Albano Laziale, Cuccioletta (Fdi) su Consiglio comunale impianto Roncigliano: “Speriamo che non sia troppo tardi per impedire riapertura”

Roberto Cuccioletta, coordinatore di FDI di Albano: “Con estremo piacere e soddisfazione prendiamo atto che nel prossimo consiglio comunale, convocato lunedì 3 alle 17 in prima convocazione e alle 18 in seconda, è in discussione all’ordine del giorno un punto sull’impianto TMB di Roncigliano. E’ di pochi giorni fa, infatti, l’appello del nostro capogruppo Federica Nobilio, a nome di tutto il gruppo consiliare Massimo Ferrarini, Marco Silvestroni ed Edmondo Segrella, di riferire in Aula sul destino dell’impianto. Prendiamo atto che solamente oggi si decida di farlo, atteso che il PD era a conoscenza dei fatti già dal mese di luglio del 2019, come da loro stesso dichiarato. Nella speranza che non sia troppo tardi per impedire la riapertura del sito, sarà l’occasione lunedì per fare chiarezza sui fatti e sulle prospettive future. Invitiamo tutti i cittadini interessati a partecipare alla seduta di lunedì. La politica del territorio è, soprattutto, partecipazione




Albano Laziale, impianto rifiuti Roncigliano: l’Amministrazione ricorre al Tar

Nella seduta di lunedì 25 novembre, la Giunta del Comune di Albano Laziale ha deliberato l’impugnazione presso il Tribunale Amministrativo del Lazio avverso la Determina della Regione Lazio – Area Rifiuti n. G14894 del 30 ottobre 2019, con cui si autorizzano i lavori di ripristino dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico dei Rifiuti in località Roncigliano. L’atto fa seguito alla richiesta formale di “annullamento in autotutela” e di accesso agli atti del 29 ottobre, ancora senza riscontro.

L’Amministrazione Comunale ha già sottolineato come il documento regionale presenti “evidenti incongruenze con possibile difetto di legittimità”, “sconfessi i contenuti, peraltro largamente condivisibili, della precedente nota regionale che confermava l’originaria scadenza del 13 agosto 2019 dell’AIA” e disponga “l’archiviazione del procedimento di riesame dell’AIA, avviato dall’autorità competente, i cui termini sono stati interrotti a seguito dell’incendio che ha colpito l’impianto TMB nel giugno 2016, senza nessuna ulteriore relazione di autocontrollo e monitoraggio, atte a dimostrare che il sito è sotto controllo e non costituisce un pericolo per la salute e l’ambiente”. Inoltre nella Determina regionale è assente qualsiasi tipo di “valutazione e/o riferimento in ordine alla necessità di preventive ed indispensabili attività di bonifica del sito di Roncigliano”.




Albano, impianto Tmb Roncigliano: che succede?

C’è la concreta ipotesi che possa essere ricostruito e rimesso in funzione l’impianto di Roncigliano, nel Comune di Albano, che tratta i rifiuti indifferenziati. Ma ce ne vorrà di tempo e di battaglie affinché la situazione possa prendere forma. Intanto non ci sono tutte le autorizzazioni, poi il sito deve essere bonificato e poi ci sarebbero i sigilli (forse) della Procura e poi ancora c’è l’amministrazione Marini che già ha affilato gli artigli. ma veniamo ai fatti.

L’ingegner Flaminia Tosini, che a Vetralla è vicesindaco e assessore in quota PD, firma una determina come direzione Regionale Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti con cui sostanzialmente asserisce che la nuova società che ha preso in mano l’ex gestione di Cerroni può godere della proroga delI’Aia (Autorizzazione d’impatto Ambientale) grazie a una fideiussione dell’ex Pontina Ambiente.

Un dietrofront clamoroso rispetto alla precedente comunicazione di agosto con cui la stessa dirigente comunicava che le autorizzazioni erano scadute nel 2014. Un fulmine a ciel sereno per l’amministrazione PD guidata da Nicola Marini, sindaco di Albano e presidente Anci (Associazione nazionale comuni italiani) che da subito ha palesato la sua contrarietà alla riapertura dell’impianto di Roncigliano e adesso minaccia ricorsi al Tar e segnalazioni al Prefetto e alla Procura di Velletri che di fatto aveva messo i sigilli all’impianto dopo l’incendio: “Ai fini dell’esecuzione di eventuali lavori di costruzione e/o ricostruzione e/o ripristino dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico sito in località Roncigliano – si legge in una nota del Comune – si ritiene non esaustivo il riferimento nota AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale)”, in data odierna è stata trasmessa all’Amministrazione Comunale la Determina n. G14894 del 31.10.2019 inerente le “linee guida per il ripristino dell’impianto TMB in questione”. A tale proposito l’Amministrazione Comunale ha fatto formale richiesta di accesso agli atti presso la Regione Lazio, al fine di valutare ogni possibile azione a contrasto di quanto previsto nella Determinazione n. G14894. Inoltre faremo istanza alla Procura della Repubblica di Velletri per conoscere se l’area in questione sia stata dissequestrata dopo l’incendio del 30 giugno 2016 e informeremo dell’intera procedura il Prefetto di Roma, evidenziando le incongruità presenti negli atti della Direzione Regionale Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti. Faremo anche richiesta per la bonifica del sito. Naturalmente, una volta esaminata tutta la documentazione raccolta e ravvisati gli estremi, presenteremo ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio”.

Il delegato ai Rifiuti del Comune Luca Andreassi parla di palesi contraddizioni : “La Regione Lazio – dice – ha da poco approvato un Piano Regionale dei Rifiuti nel quale esplicitamente si esprime la volontà di superare la chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso gli impianti di trattamento meccanico e biologico, mettendo al centro della chiusura del ciclo dei rifiuti stesso il recupero di materia e, solo in ultima analisi, il recupero di energia. Ho avuto più volte modo di apprezzare tale approccio sia per la valenza ambientale (i TMB sono impianti inquinanti in cui entra rifiuto ed esce rifiuto che viene o smaltito in discarica o incenerito) sia per ragioni di sicurezza (il numero di TMB andati a fuoco negli ultimi anni è elevatissimo). Rimane pertanto difficile, in tale contesto, capire quale senso abbia l’autorizzazione di un impianto TMB a Roncigliano per lo più al centro di un’area caratterizzata da un elevato livello di raccolta differenziata e che, dunque, certamente non necessita di un impianto del genere. Verrebbe da pensare che possa essere un impianto a servizio di realtà diverse da quelle locali e che,magari, hanno difficoltà a raggiungere elevati livelli di raccolta differenziata. Ma entreremmo nel campo delle congetture e preferisco ragionare sui fatti. Certamente metteremo in atto tutte le azioni necessarie ad impedire che questo accada”




ALBANO LAZIALE, VII INVASO DISCARICA RONCIGLIANO: IL NOE NOTIFICANO TRE AVVISI DI GARANZIA

Redazione

Albano Laziale (RM) – All’alba di venerdì 25 luglio, i carabinieri del NOE, su mandato della Procura di Roma, hanno notificato 3 avvisi di garanzia relativi al lungo e complesso iter amministrativo che ha portato all’autorizzazione, realizzazione, messa in esercizio e collaudo del VII invaso della discarica di Roncigliano, situata a Cecchina di Albano, al confine con Ardea e Pomezia

Nel mirino degli inquirenti sono finiti sia due ex dirigenti della Regione Lazio, Luca Fegatelli (Area Rifiuti) e Raniero De Filippis (Dipartimento Territorio e Ambiente), sia l'ingegner Francesco Rando, braccio destro del “ras” della monnezza Manlio Cerroni e storico amministratore delegato della società Pontina Ambiente srl, proprietaria del sito. 

Il VII invaso, esteso quanto due campi da calcio di Serie A e profondo oltre 30 metri, è in funzione dal 1° agosto 2011. E’ stato costruito a circa 175 metri dalle prime case di Villaggio Ardeatino, nel Comune di Ardea, ed a circa 200 metri da quelle di Albano, nonostante norme regionali prevedessero esplicitamente una distanza non inferiore ai 1000 metri. 

Proprio i 2 ex dirigenti regionali, al momento sospesi dal servizio e sotto azione disciplinare da parte della Regione Lazio, hanno firmato tra il 2008 e il 2009 sia la Valutazione d'impatto ambientale (VIA) sia l'Autorizzazione integrata ambientale (AIA) grazie alle quali la Pontina Ambiente ha potuto realizzare il contestatissimo VII invaso che ancora oggi riceve, ogni giorno, non solo la spazzatura indifferenziata di Albano, Castel Gandolfo, Marino, Rocca di Papa, Ardea, Pomezia, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Nemi; ma dall’11 febbraio scorso anche i rifiuti di: Civitavecchia, Monterotondo, Camerata Nuova, Pisoniano e almeno altri 5 comuni della Valle del Giovenzano; per un totale di circa 500 tonnellate al giorno di rifiuti. 

I lavori per la realizzazione del VII invaso della discarica di Roncigliano iniziarono nella primavera del 2011. L’amministrazione comunale di Albano, Sindaco e Assessore all’Ambiente, ricevettero le autorizzazioni alla realizzazione della nuova maxi buca del Gruppo Cerroni il 13 settembre 2010 (proroga A.I.A. n. B-3695 del 13 agosto 2009) ma consegnarono i documenti ai cittadini (comitato No Inc) solo mercoledì 5 gennaio 2011, a 112 giorni di distanza, quando i termini per presentare un ricorso al Tar o al Presidente della Repubblica contro la realizzazione dell’opera erano sostanzialmente scaduti. 

Non è escluso che l’intera vicenda verrà trattata nel processo a rito ordinario che partirà, a breve, al Tribunale penale di piazzale Clodio di Roma.




ALBANO LAZIALE, EMERGENZA DISCARICA RONCIGLIANO: 21 CASI AL PRONTO SOCCORSO DI ALBANO

Redazione

Albano Laziale (RM) – Venerdì sera 7 marzo, 21 persone residenti tra Albano e Ardea sono dovute ricorrere alle cure dei medici del vicino ospedale San Giuseppe di Albano per aver inalato le esalazioni odorigene proveniente dal VII invaso della discarica per rifiuti indifferenziati di Roncigliano. Il nuovo episodio segue, di appena pochi giorni, il caso analogo avvenuto tra martedì sera 25 e mercoledì mattina 26 febbraio che ha comportato, tra l’altro, l’intervento degli ispettori del Dipartimento Igiene e Salute Pubblica della Asl Rm-H, della Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale di Albano, come accertato dai tre verbali al momento disponibili.

Dallo scorso 11 febbraio, difatti, nel “cimitero” dei rifiuti dei Castelli Romani arriva anche la spazzatura proveniente dai Comuni di Civitavecchia e Monterotondo, per un totale di circa 150 tonnellate al giorno, che si aggiungono alle circa 300 tonnellate provenienti dal solo bacino dei Castelli Romani (Albano, Ardea, Pomezia, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Marino, Lanuvio e Nemi), per un totale di 450 tonnellate al giorno di “monnezze”. Ed il fetore violento che sprigiona dalla discarica, difatti, soprattutto dopo il tramonto e fino alle prime luci dell’alba, continua ad essere insopportabile.

Proprio a cavallo del week end, la puzza è arrivata, di nuovo, fino nei centri storici di alcuni Comuni dei Castelli Romani e del vicino Litorale Laziale. Si tratta d’un vero e proprio disastro igienico-sanitario ed ambientale in pieno corso di svolgimento che nessuno ha il coraggio di affrontare e, soprattutto, risolvere.

Non è un caso, certo, se centinaia e centinaia di gabbiani sostano, per buona parte della giornata, nei pressi e sopra il VII invaso della discarica. Sono stati filmati e fotografati più volte dai residenti. Animali in cerca di approvvigionamento, intenti a scendere in buca per procacciarsi da mangiare e bere e poi risalire, in un vortice continuo. Controprova di un trattamento non adeguato della spazzatura.

Proprio per questo motivo, il comitato No Inc richiede, da tempo, che venga compiuta quanto prima, dalle autorità competenti, un’approfondita campagna di monitoraggio e controllo sulle modalità di funzionamento del VII invaso e annesso impianto di TMB della discarica di Roncigliano, per verificare che il trattamento della spazzatura indifferenziata in arrivo avvenga nei limiti di legge, nel rispetto della salute umana e dell’ambiente. E per verificare, soprattutto, che la spazzatura sia opportunamente selezionata, con l’estrazione e stabilizzazione di tutto l’umido presente, che è la frazione della spazzatura che puzza e attira animali.

Ma il comitato No Inc alla luce dei gravissimi problemi emersi in questi ultimi mesi, chiede anche che venga avviata, sul VII invaso, una campagna di analisi delle volumetrie residue e di quelle esaurite, per verificare che non vi siano stati, negli anni passati, interramenti non autorizzati, come ipotizzato dalle recenti indagini delle Procure di Velletri e Roma. Oltre alla caratterizzazione geologica ed idrogeologica della discarica, richiesta dall’Arpa Lazio nel lontano novembre 2011 e ancora mai portata avanti. Si tratta della analisi approfondite dei terreni tutto intorno e delle falde acquifere sottostanti la discarica di Roncigliano, più volte annunciate ma mai realizzate.

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