PROVINCE – UFFICI GIUDIZIARI. UN POSSIBILE TRAVASO: "DOVE NON C'E' RIMESSA IL GUADAGNO E' CERTO”

Emanuel Galea

Il 5 luglio 2013, il Presidente del Consiglio, Enrico Letta , ha annunciato : «cancelliamo la parola Province da tutta la Costituzione». A seguire la dichiarazione del Presidente, il Consiglio dei ministri ha approvato il Disegno di legge costituzionale sulla loro abolizione. Secondo Letta gli stessi devono sparire entro sei mesi. 

Questo è lo stato delle cose al momento attuale.

Parallelamente a questo la camera ha in agenda la riforma della giustizia, oltre quella elettorale, il finanziamento pubblico ed altro. 

La sorte delle province, questa volta è segnata.

A condividere l'ottimismo del Presidente c'è Luciano Pizzetti, componente della Commissione Affari Costituzionali del Senato. 

Dice Pizzetti : “la modifica dell’articolo 114, il primo del Titolo V, le cancellerà dalla Costituzione, ed è un bene, perché nessun altro Paese ha tanti livelli di rappresentanza come il nostro”. Poi aggiunge che “le attuali province hanno un problema di costi e di eccessiva burocratizzazione della macchina dello Stato”. 

I servizi delle amministrazioni provinciali, secondo lui, passeranno alle Regioni che dovranno decidere come distribuirli ed organizzarli.

Lasciamo alle Regioni il compito di decidere come ed a chi distribuire i servizi e come meglio organizzarli. Rimane il problema della ricollocazione del personale, il riutilizzo di tutto il materiale ed infine la destinazione delle strutture. C'è da scommettere che tutto questo emerge nell'ultimo momento per bloccare e ritardare l'operazione “soppressione delle province”.

Fra sei mesi, teoricamente parlando ed a stare a quanto afferma Letta, ci si trova con una massa enorme di forza lavoro , del materiale vario e delle strutture “superflui”. 

L'aggettivo è improprio e può risultare offensivo ma considerando l'operazione, in linea teorica è ciò che si verificherà.

A fare da contraltare, e non da ora ma da anni, un emergenza nazionale nel reparto giustizia amministrativa intesa come complesso di lavoratori e mezzi di supporto all'esercizio della giustizia. 

Il decreto legislativo n. 240/06, ha disciplinato la ripartizione delle competenze tra il magistrato capo dell’ufficio ed il dirigente amministrativo, senza risolvere però minimamente questi problemi.

Le difficoltà, le disfunzioni ed i problemi sono essenzialmente gli stessi in quasi tutti i settori in campo nazionale. Quello che preoccupa sta nel fatto che il trend nazionale non tende a migliorare.

Negli Uffici Giudiziari di Bologna, per dirne una, come quella dell'Emilia Romagna, a fronte di n. 1286 posti potenziali, quelli effettivamente coperti sono 1053. Tradotto in percentuale significa 18,11% di posti vacanti. La notizia è del 5 luglio 2013.

A Novara come a Modena, Vibo Valentia come a Catanzaro, al nord come al sud la situazione è identica se non peggiore.

In certi casi l'emergenza negli uffici giudiziari arriva a rasentare il ridicolo.

Una notizia apparsa sulla stampa il 6 marzo 2013 raccontava di un cartello affisso nei bagni del tribunale di Roma recitando : «in attesa degli stanziamenti ministeriali per il 2013 si pregano i fruitori dei servizi igienici di munirsi delle proprie forniture perché mancherà l'approvvigionamento» Indiscrezione svelano scene di togati nel corridoio del tribunale con un rotolo di carta igienica nella destra e cartella e toga nella sinistra !

 

Si legge in molti delle relazioni annuali che rilasciano gli uffici giudiziari che, molte delle criticità risultano di difficile soluzione stante la più volte segnalata inadeguatezza della dotazione organica, specie in alcune figure di non secondaria importanza per il supporto all’attività dei magistrati (personale della qualifica di Cancelliere , Assistente Giudiziario e Operatore Giudiziario) e all’assenza di personale qualificato, si pensi specie ai contabili e informatici essenziali a garantire le sempre maggiori incombenze che vengono richieste all’ufficio .

A questo proposito si legge nel “Programma attività annuale 2013 Tribunale di Catanzaro e sezione distaccate di Chiaravalle Centrale <Personale temporaneamente assegnato ex LSU e Ente Poste>: 2 funzionari contabili, i contabile, i operatore giudiziario, 7 ausiliari. Nonostante ciò l'organico rimane sempre deficitario. 

Catanzaro ci è servito come esempio,in primis per dimostrare che il travaso già si fa da qualche parte d'Italia ed in secondo luogo per dimostrare che l'idea non è per niente da scartare a priori.

Sei mesi è un periodo breve, però sufficiente per il legislatore per predisporre dei provvedimenti e degli strumenti legislativi atti a rendere possibile ,facilitare e velocizzare il travaso, senza bando, di personale dalle province agli uffici giudiziari. Identici provvedimenti per il trasferimento di macchinari e materiale vario dalle province alle strutture giudiziarie.

Le proteste e le resistenze non mancheranno. Non si nascondono difficoltà ed intoppi. Se l'operazione si reputa giusta e conveniente per il bene del paese, se ci sia fermezza e buona volontà, ogni ostacolo sarà vinto ed ogni resistenza disarmata. Che sia il bene del paese la stella da guidare il legislatore. La soppressione delle province, porterà un notevole risparmio. Secondo uno studio Confesercenti sarà di 4,5 miliardi, secondo il M5s sarà di 2 miliardi, altri parlano di 500 milioni annui. A prescindere dall'esatto importo che, un giorno o l'altro qualcuno lo stabilirà,la ricollocazione del personale con passaggio al reparto uffici giudiziari contribuirà a risolvere alcuni dei problemi macroscopici della giustizia. Fosse anche solamente questo, ti pare poco?

 

 

 




PROVINCIE: LA CORTE DEI CONTI CERTIFICA LA GESTIONE VIRTUOSA

Redazione

Viterbo –  Lo scorso 25 settembre 2012 pubblicavamo su queto quotidiano un editoriale di Emanuel Galea che titolavamo: PROVINCIA O REGIONE: UNA DELLE DUE E' DI TROPPO .Oggi la Corte dei Conti certifica che le Provincie sono enti con bilanci sani. Il presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi a tal riguardo ha dichiarato: “Siamo lieti che anche la Corte dei Conti certifichi con dati concreti ciò che andiamo dicendo ormai da oltre un anno: le Province sono enti con bilanci sani, votati al risparmio e al taglio della spesa corrente. Abolirne la rappresentanza democratica e cancellarne l’efficienza, limitando il servizio sui territori, significa solo gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica: gli sprechi semmai vanno ricercati altrove”. Il presidente della Provincia di Viterbo, Marcello Meroi, commenta così il documento stilato dalla Corte dei Conti, Sezione delle autonomie, che giudica virtuosa la gestione dei bilanci delle Province.

“Arriva direttamente dalla magistratura contabile – continua il presidente – la certificazione di una situazione che da mesi l’UPI va palesando: le amministrazioni provinciali sono gli unici enti del Paese che stanno realmente tagliando la spesa corrente.

Un meno 6,12% che la dice lunga sull’ottimo operato degli organi provinciali, che nonostante le decurtazioni dei fondi operate dagli organi centrali, stanno portando avanti seppur tra mille difficoltà e autentici salti mortali una macchina amministrativa fondamentale per la sua prossimità al territorio e al cittadino. Tutto ciò, cercando di non aumentare di nemmeno un centesimo le tasse per i cittadini: in questa ottica stiamo, infatti, tentando di evitare di portare ai massimi livelli l’imposta provinciale per sulla Rc auto, rimanendo così una delle poche eccezioni sull’intero territorio italiano”.

Secondo la Corte dei Conti i risultati di finanza locale per il 2011 hanno risentito di una serie di interventi legislativi che, seppur necessari per contrastare gli effetti della crisi in atto, hanno tuttavia accresciuto le difficoltà degli enti locali. “Nonostante le assegnazioni di parte corrente siano in diminuzione del 2,38% – prosegue Meroi –, le Province sono riuscite ad abbassare la spesa corrente del 6,12%. Ciò a causa sicuramente del taglio netto dei trasferimenti da Stato centrale e Regione pari a meno 14,1%: una diminuzione di risorse che ha imposto a noi amministratori di operare con grande parsimonia e tra mille difficoltà”.

Tutta un’altra storia quella, invece, relativa ai bilanci comunali che, nonostante tutto, hanno confermato l’andamento crescente degli impegni, dovuto in primis all’aumento delle spese per prestazioni di servizi (+5,46%) e per interessi passivi (+2,8%).

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25/09/2012 PROVINCIA O REGIONE: UNA DELLE DUE E' DI TROPPO


 




NICOLA ZINGARETTI: “GIORNATA NON SOLO DI PROTESTA MA DI ELABORAZIONE E DI CONTRIBUTO”

Redazione

''C'e' stato un dibattito in questi mesi per cui le Province sono diventate un capro espiatorio del malcontento dei cittadini per il malfunzionamento dello Stato. Ci sono stati piccoli partiti, forze sociali e sindacali che hanno portato avanti una battaglia cavalcando l'ondata emotiva dell'abolizione delle Province. Noi pero' non abbiamo paura ed andiamo avanti''. Cosi' il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, intervenendo durante la seduta straordinaria del Consiglio provinciale, che ha approvato una mozione contro l'abolizione delle Province, in adesione della protesta indetta dall'Upi. LA mozione e' stata approvata da un voto bipartisan, con 39 si' e un solo voto contrario, dell'Udc.

''Quella di oggi – ha aggiunto Zingaretti – e' una giornata non solo di protesta ma di elaborazione e di contributo. Il dibattito non e' solo corporativo ma di preoccupazione di chi ama l'Italia perche' la medicina individuata per questo paese non e' quella giusta. Non siamo conservatori, vogliamo rinnovare l'Italia e dobbiamo chiamare a raccolta il Paese non su una battaglia di conservazione ma di forte innovazione''.

Zingaretti ha poi analizzato i punti del decreto da lui ritenuti sbagliati: ''Non si vuole sciogliere le Province, ma trasformarle in un ente di secondo livello togliendo il voto ai cittadini perche' si andranno a toccare gli enti degli eletti. Questa e' un'aberrazione culturale che nasconde una cattiva politica che usa gli enti di secondo livello per salvare e collocare i trombati alle elezioni''. Quanto alla gestione dell'edilizia scolastica oggi demandata alle Province, Zingaretti ha ammonito che ''se questa passasse alle Regioni avremmo un crollo degli investimenti perche' la voragine della Sanita' che affligge molte Regioni, divorera' le poste di bilancio a disposizione''.