STAMINA: TRA RIVELAZIONI, VERITA' E GLI ITALIANI CHE ASPETTANO DI CURARSI

Redazione

Importanti rivelazioni durante un audizione in commissione Sanità dove il presidente del comitato etico degli Spedali di Brescia Francesco De Ferrari ha parlato. Dall’Aifa non ci fu nessun ostacolo, il brevetto c’era. Nei primi dodici casi non ci fu alcun effetto collaterale.

I malati e le famiglie che intendono garantire ai propri figli il diritto alle cure compassionevoli stanno sempre di più unendo le forze e costituendosi in comitati pro – stamina che in Italia ormai proliferano a passo sostenuto e non intendono restare in silenzio

Ancora si cerca di far luce sul rapporto tra il Comitato etico, l’azienda ospedaliera Spedali Civili sul metodo Stamina approdato a Brescia il 9 giugno del 2011, quando con una delibera l’azienda mise le basi per una collaborazione con la Fondazione di Vannoni. Il primo agosto 2011 una lettera Aifa agli Spedali di Brescia comunicava ''che non c'erano ragioni ostative al trattamento Stamina''. Lo ha detto il presidente del comitato etico degli Spedali di Brescia, Francesco De Ferrari, rendendo noto che il comitato non aveva autorizzato l'uso della terapia, ma dopo la missiva Aifa ''aveva cambiato idea''.
Il 5 luglio 2011, ha spiegato De Ferrari in audizione in commissione Sanità al Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul caso Stamina, ''il comitato etico si pronunciò e ritenne di non autorizzare l'uso della terapia cellulare Stamina, ribadendo che bisognava ricorrere alla produzione cellulare secondo le modalità Gmp, come già detto dall'Aifa''. In quella data dunque, ha sottolineato l'esperto, ''abbiamo detto 'no' all'azienda ospedaliera'' ma ''l'azienda ha a quel punto chiesto ulteriori chiarimenti per aggirare il nostro no''. Infatti, ''il comitato aziendale, dopo quella riunione, è andato avanti: il 29 luglio 2011, a firma del direttore generale dell'azienda – ha spiegato De Ferrari – è stata inviata una richiesta al dottor Tomino dell'Agenzia italiana del farmaco, dicendo che l'azienda riteneva di poter operare e chiedendo un parere per sapere se c'erano elementi ostativi'' a procedere con il trattamento Stamina. Il primo agosto, ''arriva la risposta di Tomino in cui si dice che il trattamento Stamina rientra nella classificazione di 'uso non ripetitivo' e si comunica che non si vedono ragioni ostative al trattamento, in attesa di ricevere ulteriore documentazione''. A questo punto, ''sulla scorta della missiva dell'Aifa – ha affermato De Ferrari – abbiamo cambiato idea, ma appunto sulla base del fatto che l'Aifa evidenziava che non c'erano condizioni ostative''. Ricostruendo la vicenda, l'esperto ha sottolineato che tutto è iniziato con una delibera dell'azienda Spedali di Brescia del 9 giugno 2011 in cui ''venne formalizzato l'accordo con Stamina per la sua attività''. Quindi venne investito di un parere il comitato etico. Successivamente, il 21 giugno 2011, il comitato scrisse una lettere all'Aifa ''chiedendo delucidazioni, anche perché la delibera faceva riferimento all'attività Stamina come in corso da tempo''.

Nei primi 12 casi nessun effetto avverso ''Nei primi 12 casi di pazienti trattati agli Spedali di Brescia con Stamina, non abbiamo registrato eventi avversi''. Così Carmen Terraroli, del comitato etico degli Spedali di Brescia, aggiungendo che in letteratura scientifica ''vi sono numerosi lavori su casi trattati con metodi analoghi a Stamina e senza effetti negativi''

Intanto Il Comitato Lombardia Pro Stamina ha pubblicato sul proprio gruppo Fb la raccolta firma per la proposta di legge a favore delle cure compassionevole. E in questo tumulto, la Regione Abruzzo scarica il metodo stamina. Ecco la nota del comitato:
i politici abruzzesi. Nei mesi scorsi, in più occasioni, la Regione Abruzzo si era espressa a favore delle cure compassionevoli con il Metodo Stamina, soprattutto dopo che la famiglia della piccola Noemi era stata ricevuta da Papa Francesco. La Regione Abruzzo sembrava voler accogliere l'appello di Papa Francesco.
Invece, cinque giorni fa la Regione Abruzzo ha fatto sapere, con un documento a firma del commissario ad acta Giovanni Chiodi e il sub commissario Giuseppe Zuccarelli, che non assumerà alcuna iniziativa «di nessun genere» prima di «un definitivo pronunciamento di carattere scientifico validato a livello ministeriale». Le aspettative dei malati vengono così buttate dalla finestra. La famiglia di Noemi – e quelle dei tanti altri come lei – illusa e poi disillusa.
Ai politici abruzzesi chiediamo quale "validazione" devono attendere, dal momento che qui non di sperimentazione si parlava ma di cure compassionevoli, che sono ben altra cosa rispetto ai trattamenti sperimentali.
Il Movimento Vite Sospese ribadisce che lotterà fino alla fine per difendere le cure compassionevoli ed esprime la propria vicinanza ai genitori della piccola Noemi e a tutti i malati gravissimi abruzzesi, che all'improvviso si sono visti lasciare soli da chi invece dovrebbe tutelarsi: le istituzioni.

E a proposito di istituzioni, in questo momento di caos istituzionale per l'Italia, vogliamo lanciare un appello al futuro presidente del Consiglio affinché venga posto a capo del dicastero della Salute una persona degna di ricoprire quell'incarico. Ora che i ministri stanno cambiando, non vorrete mica lasciarci ancora una persona che non è nemmeno in possesso della laurea, e che finora tutto ha dimostrato tranne di essere in grado di sapersi prendere cura della salute degli italiani, soprattutto di quelli gravissimi?

In allegato all'articolo nelle immagini, la prova che il protocollo è stato consegnato.

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