Aids, le infezioni in Italia non calano, specie nei giovani: a Milano il congresso dell’Icar

La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’84,3% di tutte le segnalazioni sia eterosessuali (45,8%) sia di uomini con uomini (38,5%) (i dati si riferiscono a 3443 nuove diagnosi nel 2017 Bollettino del Centro Operativo AIDS, ISS)

MILANO – Si svolgerà da mercoledì 5 a venerdì 7 giugno, a Milano, l’11ima edizione del Congresso ICAR, Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, il punto di riferimento per la comunità scientifica nazionale in tema di HIV-AIDS, Epatiti, Infezioni Sessualmente trasmissibili e virali. ICAR è organizzata sotto l’egida della SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, e di tutte le maggiori società scientifiche di area infettivologica e virologica e del mondo della community.

Tra le società scientifiche sono promotori la società italiana di immunologia (SIIC), la società italiana per lo studio di malattie sessualmente trasmesse (SIMaST), la società italiana di terapia antinfettiva (SITA), la società italiana di virologia (SIV), l’associazione microbiologi clinici (AMCLI), nonché l’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e l’ISS . Il mondo della community è fortemente rappresentato con sessioni e tavole rotonde all’interno del congresso e sono promotori attivi le seguenti associazioni: ANLAIDS, ARCIGAY, ASA, EpaC, LILA, Mario Mieli, NADIR, NPS, PlusOnlus.

Il Congresso, presieduto dai professori Antonella Castagna, Antonella d’Arminio Monforte, Massimo Puoti e Giuliano Rizzardini, si svolgerà presso l’Università degli Studi, in via Festa del Perdono, 7. Attesi 1200 partecipanti, tra specialisti e clinici anche dall’estero, ricercatori di base, infermieri, operatori nel sociale, volontari delle associazioni pazienti tutto il mondo della “community”, con il coinvolgimento diretto di gran parte del tessuto sociale, con studenti delle scuole superiori, giornalisti e decisori politici.

I dati in Italia

In Italia l’infezione da HIV non cala: 3.443 nuove diagnosi registrate nel 2017 (dati COA, Centro Operativo AIDS), pari al 5,7 nuovi casi ogni 100mila residenti, con un andamento pressoché stabile dal 2015. L’incidenza maggiore di infezione è nella fascia di età 25-29 anni. La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituivano l’84,3% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 45,8%; uomini con uomini 38,5%), mentre i consumatori di sostanze rappresentano il 3% dei casi. Milano è sicuramente una delle città più colpite, con 430 nuove diagnosi nel 2018 (dati di ATS Milano).
E’ grave il fatto che circa la metà delle persone arrivi tardivamente alla diagnosi e in fase clinica avanzata. Cambia anche la fotografia della popolazione con HIV oggi: si tratta soprattutto di persone tra i 40 e i 50 anni, trattate con le terapie più innovative, ma gravate dalle comorbidità infettive quali le malattie epatiche da HCV e HBV nonché comorbidità associate ad un invecchiamento prematuro, quali le malattie cardiovascolari, l’insufficienza renale, i deficit neurocognitivi.

I test in piazza

Anche quest’anno l’appuntamento intende affrontare i problemi connessi alla cura e alla prevenzione delle infezioni virali, aprendosi anche alla società civile. Sarà quindi possibile effettuare gratuitamente il test rapido per HIV e HCV: sabato 1 giugno, in Piazza Santa Francesca Romana, dalle ore 15 alle ore 20, e da mercoledì 5 a venerdì 7 giugno, all’Università degli Studi di Milano, presso il Cortile d’Onore, nei seguenti giorni e orari: mercoledì dalle 13 alle 17, giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17, venerdì dalle 9 alle 15:30.

Il contest artistico e i premi ai giovani ricercatori italiani

Si rinnova l’appuntamento con “RaccontART”, il contest artistico che ha coinvolto trecento studenti delle scuole superiori. Questi hanno prodotto 148 opere artistiche per raccontare il loro punto di vista su HIV/AIDS e sulle IST attraverso diversi linguaggi espressivi (video e altre espressioni artistiche multimediali, disegno o pittura, fotografia, fashion design…).
Confermato anche l’importante appuntamento degli “ICAR-CROI Awards”, assegnati come da tradizione ai migliori contributi dei giovani ricercatori italiani che hanno meritato di presentare i propri lavori al Congresso CROI di Seattle. Dopo CROI, i giovani ricercatori verranno premiati in occasione della Sessione Inaugurale ICAR 2019, mercoledì 5 giugno dalle 17 alle 20:30. La grande partecipazione dei giovani ricercatori e della Community delle Associazioni Pazienti è testimoniata dai numerosi contributi pervenuti: oltre 300 abstract selezionati per comunicazioni orali, poster discussion e poster exhibition.

LAa corsa per Milano

L’11° Congresso Nazionale ICAR, in collaborazione con la Comunità dei Pazienti e con il Patrocinio del Comune di Milano, promuove infine la ICAR Run, una gara podistica non competitiva, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prevenzione. Appuntamento il 6 giugno, con partenza presso l’Università degli Studi di Milano, dalle 18:30 alle 20.




Aids, è svolta: dall’Italia il vaccino Tat

La somministrazione del vaccino terapeutico italiano Tat contro l’Hiv/Aids a pazienti in terapia antiretrovirale (cART) è capace di ridurre drasticamente – del 90% dopo 8 anni dalla vaccinazione – il “serbatoio di virus latente”, inattaccabile dalla sola terapia, e apre una nuova via contro l’infezione.

È il risultato del follow up, durato 8 anni e pubblicato su Frontiers in Immunology, di pazienti immunizzati con il vaccino messo a punto da Barbara Ensoli, direttore Centro Ricerca Aids dell’Istituto Superiore di Sanità.

Ora, dice, si “aprono nuove prospettive” nella cura

“Sono risultati – afferma Ensoli – che aprono nuove prospettive per una cura funzionale dell’HIV, ossia una terapia in grado di controllare il virus anche dopo la sospensione dei farmaci antiretrovirali. In tal modo, si profilano opportunità preziose per la gestione clinica a lungo termine delle persone con HIV, riducendo la tossicità associata ai farmaci, migliorando aderenza alla terapia e qualità di vita, problemi rilevanti soprattutto in bambini e adolescenti. L’obiettivo, in prospettiva, è giungere all’eradicazione del virus”.

Lo studio è condotto in otto centri clinici in Italia (Ospedale San Raffaele di Milano, Ospedale L. Sacco di Milano, Ospedale San Gerardo di Monza, Ospedale Universitario di Ferrara, Policlinico di Modena, Ospedale S.M. Annunziata di Firenze, Istituto San Gallicano – Istituti Fisioterapici Ospitalieri di Roma, Policlinico Universitario di Bari) e presenta i dati del monitoraggio clinico a lungo termine di 92 volontari vaccinati del precedente studio clinico condotto dall’Iss. La ricerca di una cura dell’HIV, insieme alla prevenzione dell’infezione, rileva l’Istituto, è “un’assoluta priorità della comunità scientifica internazionale anche per le vaste risorse che l’HIV/AIDS sottrae alla lotta alla povertà e alle ineguaglianze nel mondo”.

Uno studio del 2018 ha, infatti, stimato a 563 miliardi di dollari il costo della lotta contro HIV tra il 2000 and 2015, ed altri studi hanno stimato in circa -0.5% e -2.6% per anno l’impatto negativo sul PIL nei paesi africani, con una perdita di circa 30-150 miliardi di dollari l’anno. Cifre enormi che, conclude l’Iss, “impongono urgenti e innovative soluzioni terapeutiche per l’HIV/AIDS”




Roma, sieropositivo contagia oltre 30 donne, processo a porte aperte


V. A. 

Si apre il processo a porte aperte per Valentino Talluto, l’uomo sieropositivo che ha contagiato non meno di 30 donne in rapporti sessuali non protetti benché conscio del suo stato.


A causa del’interesse sociale del dibattimento in oggetto il giudice ha rigettato la richiesta di processo a porte chiuse dell’avvocato dell’accusa Irma Conti.
Ad esprimere parere negativo il pm Francesco Scavo secondo il quale è necessario "che alcuni passaggi di questo processo siano trasmessi per l'importanza che avranno". Talluto, oggi presente in aula, deve rispondere di epidemia dolosa e lesioni gravissime.




Aids: ogni 2 minuti un adolescente contrae l'HIV

 

Redazione

 

Un aumento del 60% dei nuovi casi di HIV fra gli adolescenti entro il 2030, se i progressi si arrestano. "Ogni 2 minuti un adolescente, con molte probabilità una ragazza, contrae l'HIV''. E' quanto afferma l'Unicef.

Secondo un nuovo rapporto lanciato oggi, se entro il 2030 non verranno effettuati ulteriori progressi per raggiungere gli adolescenti, i nuovi casi di contagio da HIV per questa fascia di età aumenteranno fino a 400.000 ogni anno, rispetto ai 250.000 del 2015 in tutto il mondo.

L'AIDS rimane una delle cause principali di morte fra gli adolescenti: nel 2015 ha causato 41.000 vittime fra i ragazzi tra i 10 e i 19 anni, secondo il settimo rapporto sui bambini e l'AIDS 'For Every Child: End AIDS'. Il mondo "ha fatto enormi progressi per porre fine all'AIDS, ma la battaglia è ancora lontana dall'essere conclusa, soprattutto per quanto riguarda i bambini e gli adolescenti", ha dichiarato il direttore generale Unicef Anthony Lake.

Nel rapporto viene sottolineato che sono stati fatti considerevoli progressi nella prevenzione della trasmissione materno infantile dell'HIV. Nel mondo, fra il 2000 e il 2015, sono stati evitati 1,6 milioni di nuovi contagi fra i bambini. Nel 2015 sono state colpite 1,1 milioni di persone fra bambini, adolescenti e donne.

I bambini fra 0 e 4 anni che convivono con l'HIV, rispetto a tutti gli altri gruppi di età, avverte l'Unicef, vanno incontro ai maggiori rischi di morte causata dall'AIDS, e questi casi sono spesso diagnosticati e curati troppo tardi. Solo alla metà dei bambini nati da madri sieropositive viene effettuato un test per l'HIV nei primi due mesi di vita, e in Africa Subsahariana l'età media dei bambini, che cominciano a ricevere cure e ai quali le madri hanno trasmesso il virus dell'HIV, è di circa 4 anni.

Nel 2015 nel mondo erano circa 2 milioni gli adolescenti fra i 10 e i 19 anni che convivevano con l'HIV. Nell'Africa Subsahariana, la regione maggiormente colpita, 3 nuovi casi su 4 registrati fra gli adolescenti dai 15 ai 19 anni hanno colpito le ragazze.




AIDS: PRONTO IL VACCINO DAL 2016

Redazione
Il vaccino contro l'AIDS potrebbe essere somministrato a partire dal prossimo anno. Lo ha dichiarato oggi il direttore esecutivo di UNAIDS, Michel Sidibé, in un'intervista all'agenzia di stampa spagnola Efe, che ha delineato un orizzonte ottimistico in cui questo male non sarebbe più una preoccupazione per la salute pubblica nel mondo. "Penso che l'iniezione inizierà ad essere somministrata a partire dal prossimo anno, perché la scoperta è fatta", ha riferito il maliano durante una visita a Santiago del Cile nella prima missione a sud dell'America Latina.

L'obiettivo del nuovo vaccino, già in fase di sperimentazione in pazienti in diverse parti del mondo, è sempre quello che i medici definiscono una "cura funzionale", vale a dire garantire che i pazienti possono lasciare il trattamento di retrovirali quotidiano, con il vostro sistema immunitario intatto e la carica virale ritorna alla normalità. "Solo pochi anni fa una persona che aveva HIV doveva assumere 18 pillole al giorno, oggi dovrebbero prenderne una sola e domani è possibile che con un'iniezione si sia sufficiente ogni sei mesi," ha inoltre dichiarato il CEO, che è convinto che il progresso scientifico in questa zona vi permetterà di cambiare radicalmente la lotta contro il virus da immunodeficenza umana. Per Sidibé uno delle grandi vittorie della lotta contro l'HIV è stato raggiungere il controllo e ridurre drasticamente il numero di nuove infezioni, motivo per cui predice che, anche se il ceppo del virus non sarà annientato in breve tempo "cesserà di essere un problema e la preoccupazione della salute dei governi".

"Hanno fatto progressi inimmaginabili", ha detto il rappresentante, che era orgoglioso che il mondo è riuscito a rompere la congiura del silenzio e placare il percorso del virus."Prima la gente moriva, gli ospedali erano pieni di pazienti con AIDS mentre oggi possiamo dire con orgoglio che noi viviamo in un contesto completamente diverso", ha detto il signor Sidibé. L'America Latina e i Caraibi, sono le uniche zone del pianeta che hanno accettato una serie di obiettivi regionali di trattamento e di prevenzione dell'HIV. Il 2030 è previsto come termine di minaccia per la salute, e sta progredendo "giant steps" per raggiungere questo obiettivo.  In una regione che ha 1,7 milioni di persone con HIV. Tra il 2000 e il 2014, le nuove infezioni del virus sono diminuite nella regione del 17%  ed il numero di morti è sceso del 29%. Attualmente il 47% degli adulti americani e il 54% dei bambini sotto i 14 anni infettati con il HIV ricevono un trattamento farmacologico. Questo è il risultato, secondo Sidibe, dell'implementazione della chiamata della "responsabilità condivisa" dei paesi della regione, che consiste nell'implementazione di meccanismi di finanziamento innovativi, tra cui il settore privato e l'istituzione di obblighi di responsabilità reciproci tra paesi dell'area. Ma per il rappresentante, intorno al mondo ci sono ancora molte sfide in questo settore, che comprendono la persistenza dello stigma verso quelli infetti da HIV e la lotta contro la compiacenza fra i giovani.

Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i nuovi risultati rappresentano comunque un grande passo avanti. Il vero problema è che oggi si parla sempre meno di Aids ed i giovani conoscono poco questa patologia. Inoltre i numeri "neri" della malattia sono ancora altissimi: in Sudafrica, ad esempio sono sei milioni le persone infettate e non tutti riescono a beneficiare delle terapie antiretrovirali. Un elevato numero di casi si registra ancora anche in Italia anche se il numero di infezioni è stabile. In base ai dati trasmessi dalle Regioni, nel 2013, ci sono state sono state 1016 casi di Aids. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive, nel 2013, sono maschi nel 72,2% dei casi. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (15,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti).Aumenta l’età mediana della diagnosi che è 39 anni per i maschi e 36 per le femmine. Nel 2013, le regioni che hanno registrato il più alto numero di diagnosi di HIV sono state il Lazio, la Lombardia e il Piemonte. L’incidenza più bassa è stata osservata in Calabria. Nella maggior parte delle regioni l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV sembra avere un andamento stabile, anche se in alcune (Piemonte, Toscana, Abruzzo, Calabria) sembra essere in aumento e in altre si osserva un andamento in diminuzione (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trento, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Sardegna). Il problema nel nostro Paese è soprattutto che la metà delle nuove diagnosi avviene in ritardo, molto tempo dopo l’avvenuta infezione, quando il virus ha già iniziato a danneggiare seriamente il sistema immunitario o dopo la comparsa dei primi sintomi.
 




AIDS: TROVATO L'ANTIDOTO

Redazione

No, non è uno scherzo oppure un "fake" come si dice oggi. In un articolo pubblicato sulla rivista Nature, un gruppo di ricercatori dello Scripps Research Institute, a Jolla, California, ha annunciato di aver identificato una sostanza che sarebbe in condizione di inibire il virus Hiv 1, che è il principale responsabile dell’AIDS. Gli scienziati affermano di aver creato un farmaco anti-HIV così potente che potrebbe funzionare come un vaccino. La medicina è stata somministrata a dei Macachi che sono stati in grado di respingere ripetute dosi elevate della versione ‘scimmiesca’ della malattia. I ricercatori sostengono che il farmaco, a base di proteine, è stato sorprendentemente efficace nel bloccare ogni ceppo di HIV, e segna un importante passo avanti verso una cura per l'AIDS. Il virus dell’HIV normalmente invade cellule attraverso due recettori. La nuova i proteina blocca punti dove il virus si lega ai due recettori cellulari, non lasciando alcun punto di entrata per il virus. Secondo i ricercatori, poiché la proteina attacca entrambi i recettori piuttosto che uno solo, questa, chiamata eCD4-IG, è in grado di bloccare più ceppi di HIV rispetto a uno qualsiasi dei diversi potenti anticorpi che hanno dimostrato di disattivare il virus. Michael Farzan, professore di malattie infettive presso lo Scripps Research Institute di Jupiter, ha dichiarato che la proteina “E 'assolutamente efficace al 100% – aggiungendo che – non c'è dubbio che ci troviamo di fronte, di gran lunga, all’inibitore di entrata più forte finora trovato”. Questo nuovo farmaco è stato testato, per ora, solo su quattro scimmie rhesus, non su esseri umani. Anthony Fauci, direttore dell'Istituto Nazionale di allergie e malattie infettive, istituto che ha finanziato la ricerca, ha spiegato che “Questa ricerca innovativa promette di farci avanzare verso due importanti obiettivi: la realizzazione di una protezione a lungo termine dalla infezione da HIV, e di mettere l’HIV in remissione sostenuta, nelle persone con infezione cronica ". Nancy Haigwood, una ricercatrice di Microbiologia Molecolare e Immunologia, presso la Oregon Health and Science University, ha scritto, in un suo commento sulla scoperta, commento che è strato pubblicato sulla rivista Nature, che si tratta di un farmaco che “E 'molto intelligente e molto potente", aggiungendo che "Questo farmaco potrebbe essere molto meglio di qualsiasi vaccino all'orizzonte.” Gli scienziati hanno creato la proteina fondendo insieme elementi di entrambi i recettori cellulari a cui l'HIV si lega. Essi hanno poi iniettato il materiale genetico, che codifica la proteina nei quadricipiti delle quattro scimmie, stimolando la produzione della nuova molecola. I ricercatori hanno infine infettato le scimmie con una versione ibrida del virus HIV, somministrando loro, fino a quattro volte la quantità di virus che hanno usato per infettare un gruppo di controllo. La proteina ha protetto le scimmie per 40 settimane. Il passo successivo sarà quello di testare la sua efficacia come un vaccino, in persone che non hanno contratto il virus, ma sono ad alto rischio di infezione. Philip Johnson, professore presso l'Università della Pennsylvania e direttore dell'Ospedale dei Bambini del Philadelphia Research Institute, ha detto che "Sembra essere una molecola estremamente potente, essa sembra inoltre convalidare l'idea che dovremmo pensare in termini alternativi, su come preparare vaccini contro l'HIV”. Ha concluso dicendo “dovrebbe essere testato sugli esseri umani subito, poiché per me i dati sui primati sono eccezionali”




AIDS HIV: SANGUE DEL LAMA POTREBBE CONTENERE LA "CHIAVE" PER LA PRODUZIONE DI UN VACCINO SALVA VITA

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Redazione

Gli anticorpi del sistema immunitario dell'animale sudamericano facilmente sconfiggono il virus killer. Gli anticorpi del sistema immunitario dell'animale sudamericano hanno una sorprendente capacità di sconfiggere il virus. È un fatto nuovo e che dà speranza se può essere replicato in qualche modo con un'iniezione per gli esseri umani. La ricerca dimostra che gli anticorpi del lama sono efficaci contro almeno 60 ceppi del virus, che uccide più di 1 milione di persone ogni anno.Una dei ricercatori, la Dott. ssa Laura McCoy, ha dichiarato che questo dimostra che l'immunizzazione può indurre anticorpi potenti e ampiamente neutralizzanti in lama con caratteristiche simili agli anticorpi umani. A partire dal 2011, attualmente in tutto il mondo ci sono 33 milioni di persone che vivono con l'HIV e l'AIDS. Gli esperti hanno sinora ammesso che fino ad oggi i tentativi di sviluppare un vaccino efficace contro l'HIV sono stati "deludenti". La maggior parte delle ricerche precedenti di un vaccino si è concentrato sulla formazione del sistema immunitario umano per rilevare il virus e reagire contro di esso prima dell'infezione. I primi sintomi dell'HIV e AIDS si manifesta in alcuni casi attraverso sintomi di tipo influenzale quali febbre, linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi), faringite (mal di gola), rash (manifestazioni cutanee), mialgia (dolore muscolare), malessere, piccole piaghe in bocca e nell’esofageo.Più raramente compaiono anche mal di testa, nausea e vomito, ingrossamento del fegato/milza, perdita di peso, mughetto, sintomi neurologici. Ma il nuovo studio, condotto dalla University College London (UCL), ha dimostrato che il lama, un grosso camelide originario del Sudamerica, produce "anticorpi neutralizzanti" non trovati in esseri umani che si sono dimostrati efficaci nel bloccare il virus mortale. L'approccio innovativo nell'esaminare la risposta del lama al virus è stato condotto dal ricercatore dell'UCL, la Dott. ssa Laura McCoy, la Prof. ssa Robin Weiss esperta del virus HIV e Theo Verrips, uno studioso esperto dell'anticorpo del lama. I tre scienziati hanno osservato che una combinazione di quattro anticorpi del lama può distruggere una vasta area del virus dell'HIV consentendo agli anticorpi di fissare il virus disarmandolo. Il team della Dr McCoy aveva precedentemente scoperto uno di questi anticorpi. Ma l'ultimo studio, pubblicato sulla rivista PLOS Pathogens, ha scoperto altri anticorpi destinati a diverse parti del virus ed è la combinazione degli anticorpi che lo rende così efficace. Ad evidenziarlo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. La scoperta migliora le probabilità che un vaccino diretto contro l’HIV sviluppato sulla base delle nuove scoperte sarebbe efficace.




AIDS: LA CIRCONCISIONE PREVIENE IL RISCHIO DI CONTAGIO

Redazione

La circoncisione riduce il rischio di contaminazione dal virus dell’HIV, anche per le donne. È quanto dimostra uno studio presentato alla Conferenza internazionale sull’AIDS che termina oggi a Melbourne. La ricerca, realizzata presso una comunità sudafricana con forte presenza di uomini circoncisi, dimostra come le donne che hanno avuto relazioni sessuali con questi uomini abbiano il 15% in meno di possibilità di venir contagiate dal virus. Il tasso diminuisce del 50-60% presso i maschi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità è arrivata a raccomandare quindi questa pratica a 14 paesi dell’africa sub sahariana che presentano un alto tasso di infezioni. I ricercatori si sono poi interrogati sulla possibilità, alla luce di questi nuovi dati, di un abbandono dell’utilizzo del preservativo. Un pericolo scongiurato però da un altro test presentato a Melbourne secondo il quale gli uomini circoncisi continuano a utilizzare il profilattico. Un dato sorprendente, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” anche se risulta evidente che questa pratica non può sostituire in alcun modo la necessità di rapporti protetti e quindi con l'utilizzo del preservativo che rimane il miglior modo per ridurre al minimo le possibilità di contagio.




AIDS, ALLARME: RISCHI CONTAGIO TRA GAY, PROSTITUTE, DETENUTI E TOSSICI

Redazione

Stiamo tornando indietro? Ora ci voleva anche l'aumento dell'allarme Aids oltre al ritorno di malattie che sembravano scomparse come la tubercolosi. L'Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms) ha lanciato un nuovo allarme Aids, avvertendo che si registra un boom delle infezioni da Hiv tra gli omosessuali.

Da qui, l'appello a prendere medicinali antiretrovirali come ulteriore metodo preventivo. "Stiamo assistendo all'esplosione dell'epidemia", ha affermato il capo dipartimento Hiv all'Oms, Gottfried Hirnschall, sottolineando che oggi il rischio di contagio tra i gay e' 19 volte piu' alto che nel resto della popolazione. Oltre trent'anni dopo la scoperta dell'Aids, con le foto di malati scheletrici che impressionarono il mondo, la comunita' omosessuale torna al centro della lotta contro la sindrome da immunodeficienza. Il problema, ha sottolineato Hirnschall, e' che le nuove generazioni, cresciute con farmaci che allungano la vita e rendono possibile convivere a lungo con la malattia, sono meno informati. Nell'ultimo rapporto diffuso, l'Oms per la prima volta "raccomanda fortemente agli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini di considerare di prendere medici antiretrovirali come metodo aggiuntivo di prevenzione dall'infezione da Hiv".

  Le autorita' americane avevano gia' lanciato un analogo appello nel maggio scorso. Una simile profilassi medica, insieme all'uso del preservativo, si stima che possa tagliare l'incidenza dell'Hiv tra gli omosessuali del 20-25%, il che potrebbe evitare "fino a un milione di nuove infezioni in 10 anni". Tra i gruppi a rischio, non ci sono solo i gay, ma anche transgender, detenuti, tossici e prostitute, che insieme rappresentano quasi la meta' delle nuove infezioni al mondo, categorie che hanno meno accesso ai servizi medici. Importanti passi in avanti hanno segnato la diminuzione dell'Aids nel mondo, con il numero di nuovi infettati crollato di un terzo tra il 2001 e il 2012, quando 2,3 milioni di persone hanno contratto il virus. E per la fine del 2013, circa 13 milioni di persone ricevevano il trattamento antiretrovirale, riducendo fortemente il numero di decessi. Ma, ha concluso l'Oms, bisogna fare di piu' per superare i pregiudizi verso la malattia che spesso condizionano i gruppi a rischio, aumentando gli sforzi nella lotta contro l'Hiv.




LATINA, AL VIA LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE CONTRO L'AIDS

Redazione

Giovedì 2 febbraio, alle ore 11.00, presso la sala "De Pasquale" del Comune di Latina, si svolgerà una Conferenza Stampa per la presentazione in dettaglio del progetto di collaborazione tra il Comune di Latina e l’Anlaids (Associazione nazionale per la lotta contro l’Aids). Si tratta del “Progetto Scuole: informazione e prevenzione sull’infezione da HIV/AIDS in ambito scolastico”.      

Il progetto è promosso dall’assessorato ai servizi sociali dal Comune di Latina. Sarà presente in conferenza l’assessore Patrizia Fanti.  

Il progetto, di grande rilievo, è proposto dall'Anlaids Lazio e riguarda  l'informazione e la prevenzione su HIV/AIDS/IST in ambito scolastico, che coinvolge più di 50 Istituti Superiori di Roma nell'anno scolastico 2011-2012.

Da quest'anno, il Progetto Scuole è stato promosso anche a Latina con l'adesione di due Istituti auspicando di raggiungere il maggior numero di scuole il prossimo anno.

Attualmente in Italia l’Aids conclamato si manifesta nella fascia di età compresa tra i 25 e i 39 anni e dopo il lungo periodo di latenza della malattia, il contagio potrebbe essere avvenuto durante l’adolescenza.. Obiettivo principale, come sostiene il dott. Massimo Ghenzer Presidente dell'Associazione, è quello di sensibilizzare i giovani a considerare la salute un bene primario da difendere e potenziare. La metodologia per informare è quella di effettuare incontri per ogni classe nelle varie scuole, della durata di 2 ore da effettuarsi durante l‘anno scolastico. Ogni incontro è tenuto da specialisti del settore, medici, psicologi, e biologi.

Nel Progetto Scuole ricordiamo una Partnership eccellente come quella dell’.I.R.C.C.S.”Lazzaro Spallanzani” di Roma dove il direttore scientifico del Progetto Scuole è il Prof. Pasquale Narciso.

Il Progetto è promosso dal 2003 ed ha informato sino ad oggi circa 60.000 studenti.