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STAMINA SPEDALI CIVILI DI BRESCIA, ARRIVA LA RISPOSTA DEL DR BELLERI COMMISSARIO STRAORDINARIO ALLA DIFFIDA URGENTE DEL PARTITO ANIMALISTA EUROPEO A RIPRENDERE LE TERAPIE

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Una storia grottesca, i dirigenti della sanità ancora citano a giustificazione della loro inattività il nuovo Comitato Scientifico, ma non la sentenza del Tar del Lazio che ha disposto che i membri scientifici non hanno il potere di bocciare o valutare il metodo, ma solo funzione di avviare le procedura per la sperimentazione stessa.

di Cinzia Marchegiani

L’Ufficio Stampa del Partito Animalista Europeo, ci inoltra la risposta in merito alla diffida urgente avverso il commissario straordinario Dr. Ezio Belleri ed il direttore sanitario Dr.ssa Ermanna Derelli a riprendere il trattamento delle terapie presso gli Spedali Civili, attualmente sospeso dai medici che fanno parte del gruppo Stamina in attesa del responso del nuovo comitato scientifico. Il Direttore del Servizio Affari Generali e Legali del nosocomio bresciano Avv. Fausto Maggi con Prot. Gen. 0026974 del 14.4.2014 inviano la nota anche ai pazienti in trattamento per informare gli stessi sullo stato della situazione attuale. La stessa nota si sta provvedendo ad inoltrare a tutti coloro che sono in lista d'attesa.

Questa la risposta in oggetto: trattamento terapeutico con il cosiddetto metodo “Stamina”.

"Vicende recenti e meno, ma tutte significative, sono motivo della presente comunicazione, con cui questa Azienda intende adempiere all’obbligo di fornire un’informazione corretta e trasparente del proprio agire. Si è consapevoli di come tale impegno e la possibilità di comprensione scontino diverse difficoltà, quali innanzitutto le pressanti e comprensibili aspettative degli interessati, ma anche quello di un’informazione non solo mediatica talora scarsamente, quando non volutamente, parziale. Come noto, per essere ormai di pubblico dominio, i clinici dell’Azienda da tempo impegnati nel trattamento del così detto metodo Stamina hanno comunicato che “avendo appreso che il Ministro della Sanità ha recentemente firmato il decreto di nomina dei componenti del Comitato Scientifico per la valutazione del metodo definito Stamina” ritengono “opportuno e doveroso sospendere la nostra collaborazione nel trattamento relativo a tale metodo, rimanendo in attesa che la stessa nuova Commissione Governativa dia una risposta esauriente alle molteplici questioni tuttora aperte riguardo tale metodica.”
L’Azienda non può che prendere atto di tale posizione, che esprime disagi e preoccupazioni, scientifiche e deontologiche, non superabili con atti meramente organizzativi e/o amministrativi. La conseguenza è che nessuna attività potrà essere posta in essere fino a quando non ci sarà la preannunciata pronuncia da parte del predetto Comitato. La decisione dei clinici non deve peraltro fare sottacere quant’altro ha influenzato e sta influenzando, talora con forte criticità, l’impegno dell’Azienda nell’assicurare i trattamenti dovuti secondo i disposti della legge n. 57 del 2013 e delle pronunce emanate dall’Autorità Giudiziaria. Si tratta di fattori critici del tutto estranei alle possibilità organizzative e decisionali dell’Azienda.
Si ricorda come recentemente, venuto meno l’apporto diretto della dott.ssa Molino, biologa di Stamina, dovuto alla evidenziatasi mancanza in capo a questa della iscrizione all’albo dei biologi, Stamina decise di sostituire la predetta con altra biologa iscritta all’albo, richiedendo però che questa, in quanto ritenuta non in possesso della necessaria esperienza, fosse affiancata dalla dott.ssa Molino con funzione di “supervisione” e “controllo”. Tale soluzione motivava però, nello scorso febbraio, gli operatori che fino a quel momento avevano provveduto alla somministrazione del trattamento Stamina a comunicare “di non poter procedere a eseguire trattamenti infusivi utilizzando materiale prodotto dalla stessa [la biologa iscritta all’albo] con la sola supervisione della dott.ssa Molino, in quanto la delicata fase di preparazione del materiale da infondere, più della procedura per l’espansione cellulare assicurata con la supervisione della dott.ssa Molino, deve essere garantita da comprovata esperienza. Tutto questo esclusivamente in funzione della sicurezza del trattamento del paziente”.
Più o meno contestualmente, l’Azienda apprendeva che la dott.ssa Molino, per motivi personali, si sarebbe assentata per tutto il mese di marzo, informazione che, richiestane, Stamina poi confermava. Ancora oggi, l’Azienda, pur avendolo esplicitamente richiesto, non ha notizia della data in cui la dott.ssa Molino riprenderà l’attività, e solo e sempre da fonti di stampa apprende che ciò non avverrà certo prima di Pasqua. Ad oggi, l’Azienda, pur avendo richiesto a Stamina di fornire indicazioni precise circa la disponibilità dei propri operatori, non ha ancora ottenuto indicazioni precise circa tale disponibilità.
Sul versante giudiziario, a seguito della notizia dell’assenza della dott.ssa Molino, alcuni pazienti hanno chiesto ai Giudici di ordinare la somministrazione del trattamento a loro favore prima che si verificasse tale assenza, e con precedenza rispetto ad altri pazienti collocati prima di loro in lista d’attesa. Pur avendo l’Azienda rappresentato la ingiustizia e la discriminazione che l’accoglimento di tali richieste avrebbe comportato, alcuni Giudici hanno ordinato la (e l’Azienda ha dovuto provvedere alla) effettuazione delle operazioni connesse con il “trattamento Stamina” (carotaggi e infusioni), e ciò ha causato una non giustificata e non giustificabile deroga alla lista d’attesa.
Ciò ha reso ancora più complessa la situazione relativa alla somministrazione del trattamento Stamina, situazione che era diventata di fatto ingestibile a seguito di alcune decisioni giudiziarie con le quali veniva ordinata, a favore dei pazienti che già l’avevano avviata, la prosecuzione del trattamento oltre le 5 infusioni prescritte nell’originario protocollo Stamina. Tali decisioni hanno di fatto comportato la impossibilità di ammettere nuovi pazienti al trattamento, di fatto quindi il blocco della lista d’attesa.
L’Azienda nulla può fare per fronteggiare tale situazione, non potendo costringere i propri operatori, nei confronti dei quali sono in corso indagini volte ad accertare una loro responsabilità penale, né a porre in essere attività ritenute fuori legge, né ad operare in relazione alla sottolineata carenza di idonei apporti professionali da parte di Stamina, in condizioni di dubbia sicurezza per i pazienti stessi e con modalità tali da creare ingiuste discriminazioni fra questi.
L’Azienda non può quindi che prendere atto della decisione dei suoi operatori di attendere che l’apposito Comitato di esperti si esprima sul c.d. “metodo Stamina”, fornendo le necessarie indicazioni di natura tecnico-scientifico-sanitario in grado di assicurare idonee condizioni di sicurezza per i pazienti.
Nel corso dell’audizione in Commissione Senato dello scorso 2 aprile, l’Azienda, rappresentando tutte queste difficoltà, ha chiesto idonei interventi per il superamento delle stesse, evidenziando la necessità che si intervenga in tempi rapidi."

Nel frattempo l’Osservatore d’Italia è venuto a conoscenza che Davide Vannoni, nel giorno del 18 Aprile 2014 ha mandato una mail allo stesso Direttore Straordinario Belleri, al Direttore Sanitario, Ermanna Derelli confermando la presenza della Biologa Stamina, Enrica Molino per il 5 Maggio. Nel mare dei misteri rimangono queste affermazioni di dirigenti sanitari, che rimandano le decisioni, nonostante esistano ordinanze urgenti di giudici a favore dei malati, a data incerta in attesa dell’insediamento del nuovo comitato scientifico, ma non viene citata la sentenza del Tar del Lazio del 4 dicembre 2013, che ha di fatto commissariato in blocco i suoi membri perché non avevano il potere di bocciare la sperimentazione, ma solo di promuovere le procedure affinché partisse la sperimentazione stessa. Nel frattempo in questa pagina grottesca è stato cancellato un altro comitato scientifico (quanto tempo sprecatoe a favore di quale magico cambiamento?), spedendo a casa uno scienziato autorevole come Mauro Ferrari (gli è stato chiesto il denaro che il ministero della salute aveva sborsato per il suo biglietto del volo aereo USA-Italia) che aveva dato l’annuncio di massima trasparenza sulla sperimentazione, volendo anche ascoltare la parte più interessata, e cioè i malati!

In questo mare di sospetti, di non sensi, arriva la chiusura delle indagini del Procuratore Raffaele Guariniello che decide di avviare una procedura d’inchiesta dove i malati vengono descritti come in pericolo di salute poiché quelle infusioni somministrate sono pericolose. Tiziana Massaro, mamma di Federico Messina risponde apertamente: “I nostri figli sono vittime di reati, a detta di alcuni, gravissimi ma noi genitori non veniamo ascoltati come testimoni. C'è una legge dello stato (la 57/13) che legittima l'esecuzione delle cure ma non viene mai nemmeno menzionata, non dico presa in considerazione. C'è la sentenza del Tar del Lazio che chiaramente afferma che il vecchio comitato scientifico non era almeno ideologicamente imparziale eppure le risultanze di quel comitato scientifico vengono prese per oro colato. C'è la sentenza del Tar di Brescia che afferma che i laboratori di Brescia era e sono qualificati nell'attività di manipolazione delle cellule e che è venuto meno l'interesse ad agire per sopravvenienza della legge dello Stato (sempre la 57/13 che per alcuni paia non esista).Ci sono le ordinanze dei Tribunali del Lavoro che legittimano le cure e che da mesi vengono disattese e nessuno pare indagato nonostante denunce e querele. I nostri bambini in cura con Stamina che prima stavano meglio ora, che le cure sono interrotte, ricominciano tutti a peggiorare. Quale procuratore, giudice, scienziato verrà ad abbracciare Federico quando ricomincerà a tremare terrorizzato ad ogni spostamento? Quale padre non si indignerà per il dolore che si sta provocando a tanti bambini? Oggi è un giorno importante per i fedeli, due uomini, due Papi, verranno dichiarati Santi, oggi ci sarà l'unzione degli infermi, oggi è la festa di Gesù Misericordioso. Oggi affido ancor più la vita di mio figlio nelle mani di Dio perché ho paura degli uomini.”

Il non senso è l’unica patologia di questa storia…presto scopriremo anche il perché.

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Nobody Wants to Die, il videogame thriller in salsa cyberpunk

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Nobody Wants to Die, titolo sviluppato da Critical Hit Games disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, è un’avventura di stampo noir ambientata nella città di New York del 2329. Protagonista dell’avventura è il detective James Karra che si trova a dover indagare su una serie di misteriosi omicidi. Il poliziotto però non è solo, ma dovrà affrontare le indagini assieme alla giovane collega Sara Kai, suo braccio destro nonché personaggio fondamentale nel corso della storia. Fin dai primi passi mossi in questo thriller decisamente molto curato per quanto riguarda l’aspetto grafico, siamo rimasti affascinati dall’atmosfera da detective story in stile Blade Runner, dove però il focus devia totalmente dalle dinamiche di combattimento che ci si aspetterebbe. Nel corso di tutta la durata di Nobody Wants to Die, infatti, non si incontrerà alcuna sequenza di combattimento. Un vero peccato perché a nostro avviso qualche sparatoria avrebbe sicuramente messo più pepe al tutto. Come si può intuire, quindi, i cardini della produzione sono racchiusi tutti in tre elementi: storia, personaggi e ambientazione. A livello narrativo l’avventura ha inizio con il detective James Karra che torna a lavorare in polizia dopo un recente incidente in seguito al quale sembra aver avuto delle conseguenze sulla sua salute psichica. Proprio nel suo giorno di riposo viene incaricato dal suo capo di indagare sul presunto suicidio di uno degli uomini più ricchi di New York, Edward Green. L’uomo si accorgerà ben presto però che il caso affidatogli non è quel che sembra e, in compagnia della sua collega, Sarah, si troverà invischiato in un intrigo politico estremamente pericoloso e complesso.

Fra livelli che si sviluppano in verticale man mano che aumenta il tenore di vita dei cittadini, auto volanti che affollano i cieli ed enormi insegne luminose a fendere l’oscura decadenza di una metropoli in cui piove sempre o quasi, l’ambientazione di Nobody Wants to Die si ispira in maniera palese a Blade Runner ed è ovviamente un peccato che la si possa solo ammirare da lontano. Sono presenti infatti sequenze in cui il protagonista si ritrova a contemplare il profilo della sua New York e il traffico che scorre fra i palazzi, magari mentre si affaccia dallo sportello aperto della sua stessa auto volante. Tuttavia, una volta messo in moto il veicolo, l’atto di viaggiare verso una qualsiasi destinazione viene rappresentato in maniera automatica, senza la possibilità di pilotare il mezzo. Di fatto i momenti in cui viene concesso di esplorare lo scenario sono pochi e limitati, a dimostrazione di come il contorno scenografico dell’avventura sia appunto questo: un semplice sfondo, pensato per arricchire e contestualizzare un gameplay che di fatto si limita all’analisi delle scene del crimine o ai puzzle che concludono un’indagine andando a sommare i vari elementi. A livello di giocabilità, una volta giunti sulla scena del crimine si può azionare un dispositivo in grado di “riavvolgere il tempo” e rivelare elementi da approfondire e visualizzare, ricorrendo anche ad apparecchi come la fotocamera, la lampada UV e il visore a raggi X per ricostruire di volta in volta ciò che è accaduto e chi ha fatto cosa. Questa parte dell’esperienza è piacevole e molto ben coreografata, ma come detto risulta parecchio guidata. L’interfaccia del gioco, infatti, dispensa suggerimenti in continuazione, al punto che la modalità di visualizzazione teoricamente deputata a fornire dei consigli si rivela inutile. Viene detto fino a dove far scorrere il tempo, che strumento utilizzare e quando, rendendo futile persino la ruota di selezione dei dispositivi; e così anche il gameplay stesso di Nobody Wants to Die si rivela semplicemente funzionale alla narrazione e nient’altro.

L’ambientazione oscura scelta dal team polacco è di certo la componente meglio riuscita dell’intera produzione perché, al netto delle sue evidentissime ispirazioni, riesce a far emergere una discreta personalità all’interno delle suggestioni cyberpunk grazie ad un retro-futurismo datato ma efficace: l’impatto scenografico prestato da Blade Runner è qui mescolato ad un’estetica anni Quaranta, generando una dose di malinconia mista a tristezza nell’osservare auto volanti e dal design antiquato sfrecciare tra le piogge acide di una notte perenne. La colonna sonora doom jazz accompagna le elucubrazioni di un protagonista costretto a vivere per sempre nonostante la mancanza di stimoli reali, tratteggiando i confini di un universo in cui l’immortalità non è un dono, ma una condanna a vivere con i propri rimorsi. L’Unreal Engine 5 è qui utilizzato per donare un elevato grado di dettaglio ad ambientazioni contenute e ben diverse tra di loro, con un preset “Qualità” che fa sfoggio di un ray tracing corposo e di un’illuminazione efficace, mentre quello “Prestazioni” – che mantiene stabilmente i 60 fps – smorza il colpo d’occhio facendo calare la definizione e riducendo i giochi di luce. Tirando le somme possiamo dire che questo Nobody Wants to Die è nel complesso un’avventura a base narrativa caratterizzata da un’affascinante ambientazione cyberpunk, che attinge a piene mani da alcune opere piuttosto celebri, come il già citato Blade Runner, per raccontare una storia interessante e coinvolgente, costruita interamente sui due protagonisti. È vero: il gameplay si limita all’analisi delle scene del crimine e gli sviluppatori non hanno osato sconfinare, infarcendo anzi le meccaniche investigative di suggerimenti contestuali che rendono l’esperienza parecchio guidata, ma non per questo meno piacevole. Se quello che si cerca è un titolo tranquillo, con un’ambientazione molto suggestiva e che sia privo di una componente action, allora Nobody Wants to Die è il titolo che fa per voi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 7
Longevità: 6,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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Threads in forte ascesa, superati i 200 milioni di utenti

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Threads, l’ultimo nato fra i social di Meta, ha superato il traguardo dei 200 milioni di utenti. Lo ha affermato con un post online Adam Mosseri, capo di Instagram, sulla cui rete Threads si basa. L’annuncio arriva un giorno dopo che Mark Zuckerberg aveva dichiarato durante una call sugli utili di Meta, che l’app stava per raggiungere i 200 milioni di utenti. In passato, il fondatore di Facebook ha più volte ipotizzato che Threads mira a diventare un social da un miliardo di iscritti. “La mia speranza è che Threads possa ispirare idee che uniscano le persone e che questa straordinaria comunità continui a crescere. Grazie a tutti per aver investito il vostro tempo e fornito feedback che rendono questo posto migliore per tutti” ha scritto Mosseri dal suo profilo su Threads. Come concorrente di X, l’app deve ancora risolvere alcune lacune che la differenziano ancora dal colosso guidato da Elon Musk. Come scrive Engadget, la stessa Meta è conscia del fatto che l’algoritmo che presenta i post in tempo reale di X sia molto più veloce di quello su Threads. “Non siamo ancora abbastanza veloci, e stiamo lavorando attivamente per migliorare” ha proseguito Mosseri. In ogni caso i numeri parlano chiaro, Threads in poco tempo sembra aver conquistato un elevato numero di utenti e sembra che il fenomeno sia destinato a crescere. Riuscirà a diventare la nuova punta di diamante di Meta? Lo scopriremo solo seguendo gli sviluppi e la crescita di questo giovanissimo social media.

F.P.L.

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Luigi’s Mansion 2 HD, il titolo icona del 3DS torna su Switch in alta definizione

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Luigi’s Mansion 2 ritorna, a più di 10 anni dalla sua uscita originale su Nintendo 3DS, in versione rimasterizzata per Nintendo Switch. Questa nuova edizione in alta definizione del piccolo capolavoro del colosso nipponico offre l’opportunità di rivivere una delle avventure più amate del fratello di Mario, con una veste grafica rinnovata e alcune migliorie tecniche. Ma come si comporta questo titolo del 2013 nel panorama videoludico attuale? Analizziamo nel dettaglio questa riedizione per scoprire se il fascino di Cupavalle resiste ancora alla prova del tempo oppure è destinato a soccombere sotto il peso degli anni. Seguendo in modo abbastanza diretto dal primo episodio, uscito su Game Cube nel lontano 2001, Luigi’s Mansion 2 HD (al tempo Luigi’s Mansion 2 o Luigi’s Mansion Dark Moon negli Usa) catapulta i giocatori nuovamente nell’avventura con un incipit decisamente semplice: dopo la vittoria dell’idraulico in verde nel primo capitolo, i fantasmi si sono acquietati e vivono in serenità con gli umani, permettendo al Professor Strambic di continuare i suoi studi con grande efficienza. Un “misterioso intervento esterno”, però, distrugge e frammenta la pietra a forma di luna che teneva sotto controllo gli spiriti, mandandoli in agitazione e costringendo lo scienziato a chiedere il soccorso del miglior acchiappafantasmi in circolazione. Così in men che non si dica quel fifone di Luigi si trova nuovamente impegnato a catturare spettri con aspirapolvere alla mano e gambe tremolanti. Questa volta però non si troverà più in una sola, vasta, magione, ma dovrà spostarsi in differenti aree per recuperare i pezzi del cristallo, scoprire chi si nasconde dietro le quinte e ripristinare tutto alla normalità, assicurandosi che nessuno dei suoi amici sia finito nei guai. Il tutto è possibile grazie al genio di Strambic, che oltre a essere il massimo esperto di fantasmi è anche riuscito a sviluppare una tecnologia chiamata “pixeltrasporto”, in grado di muovere Luigi da una parte all’altra del mondo sfruttando schermi e telecamere come veicolo. Da qui inizia un’avventura tendenzialmente in linea con gli altri episodi, che vede il buon Luigi esplorare ogni angolo delle location da lui visitate alla ricerca di tesori, chiavi, fantasmi e segreti: insomma, tutto il necessario per proseguire di livello in livello e soddisfare le richieste di Strambic. Idealmente la progressione ricorda un po’ quella di un metroidvania, in quanto c’è la libertà di muoversi in aree tutto sommato limitate, da sbloccare di volta in volta, mentre vengono mostrati al tempo stesso tanti passaggi apparentemente inaccessibili, muri misteriosi che sembrano nascondere qualcosa, stanze prive di accesso o sistemi di controllo che sembrano non rispondere alle sollecitazioni di chi gioca.

Luigi questa volta avrà insomma un bel da fare dovendo ripuloire ben cinque magioni infestate nel tentativo di ricomporre la pietra a forma di Luna e domare gli ectoplasmi aiutato dal fido aspirapolvere Poltergust 5000, versione potenziata del modello 3000 comparso in Luigi’s Mansion, e da una torcia multifunzione. Sulla carta per avere la meglio basterebbe “sparaflashare” gli evanescenti invasori per poi pescarli con l’aspirapolvere assecondando i loro movimenti. Nella pratica, però, i dispettosi fantasmi faranno di tutto per vendere cara la melma ricorrendo a trucchetti, armature o alla forza bruta: tutte cose che costringeranno i giocatori a indebolirli, aggirarli o quant’altro prima di poter procedere con la cattura. Su 3DS, come accennato, queste meccaniche soffrivano un poco i limiti del sistema di controllo, ma qui sono una vera goduria e bastano davvero pochi minuti per prenderci la mano e farsi trascinare dalla moltitudine di interazioni escogitata da Next Level Games e Nintendo per spremere fino all’ultima goccia le possibilità del Poltergust 5000 e il pensiero laterale dei giocatori. Il Poltergust 5000 nasce per aspirare i fantasmi, OK, ma nulla vieta di invertire il flusso e/o sfruttarlo per sollevare tappeti, afferrare tende, tovaglie e in generale passare al setaccio le magioni infestate svelandone i vari segreti o espugnandone le ricchezze in modo da potenziare il proprio arsenale. Sempre grazie all’aspirapolvere si può, ad esempio, afferrare oggetti congelati e trasportarli fino alla fiamma più vicina, oppure gonfiare dei palloncini e creare una piccola mongolfiera per raggiungere aree altrimenti inaccessibili; e queste sono solo alcune delle tante interazioni possibili per sfruttare o aggirare i limiti fisici del gioco. La torcia a sua volta non si limita a rendere vulnerabili gli spiriti ma consente di attivare interruttori e meccanismi, mentre l’Arcobaluce – sorta di versione “mariesca” degli ultravioletti – è in grado di svelare porte e oggetti nascosti aggiungendo di fatto una dimensione extra all’avventura, obbligando così il giocatore a prestare particolare attenzione a tubi mancanti, zerbini e persino ai complementi d’arredo apparentemente asimmetrici. Attorno a queste dinamiche gli sviluppatori hanno costruito un sistema di enigmi incredibilmente sofisticato; le missioni inizialmente appaiono circoscritte, ma col procedere del gioco diventano sempre più elaborate facendo “esplodere” il level design delle singole magioni e servendo alcune delle boss fight più creative mai viste in un videogioco Nintendo. Di contro il cuore dell’esperienza resta la caccia, e anche sotto questo aspetto dopo le prime semplici battute è necessario ricorrere all’astuzia e a tutte le opportunità offerte dai propri strumenti, senza contare le occasionali disinfestazioni da ragni, piante carnivore e altre simpatiche creaturine che infestano le aree di gioco.

Se il titolo originale ha proposto una più che discreta esperienza portatile, in questa occasione è opportuno chiedersi se e quanto abbia giovato la transizione a una nuova piattaforma. La risposta è a nostro avviso: decisamente più performante ma meno “peculiare” rispetto alla piccola console portatile della grande N. A livello puramente visivo, nulla da dire: pur non raggiungendo le vette di Luigi’s Mansion 3, questa edizione HD del secondo capitolo risulta comunque molto curata, potendo godere di modelli e texture ricreati da zero e un impatto scenico dovuto al cambio di proporzioni dello schermo decisamente più efficace. Molto bene invece per quello che concerne il lato controlli, che tornano a contemplare l’utilizzo dell’analogico destro (assente su 3DS) per rendere più agile il movimento che su portatile risultava piuttosto sacrificato. Forse il cambiamento più importante che il gioco ha vissuto in positivo. Esplorazione e combattimenti risultano quindi più fluidi e divertenti, così come tutte le prove “speciali” che vedono variare il gameplay. Dove si paga lo scotto è nella trasposizione dell’esperienza “stereoscopica” originale: in particolare basta vedere i boss, comunque tuttora apprezzabili, per cogliere come la messinscena sia frutto di un design collegato allo speciale effetto visivo offerto dallo schermo superiore di Nintendo 3DS, risultando sacrificata, se non quasi banalizzata, quando riprodotta in modo tradizionale. E’ necessario, quando si parla di Luigi’s Mansion 2 HD evidenziare due note sulla longevità e il multigiocatore. Per quanto concerne la durata, il titolo si assesta sui livelli del terzo capitolo, quindi intorno alle 10/15 ore per una partita classica, salendo se si va alla ricerca del completismo, sebbene il tutto possa risultare un po’ allungato per via del continuo “vai e vieni” dovuto alla struttura a missioni. Per quanto riguarda il multigiocatore tocca constatare come il tutto sia in linea con il titolo d’origine, mancando quindi di una modalità storia cooperativa e limitandosi invece alla Torre del Caos in cui collaborare fino a 4 giocatori, in wireless locale o online, per superare le tante e appassionanti sfide proposte. Tirando le somme, poter tornare a giocare a Luigi’s Mansion 2 HD è sempre un piacere, soprattutto perché in termini di level design, struttura degli enigmi e gestione dell’arsenale è sicuramente il capitolo più interessante della serie, persino al netto del terzo. In più il salto in avanti per quanto riguarda il sistema di controllo offerto a suo tempo da 3DS rappresenta una vera benedizione, persino più gradita del passaggio all’alta definizione. Certo, aggiornare anche il sistema dei salvataggi sarebbe stato un gradito cambiamento, ma tutto sommato non possiamo lamentarci. Tuttavia tra gioco base, contenuti extra e tutte le cose da fare per completare il titolo al cento per cento, ci sarà da spassarsela davvero per molte ore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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