Stupri a Rimini, il legale: fratelli hanno confermato

RIMINI – Si è conclusa dopo circa due ore l’udienza di convalida del fermo dei due fratelli marocchini di 15 e 17 anni accusati, davanti al tribunale per i minorenni di Bologna, del duplice stupro di Miramare di Rimini. Il Gip non ha ancora deciso sulla richiesta della Procura di applicazione della custodia cautelare in carcere. “Hanno confermato le dichiarazioni precedentemente rese, hanno risposto alle domande dei magistrati, lasciamogli fare il loro lavoro”, si è limitato a dire all’uscita del centro di prima accoglienza del Pratello l’avvocato Paolo Ghiselli, che assiste entrambi i fratelli. In precedenza avevano negato, in sostanza, di aver materialmente stuprato le due vittime, di averle tenute ferme ma attribuendo lo stupro all’unico maggiorenne del gruppo. Hanno respinto gli addebiti? “Non hanno respinto gli addebiti – ha risposto il difensore – hanno tenuto un atteggiamento collaborativo rispondendo alle domande dei magistrati”.o a domande Gip’

Gli interrogatori Dagli interrogatori del Gip del tribunale per i minori di Bologna dei tre giovanissimi indagati per i due stupri di Rimini sarebbero emersi dettagli raccapriccianti su come il gruppo ha agito. Le violenze sessuali nei confronti delle due vittime, la turista polacca e la prostituta transessuale peruviana, sono state brutali e ripetute. E da parte dei responsabili non sembrano esserci segni di ravvedimento, secondo quanto trapela da fonti giudiziarie.
Uno dei tre avrebbe riferito, tra l’altro, di aver pregato Dio per non essere scoperto. La ragazza polacca sarebbe stata immobilizzata dai complici del congolese mentre quest’ultimo abusava di lei, portata in mare e poi di nuovo sulla battigia dove sarebbero continuati gli abusi. Il suo compagno è stato pestato a sangue. Ancora più violento sarebbe stato lo stupro della trans peruviana. Tutto questo emergerebbe dalle risposte dei giovani, che avrebbero confermato in buona parte i racconti delle vittime.