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Di Christian Montagna
Che sia stato pagato un riscatto oppure no importa e come: gli italiani devono sapere la verità sulle due sventurate che, come se vivessero nel paese dei balocchi, si sono inabissate nei meandri oscuri della Siria. La cronologia degli eventi ci ricorda che altri italiani sono stati sequestrati, alcuni sono stati rilasciati, altri hanno perso la vita in nome di una patria che forse tanto patria non è. Ma sulle ultime due una riflessione è d'obbligo. Partire come crocerossina all'età di vent'anni per recare aiuto alle persone del "territorio" più infuocato del mondo senza alcuna esperienza alle spalle? Beh, senza dubbio è un'azione azzardata che anche stavolta hanno pagato gli italiani. Ed è inutile che tu le difenda Paolo, d'altronde sai che gli italiani sono ottimi investigatori. Greta e Vanessa, le due suffragette lombarde, tramavano contro la nazione che le ha salvate, o meglio, fornivano kit medici ai Jihadisti. Criminali che probabilmente stavano studiando il prossimo attentato terroristico e che con quei milioni che improvvisamente si sono visti accreditare nelle loro casse, avranno ora tutte le possibilità per potersi armare. Eppure, mamma Italia le ha tirate fuori da quello che per tutti appariva un incubo ma che in realtà era una situazione dalle fanciulle fortemente voluta! Le imbarazzanti telefonate pubblicate dalla stampa italiana rasentano l'inimmaginabile, eppure, ci sono state. Le due crocerossine che ora volete far apparire come ennesime vittime di una guerra santa e di un fondamentalismo islamico, in realtà, dalle prove a noi giunte finora, erano più che convinte e schierate! Sin dalle analisi dei kit medici lo avevamo intuito che queste due stessero andando a recare soccorso ai militari combattenti: la cosa era evidente già dal colore dei kit medici mimetici. Eppure, abbiamo pagato per farle liberare! Insomma una situazione paradossale classica all' italiana sulla quale spero che un giorno qualche regista possa crearci su una bella commedia, perchè, almeno in quello siamo abili. Ancora stento a crederci che le ventenni avrebbero voluto aiutare il Free Syrian Army e, come me, saranno increduli tutti quegli italiani che sono stati in pena in quei giorni in cui contrastanti notizie si susseguivano riguardo le loro condizioni di vita. Dodici milioni di euro o dieci o anche soltanto due, in una situazione come quella che sta vivendo l'Italia sono tanti e allora mi chiedo: perchè dobbiamo pagare noi gli errori di due ragazze che non hanno avvertito del viaggio in una zona dichiarata a rischio? Perchè non hanno rispettato i divieti imposti dalle autorità? Siccome le ombre che calano su questa vicenda sono veramente tante, forse forse, questa esosa cifra agli italiani dovrebbero proprio restituirla, salvo naturalmente dimostrazioni contrarie!
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