Frascati ricorda quel tragico mercoledì 8 settembre 1943

“Oggi non ci sono bandiere da sventolare, oggi non si indossano maglie di quartiere
Oggi si indossa il giallo e il rosso della città di Frascati.
In ricordo delle 700 vittime del bombardamento dell’8 settembre 1943.
Mai più, per non dimenticare”.

È racchiuso nelle parole del post pubblicato dal presidente del Consiglio Comunale della città di Frascati, Corrado Spagnoli, il significato di questa ricorrenza del sanguinoso bombardamento della città avvenuto alle 12,08 di quel funesto mercoledì 8 settembre 1943.
La città ha voluto celebrare questa ricorrenza onorando le vittime con una solenne Santa Messa celebrata da S.E. mons. Stefano Russo alla presenza delle autorità civili e militari della città appellati per l’occasione “uomini e donne di pace” dalle parole del vescovo tuscolano.
Il messaggio di monsignor Russo ricorda che dopo i lutti la forza della città e dei suoi cittadini fece si che furono “… ricostruite le bellezze e ricostruito il tessuto …” e questo deve essere lo sprone per tutti affinché non vi sia la paura che “… il timore che la memoria venga meno o si affievolisca …”.
Poi il momento più solenne della giornata.

IL SILENZIO DI PIAZZA SAN PIETRO INTERROTTO SOLO DAL SUONO DELLE SIRENE, POI DA QUELLO DELLE BOMBE ED ALLA FINE IL SILENZIO A RICORDARE LE CENTINAIA DI VITTIME DEL BOMBARDAMENTO DELLA CITTÀ

Le sirene che ricordano l’allarme e poi il frastuono delle bombe concluso dal Silenzio in onore delle centinaia di vittime
Toccanti e piene di speranza le parole della sindaco, Francesca Sbardella, che parla di “orrore dell’8 settembre” e del ricordo conservato “nel cuore e nella mente di tutti”.
E nel concludere ricorda che questo è si “… un giorno di tragedia ma nel contempo di speranza, un giorno di distruzione per la nostra città ma è anche il giorno della ricostruzione della prospettiva e del guardare avanti … una giornata che merita di essere ricordata, che merita di essere onorata, che merita di essere vissuta ogni anno …”.

IL CORTEO CHE HA PERCORSO LE VIE DI FRASCATI

Nel pomeriggio poi la cerimonia civile che ha percorso le vie della città per poi giungere al Monumento che ricorda le vittime di questa immane tragedia.

IL TOCCANTE MOMENTO DELLA DEPOSIZIONE DELLA CORONA DI ALLORO

E qui, dopo aver deposto una corona di alloro, sulle note del silenzio hanno poi preso la parola la sindaco di Frascati, Francesca Sbardella, il vicesindaco di città metropolitana di Roma Capitale, Pierluigi Sanna ed il sindaco di Capua, Adolfo Villani non prima che venisse letto il messaggio inviato alla città di Frascati dal presidente del Senato, Ignazio La Russa.

IL MESSAGGIO INVIATO DAL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA

C’è un filo che unisce tutti i commenti: la necessità di salvaguardare la memoria.

la sindaco di Frascati, Francesca Sbardella

La sindaco, Francesca Sbardella, esorta i giovani ad essere portatori di questi ricordi, di queste emozioni.
E “… di fronte al monumento che ricorda la distruzione di Frascati che onora le vittime innocenti cadute sotto le bombe …” torna a ricordare “… le tante donne ed i tanti uomini che rimboccandosi le maniche e non perdendo mai la speranza furono artefici della ricostruzione di Frascati …”.
Chiude poi il suo intervento con queste parole: “… la responsabilità di costruire questo mondo parte proprio da noi autorità civili, militari, semplici cittadini, da ognuno di noi dalle piccole attenzioni dal nostro saper prenderci cura. Guardiamoci l’uno l’altro, come ci dice Calamandrei, per sentire rispecchiata nella nostra libertà e nella nostra dignità la liberta e la dignità di tutti gli altri, questo senso operoso di fraterna solidarietà umana ci guidi oggi e sempre in tutte le nostre azioni …”.

il vicesindaco di Città Metropolitana di Roma Capitale, Pierluigi Sanna

Pierluigi Sanna, vicesindaco di città metropolitana di Roma Capitale focalizza due concetti assai profondi: “coltivare la memoria, attualizzare la memoria” perché oggi ad 81 anni dal quel sanguinoso giorno, aggiunge, “sembra lontano lo spettro della guerra poiché avevamo archiviato la parola pace con l’impressione che non avessimo bisogno di ricordarla”.
Nel chiudere due pensieri fanno breccia provocando un applauso spontaneo: “le guerre ci riportano ad una realtà drammatica alla quale non ci si può abituare”.

il sindaco di Capua, Adolfo Villani

Chiude la serie di interventi il sindaco di Capua, Adolfo Villani.
Anche la sua città, come Frascati, venne dilaniata dalle bombe degli alleati provocando ben oltre 1000 morti con la distruzione di oltre il 70% dell’enorme patrimonio culturale della citta.
Adolfo Villani parla del sacrifico delle due città.
All’orizzonte di queste due stragi la maldestra fuga del re e di Badoglio che lasciò il regio esercito senza guida, senza ordini.
E sia Frascati e sia Capua pagarono il prezzo di questo vuoto politico e di governo rimanendo inermi e sole. Toccante il momento il cui il presidente del consiglio comunale, Corrado Spagnoli, ha donato a nome della città di Frascati una targa ricordo al sindaco Adolfo Villani.

il momento della consegna della targa al sindaco di Capua, Adolfo Villani

In questa serata ricca di emozioni va aggiunto il ricordo commosso del professor Raimondo del Nero, storico docente frascatano ed immenso storico della città Tuscolana.
Il Consiglio Comunale di Frascati, con voto unanime, raccogliendo la proposta della consigliere Emanuela Bruni, ha conferito all’insigne studioso il “Civis Tuscolanus” alla memoria per gli alti servigi che come storico, come docente e come amministratore cittadino il professor Del Nero ha donato alla città.

In conclusione il saluto ed il grazie commosso da parte del presidente del Consiglio Comunale, Corrado Spagnoli prima che il canto corale dell’ Inno di Mameli chiuda questa celebrazione in ricordo di quel tragico mercoledì 8 settembre 1943.




Frascati: 8 settembre 1943, il giorno del dolore e della rinascita

Esistono giorni che non solo diventano parte della Storia ma portano dentro di sé ricordi, emozioni e purtroppo anche lutti ed antiche paure.
L’ 8 settembre per noi che siamo nati a Frascati e per tutti quelli che vivono la bellezza di questa città questo giorno è nel contempo triste ma la riprova della forza piena che vive dentro Frascati.
Fu una ferita insanabile quell’8 settembre del 1943 quando alle 12,08 una pioggia di bombe dilaniò la città provocando la morte di centinaia di persone.

piazza San Pietro dilaniata dalle bombe

Ma la voglia di rinascere, la voglia di ricominciare, la voglia di spazzare via i dolori di una guerra rinacque proprio in quel giorno.
Credo che Frascati debba onorare di più questo ricorrenza affinché non diventi e resti la solita passerella di commiato.
Deve divenire vera “giornata della memoria della Città”.
Bisogna far si che l’8 settembre rappresenti per tutti il giorno si del dolore ma anche il giorno in cui Frascati ed i frascatani ritrovarono la forza di risorgere dalle sue ceneri come “araba fenice”.
Ho voluto riportare nella copertina di questo mio pensiero il quadro di un grande frascatano, Guglielmo Corazza, memoria vivente di quel giorno.
Quei colori e quelle immagini debbono divenire il monito a tutti noi degli orrori della guerra, della stupidità della guerra.
Perché Frascati pagò con il sangue dei suoi figli e delle sue figlie e questo non deve più accadere in nessuna altra parte del mondo.




TARQUINIA, 7 SETTEMBRE 1943: INDIVIDUATO IL PUNTO DOVE CADDE L'AEREO DEL PILOTA VINCENZO FERRI

Redazione

Tarquinia (VT) – Cadde da eroe, il giorno prima della proclamazione dell’armistizio, il 7 settembre 1943, mentre assieme ad altri sei piloti della regia aeronautica cercava di intercettare una formazione di cento bombardieri americani.

Dopo settanta anni un gruppo di appassionati, i “Salerno Air Finders”, hanno individuato il punto esatto dove cadde il suo aereo e cercheranno di scoprire il luogo della sua sepoltura, rimasto purtroppo sconosciuto.

L’eroico pilota si chiamava Vincenzo Ferri ed era nato ad Ancona il 4 dicembre 1919. Trasferitosi a Tarquinia in giovanissima età, città dove ancora risiedono i suoi parenti, conseguì il brevetto di pilota civile e allo scoppio della seconda guerra mondiale fu richiamato alle armi in Aeronautica.

Il 2 marzo 1943 conseguì il brevetto militare di pilotaggio e dopo un periodo di addestramento fu destinato il 23 agosto 1943 al 22° Gruppo Autonomo C.T. di stanza nell’aeroporto di Napoli Capodichino.

Non sapeva l’eroico pilota tarquiniese che erano già in corso accordi per l’armistizio che sarebbe stato reso pubblico l’8 settembre del 1943.

Il 7 settembre 1943, con altri sei colleghi decollò da Capodichino per tentare di contrastare una formazione di cento velivoli B-17 che rientravano alla base dopo aver bombardato l’aeroporto di Foggia. Benché inferiori di numero, i nostri sette apparecchi attaccarono ugualmente la potente formazione nemica.

Purtroppo, l’eroico tarquiniese fu colpito e tentò un atterraggio di fortuna. Ma l’aereo si schiantò sul fianco del monte Terminio. Mani pietose di contadini del luogo trasportarono a valle il corpo del povero pilota. Ma il tragico armistizio e i successivi eventi bellici che hanno interessato la zona hanno fatto perdere notizia del luogo dove è stata inumata la salma. Nel dopoguerra i genitori di Vincenzo poterono recuperare solo pochi effetti personali.

I soci dei “Salerno Air Finders” hanno approfondito la ricerca e contattato il presidente della sezione tarquiniese dell’arma aeronautica Carlo Boseggia e il nipote del pilota Walter Padovani. 

La speranza è di riuscire ad identificare il luogo esatto dove è stato seppellito l’eroico aviatore e contemporaneamente ricordarne degnamente il sacrificio.

La notizia è apparsa sul bimestrale “Aerei nella Storia”. Infatti, il numero di agosto-settembre in edicola, mostra in prima pagina la foto sorridente del tarquiniese, al quale è dedicata la locale sezione dell’associazione arma aeronautica.




8 SETTEMBRE 1943: E' DELL'ESERCITO IL PRIMO MILITARE ITALIANO CADUTO DOPO L'ARMISTIZIO

Redazione

Roma, 8 settembre 2012. Ricorre oggi il 69° anniversario della morte del Generale Ferrante Vincenzo Gonzaga, Ufficiale del Regio Esercito, ucciso dai tedeschi a Eboli nel corso del secondo conflitto mondiale e primo militare italiano caduto per mano dei nazisti dopo l’armistizio del 1943. 
Il Generale Gonzaga, Comandante della 222^ Divisione costiera, avuta la notizia della firma dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, impartiva ai propri uomini gli ordini per opporsi ad eventuali atti ostili delle truppe germaniche. Al comando di pochi militari in una postazione di osservazione in località Buccoli di Conforti (Salerno), la sera dell’8 settembre il Generale Gonzaga riceveva l’intimazione di resa da parte di un ufficiale germanico. Poco prima, alle 19.45, la radio aveva divulgato il messaggio dell’armistizio firmato dall’Italia con le forze alleate. L’Ufficiale, per mantenere fede ai valori militari di fedeltà e onore, oppose un deciso rifiuto e reagì ai tedeschi che lo minacciavano con le armi, impugnando la propria pistola. Il Generale cadde colpito da una scarica di moschetto.
Il Generale Ferrante Gonzaga nacque a Torino il 6 marzo 1889 e frequentò l’Accademia Militare dal 1907 al 1912.
Nel corso della sua carriere militare è stato decorato di:
–        Medaglia d’Oro al Valore Militare “alla memoria”, concessa con Regio Decreto il 29 gennaio 1944;
–        Medaglia d’Argento al Valore Militare, concessa con Regio Decreto l’8 gennaio 1922, per aver preso parte attiva al combattimento e portato in salvo un nucleo di dispersi a Carpeneto – Pozzuolo nell’ottobre 1917;
–        Medaglia d’Argento al Valore di Marina, concessa con Regio Decreto il 23 maggio 1928;
–        due Medaglie di Bronzo al Valore Militare per aver comandato, sebbene ferito, la sua batteria in combattimento di fronte alle artiglierie avversarie a Monte Zera (Felza) agosto – settembre 1915 e per aver assolto il proprio compito con perizia e valore nella controffensiva per raggiungere la linea del Piave a Fossalta di Piave nel giugno 1918;
–        Croce di Guerra al Valore Militare, concessa con regio decreto 20 dicembre 1923;
–        due Croci al Merito di Guerra.
Al Generale Ferrante Vincenzo Gonzaga è intitolata la caserma di Foligno sede del Centro di Selezione e Reclutamento Nazionale dell’Esercito.