente dalle persone all’utilizzo dell’oggetto.
Precedentemente il bambino utilizzava un oggetto assegnandogli una funzione simbolica, ma l’oggetto doveva essere realisticamente simile alle sembianze dell’oggetto da rappresentare (sostituti simili nella forma o nella funzione, ad esempio un bastoncino può essere usato come un cucchiaio).
Avvicinandosi ai 24 mesi gli oggetti non hanno più bisogno di una connotazione per forma o per funzione al fine di simboleggiare l’oggetto da rappresentare (una chiave può rappresentare ed essere utilizzata come un telefono).
Le madri partecipano al gioco sia dando suggerimenti sia agendo in prima persona attraverso il gioco della finzione, che il bambino può osservare e imitare.
Vengono così poste le fondamenta di un gioco più maturo basato sull’astrazione, il GIOCO SIMBOLICO, che approfondiremo successivamente.

BIBLIOGRAFIA
 Baumgartener E., «il gioco dei bambini», ed. Carocci, Roma,2004
 Brazelton T.B., «Il bambino da 0 a 3 anni», Ed. Fabbri, Milano,2003
 Sheridan M., «il gioco del bambino, Ed. Raffaello Cortina, Milano, 1984
 Sheridan M., «Dalla nascita ai 5 anni», Ed. Raffaello Cortina, Milano, 2009
 Dépliant, « A che gioco giochiamo», Ospedale Pediatrico A. Meyer, centro Brazelton.
 Dépliant, «Giocando si impara», fondazione Pierfranco e Luisa Mariani, Neurologia Infantile, Milano, 2008.

 

Dott.ssa Cristina Monaco – Centro psicologia Castelli Romani

piazza Pia 21 00041 ALBANO LAZIALE

 




Albano Laziale, Piano di Emergenza Comunale: avviato il percorso formativo

 

ALBANO LAZIALE (RM) – Avviata il percorso formativo per il personale comunale e i dirigenti delle scuole primarie e secondarie del territorio, in linea con quanto presente nel Piano di Emergenza Comunale (PEC) che prevede lo svolgimento di attività di informazione e sensibilizzazione in particolare all’interno degli ambienti scolastici. I corsi hanno lo scopo di affrontare la questione inerente l’informazione – formazione sia in chiave preventiva, per una corretta conoscenza del territorio e dei rischi con i quali si convive, sia in caso di emergenza, con l’intento di formare il personale scolastico rispetto a comportamenti improntati a principi di collaborazione ed autocontrollo. All’attività formativa ha presenziato anche il Sindaco Nicola Marini e l’Assessore alla Pubblica Istruzione, Alessandra Zeppieri. Quest’ultima ha commentato: «L’attività di sensibilizzazione su questi temi è fondamentale. Questa iniziativa fa seguito ad altre già messe in atto. Penso ad esempio alla campagna “Io non rischio”, attraverso la quale nel 2016 abbiamo coinvolto numerosi giovani del territorio informandoli su come comportarsi in caso di evento sismico e agli incontri con gli studenti realizzati dai volontari del Gruppo Comunale di Protezione Civile all’interno del progetto Albano Insieme». Alle parole dell’Assessore Alessandra Zeppieri hanno fatto seguito quelle del Sindaco Nicola Marini: «Diamo attuazione a quanto previsto nel nostro Piano di Emergenza Comunale. Le attività di informazione e formazione rappresentano un atto fondamentale per la sicurezza dei cittadini consentendo un corretto coordinamento dei soccorsi in caso di emergenza. All’attività avviata con il personale scolastico, seguirà quella con i funzionari comunali e i volontari del Gruppo Comunale».




Albano Laziale per Amatrice: l'appuntamento dal 21 fino a domenica 23 aprile

 

ALBANO LAZIALE (RM) – Venerdì 21, sabato 22 e domenica 23 aprile si terrà l’iniziativa “Albano Laziale per Amatrice” presso l’ex Chiesa Madonna delle Grazie in via Anfiteatro Romano. Al centro dell’iniziativa, a cura dell’Associazione “San Francesco insieme per la pace” con il patrocinio del Comune di Albano Laziale, la mostra fotografica “Amatrice 115” realizzata da Mario Pepe, Paola Cecchetti e Sonia Quadrana. La manifestazione sarà inaugurata venerdì 21 aprile alle ore 17.30. Interverranno il Sindaco di Albano Laziale Nicola Marini, la Presidente dell’Associazione “San Francesco insieme per la pace” Maura Iacobelli, il Comandante Regionale dei Vigili del Fuoco Ing. Michele Di Grezia e Antonella De Biase dell’Associazione “San Francesco insieme per la pace”. Parteciperanno all’evento anche i Vigili del Fuoco intervenuti sui territori colpiti dal sisma. Durante la manifestazione la flautista Chiara Piroli intratterrà il pubblico con un intermezzo musicale. Inoltre sarà proiettato un filmato fotografico realizzato da Mario Pepe. La Presidente dell’Associazione “San Francesco insieme per la pace”, Maura Iacobelli, ha commentato: «La tragedia del terremoto del 24 agosto 2016 ci ha toccati da vicino. Vogliamo dare un contributo umano e di solidarietà ad Amatrice e gli altri paesi colpiti. Abbiamo organizzato questa mostra fotografica perché siamo convinti che questo piccolo gesto possa contribuire, almeno in parte, a non far dimenticare i nostri fratelli, colpiti dalla tragedia del sisma».




Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: la balbulzie nel bambino

 

A cura della Dott.ssa Francesca Bertucci, Psicologa-Psicodiagnosta dell’età evolutiva- Mediatore familiare

 

 

ALBANO LAZIALE (RM) – La balbuzie è un disturbo del linguaggio caratterizzato dalla fluenza interrotta e da involontarie ripetizioni e prolungamenti di suoni, sillabe, parole o frasi, con frequenti pause o blocchi in cui la persona che balbetta non è in grado di esprimere verbalmente un pensiero o un concetto nonostante lo abbia già formulato mentalmente.
Nell’ambito di questo disturbo è stato rilevato che i trattamenti sono molto efficaci e tendono a far scomparire il disturbo, il problema sta nel mantenere tale risultato nel tempo. Infatti, il bambino che presenta la balbuzie, presenta anche altre difficoltà: è testardo, tende ad evitare le difficoltà, invece di affrontarle; ha una bassa autostima; non esprime le emozioni, tende ad avere pensieri negativi; è perfezionista; ha difficoltà nei rapporti interpersonali. 

Quali sono i fattori di rischio?

La storia familiare: sono ad alto rischio i bambini di nuclei familiari che presentano casi di balbuzie;

Il ritardo di inizio del linguaggio, soprattutto nei maschi

La personalità dei genitori: elevati livelli di ansia, moduli comportamentali rigidi e perfezionisti

Aspettative e atteggiamenti svalutativi dei genitori nei confronti del bambino

Il bilinguismo: è opportuno insegnare la nuova lingua al bambino quando ha già acquisito abbastanza bene la prima
Il trattamento


Alla terapia foniatrica è sempre opportuno associare un sostegno psicologico del bambino, alternato a delle sedute con i genitori, se ha più di sei anni, altrimenti si consiglia un sostegno psicologico solo per i genitori, con l’obiettivo di dare indicazione sugli atteggiamenti positivi per prevenire o gestire il disturbo. La terapia con il bambino ha diverse fasi: esercizi di respirazione e applicazione del time-out; terapia assertiva adattata all’età e miglioramento dell’autostima.
Il difficile ruolo del genitore
Il genitore è un essere umano e può avere dei limiti, senza per questo si deve sentire in colpa. Quando una persona diventa genitore, inizia ad assumere un ruolo in cui non dimostra le sue emozioni, essendo un modello per il figlio e, in questo modo gli trasmette implicitamente che le emozioni non esistono e che è sbagliato manifestarle. Invece le emozioni esistono ed è giusto riconoscerle. Tutti possiamo sbagliare ma è importante accettare la persona piuttosto che il suo comportamento e provare a soddisfare i suoi bisogni.

Tra i bisogni più importanti di un bambino ci sono: quello di attenzione, di gratificazione, di accettazione, di amore incondizionato, di contatto fisico, di empatia, di ottenere risultati, di essere ascoltati, di guida e di fiducia. Lo stile educativo deve essere autorevole e non autoritario.
 

Quali sono gli atteggiamenti positivi per prevenire la balbuzie?
• Mostrare disponibilità all’ascolto, non a come lo dice ma a cosa dice
• Utilizzare un linguaggio facile e rallentato, privilegiando un vocabolario elementare e frasi brevi
• Non interrompere, anticipare le frasi o finire il discorso
• Fare uso di pause nel discorso e nella comunicazione
• Commentare singole situazioni o momenti, invece di porre domande frequenti che affaticano il bambino
• Valorizzare le forme di comunicazione non verbale, momenti ludici in cui il bambino può scaricare la tensione verbale
• Evitare di obbligare il bambino a raccontare eventi ad amici e parenti
• Evitare reazioni emotive ai blocchi verbali del bambino, cercando anche di non evidenziare le difficoltà
• Preparare il bambino ad affrontare situazioni nuove, simulando l’evento e tranquillizzandolo per ridurre il livello d’ansia
• Evidenziare e sottolineare i punti di forza, le capacità e le qualità del bambino
• Se il bambino vi sottolinea la sua difficoltà verbale, ricordategli che tutte le persone possono avere difficoltà ed esitazioni verbali, quando sono stanche e particolarmente agitate
In ogni caso, quando si presentano problematiche di questo tipo è importante ricercare il consulto di un logopedista e di uno psicologo dell’età evolutiva, in modo da evitare errori che possano acutizzare il problema.

Centro psicologia Castelli Romani-Dott.ssa Francesca Bertucci
Psicologa-Psicodiagnosta dell’età evolutiva-Mediatore familiare
Cell 3345909764-dott.francescabertucci@cpcr.it
www.psicologafrancescabertucci.com
piazza Pia 21 00041 ALBANO LAZIALE

 




Castelli Romani: dopo Albano Laziale e Grottaferrata Terra Nostra approda a Rocca di Papa

 

Red. Politica


ROCCA DI PAPA (RM) – Nasce anche a Rocca di Papa (RM) il comitato promotore Terra Nostra – Italiani con Giorgia Meloni. Ad annunciarlo il coordinatore nazionale Diego Petrucci e il coordinatore regionale Federica Nobilio. "A rappresentare Terra Nostra sarà Mariaelena La Banca – dichiara Nobilio – visto il suo trasferimento da Albano, dove abbiamo aperto insieme il comitato locale, a Rocca di Papa" 

 

Salgono così a tre i comitati attivi ai Castelli Romani dopo quello di Albano e Grottaferrata. A Mariaelena, già membro del direttivo nazionale, vanno gli auguri di buon lavoro del coordinatore nazionale Diego Petrucci: "Sono certo che il lavoro che farà sul territorio sarà sempre portato avanti con impegno e grinta"

“Da Febbraio sono tornata a vivere a Rocca di Papa dopo 20 anni passati ad Albano – Racconta La Banca – Già durante le elezioni avevo pensato al trasferimento: ho ritrovato vecchi amici, ne ho conosciuti di nuovi, ho visto un paese che era ben diverso da come lo ricordavo: c'è molto lavoro da fare! Ho creduto nel programma elettorale dell'attuale amministrazione ma dopo 10 mesi dal voto non riesco a vedere quel cambiamento che “semplici cittadini” dovevano portare avanti. Pur apprezzando e stimando ognuno dei consiglieri, degli assessori e il sindaco stesso, sono convinta che non basti l'onestà per fare un bravo amministratore della cosa pubblica. Occorrono capacità e competenze e una squadra che abbia voce in capitolo anche quando la voce è discordante dalla tua. Essere al governo di un paese è essere un punto di riferimento per tutti i cittadini: di destra, di sinistra e 5 stelle non solo di quelli che ti hanno votato”

Soddisfazione anche dalla rappresentante del circolo roccheggiano di FdI-AN Mariangela Cimini con la quale l'esponente di Terra Nostra ha collaborato alle ultime elezioni: “Continueremo a lavorare insieme per quegli ideali che ci uniscono avendo come punto di riferimento una grande leader come Giorgia Meloni”