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State of Decay 2, il ritorno dell’apocalisse zombie

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Con State of Decay 2 Undead Labs e Microsoft sfornano il tanto agognato sequel, in esclusiva per le console della famiglia Xbox, dell’ottimo titolo zombie survival open world uscito nel 2011 per Xbox 360 e PC. Le vicende legate a State of Decay 2 si posizionano temporalmente 18 mesi dopo il titolo originale; l’esercito ha perso, disertando e lasciando indifesi i pochi rifugiati sparsi per le città e le campagne. I morti viventi, invece, diventano, ogni giorno che passa, sempre più famelici e numerosi. Come se non bastasse, un’infezione denominata “Piaga del Sangue” ha contagiato molti di loro, rendendoli ancora più pericolosi e soprattutto contagiosi per le persone ancora in vita. Questi zombie particolari sono riconoscibili dal loro continuo grondare sangue e venire morsi più volte da loro, significa rischiare di contrarre la stessa malattia e, di conseguenza, esporsi ad una possibile trasformazione a meno che non ci si riesca a curare in tempo. La Piaga del Sangue è una delle novità più importanti di questo seguito, il quale, non presentando una vera e propria storia raccontata, ricama su questa “malattia” il focus principale dell’avventura. Non si può, quindi, parlare di campagna o di storia vera e propria ma bensì di semplice “avventura” che può durare anche 100 ore di gioco. Ovviamente, uno scopo per concludere il tutto c’è e si dirama in due fasi opportunamente divise; in un primo momento bisogna eliminare ogni singolo “ammasso del sangue” presente nella mappa di gioco, questi sono l’origine della malattia e assomigliano a piccoli nidi, molto difficili da distruggere senza essere armati a dovere. Una volta completata questa difficile mansione, inizia la fase due, la quale si differenzia a seconda del leader che si è scelti per il proprio gruppo. In State of Decay 2 esistono quattro diversi tipi di caratterizzazione: Signore della Guerra, Costruttore, Commerciante e Sceriffo, è chiaro che un membro Eroe scelto può avere uno soltanto di questi status, che risultano casuali e non selezionabili dal giocatore. Una volta che ricade la scelta, viene sbloccata l’impresa, vale a dire la missione finale per concludere la partita; con il Signore della Guerra, ad esempio, per vincere bisogna spazzare via una particolare comunità violenta chiamata “Coalizione”. Il gioco ha inizio con la possibilità di scegliere una coppia di personaggi unici, quindi non proposti in maniera casuale. Dopo un breve tutorial in cui si viene catapultati nella vicenda, viene poi chiesto in quale, delle tre mappe presenti nel gioco, ci si vuole iniziare a insediare. Ognuna di loro è diversificata come area e come ambientazione, dalla montagna all’altopiano. La scelta è relativa, poiché se ci stanchiamo è possibile trasferire l’intera comunità in un’altra zona nel corso della partita. State of Decay 2 segue la logica del survival game, mettendo a disposizione più di un alter-ego con l’intenzione di far costruire/gestire una comunità. Importante constatare come lo studio Undead Labs abbia ben pensato di non stravolgere il sistema efficiente conosciuto nel primo capitolo, enfatizzando inoltre la meccanica della morte permanente dei personaggi al fine di impedire qualsivoglia azione priva di senno. Oltre a essere un survival game, però, State of Decay 2 è anche un gioco di ruolo con caratteristiche gestionali, visto che aggiunge alla solita gestione della comunità maggiori elementi di caratterizzazione, come la personalità o le abilità specifiche, che potranno man mano essere allenate al fine di sfruttare al meglio ogni peculiarità in dotazione. I punti di forza e debolezza, mostrati nel pannello dedicato, permettono al giocatore di scegliere il personaggio x a discapito di quello y quando si tratta di fare una particolare missione, ripulire un luogo infestato e così via, cercando di non ignorare anche la sfera caratteriale per evitare di generare risse all’interno del luogo sicuro. Ogni volta che una skill viene utilizzata, questa cresce di livello, raggiungendo dopo sei stelle un grado di specializzazione, da selezionare con cautela al fine di creare un team diversificato capace di far fronte a qualsiasi eventualità.

Avere tutti i personaggi specializzati nello stesso asset è uno sbaglio, perché si può finire per non avere l’abilità giusta per costruire un edificio necessario nella base, oppure utilizzare oggetti o armi più potenti. Come scritto in precedenza, gli sviluppatori non hanno voluto stravolgere un sistema già consolidato, scegliendo piuttosto di inserire tantissime variabili in più. Le prime missioni personali rappresentano il modo più rapido per ottenere influenza, ma contribuiscono anche al reperimento di risorse e oggetti utili per andare avanti, come materiali da costruzione, cibo, scorte mediche e molto altro ancora. Toccherà quindi scendere a patti con una serie di eventi, sfortunati o meno, dettati dalla casualità, che possono in qualche modo creare lo stimolo giusto utile a reagire alle difficoltà proposte dal gioco. Sopravvivere da soli è un conto, ma farlo in una comunità è tutta un’altra cosa. Per questo i consigli migliori restano: mai girare da soli, mai sovraccaricare lo zaino, mai uscire senza un’arma di riserva, mai lasciare una tanica di carburante extra a casa. Gestire la comunità è la parte più profonda e complessa dell’intera produzione, ma allo stesso tempo ciò che rende State of Decay unico nel suo genere di riferimento. La prima cosa da tenere a mente è che ogni azione ha una conseguenza sul morale dei compagni e sul rispetto degli alleati. La morte di un membro può causare depressione, tristezza, rabbia e provocare risse, suicidi, e fughe. Il compito di chi gioca, perciò, è quello di tenere il morale sempre alto, raccogliendo risorse vitali e costruendo particolari edifici debiti al benessere collettivo, come: letti, generatori, pozzi, salottini. Esattamente con nel precedente capitolo, i rifugi sono contati, ma sono nettamente più grandi e disposti di aree di costruzione piccole e grandi, dove poter edificare gli edifici più congeniali al nostro stile. Ogni struttura offre dei bonus ma anche dei malus, spetta al giocatore fare i dovuti accorgimenti su cosa e soprattutto dove costruire. Il rifugio è quindi l’hub della squadra, dei superstiti; un luogo in cui ci si può riposare dopo una giornata difficile, dove poter chiacchierare con gli altri membri e potersi curare in un’infermeria. La parte gestionale è fondamentale nel complesso dell’esperienza, saper gestire e organizzare i propri seguaci significa saper sopravvivere e riuscire a cavarsela. Spesso orde di zombie assaltano la base e vincere non è mai una cosa scontata, le perdite sono preventivabili. Per fortuna, rispetto al passato, si ha la possibilità di giocare con qualsiasi personaggio che viene introdotto nel campo base, ognuno con un background che incide sulle sue statistiche e sulla sua utilità; un medico è utile in un’infermeria, mentre un ex marine se la cava meglio a sparare. Come in una squadra di calcio, tutti sono utili ma nessuno è indispensabile, ragion per cui se qualcuno crea problemi, è possibile esiliarlo o addirittura ucciderlo al fine di preservare l’intera comunità. Anche un ammalato di Piaga del Sangue può essere salvato con la cura opportuna, ma può essere anche cacciato o soppresso. Insomma, da questo punto di vista State of Decay 2 offre infinite possibilità di situazioni e di conseguente divertimento. Il combat system scelto per State of Decay 2 mostra sia punti di forza che di debolezza. Le armi da fuoco restituiscono un feedback soddisfacente durante l’utilizzo, grazie al fatto che ognuna non solo provoca un rumore capace di attirare gli zombie, ma comporta un particolare rinculo o mira difettosa al momento in cui vengono utilizzate con un’abilità bassa. Ogni oggetto ha un livello di usura che scende a seconda dell’utilizzo, e di come ne viene fatto uso, arrivando inevitabilmente alla rottura. Per quanto riguarda le armi da mischia, queste vengono suddivise in contundenti e da taglio, ed è importante riconoscerne la differenza e la qualità perché durante le esplorazioni può capitare di far fronte a diverse problematiche. Le armi contundenti sono utilissime per danneggiare l’avversario facendolo subito mettere prono a terra, così da attivare l’esecuzione con la pressione contemporanea dei tasti (LB+X), mentre quelle da taglio smembrano con un’alta probabilità di tagliare un arto o perfino la testa. Il reperimento delle risorse in gioco è possibile frugando nei contenitori, tenendo premuto il tasto (Y), ma bisogna cercare di non fare di fretta al fine di fare tutto in modo silenzioso e letale.

Oltre agli edifici infestati, dove è possibile trovare discrete ricompense, ci sono anche gli edifici dove si sta espandendo la Piaga del Sangue, a tutti gli effetti si tratta di nidi da distruggere per ottenere nuclei da fondere nelle cliniche per creare una cura. Andando avanti e migliorando le proprie caratteristiche miglioreranno anche gli zombie presenti sulla mappa, che da semplici diventeranno prima rossi, con escrescenze, e poi colossi, tumuli e così via. Ognuno di loro ha delle caratteristiche uniche e vi garantiamo che sono particolarmente coriacei da uccidere se non preparati doverosamente per lo scontro. Anche le orde sono lievemente migliorate e se ne vedono i frutti soprattutto nelle missioni secondarie legate alle enclavi vicine sparse per la mappa, visto che dargli il proprio aiuto non sempre si rivela un atto di altruismo giustificato o premiato degnamente. L’utilizzo della radio da campo, infine, concede al giocatore un attimo di respiro dall’esplorazione, indicando al modico costo di un pugno di influenza dei luoghi dove è possibile cercare delle risorse base. Questo comando richiederà più punti influenza quando la richiesta verte sulla ricerca di altri superstiti, oppure sul cambio della mappa da una zona all’altra. Se sul fronte gameplay e meccaniche di gioco Unlead Lab ha svolto un lavoro encomiabile, lo stesso non si può affermare parlando del comparto tecnico: State of Decay 2 è infatti molto distante, sia visivamente che a livello di animazioni, dalla maggior parte delle produzioni di tripla A. L’utilizzo dell’Unreal Engine ha sicuramente portato i suoi frutti e i progressi sono notevoli rispetto a quanto visto nel primo capitolo con un aspetto grafico molto più piacevole e animazioni nel complesso meno legnose. Le tre “mappe” inoltre sono vaste, completamente esplorabili, ricche di edifici e strutture da esplorare e non mancano macerie e rottami con cui interagire: insomma gli elementi di contorno a livello di quantità non mancano. Sicuramente State of Decay 2 non è un titolo che fa gridare al miracolo e non è l’esclusiva capace di sprigionare tutta la potenza di Xbox One X ma nel complesso risulta gradevole. Il frame rate risulta invece ancora troppo ballerino e paradossalmente i cali maggiori si verificano proprio sulla più potente console mentre sul modello tradizionale e su Xbox One S l’esperienza risulta più fluida a discapito però della risoluzione e di un campo visivo meno profondo e dettagliato.

Un lavoro praticamente ineccepibile invece è stato fatto sulla caratterizzazione dei personaggi: ognuno con il proprio background, desideri, aspettative, abilità uniche e tratti caratteriali e psicologici ben precisi che impatteranno direttamente sul gameplay, sulla gestione del rifugio e sugli obiettivi di missione. Poche le novità invece sui nemici: si incontreranno molti zombi noti, non mancheranno creature corazzate, mini-boss alquanto letali e anche gli esseri umani che non sempre saranno amichevoli. Per quanto riguarda il multiplayer cooperativo fino a 4 giocatori assieme, State of Decay 2 non riesce ad avere un’identità ben precisa. La cooperazione funziona in maniera simile a quanto già visto in Monster Hunter World: si lancia un razzo di segnalazione e si aspettano rinforzi, amici, persone sconosciute, non importa, arrivano con il loro personaggio per aiutare. Undead Labs ha voluto in qualche modo rendere questa modalità una sorta di “aiuto temporaneo” e non qualcosa da poter giocare dall’inizio alla fine. Per prima cosa non è possibile distaccarsi dall’host della partita e, inoltre, oltre ad aiutarlo non è possibile fare nient’altro. Ma allora, qual è il vantaggio di un giocatore che vi viene ad aiutare? A seconda delle missioni completate, degli oggetti trovati e degli zombie uccisi, si ottengono delle ricompense da poter utilizzare nella propria partita, ma attenzione però: se si muore dall’amico, si perde il personaggio. C’è poi la questione legata all’atmosfera e alla difficoltà, il gioco non si adegua e ciò significa che in 4 riesce ad essere fin troppo semplice, snaturando un po’ quel concetto di sana paura e tensione che l’esperienza riesce a conferire unicamente nel single player. Insomma una modalità gradita, ma troppo essenziale e priva di mordente, un mero contorno di produzione. Tirando le somme, State of Decay 2 è un buon prodotto, che riesce sicuramente a divertire e che farà la gioia degli appassionati delle più famose serie televisive dedicate all’apocalisse zombie. Alcune piccole imperfezioni però e il dover stare attenti a ogni piccolo particolare rendono il titolo di Undead Labs un’esperienza dedicata soprattutto a chi ha molta pazienza, tempo da spendere e nervi saldi. Insomma, se siete alla ricerca di un videogame dove è necessario buttarsi in mezzo all’azione e dove si ottengono risultati immediati allora è meglio navigare verso altri lidi. Se però si cerca un survival pieno di cose da fare, denso di suspance e con gameplay severo e a tratti crudele, allora State of Decay 2 è il gioco che fa per voi.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8
Gameplay: 7
Longevità: 9
VOTO FINALE: 8

 

Francesco Pellegrino Lise

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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Roma, aggressione e borseggi: intervista allo youtuber Simone Cicalone aggredito nella metro

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Dopo i fatti accaduti venerdì presso la metropolitana di Roma fermata piazza di Spagna abbiamo telefonato a Simone Cicalone, noto youtuber, aggredito insieme alla sua compagna da una banda di borseggiatori.
Una situazione che ha rischiato di degenerare in quanto i protagonisti di questo pomeriggio potevano essere armati e sia Simone Cicalone che Evelina, sua videomaker hanno rischiato di avere conseguenze ben più gravi di quelle riscontrate (una prognosi di 7 giorni per i danni inferti loro dagli aggressori).

il vescovo derubato durante i fatti (immagini tratte dal video realizzato da Simone Cicalone)

Una vera e propria azione criminale è stata quella in cui i due sono stati coinvolti.
Un’organizzazione che ha fatto “squadriglia” e si è scagliata senza alcuna paura verso Cicalone e la sua videomaker.
Comunque sia Simone che Evelina ora stanno meglio, di certo spaventati, ma pronti di nuovo a riprendere senza sosta questo fenomeno di borseggio che sta diventando una vera e propria “bolgia degli impuniti”.

Di seguito l’intervista telefonica integrale con Simone Cicalone

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A SIMONE CICALONE – CLICCA PER ASCOLTARE

Ringraziamo Simone ed Evelina della loro disponibilità

Nel momento in cui completiamo l’articolo apprendiamo la notizia che la ragazza coinvolta in questa aggressione ai danni di Simone Cicalone ed Evelina è già in circolazione e mostra in rete le immagini del suo ingresso in ospedale

foto dal web

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Destiny 2 la Forma Ultima, lo splendido finale di un capolavoro lungo dieci anni

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Destiny 2 La Forma Ultima è il nuovo contenuto a pagamento stagionale dedicato all’universo di Bungie. Il gioco, che ha visto muovere i passi di milioni di guardiani sulla leggendaria torre ha infatti compiuto 10 anni, e proprio con questo nuovo capitolo della storia si chiude una parentesi enorme della storia del gaming. Intendiamo, il brand Destiny continuerà ad esistere, ma il ciclo della storia principale pare essere arrivato a un punto definitivo. Quindi alla domanda ma Destiny è finito? La risposta è no, ad essere finito il ciclo della saga della luce e dell’oscurità che dal 9 settembre 2014 è stata la base dell’intreccio narrativo. La Forma Ultima è stata pubblicata nella giornata del 4 giugno 2024 su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S, ma i guardiani avranno ancora molto da fare poiché gli sviluppatori hanno già annunciato tre episodi, i quali fungeranno da sequel per gli avvenimenti successi nel DLC tanto atteso dalla community. Inoltre, la software house statunitense ha già annunciato l’Anno 11, con il nome in codice di Frontiere. Ma pensiamo al presente: la storia che Bungie propone in questo ultimo episodio della saga è davvero entusiasmante, poiché propone una campagna narrativa pronta a trasportare i giocatori nel Pallido Cuore del Viaggiatore, con l’unico obiettivo di fermare il Testimone, il principale antagonista di lunga data di Destiny 2. Quest’ultimo è molto pericoloso perché il suo potere gli permette di manipolare la realtà. È chiaro fin da subito che Bungie ha adottato un approccio differente rispetto ai capitoli giocati nelle espansioni scorse, applicando magistralmente le lezioni apprese dalle stagioni più di successo, che hanno enfatizzato maggiormente l’umanità e il background dei personaggi piuttosto che perdersi su altro. Oltretutto, avendola giocata dall’inizio alla fine a difficoltà leggendaria e anche con un certo coinvolgimento, possiamo senza dubbio affermare che la Forma Ultima rappresenta la migliore espansione che Destiny abbia mai offerto. Sebbene la scrittura si sia rivelata piuttosto lineare, ci ha fatto davvero piacere vivere come Guardiani l’esperienza che è poi culminata nello scontro con il Testimone. Uno dei principali punti di forza di questa trama, e della campagna in generale, è stata inoltre la stessa ambientazione. Destiny 2 ci ha abituato a viaggiare per lo spazio, a esplorare pianeti sconosciuti durante il corso delle espansioni pubblicate per il gioco, tuttavia oggi con la Forma Ultima, il Cuore Pallido si è rivelato semplice quanto efficace, dato che proponeva un luogo strano, a tratti inquietante ma comunque straordinario visto anche con gli occhi di chi Destiny non l’ha seguito dal day-one. Ci è sembrato quasi di viaggiare all’interno di un inferno dantesco sci-fi corrotto da Bungie, dato che al suo interno sono presenti elementi familiari tratti da tutta la storia del franchise, ma spesso ricombinati in modi bizzarri o distorti dalla corruzione. È essenziale sottolineare che la campagna si prende il tempo necessario per approfondire la caratterizzazione dei personaggi utilizzando filmati, monologhi e molte conversazioni tra gli NPC, un elemento che sicuramente migliora l’esperienza dato che in altri casi gli unici elementi di lore disponibili erano rappresentati da documentazioni e poco altro ancora. Quindi da questo punto di vista si vede che Bungie ha lavorato sodo per dare a tutti i fan un fantastico ultimo capitolo. Ma parliamo di novità: con La Forma Ultima Bungie ha introdotto una nuova fazione avversaria chiamata “Dread”, che introduce diversi tipi di nemici e riscrive le dinamiche degli scontri di Destiny 2 in modo sostanziale, cambiando le carte in tavola anche per i giocatori più esperti, soprattutto alle difficoltà più elevate. Questi antagonisti si presentano con una forma antropomorfa, in qualche modo corrotta come dalla presenza di alcuni cristalli, che in molti casi determinano anche le loro abilità. Per dire, gli Omen possono ghiacciare i Guardiani, mentre gli Harbinger possono invece metterci in stasi, creando situazioni non facili da gestire sul campo di battaglia.

La Forma Ultima inserisce anche una nuova sottoclasse dei guardiani soprannominata Prismatica, che dal nome vuole fare riferimento a una fusione di quelle precedentemente pubblicate, armate di poteri che facevano riferimento a Luce e Ombra. La sottoclasse Prismatica concede ai giocatori la possibilità di attingere al “meglio dei due mondi”, creando così nuove sinergie, combinando magari abilità per ottenere risultati diversi. Non si tratta di una sottoclasse radicalmente innovativa o entusiasmante come lo Strand al momento del suo completo sblocco nell’ultima espansione, ma manipolare i vari poteri e abilità è gratificante quando si riesce a trovare la combinazione giusta di elementi per massimizzare l’efficienza del proprio setup. Ad esempio utilizzare il missile ad arco del Titano con la spallata di fuoco con martello e la granata soppressiva da vuoto è davvero una roba fantastica. Ma l’attenzione alla costruzione delle build dei personaggi continua anche dopo la campagna, infatti nelle missioni e nelle attività aggiuntive che portano i giocatori a esplorare il Cuore Pallido ci sono una miriade di cose da fare per sbloccare nature, e frammenti necessari a rendere la sottoclasse prismatica completa. Alcuni dei momenti più intriganti e commoventi della storia si verificano proprio in queste fasi successive alla campagna, e Bungie è riuscita a nostro avviso a mantenere alta la qualità in tutte queste missioni. Intendiamoci, anche in questo nuovo episodio il farming è molto alto, ma il risultato finale è veramente soddisfacente. Una volta svelati i segreti del Cuore Pallido, il gioco offre una nuova tipologia di missione che si può soprannominare Dual Destiny. Questa è a tutti gli effetti una missione esotica speciale che richiede di essere giocata esclusivamente da due giocatori. Coordinazione e velocità sono necessarie per portare a termine questo speciale stage e alla fine di esso una scelta morale renderà il tutto ancora più intrigante. Ma noi non vi vogliamo rovinare l’esperienza di gioco, quindi non diremo altro. Unico indizio che possiamo darvi è. Non fidatevi mai di nessuno! Altra missione del tutto innovativa è Escissione, ossia lo scontro finale con il Testimone. Questa missione, che si è resa disponibile solo dopo il primo completamento del nuovo raid a livello mondiale, è assolutamente favolosa perché si deve giocare in 12 ed è affrontabile con il matchmaking, sia nella sua versione normale che nella sua versione super difficile a “Leggendario”. Insomma, anche qui ci troviamo dinanzi a una bella novità. Una menzione giusta da fare riguarda l’incursione Salvation’s Edge. Quest’ultima richiede un alto grado di cooperazione e comunicazione tra i giocatori, questo perché al suo interno sono presenti nuove meccaniche intelligenti che offrono sfide davvero stimolanti. I combattimenti sono impegnativi e gli ambienti, belli e strani, in certi casi sono equiparabili a quanto creato artisticamente all’interno del Cuore Pallido. Inoltre, Salvation’s Edge è leggermente più lungo e difficile rispetto alla maggior parte dei raid recenti, il che soddisfa i giocatori di alto livello in cerca di una sfida più intensa da affrontare settimanalmente. Per quanto riguarda le armi esotiche Bungie ha inserito delle bocche di fuoco davvero interessanti in questa Forma Ultima.

Primo fra tutti va menzionato il cecchino Caccia Immobileterna. Quest’ultimo è veramente interessante perché funzionerà come qualsiasi altro cecchino (solo inizialmente), ma allo stesso tempo propone una barra di caricamento che una volta carica potrà sparare dei colpi d’orati come se fosse una sorta di Pistola d’oro del cacciatore. Inoltre, sarà possibile utilizzarlo con il casco esotico Falconotte del cacciatore per creare delle combinazioni con un danno veramente impressionante forse attualmente la combinazione di quest’arma e di quest’elmo sono la combo arma/super col Dps più alto. Parlando ancora una volta delle bocche da fuoco Esotiche, è presente anche un fucile laser pesante chiamato Microcosmo. Quest’ultimo è molto particolare perché è la prima arma pesante che non ha nessun elemento: l’arma in questione però è molto forte in quanto non solo infligge dei danni ingenti, ma presenta anche dei bonus contro i nemici dotati di scudo, fattore che potrebbe rivelarsi particolarmente vincente nelle attività più difficili come i Cala la Notte in Gran Maestro, dove sono presenti tante minacce con diversi scudi. In più, ci sono due graditi ritorni dal primo Destiny: Il Morte Rossa e il Khvostov. Il primo, ad ogni uccisione permette di recuperare la salute, mentre il secondo rispetto alla precedente iterazione è in grado di far rimbalzare il settimo proiettile sui nemici circostanti. Insomma, per quanto riguarda le armi Esotiche, il team creativo ha fatto un lavoro estremamente importante, così come le armature Esotiche che sono disponibili due per ogni classe, e le quali daranno libero sfogo alla vostra creazioni di build all’interno dello sparattutto online. In conclusione, siamo rimasti particolarmente estasiati da queste aggiunte particolarmente azzeccate! Ovviamente è presente anche un’altra arma esotica esclusiva del raid, ma al momento non siamo riusciti ancora ad ottenerla, ma pare sia estremamente forte. Bungie, attraverso l’aggiornamento in Destiny 2 La Forma Ultima, ha effettuato dei cambiamenti anche ad alcuni NPC proponendo diversi ritorni. Innanzitutto, il Criptarca è stato aggiornato con un sistema di reputazione, il quale ad ogni Engramma decifrato da quest’ultimo permetterà al giocatore di salire di grado e sbloccare determinate ricompense. Ma non è questa la novità più eclatante, ma bensì Xur: il venditore di Esotici disponibile dal venerdì al martedì a partire dalle 19:00 italiane. Prima di procedere, dobbiamo dirvi che Bungie ha deciso di far ritornare una vecchia valuta, ossia le Strane Monete. Chi ha giocato al primo Destiny lo saprà bene: quest’ultime permettevano l’acquisto dell’equipaggiamento Esotico, feature che fa il suo ritorno con qualche modica rispetto al passato. Innanzitutto, non ci sono solo gli oggetti Esotici ma anche Leggendari, i quali potranno essere acquistati con tanto di perk piuttosto interessanti per le vostre bocche da fuoco preferite. Ma una novità che mi ha lasciato sorpreso è la possibilità di acquistare i Catalizzatori delle armi Esotiche. Seppure il costo è molto elevato, questo permetterà ai giocatori di non andare forzatamente a grindare un’attività per ottenere quest’ultima ed effettuare innumerevoli kill. Infatti, il Catalizzatore Esotico vi verrà fornito con l’obiettivo già sbloccato, un salto di qualità decisamente importante. In aggiunta, come già successo nel precedente capitolo, anche qui ci saranno tre armature Esotiche, una per classe, insieme ad una bocca da fuoco Esotica. Insomma, da questo punto di vista Xur diventa maggiormente più utile rispetto al passato, poiché nelle stagioni precedenti fungeva solamente da NPC utile nel fornire delle statistiche migliori per le proprie armature preferite. Ora, la situazione è nettamente diversa. Ultima ma non per questo meno importante novità è il sistema Pathfinder. Quest’ultimo non è particolarmente difficile da spiegare: in poche parole, al guardiano vengono dati alcuni compiti che saranno collegati tra loro, come effettuare delle uccisioni con un determinato elemento o distruggere dei boss in un’area nello specifico. In base al task che viene proposto, poi bisogna marcarlo all’interno di un’interfaccia molto semplice e intuitiva ed infine eseguirlo. La prima volta che si porta a termine quest’ultimo si viene ricompensanti con un Engramma Potente, il quale permette di ottenere un equipaggiamento di livello alto e facilitare la scalata al Livello Potere massimo che è 2000 attualmente se si esclude il potere extra donato dall’artefatto. Dopo aver completato il primo task, ripetendo il sistema appena citato sarà possibile ottenere una spada Esotica di cui non abbiamo fatto ancora menzione: l’Ergo Sum. Essa avrà ben 11 caratteristiche diverse. Questa infatti è una di quelle armi Esotiche in possesso di perk diversi (per un totale di 11) e può essere droppata da vuoto, ad arco e di fuoco. Ad esempio, è capitato che con i fendenti pesanti si generassero delle granate le quali potevano appiccicarsi ai nemici, oppure sempre con la stessa tipologia d’attacco sferrare dei colpi come il Lanciagranate esotico Colonia. Insomma, questa è una buona cosa per invogliare i giocatori a sfruttare ogni volta questo sistema veramente interessante e capirne le potenzialità, specialmente per eventuali aggiunte future. Ricordiamo inoltre che il catalizzatore di Ergo Sum può essere ottenibile solo completando la missione Escissione in leggendario. Buona Fortuna! Tirando le somme, Destiny 2 La Forma Ultima è l’epilogo perfetto che racchiude questi 10 anni di Destiny in una lotta che vede le forze della Luce contro l’Oscurità. Tutti i contenuti si sono rivelati all’altezza dell’aspettative, iniziando dalla campagna che propone diverse cinematiche, una regia nettamente migliore e con dei momenti veramente da cardiopalma. Le sottoclassi prismatiche, una delle novità più interessanti dell’espansione, funzionano a meraviglia e creano diverse combinazioni all’interno del gioco. Anche gli altri contenuti come il Raid e il sistema Pathfinder sono dei contenuti vincenti. Insomma, sia che siate dei guardiani di vecchia data, sia che siate delle New Light Destiny 2 la Forma Ultima è un’espansione veramente grandiosa e che vi terrà impegnati per molte, anzi moltissime ore di gioco.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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