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di Christian Montagna
Milano- Sono giunte sulla scrivania del procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli le informative della polizia tunisina che secondo le prime testimonianze confermerebbero il coinvolgimento di Touil. Per la magistratura italiana che ha semplicemente eseguito il mandato di cattura, Touil sarebbe innocente poiché secondo attendibili testimonianze, il giorno della strage sarebbe stato in Italia.
Mancano però i documenti necessari affinché si apra la nuova fase di procedura relativa all’estradizione chiesta da Tunisi. Il legale come già aveva annunciato, a breve depositerà la richiesta di revoca o sostituzione della custodia cautelare in carcere. Touil, intanto, continua a parlare di “errore di persona” e afferma di non essere mai stato in Tunisia. Sarà la Procura Generale ad esprimersi sull’estradizione in un’udienza finale.
L’ARRESTO DI TOUIL
Era lo scorso 20 Maggio quando in Italia veniva arrestato un cittadino marocchino 22 enne con l’accusa di aver preso parte alla strage del Museo del Bardo in Tunisia. La Digos lo aveva arrestato su mandato di cattura internazionale emesso dalle autorità tunisine convinte tuttora della sua partecipazione alla strage.
LA STRAGE AL MUSEO DEL BARDO
Era il 18 Marzo scorso quando un gruppo di terroristi armato fece irruzione all’interno del famoso museo prendendo in ostaggio i visitatori. Fu una vera e propria strage che vide morire 24 persone e ferirne 45. Anche gli italiani tra le vittime: numerosi passeggeri della Costa Fascinosa erano in tour a Tunisi e rimasero coinvolti nel sequestro. Ma non solo, tra le vittime anche sei famiglie torinesi. Le forze dell’ordine riuscirono a compiere un ottimo lavoro liberando la maggior parte degli ostaggi e uccidendo due terroristi armati di kalashnikov. La strage coinvolse tutti i paesi: tra le vittime c’erano francesi, spagnoli, britannici e italiani. Su Twitter girarono le foto del rapimento velocemente, immagini che difficilmente si riuscirà a dimenticare: diverse persone e alcuni bambini seduti a terra sotto la minaccia delle armi e sui loro volti saggiamente disegnato il terrore.
L’obiettivo era quello di assaltare il Parlamento ma una volta respinti, i terroristi, travestiti da soldati, ripiegarono sul museo dei mosaici . Il Bardo, sviluppato in tre piani e situato nella periferia ovest di Tunisi, era il più antico del mondo arabo, noto per la più importante e ricca collezione di mosaici romani del II e IV secolo. Una struttura importante che ogni anno veniva visitata da milioni di turisti; in gran parte anche da italiani.
CHI E’ ABDELMAJID TOUIL?
Il giovane era già stato identificato nel febbraio 2015 a Porto Empedocle dopo essere arrivato con un barcone con altre 90 persone. Touil Abdelmajid aveva ricevuto un' ordine di espulsione; secondo le accuse e la ricostruzione degli investigatori, Abdelmajid sarebbe poi tornato nel proprio Paese per compiere l'attentato del 18 marzo. Il 22enne è stato preso in un appartamento di in una palazzina in via Pitagora, a Gaggiano (Milano) che condivideva con madre e due fratelli. Sin dall’inizio ha respinto le accuse mosse da Tunisi e si è opposto alla richiesta di estradizione. Il suo legale, l’avvocato Silvia Fiorentino ha così commentato la vicenda: “Si e' proclamato innocente e parlato del suo arresto come di un errore. Lui non ha mai lasciato l'Italia da quando e' arrivato a febbraio a Porto Empedocle, su un barcone insieme ad altri 90 migranti. E fino ad oggi, dal suo arresto di martedi' scorso a Gaggiano, non aveva saputo neppure di cosa era accusato”.
TOUIL TERRORISTA?
Viene trattato dunque come un terrorista al momento dalla Procura italiana che ha eseguito semplicemente il mandato d’arresto internazionale emesso dalla Tunisia. L’iter si prefigura lungo: la legge prevede che dal momento della convalida dell'arresto, la Tunisia abbia 40 giorni di tempo per mandare al Ministero della Giustizia italiano la documentazione completa su Touil. Non appena il Ministero della Giustizia riceverà gli allegati alla richiesta di estradizione, entrerà in gioco la Procura Generale che, entro tre mesi, dovrà presentare ai giudici della quinta Corte d'Appello la requisitoria scritta. Il legale però ha già fatto sapere di una richiesta di scarcerazione alla Corte d’Appello, la quale, deciderà se accoglierla o meno dopo aver assunto le informazioni e disposto gli accertamenti ritenuti necessari e dopo aver sentito il pubblico ministero, il difensore ed eventualmente Touil , il rappresentante dello Stato tunisino. Se la sentenza dovesse essere positiva, Touil potrà ricorrere in Cassazione.
L’atto definitivo però sarà firmato dalla politica: entro 45 giorni dalla ricezione dalla scadenza del termine per l'impugnazione davanti alla Suprema Corte, il Ministero della Giustizia dovrà dare l'ok definitivo oppure negare l'estradizione. Altri due punti focali della questione che dovranno essere garantiti all’Italia sono l’eventuale supremazia della giurisdizione italiana per la presenza di quattro vittime italiane e la certezza che non sarà applicata la pena di morte, qualora fosse concessa l’estradizione.
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