PROCURA DI VELLETRI: TRA LUNGAGGINI E "STRANE COINCIDENZE"

di Chiara Rai

Velletri (RM) – L’anno scorso c’è stato un flebile contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione addirittura le denunce risultano contenute sia da parte dei privati che degli enti pubblici. Eppure, almeno per quanto riguarda le denunce contro le pubbliche amministrazioni note al nostro quotidiano L’Osservatore d’Italia, ce ne sarebbe di lavoro di fare. I dati sul contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione sono contenuti nel bilancio sociale 2014 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri.

Ad esporre i fatti è il Procuratore Francesco Prete. Il Procuratore capo di Velletri nella sua relazione scrive: "La nuova legge 190/2012  – Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica  amministrazione Ndr. –  non ha sortito in questo circondario apprezzabili risultati nell'emersione dei fenomeni più perniciosi, restando contenute le denunce di tali reati provenienti da privati o da organi della P.A.".

Dunque, la domanda sorge spontanea sono poche le denunce o sono troppe le richieste di archiviazione? Il fatto è che spesso e volentieri la Procura di Velletri è chiamata in causa per questioni poco edificanti: strane archiviazioni, strane lentezze di processi che poi finiscono in prescrizione, “strane coincidenze” come scrive il giudice Ayala in un suo libro.

Solo lo scorso anno il Messaggero ha parlato di una talpa in Procura per informare i manager corrotti da Cerroni sul delicatissimo tema dei rifiuti, anche qui entra in ballo la procura di Velletri. È Fegatelli (il direttore del dipartimento istituzionale e territorio della Regione Lazio) a rivolgersi a un sindacalista affinché cerchi di sapere se i Pm stiano indagando sugli uffici di via della Pisana.  L’alto dirigente chiama il sindacalista Franco Marcoccia della Uil Lazio e gli chiede se può fare delle verifiche “informali” presso la Procura di Velletri per tentare di accertare se è indagato. Per tranquillizzarlo, Marcoccia millanta credito negli uffici giudiziari, poiché – confida – può cercare di sapere tramite un’amica della moglie che è fidanzata con un magistrato di quel Tribunale.

Nella conversazione gli rivela anche che sono entrati i carabinieri. Fegatelli sospetta che stiano indagando pure su di lui per la questione dei rifiuti e gli chiede: "Mi verifichi un attimo se mi sta arrivando qualche pilotto da parte di qualcuno?". Marcoccia: "Allora io mò a Velletri ti ci vedo subito, perché se ci sta quel magistrato che è fidanzato con un'amica di mia moglie, ti ci vedo subito, se no te ce vado a vede’ domani…aggia parlà con una persona". Il bello è che non è la prima volta che si parla di presunte talpe o legami magistratura-politica che derivano da rapporti a doppio nodo. E allora anche un posto in Regione ricoperto da un parente di un Pm non diventa fantascienza quando determinate “storie” denunciate finiscono come carta straccia in un cestino perché magari è una denuncia anonima. Anche questo elemento dovrebbe essere preso in considerazione.

Ma addirittura ci sono casi di archiviazione anche quando c’è qualcuno che ci mette la faccia. Non a caso il tribunale di Velletri si trova nella classifica  stilata da "Osservatorio per il monitoraggio degli effetti sull’economia delle riforme della giustizia", “Elenchi Tribunali con le performance sotto media su due dimensioni”. Al 21 posto su 75 per lungaggine dei processi, alcuni pendenti da tre anni. Insomma Velletri è tra i tribunali “bocciati” volendo parlare di pagelle. E ancora altri numeri: per quanto riguarda il Tribunale ordinario, nel 2013, erano 1.314.511 i processi pendenti di primo grado, il 29% dei quali concentrato in soli dieci Tribunali tra cui Velletri (Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Roma, Latina, Bologna, Milano, Velletri, Perugia, Taranto).  

Ad esempio c’è il processo al sindaco di Nemi Alberto Bertucci, imputato per turbativa d’asta e frode nei pubblici incanti che non riesce a vedere luce tra rinvii di udienze e difetti di notifiche. Dopo più di due anni di rinvii, tutte le notifiche agli imputati sono  finalmente andate a buon fine. Un esito giunto dopo ben cinque udienze conclusesi con un nulla di fatto. Possibile che una giustizia lenta e farraginosa debba essere la causa di tanti processi lasciati cadere nel vuoto per decorrenza dei termini?

L'ultima bufera giudiziaria di Albano Laziale sarebbe stata archiviata se chi l’ha presentata non avesse opposto ricorso alla richiesta di archiviazione. Ma se adesso il procedimento si protrarrà per le lunghe tra eccessivi rinvii e difetti di notifiche potrebbe chiudersi anche con una sonora prescrizione “beffa” per i cittadini perché si parla di milioni di euro di soldi pubblici e di reati gravi come l’abuso d’ufficio in concorso.

Parliamo della denuncia di Marco Risica. O meglio di undici  imputati ad Albano Laziale tra cui il primo cittadino Nicola Marini che dovranno presentarsi di fronte al Gup il prossimo 10 marzo 2016 per rispondere di diversi reati tra cui l'abuso d'ufficio in concorso. Marco Risica insieme all'ex consigliere comunale Nabil Cassabgi sono i promotori di questa vicenda giudiziaria che ha scatenato una vera e propria bufera politica.

Risica durante la video intervista rilasciata al direttore de L'Osservatore d'Italia  lancia pesanti accuse riguardo presunte collusioni tra chi dovrebbe garantire uno stato di legalità e alcuni imputati. "Sciatto", è il termine con il quale Risica definisce il dispositivo che fissa i capi d'imputazione per gli 11 imputati  e li rimanda al Gup nell'udienza del 10 marzo 2016. "Sciatto per appartenere ad un ufficio troppo delicato come quello del Pubblico Ministero. – ha affermato Risica durante la video intervista – Il Pubblico Ministero viene percepito dall'opinione pubblica come la pubblica accusa, ed è vero, la pubblica accusa degli imputati – ha sottolineato Risica – ma costituisce al tempo stesso la difesa della legalità e la difesa dei cittadini".

Ed ecco che Risica durante la video intervista lancia una prima riflessione che getta gravi ombre sulla Procura di Velletri:  "Questo documento sembra scritto più dalla difesa degli imputati e non dalla pubblica accusa". Per capire e comprendere i passaggi che hanno caratterizzato fino ad ora questa vicenda giudiziaria occorre partire dalla richiesta di archiviazione fatta dal Pubblico Ministero riguardo la denuncia dei fatti presentata da Marco Risica e da Nabil Cassabgi, i quali nel momento in cui sono venuti a conoscenza della richiesta di archiviazione hanno immediatamente presentato opposizione al Gip Alessandra Ilari, la quale ha accolto in pieno il ricorso aggiungendo tra gli indagati anche Vincenzo Santoro. Risica fa notare che per la stessa fattispecie di reati che vengono contestati agli imputati, tra i quali spicca il nome dell'attuale sindaco di Albano Laziale Nicola Marini esponente tra l'altro del PD e che è interessato da tutti i capi d'imputazione formulati dal Pm per il processo, la Procura di Roma aveva chiesto l'arresto di un dirigente del Comune di Roma per la nota vicenda dell'aula Giulio Cesare.

In pratica ad Albano Laziale fu indetta una gara negoziata – ad inviti – alla quale parteciparono 5 società (tutte riconducibili allo stesso gruppo)  e quattro di queste non avevano i requisiti per partecipare alla stessa. Situazione evidenziata  all'epoca dei fatti anche dall'AVCP e richiamata nello stesso dispositivo che lo ricorda. E qui Risica rimarca il fatto che per lo stesso reato alla Procura di Velletri è stata chiesta l'archiviazione mentre a Roma è stato chiesto l'arresto.

La divergenza interpretativa tra le due Procure – Roma e Velletri – riguardo la stessa fattispecie di reato viene ipotizzata da Risica dal fatto che il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini figura tra i proprietari della società immobiliare denominata Marini Immobiliare Srl la quale a sua volta ha partecipazioni in altre società immobiliari il cui amministratore unico è Andrea Magnanimi. Risica quindi spiega che Nicola Marini nominò presidente della commissione edilizia del Comune di Albano Laziale il geometra Mario Iacoacci zio di Andrea Magnanimi e che quest'ultimo figura come CTU di riferimento del Pubblico Ministero che ha inizialmente richiesto l'archiviazione del caso. Esisterebbe quindi una relazione di carattere professionale tra il Pm e Mario Iacoacci zio di Andrea Magnanimi a sua volta socio del sindaco oggi imputato Nicola Marini. Risica evidenzia anche il fatto che la figlia di Mario Iacoacci e il Pm in questione frequentano lo stesso villaggio a Sibari in Calabria. Non da poco conto infine il fatto riportato da Risica durante la video intervista che lo stesso Mario Iacoacci durante alcune sedute della commissione edilizia di Albano Laziale amava vantarsi della sua amicizia con il Pubblico Ministero dicendo a chi obiettava qualcosa "guarda che telefono a Peppe".

Per tutti questi motivi Risica ipotizza che non ci sia stata equidistanza nel comportamento della Procura di Velletri nei confronti del sindaco Nicola Marini e dei suoi accoliti  rispetto per esempio all'ex sindaco di Albano Laziale Marco Mattei che non figurava all'interno di nessuna denuncia e nel dispositivo figura invece, con enorme stupore,  come capo lista – Mattei+10 – quasi come se fosse stato tirato per i capelli per significare un "mal comune mezzo gaudio".




ALBANO LAZIALE, SINDACO NICOLA MARINI: ACCENDIAMO I RIFLETTORI

 

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Redazione

Albano Laziale (RM) – Dopo lo scandalo che ha letteralmente travolto l’amministrazione di Albano Laziale di Nicola Marini finita nel mirino della procura di Velletri con l’ipotesi di reato di concorso in corruzione elettorale (posti di lavoro in cambio di voti per parenti e affini dei candidati nelle liste del riconfermato sindaco), un’altra grossa tegola colpisce nuovamente il primo cittadino di centrosinistra Marini, imputato insieme ad altre 10 persone tra dirigenti, politici e imprenditori per concorso in abuso d’ufficio. L’udienza preliminare davanti al Gup è fissata per il prossimo 10 marzo 2016 al Tribunale di Velletri.

L’Osservatore d’Italia ha voluto video intervistare in esclusiva Marco Risica che, insieme a l’ex consigliere comunale di Albano Laziale Nabil Cassabgi, ha promosso l’azione giudiziaria. Risica si è presentato di fronte alle nostre telecamere con numerosi pezzi di carta per commentare quello che poi è il dispositivo del Tribunale di Velletri che avvisa gli imputati e i difensori dell’udienza preliminare. Un documento che Risica ha definito “sciatto” in quanto carente, a suo dire, di elementi che non si possono definire di contorno come le cifre ammontate per l’affidamento della gestione degli eventi estivi: non si tratterebbe di 128 mila euro ma di 300 mila e rotti euro e ancora non si tratterebbe soltanto del 2011 ma anche del 2010. Insomma oltre ai retroscena di questa vicenda per la quale Risica è un fiume in piena ci sono anche ulteriori documenti inediti che lo stesso ha mostrato alle nostre telecamere. In ultimo il nostro intervistato ha fornito una sua esclusiva e personale chiave di lettura dei fatti nonché opinione che noi riportiamo per diritto dovere di cronaca e nel pieno rispetto della libertà di espressione tenendo conto che per gli imputati vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio.




ALBANO LAZIALE: IL SINDACO NICOLA MARINI IMPUTATO PER ABUSO D'UFFICIO

Redazione

Albano Laziale (RM) – Bufera sul sindaco di Albano Laziale Nicola Marini imputato insieme ad altre 10 persone tra dirigenti, politici e imprenditori per concorso in abuso d’ufficio.

L’udienza preliminare davanti al Gup è fissata per il prossimo 10 marzo 2016 al Tribunale di Velletri. Tra i diversi reati, Nicola Marini in concorso con Roberto De Vitalini, Claudio Fiorani, Mario Rapisardi, Maurizio Sementilli, Mariella Sabadini Milano, Vincenzo Santoro, Giuseppe Rossi quali componenti della giunta del Comune di Albano, hanno adottato la delibera 129 del 27/6/11 e dato mandato affinché il dirigente Sabadini adottasse quella stessa determina, senza procedura di evidenza pubblica e forma scritta, per far conseguire un vantaggio patrimoniale alla ATES del privato De Vitalini che, di fatto, è l’inquilino del sindaco Nicola Marini.

Alla ATES è stata affidata la gestione degli spettacoli teatrali e musicali per l’estate 2010 -2011 per 128mila euro. Le indagini sono partite da un esposto di Marco Risica e dell’ex consigliere comunale Nabil Cassabgi. L’intero fascicolo è stato trasmesso anche alla Corte dei Conti. Solo lo scorso Agosto l’amministrazione di Nicola Marini è finita nel mirino della procura di Velletri con l’ipotesi di reato di concorso in corruzione elettorale: posti di lavoro in cambio di voti per parenti e affini dei candidati nelle liste del riconfermato sindaco.




ALBANO LAZIALE: CARABINIERE UCCIDE LA MOGLIE DAVANTI SCUOLA E POI SI SPARA

Redazione

Albano Laziale (RM) – Ha sparato alla moglie (C.M. le iniziali della donna) con una pistola uccidendola davanti alla scuola primaria di via Rossini ad Albano Laziale e poi si spara. Inutili i soccorsi per l'uomo un carabiniere in servizio presso il Comando carabinieri di Castel Gandolfo che è morto poco dopo durante il trasporto in ambulanza. Il militare aveva 48 anni e la donna 47 anni. La coppia, dalle prime indiscrezioni, sembra che era separata da qualche tempo, lei insegnava nella scuola primaria di via Rossini mentre l'uomo prestava servizio come carabiniere a Castel Gandolfo. Dalle prime ricostruzioni il carabiniere ha atteso l'uscita della donna dalla scuola ed ha quindi esploso i colpi di pistola. Dopo l'omicidio ha rivolto la stessa pistola sul proprio torace. La coppia lascia due figlie di 15 e 16 anni.




ALBANO LAZIALE, SOS BUROCRAZIA: ARRIVA LA CASA DEL CITTADINO

Redazione

Albano Laziale (RM) – Ad Albano Laziale apre la Casa del Cittadino, l'iniziativa messa in campo grazie ad una collaborazione tra i militanti di Fratelli d'Italia e del Movimento Nuova Era.

Principalmente si tratta di uno sportello di servizi in cui, a partire dal prossimo 1 ottobre, si potrà usufruire di consulenze fiscali, amministrative, legali, mediche, psicologiche e tecniche, recandosi in via Saffi 61. 

La Casa del Cittadino si prefigge lo scopo, – fanno sapere i promotori ndr. – di agevolare, instradare nella maniera più opportuna, il cittadino che abbia necessità di informazioni e/o di aiuto. I professionisti si occupano di accogliere, ascoltare ed individuare richieste, bisogni, aspettative del cittadino e di aiutarlo, orientandolo nelle scelte e tra i servizi esistenti, offrendo informazioni in modo chiaro, accessibile e aggiornato oppure, quando necessario, indirizzandolo verso le appropriate strutture esterne o mettendolo in contatto con le stesse. Saranno a disposizione: uno sportello legale (diritto civile, diritto penale, diritto del lavoro, diritto amministrativo), uno sportello fiscale (I.S.E.E., detrazioni, IMU, successione ereditaria, visure catastali, modello unico, contratti di locazione, servizi conservatoria e camera di commercio, etc), uno sportello sociale (punto d’ascolto, pscicologia dell’età evolutiva, psicologia dell’adulto, medicina generale) e uno sportello tecnico (pratiche edilizie e consulenze tecniche).


La Casa del Cittadino risponde alla necessità di seguire costantemente le istanze formulate dai cittadini tese ad un miglioramento della qualità della vita di Albano. Presso la Casa del Cittadino, infatti, sarà possibile presentare richieste, finalizzate a migliorare la vita ad Albano Laziale. I consiglieri comunali Marco Silvestroni ed Edmondo Segrella saranno a disposizione in sede per accogliere tutte le istanze dei Cittadini al fine di avvicinare i cittadini alla pubblica amministrazione.




ALBANO LAZIALE: ESERCITO DISINNESCA ORDIGNO BELLICO EVACUATE 3. 500 PERSONE A CECCHINA

Redazione

Albano Laziale (RM) – Gli artificieri dell'Esercito del 6° Reggimento Genio Pionieri di Roma hanno disinnescato un ordigno rinvenuto presso un cantiere edile ad Albano Laziale, localita' Cecchina. L'attivita' di sgombero, coordinata dalla Prefettura di Roma, e' terminata alle ore 10 ed ha comportato l'evacuazione di circa 3.500 persone residenti nel raggio di 400 metri dal luogo di ritrovamento della bomba. Dopo l'operazione di evacuazione dei residenti e' iniziata, da parte del team di artificieri, l'intervento vero e proprio di disattivazione della bomba si e' articolato in due fasi; una prima di rimozione delle spolette, a cui e' seguita quella di trasporto in sicurezza per il successivo brillamento in una cava di Ciampino. Le operazioni si sono concluse alle ore 15.
Nel corso della mattinata si e' svolta anche la bonifica di una bomba d'aereo risalente alla seconda Guerra Mondiale rinvenuta alcuni giorni fa a Calata Bettolo, nei pressi del porto di Genova dagli artificieri del 32esimo Reggimento Genio Guastatori di Torino.




ALBANO LAZIALE, SALME ALL'APERTO: VIETATO MORIRE

Redazione

Albano Laziale (RM) – Bare accatastate nella cappella cimiteriale senza nessuna possibilità di essere tumulate per mancanza di loculi. Ad Albano Laziale pare non si possa morire perché non c’è più posto nel cimitero. Eppure cinque anni fa si sarebbe dovuto dare inizio ai lavori per la costruzione di un nuovo cimitero, ma da allora non sono nemmeno stati finiti gli espropri dei terreni. L'amministrazione comunale ha deliberato di non riconoscere alle famiglie il rimborso per la cremazione dei propri defunti, mentre questa pratica potrebbe far risparmiare parecchi soldi al Comune di Albano Laziale.

"L’incapacità assoluta di occuparsi dei problemi reali della gente – commenta Marco Risica – ha assunto, durante l’amministrazione sedicente di centro sinistra, in realtà un’oligarchia di personaggi di discutibile profilo, livelli nemmeno ipotizzabili.

Si chiede alle agenzie funebri – prosegue Risica – di far accollare alle famiglie il costo di un ulteriore rivestimento di zinco all’interno delle bare (150 euro circa) per evitare che “il parcheggio” delle salme all’aperto cioè all’interno della chiesetta cimiteriale, possa prolungarsi indefinitamente per anni senza che dalle bare trasudino gli umori post mortem".

Secondo Marco Risica, i parenti dei defunti, dovrebbero far depositare le bare nella sala nobile di Palazzo Savelli.  "Ma di uomini capaci di rispetto, portatori di valori etici – commenta ancora Marco Risica" mi sembra di capire che ad Albano Laziale ne siano rimasti veramente pochi, per questo l'amministrazione comunale oltre ad assegnare l’appalto della gestione cimiteriale ad amici della parrocchietta, continua a trasferire sui cittadini il costo della propria inefficienza. – Risica conclude – È cominciata la champions, hanno riaperto le scuole, fra un mese si pensa al Natale e i faccendieri campano."

“Gli uomini vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.” (Dalai Lama)  Questa triste considerazione trova conferma in ogni atto dell’agire quotidiano occidentale e purtroppo, come nel caso di Albano Laziale anche dopo la morte.
 




ALBANO LAZIALE: INVESTE RAGAZZA DAVANTI COMMISSARIATO E FUGGE

Redazione

Albano Laziale (RM) – Ha investito – alla guida del suo scooter – una ragazza sulle strisce pedonali di fronte al Commissariato della Polizia di Stato di Albano. 28enne albanese, già noto alle Forze dell'ordine, ha abbandonato il motorino tentando una fuga, ma è stato in breve rintracciato e arrestato dagli agenti. L'episodio è accaduto nella tarda mattinata di ieri, quando alcuni studenti da poco usciti da scuola, stavano attraversando la strada sulle strisce pedonali in via Borgo Garibaldi. All'improvviso è sopraggiunto un uomo sullo scooter, che nonostante le strisce, non ha interrotto la sua corsa andando a «colpire» una studentessa, perdendo successivamente il controllo del mezzo cadendo in terra. Invece di soccorrere la vittima dell'investimento è fuggito a piedi. Tutta la scena è stata però notata da un poliziotto che ha immediatamente verificato le condizioni della ragazza, chiamando i soccorsi. L'agente ha poi avvisato dell'accaduto i colleghi all'interno del Commissariato seguendo nel contempo l'autore dell'investimento, il quale nella fuga si era disfatto del casco e del giubbotto, sperando di non essere individuato. Giunto in un campo di sterpaglie poco distante è stato però raggiunto e bloccato da poliziotti, nonostante le sue violente resistenze; uno degli agenti intervenuti peraltro, a seguito della colluttazione, è dovuto ricorrere a cure mediche con una prognosi di 20 giorni. C.E., queste le iniziali del 28enne albanese, dopo essere stato accompagnato negli uffici del Commissariato è stato arrestato per i reati di omissione di soccorso e violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale, mentre la giovane investita ha subito una lieve lesione ad un piede.




MARINO LAZIALE: TENTA DI RUBARE UN ROLEX… MA VIENE "GONFIATO" DI BOTTE

di C.R.

Marino Laziale (RM) – Una tentata rapina di un Rolex andata male per il ladro perché ha trovato pane per i suoi denti. I particolari del caso li abbiamo chiesti direttamente ad Andrea, il 40enne di Albano Laziale che non ha avuto il benché minimo timore a gonfiare di botte l’aggressore e di farlo assicurare alla giustizia.

C’è da dire che per Andrea questo tentato furto era un evento quasi atteso perché purtroppo nella rete del ladro c’era già finito anche un suo amico al quale T.M., il romano pregiudicato di 41 anni aveva rubato di recente un orologio del valore di 15mila euro. Perciò Andrea era guardingo, in allerta.

Tutto è successo martedì 25 agosto intorno alle ore 12 al semaforo di via Nettunense. Qui l’uomo col casco nero a bordo di uno scooter carica una pistola col colpo in canna e minaccia Andrea, in compagnia della ragazza, di consegnargli il rolex altrimenti avrebbe sparato. Il rapinatore pensava di aver scelto bene la sua preda: aveva adocchiato una bella Bmw x4 con a bordo un uomo col rolex al polso.

Andrea però non se l’è fatto dire due volte ed è scattato immediatamente, uscendo dalla macchina in pochi secondi, saltando sullo scooter del rapinatore e prendendone possesso mentre quest’ultimo era impegnato a caricare la pistola. I due percorrono circa 10 metri mentre sono in colluttazione fin quando Andrea ha portato lo scooter contro un muro e iniziato, a quel punto, a darle di santa ragione al pregiudicato.

Poco dopo è arrivato un amico di Andrea a dargli manforte per l’ultimo round. Il rapinatore è finito ko ed è stato arrestato dalla Polizia di Stato del Commissariato di Albano Laziale. Gli agenti, intervenuti immediatamente, hanno prima bloccato il malvivente e poi hanno recuperato la pistola, con colpo in canna e matricola abrasa, rimasta a terra durante la rissa. Anche lo scooter utilizzato è risultato essere stato rubato nel gennaio scorso. Il pregiudicato adesso dovrà rispondere di tentata rapina aggravata, detenzione e porto di arma clandestina e munizionamento nonché di ricettazione. “Credo che ai Castelli non si farà più vedere”, commenta Andrea che, malgrado abbia reagito, ancora è tutto dolorante per la forte colluttazione.




ALBANO LAZIALE: IL PERICOLO DISCARICA INCOMBE SULLA POPOLAZIONE DEI CASTELLI ROMANI

Redazione
Albano Laziale (RM)
– C'e' il serio rischio che la discarica di Albano Laziale meglio nota come di Roncigliano possa essere scelta come sito strategico di interesse nazionale nell'importantissimo vertice del 9 settembre 2015 che si terrà al Ministero dell'Ambiente  e che riguarda il decreto "Sblocca Italia".

A tal proposito il movimento 5 stelle di Albano Laziale ha protocollato una interrogazione con richiesta di risposta scritta da parte del sindaco di Albano Laziale e discussione in aula consiliare relativamente a molti punti da chiarire sul discorso discarica di Roncigliano vista la discussione del decreto “sblocca Italia” che avverrà il prossimo 9 settembre presso il Ministero dell'ambiente.

Durante questo incontro, infatti, si discuterà la bozza di decreto che vuole rendere strategico, dal punto di vista nazionale, il sito di Roncigliano. Federica Nobilio, portavoce del Movimento 5 stelle di Albano Laziale esprime tutta la sua preoccupazione visto lo stato di grave inquinamento, forse irreversibile, delle falde acquifere nonché dell'aria circostante alla discarica. “In più occasioni il Comune di Albano Laziale – dichiara la consigliera comunale M5S- ha dichiarato – prosegue Nobilio – che avrebbe dato corso ad una caratterizzazione almeno esterna del sito, sono stati impegnati a tal proposito 30mila euro tramite convenzione con il Cnr. Tale caratterizzazione si sarebbe dovuta concludere, come risulta dalla convenzione Ispra Cnr – Comune di Albano Laziale ad aprile 2013. Ad oggi non abbiamo notizie. Dopo i ripetuti allarmi lanciati dai comitati locali vogliamo sapere quali sono le iniziative che l'amministrazione comunale vorrà portare avanti per obbligare il Cnr ad eseguire questa caratterizzazione del sito e successivamente a portare avanti la caratterizzazione interna come richiesto dall'Arpa a novembre 2011 sulla base della situazione allarmante delle falde sotto la discarica di Roncigliano. Più volte l'Arpa Lazio ha lanciato l'allarme anche rispetto alle modalità di funzionamento dell'impianto di TMB. Secondo una relazione dei Carabinieri del NOE di Roma fatta nei primissimi mesi del 2012, che segue una richiesta dell'allora Ministro all'ambiente Corrado Clini, l'impianto TMB di Roncigliano funziona male ed estrae dai rifiuti indifferenziati in arrivo solo il 9-10% circa di CDR contro il 30-35% di legge”. C'è un processo storico che vede il gruppo Cerroni e alcuni importanti dirigenti della Regione Lazio alla sbarra per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata, falso, sovrafatturazione di 11 milioni di euro nei confronti dei 10 comuni dei Castelli Romani e del Litorale che sversano a Roncigliano. Chiediamo dunque: cosa ha intenzione di fare questa amministrazione in concerto con gli altri sindaci di bacino? Quali interventi in particolare intendono fare nei confronti dei membri che rappresenteranno la Regione Lazio all'interno della conferenza stato-regioni per evitare che il sito di Roncigliano diventi strategico dal punto di vista nazionale? Come può il Comune di Albano Laziale, che è il primo e più diretto interessato e che è legato alla società da una cosiddetta convenzione, continuare a fidarsi della pesa che viene operata sui rifiuti in entrata e in uscita solo ed esclusivamente dal gruppo Cerroni? Perché non viene istituita anche una pesa pubblica come previsto dalla legge? Aspettiamo le risposte del sindaco che, – conclude Federica Nobilio – ricordiamo, è il massimo tutore della salute pubblica"

La decisione spetta solo a Nicola Zingaretti. Sull'argomento interviene Daniele Castri responsabile legale e referente del Comitato No Inc che a tale riguardo ha dichiarato: "Nessuno in Regione Lazio o nei Comuni dei Castelli Romani pensi di fare il furbetto nascondendosi dietro alla legge cosiddetta “Sblocca Italia”: l’eventuale costruzione dell’Inceneritore di Albano Laziale dipende esclusivamente dall’Autorizzazione Regionale (A.I.A.) n. B.3694 del 13 agosto 2009, voluta dall'allora Giunta Marrazzo, e poi prorogata dalla Giunta Polverini con determina n. B.0266 del 28 gennaio 2013. La possibilità di avviare il cantiere per costruire il mega forno brucia rifiuti di Albano Laziale scadrà inderogabilmente il prossimo 22 novembre 2015 e potrà essere eventualmente rinnovata solo ed esclusivamente dalla Giunta Zingaretti: punto! Detto ciò, l’articolo 6 di un nuovo decreto (attuativo) proposto lo scorso 29 luglio dal Consiglio dei Ministri, collegato alla legge detta “Sblocca Italia”, pretende di trasformare la discarica dei Castelli Romani, detta di Roncigliano, in un “infrastruttura strategica di preminente interesse nazionale utile a garantire la sicurezza nazionale.” Si tratta, per il momento, “solo” di una bozza preliminare. La versione definitiva verrà discussa il prossimo 9 settembre alle ore 11,00 presso il Ministero dell’Ambiente e poi votata nella Conferenza Stato Regioni, la “tavola” rotonda cui parteciperanno tutti i deputati, senatori e delegati delle Regioni italiane. Il Governo, detto in parole povere, per legge non avrebbe potuto e non potrebbe autorizzare di nuovo, in sede nazionale, un impianto già autorizzato, e per ben due volte, in sede regionale! Non c’è nessun interesse nazionale da difendere, ovvero salute umana e ambiente (!), nel cimitero dei rifiuti di Roncigliano, ma solo biechi interessi di bottega, visto e considerato tra l’altro il gravissimo e forse irreversibile stato di inquinamento delle falde acquifere e dell’aria, come certificato recentemente da Arpa Lazio e Ispra Cnr. Ed alla faccia di un processo penale storico nei confronti del Gruppo Cerroni, in pieno e veloce corso di svolgimento, che coinvolge anche due ex importantissimi dirigenti regionali: Luca Fegatelli e Raniero De Filippis. I capi d’accusa fanno tremare le vene dei polsi: associazione a delinquere, truffa aggravata, falso, sovrafatturazione di oltre 11 milioni di euro nei confronti di 10 Comuni dei Castelli Romani, traffico e interramento illegale di rifiuti, reati ambientali, eccetera eccetera. Processo che riguarda principalmente l’Inceneritore dei Castelli Romani e il VII invaso di Roncigliano. Ma questo, forse, i membri del Consiglio dei Ministri, lo ignorano. Ma cosa ne pensano, di tutto ciò, i sindaci dei Castelli Romani?"
 




ALBANO LAZIALE, CENTRO PSICOLOGIA: ECCO COME ARRICCHIRE IL LESSICO DEL BAMBINO

A cura della Dottoressa Chiara Marianecci, Logopedista

Albano Laziale (RM) – Il lessico, cioè la ricchezza dei vocaboli, è uno degli aspetti più importanti del linguaggio che non riguarda solamente i più piccoli ma anche gli adulti. Questa, tuttavia, è una capacità che va coltivata sin dall’età evolutiva, in quanto un bagaglio lessicale ampio è importante non solo affinchè il bambino possa avere una comprensione e produzione del linguaggio più elevata e completa, ma anche per l’apprendimento della letto-scrittura, per le capacità di narrazione e per l’abilità di creazione del testo scritto. Si riportano di seguito delle strategie che insegnanti e genitori possono sfruttare per stimolare il più possibile il bambino in età pre-scolare:

1) arricchire le fasi di gioco focalizzando l’attenzione sulla denominazione degli oggetti e delle attività che si stanno svolgendo, in maniera tale che il piccolo possa comprendere le varie correlazioni in questione. A tale proposito, nel caso di un bambino più grande è possibile organizzare giochi un pochino più complessi, come dei “memory” con immagini di oggetti, che i “giocatori” devono ricordare e denominare. Ciò avviene inizialmente soprattutto con i sostantivi ma è opportuno ricordarsi di arricchire il più possibile anche la categoria dei verbi;

2) stimolare il bambino per categorie semantiche: ad esempio, categoria degli alimenti, di indumenti, di cibi, frutta etc. Un’idea può essere organizzare attività in cui il bambino deve mettere tutti i cibi nel carrello o i vestiti nei cassetti: il tutto può essere fatto con gli oggetti, o in modo più astratto, per i più grandi, anche con le figure. Naturalmente in tutte queste attività la denominazione deve essere sempre presente;

3) utilizzare storie con immagini, di complessità crescente a seconda dell’età del bambino, in cui il piccolo inizialmente ascolta soltanto, e in un secondo momento viene coinvolto gradualmente nel completamento di frasi con parole mancanti. Questo stimola sia la memoria che l’attenzione uditiva: aspetti fondamentali per l’ampliamento del lessico.

4) utilizzare delle filastrocche, meglio se con supporto visivo in sequenza o tramite cd con libro.

5) verbalizzare coppie di parole oppositive: ovvero i contrari. Su questo esistono attività facilmente reperibili già pronte.

6) svolgere attività più complesse ma che permettono uno sviluppo delle abilità lessicali decisamente più elevato: sono quelle in cui si stimola il bambino a fare un’analisi di tutte le caratteristiche di un oggetto (colore, forma, dimensione, uso etc). A tal proposito si possono fare giochi in cui il bambino toccando solamente una cosa cerca di riconoscerla per poi denominarla.

Successivamente è possibile fare anche ulteriori attività in cui il bambino individua le caratteristiche che un oggetto condivide con altri; ad esempio: “la mela è un frutto tondo e liscio, ma quale altro oggetto ha le stesse caratteristiche?”. L’adulto può chiedere anche al bambino di dividere gli oggetti per categorie e portarlo a delle conclusioni per caratteristiche comuni: ”tutti i frutti possono essere tagliati”.
Detto questo, tuttavia, nei casi in cui il lessico del bambino risulti estremamente ridotto, e si rilevino in aggiunta difficoltà narrative, di costruzione frasale o di comprensione, allora sarà necessario intervenire con valutazioni più specifiche come quella logopedica. Questo permetterà di rintracciare carenze linguistiche ben precise , e procedere eventualmente, mediante trattamenti specifici, in maniera che il bambino possa completare le tappe di sviluppo e approdare all’età scolare con difficoltà quanto più limitate possibili.

LOGOPEDISTA CHIARA MARIANECCI
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e-mail: chiara.marianecci@hotmail.it