Sgominata banda di aguzzini tra Roma, i Castelli Romani, l’Abruzzo e la Sicilia

ROMA – Smantellata una banda di violenti strozzini tra Roma, i Castelli Romani, l’Abruzzo e la Sicilia. L’indagine – coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma – è nata dagli sviluppi investigativi che portarono alla liberazione di un cittadino albanese, sequestrato agli inizi dell’anno dopo essere caduto nella trappola degli aguzzini a cui doveva restituire i soldi di un prestito.

La vittima fu segregata e picchiata finché non venne liberata, dopo 3 giorni di prigionia, grazie ad un blitz dei Carabinieri che riuscirono a individuare il nascondiglio dei sequestratori in un casolare abbandonato nelle campagne di Albano Laziale.

 

L’operazione è scattata all’alba di ieri mattina quando i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Palestrina hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere (e diverse perquisizioni) tra Tor Bella Monaca, Albano Laziale, Nuoro e Teramo per i reati di usura, estorsione, lesioni personali, favoreggiamento e detenzione fini spaccio di sostanze stupefacenti a carico di quattro cittadini albanesi e un italiano.

 

Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della D.D.A., scaturisce da una complessa attività investigativa nata a seguito del sequestro di persona a scopo estorsivo ai danni di un cittadino albanese residente nel circondario Preneste. L’uomo, vessato da tempo per un debito di usura, alla fine di gennaio scorso fu malmenato e sequestrato per quattro giorni all’interno di un casolare di Albano Laziale; durante la prigionia, la vittima, con la scusa di dover chiamare un suo amico per farsi portare denaro contante, contattò un Carabiniere del Nucleo Operativo di Palestrina al quale chiese sibillinamente aiuto, di talché scattò immediatamente il blitz che portò alla liberazione del sequestrato e all’arresto di due cittadini albanesi del quintetto criminale. L’uomo riportò trenta giorni di prognosi per le botte subite durante la sua prigionia.

Subito dopo i due arresti scattarono le indagini coordinate dalla D.D.A. di Roma, caratterizzate da lunghi mesi di intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione, pedinamento e accertamenti vari durante i quali la vittima, costretto a cambiare più volte il proprio domicilio, subì pressanti minacce finalizzate alla ritrattazione della sua versione dei fatti. L’attività investigativa ha portato così alla luce gravi e concordanti indizi di colpevolezza a carico del gruppo criminale, età media di trent’anni, tutti già colpiti da pregiudizi di polizia di vario tipo, tutti assicurati alla giustizia eccetto uno dei cittadini albanesi tuttora latitante. Tra i reati contestati, la violenza e minaccia per costringere a commettere un reato e lo spaccio di sostanze stupefacenti in quanto nel corso dell’attività è stato accertato che uno degli arrestati acquistava periodicamente sostanza stupefacente del tipo marijuana da una serie di fornitori al fine di cederla a terzi.

 




ALBANO LAZIALE LAVORATORI SUPERMERCATO SIMPLY: IL SINDACO NICOLA MARINI FA CHIAREZZA

di Nicola Marini sindaco di Albano Laziale (RM)

Albano Laziale (RM) – Essendo in molti a scrivermi sulla questione del Supermercato “Simply” di Via Parco della Rimembranza, vorrei fornire a tutti il quadro della situazione. Innanzitutto occorre precisare che non è l’Amministrazione Comunale che ha deciso la chiusura (come qualcuno erroneamente e forse strumentalmente afferma), ma il Comune sta dando esecuzione a provvedimenti adottati dall’Autorità Giudiziaria. Nessuna motivazione politica, nessuna intromissione di carattere personale, nessuna volontà di penalizzazione. Per facilitare la comprensione ritengo opportuno riepilogare sinteticamente l’intera vicenda. Il Comune di Albano Laziale, nell’ambito nel suo dovere di controllo, ha eseguito la verifica della conformità urbanistica dell’immobile dove viene esercitata l’attività di vendita. A seguito dei controlli sono stati accertati una serie di abusi edilizi che, in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa nazionale, ha indotto il Comune ad emanare un’ordinanza di revoca dell’autorizzazione commerciale a suo tempo rilasciata. Peraltro l’esistenza degli stessi abusi è stata confermata dal Tar del Lazio il quale, con diverse pronunce ormai definitive, ha rigettato i ricorsi presentati dalla proprietà dell’immobile avverso i provvedimenti amministrativi di repressione degli abusi edilizi. In una situazione già di per sé complessa da ultimo è intervenuta, lo scorso 13 marzo, un’ulteriore sentenza del Tar del Lazio la quale ha dichiarato l’illegittimità dell’autorizzazione commerciale (rilasciata a “Sma spa” in data 18/12/2009 dalla precedente Amministrazione) ordinando al Comune di Albano Laziale di dare esecuzione alla sentenza. Naturalmente gli atti sono pubblici e a disposizione di chiunque voglia consultarli.

Giovedì scorso ho incontrato i lavoratori del Simply ai quali ho illustrato nei dettagli la situazione e abbiamo avuto un confronto sulla posizione che ha l’Amministrazione in questa vicenda. Ho spiegato loro che non possiamo non considerare quanto il Tribunale ha confermato nelle varie sentenze, ma ho dato la nostra totale disponibilità a supportare e mediare qualsiasi alternativa la proprietà individuerà, purché essa – naturalmente – non contrasti con la Legge e con le disposizioni del Tribunale stesso. Devo inoltre specificare che in diverse occasioni, preventivamente alla firma del contratto di locazione, ho fatto presente informalmente alla proprietà dell’immobile e ai gestori del Simply che esaminando gli atti si evidenziavano aspetti di forte criticità e che quindi occorreva molta prudenza e una valutazione approfondita della situazione prima di procedere. Purtroppo la proprietà non ha voluto approfondire ritenendo di avere piena ragione e legittimità. I fatti e le sentenze purtroppo dimostrano che questa convinzione era sbagliata.
Comprendo perfettamente le preoccupazioni dei lavoratori e delle loro famiglie alle quali esprimo tutta la nostra solidarietà, vicinanza e disponibilità a trovare soluzioni che però dovranno rispettare le normative vigenti e le sentenze emesse. Così come comprendo i cittadini che si lamentano per non poter usufruire di una attività commerciale molto frequentata e apprezzata. Permettetemi però di ribadire che il Comune sta esclusivamente ottemperando a quanto disposto dall’Autorità Giudiziaria, in particolare dal Tribunale Amministrativo e non può ad esso sostituirsi, come ho già avuto modo di spiegare in precedenza. Dispiace costatare che attorno a una vicenda così delicata ci sia da parte di qualcuno la volontà di strumentalizzarla evidentemente per altri fini e dispiace altresì costatare che da parte della proprietà e della gestione in tutto questo tempo anziché cercare soluzioni possibili e sostenibili ci si sia intestarditi nella propria convinzione rivelatasi, ripeto, sbagliata.
La situazione purtroppo è molto complicata e non per colpa di questa Amministrazione. La mia porta per i dipendenti è sempre aperta nella speranza, ovviamente, che si trovi una soluzione a questa delicata e controversa vicenda.