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Questa domanda intercorre spesso nei discordi odierni. Molte persone possono rispondere di si e altre di no. Spesso la risposta è commisurata alla consapevolezza che si ha di sé.
Ci sono persone che si portano dietro questa “zavorra” da anni e altri che in modo più preciso ci confermano o meno lo star bene con il proprio corpo.
“Essere in sintonia con sé stessi” è alquanto difficile e spesso, in una società consumistica come quella odierna, è ancora più ostacolante ammettere di star bene o meno con sé stessi.
È una questione di paura o di non accettare il giudizio?
Spesso e volentieri entrambi gli aspetti influiscono sulla risposta. C’è chi teme il proprio corpo e chi lo apprezza, c’è chi si accetta e chi si rifiuta. In entrambi i casi è necessario essere ascoltati e soprattutto accolti nelle difficoltà.
Molte persone vorrebbero parlare del proprio corpo, ma la mancata consapevolezza e l’apertura mentale li “ingabbia” in un circolo vizioso da cui fanno fatica ad uscirne.
In questo mondo nessuno è perfetto e nessuno ha il diritto di giudicare l’altro (es. troppo magro/grasso …) poiché si rischia di osteggiare l’identità altrui.
Quando si sta bene nel proprio corpo si è più felici e si hanno picchi elevati di “serotonina”; tale entusiasmo esce fuori dai nostri corpi e inonda chi ci circonda.
Tuttavia, non si può dire “basta” ai problemi che qualcuno/a ha con il suo aspetto fisico, ma vogliamo dire “stop” a chi si sente giudicato oppure necessità di continue conferme.
In tal modo, stiamo parlando generalmente, ma nel caso l’ossessione verso il proprio standard fisico dovesse diventare forte è necessaria l’assistenza tecnica e specialistica.
I rischi di “cadere” in uno stato depressivo sono altissimi, soprattutto nel periodo adolescenziale; in questo senso invitiamo a chiedere aiuto a chi ci sta vicino per capire all’unisono il tassello mancante.
Non restiamo immobili di fronte alle paure che, non fanno altro che inibire, facciamoci aiutare ad esprimere i nostri sentimenti e le nostre impressioni. Non “roviniamoci” la vita e non disperiamoci, un difetto rappresenta l’unicità.
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