Svolta Pensioni, accordo sull'Ape agevolata. La Cgil: troppi 30 anni di contributi versati

di Paolino Canzoneri

Il Segretario confederale dell'Unione Italiana del Lavoro UIL Domenico Proietti dopo l'incontro con il governo di ieri rende noto importanti novità riguardo l'anticipo pensionistico, l'APE, a cui potranno accedere  disoccupati e disabili nonchè l'APE detta social che coinvolge determinate categorie di lavoratori impegnati in attività faticose e usuranti come operai edili, maestre, alcune tipologie di infermieri, autisti di mezzi pesanti e macchinisti; tutti con un reddito inferiore ai 1.350 euro lordi. Tale provvedimento sarà in vigore dal primo maggio del 2017 e potrà riguardere quella fascia di lavoratori attivi che hanno accumulato almeno 35 anni di contributi versati e anche i disoccupati con 30 anni di contributi. Al vaglio la possibilità da parte del sindacato dei cittadini UIL di poter aumentare le categorie interessate all'anticipo pensionistico e abbassare ulteriormente i livelli nonostante la Confederazione Generale Italiana del Lavoro CGIL abbia fatto presente con un tweet che 30 anni di contributi sono troppi: "Il governo Renzi si rimangia la parola: 30 anni di contributi invece di 20 per Ape social. Gli antibiotici a Matteo Renzi non fanno effetto". Nel caso di APE volontaria la rata di restituzione del prestito in caso di anticipo pensionistico sarà di 4,5 – 4,6% per ogni anni di anticipo sulla pensione. Proietti stesso ha reso noto che il governo si impegnerà a stanziare delle risorse a copertura di quel 4,5% mancante per coprire il costo degli interessi dell'assicurazione e per coprire parte del capitale del prestito pensionistico da dover restituire in 20 anni da parte del lavoratore entrato in pensione. Il segretario confederale Proietti ha spiegato inoltre che i lavoratori precoci potranno andare in pensione con 41 anni di contributi avendo però versato 12 mesi di contributi prima dei 19 anni o se facenti parte delle categorie relative ai lavori faticosi: "E' importante che sia passato il principio che con 41 anni di contributi si possa andare in pensione". In pratica i lavoratori precoci possono andare quindi in pensione con 41 anni di contributi, prima di aver raggiunto i 63 anni di età, limite previsto per l'accesso all'Ape agevolata. Il governo ha anche confermato l'intenzione di togliere la penalizzazione che sarebbe dovuta tornare nel 2019 per chi va in pensione prima dei 62 anni." Per queste categorie il costo dell’anticipo pensionistico, attraverso un reddito ponte, sarà a carico dello Stato. Le risorse stanziate per il pacchetto pensioni ammonteranno a circa 1,6 miliardi per il 2017 e in totale circa sei miliardi in tre anni