ALBANO LAZIALE: GINO BENEDETTI E LA RIVOLUZIONE DEL WELFARE

Redazione
Albano Laziale (RM)
– “Gli anziani e i disabili non possono essere abbandonati, bisogna assisterli e non farli vivere in condizioni inaccettabili e drammatiche”. Lo dice Gino Benedetti, candidato a sindaco della coalizione Moderati e Riformatori (Forza Italia, Patto Popolare, Lista Cassabgi, Rete dei Cittadini, Area Democratica Lista Mattei, Reazione Civica, Lista Benedetti ) .
Gino Benedetti, che come già affermato ha tra le priorità del suo programma elettorale il sociale, punta l’accento sul “Welfare comunale sostenibile”: “Welfare significa stato sociale – dice Benedetti – ovvero mettere in campo un complesso di politiche pubbliche dirette a migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Noi riteniamo che il welfare comunale debba essere integrato con il welfare distrettuale che dovrà superare le frequenti sovrapposizioni di interventi,  causa di dispersioni di risorse che impediscono una diffusione omogenea dei servizi”.

Il candidato sindaco fa l’esempio di quello che, a tal proposito, può essere uno strumento adeguato: “E’ necessario istituire una cartella sociale o meglio socio sanitaria condivisa con la ASL e i sei comuni del distretto H2 ai fini di un monitoraggio degli interventi e dei relativi costi”. Il pensiero di Benedetti va soprattutto agli anziani e disabili: “A proposito di servizio socio-assistenziali attualmente erogati dalla Albaservizi – continua il candidato – è necessario favorire una maggiore capacità di intervento sui cittadini anziani costretti al proprio domicilio a causa di malattie cronico-degenerative”.

Gino Benedetti spiega che purtroppo in questi ultimi cinque anni di amministrazione Marini si è fatto ben poco: “Allo stato attuale le capacità di intervento appaiono inadeguate rispetto al numero degli anziani disabili  – continua il candidato sindaco – esistendo una lunga lista d’attesa, (110 cittadini anziani e disabili) quindi andranno riviste le modalità di erogazione del servizio di assistenza domiciliare rapportandole alla gravità della disabilità anche attraverso l’assegnazione di un codice di gravità per l’accesso al servizio stesso  che andrà anche in questo caso fortemente integrato con quello erogato dalla ASL. Dobbiamo cambiare pagina tutti insieme!”