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STAMINA: RIFLETTORI ACCESI SULLA SENATRICE ELENA CATTANEO

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Dopo la sentenza del Tribunale di Pesaro, il piccolo Federico Mezzina è riuscito a poter proseguire la terapia con le infusioni staminali col metodo Stamina agli Spedali Civili di Brescia. Come avvenne il 4 dicembre 2013, quando il Tar del Lazio commissariò l’intero comitato scientifico nominato per far decollare la sperimentazione, di nuovo rientrano in scena le accuse, soprattutto dei ricercatori del calibro Cattaneo, che nonoistante il palese conflitto d’interesse stanno minando l’oggettività dei documenti emersi sulle infusioni e l’indipendenza dei magistrati. Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Pesaro rispedisce al mittente le accuse, mentre è partita la Petizione Popolare per difendere l’indipendenza della stessa magistratura

 

di Cinzia Marchegiani

La senatrice Elena Cattaneo critica non vuota di acredine un giudice e la sua sentenza per aver adottato ex artt 669 duodecies e 68 del codice di procedura civile e invoca il Consiglio Supremo della Magistratura (CSM) affinché intervenga per giudicare l’operato dello stesso giudice. Mai nella storia della Repubblica Italiana, un ricercatore e per di più senatore ha minato la separazione dei poteri, il valore della Costituzione Italiana che nei suoi tabella tutela il diritto dell’autodeterminazione soprattutto nell’art. 32.

Il Consiglio dell'Ordine chiede maggiore rispetto in riferimento a decisioni che riguardano la speranza di vita ed il futuro di un bambino: "Il Patto di Solidarietà, costituita dalle associazioni Alleanza Italiana, Movimento Vite Sospese, Viva la Vita onlus Italia, Progetto Noemi onlus, Mattia Fagnoni onlus, Un sorriso per Ginevra – dicono dal Consiglio – denuncia questa persecuzione da parte dei detrattori che minano l’onestà intellettuale che certi personaggi dovrebbero profondere. Le nuove infusioni a cui è stato sottoposto il piccolo Federico dimostrano che non sempre chi coltiva interessi diversi dalla salute dei malati riesce ad averla vinta. Ma soprattutto sono la prova che non è vero quello che è stato detto in questi mesi, anche da certa stampa, e cioè che le cellule sono pericolose e possono provocare Aids e morbo della mucca pazza". Infatti, proseguono, le cellule infuse oggi a Federico hanno passato i test di sterilità e qualità e quindi l'Azienda ospedaliera di Brescia sa bene che cosa ha infuso, e questa è la prova che non sono pericolose, altrimenti non si sarebbe proceduto con le infusioni. Ovvia la conclusione: "questa senatrice – rincarano – che ha invocato l'intervento del Csm contro un magistrato reo di aver applicato la legge in favore dei malati mente sapendo bene di mentire. Ma le bugie hanno le gambe corte. Peccato solo che le vite di questi bambini in attesa di cure con cellule staminali sono ancora più corte, e la piccola Rita è morta sulla base di queste false allusioni.”

Elisa Visconti presidente di Alleanza Italiana senza giri di parole, in merito alla separazione dei poteri e le azioni di scienza, politica e magistratura denuncia le ingerenze e le influenze gravi e antitetiche di una senatrice scienziata che non è nuova ad esternazioni manipolatorie e diffamatorie: ”Il suo richiedere al CSM un intervento contro le ordinanze assunte dai giudici a favore dei malati è un affronto inqualificabile e pernicioso – afferma Visconti – che potrebbe addirittura influenzare la magistratura. Il ruolo della giustizia che da sempre tutela gli interessi della cittadinanza e del malato deve poter essere svolto con la massima libertà, ed è gravissimo che un esponente politico, oltretutto coinvolto in associazioni di ricerca in netto contrasto con la metodica in oggetto, ne voglia influenzare le scelte che sono legittime e che si basano unicamente sulla gravità delle malattie trattate ex art. 700 e sul rispetto dei diritti naturali dell'uomo e dell'applicazione delle leggi italiane Turco Fazio e Balduzzi, che ne legiferano la diffusione e l'utilizzo. Queste associazioni unite nel Patto di Solidarietà, hanno annunciato provvedimenti di origine legale contro le costanti infamanti e delittuose influenze politiche verso la giustizia e le azioni sulle libertà mediche". Delle azioni degli scienziati, o meglio ricercatori che per etica e rispetto verso quei principi irrinunciabili che vietano gli attori di conflitti d’interesse a condizionare azioni e leggi oltre l’opinione pubblica, la stessa Visconti ricordando come in una Repubblica che si rispetti rimane inaccettabile che tali condotte svolte a livello demagogico non siano condannate e perseguite, invita la Senatrice Elena Cattaneo a dimettersi perché sta mettendo a rischio la democrazia con atteggiamenti totalitari che, se non fossero così gravi, potrebbero sembrare uno scherzo della natura. Parimenti denuncia il silenzio assenso dei garante dello Stato, in primis Giorgio Napolitano che invece dovrebbe mettere sotto lente d’ingrandimento questo ambiguo comportamento continuamente perpetrato e dovrebbe far rientrare nei propri compiti i senatori da lui nominati, che minacciano e offendono la costituzione Italiana. Fanno riflettere le parole della Visconti: “… Pur di cercare di affossare la metodica, ora si cerca persino di influenzare la magistratura".

Come anticipato nelle nostre prime inchieste, l’Associazione Luca Coscioni e tutti i ricercatori che sono stati o sono parte del direttivo, nonché i ricercatori che sono in conflitto d’interesse con la sperimentazione con il metodo Stamina sono in una posizione molto opinabile e per questo non potrebbero prendere posizioni in merito, soprattutto quella trasparenza che loro chiedono, dovrebbero per prima attuarla. Le loro posizioni sono messe in forte discussione anche in merito al video dell’Associazione Luca Coscioni che mostra Luca Coscioni affetto da Sla in viaggio in ambulanza verso l’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, dove la voce di sottofondo spiega che sta per ricevere l’autotrapianto delle cellule staminali mesenchimali prelevate dal suo midollo osseo e rinfuse nel suo midollo spinale dopo essere state in colture. Le ultime parole del video che rappresentando il pensiero di Luca ora diventano un macigno: "decidere di fare la cavia non è stata una scelta facile…” che assieme alla sua frase: “Non privare mai un uomo dell’Amore e della Speranza. Quest’uomo cammina, ma in realtà è morto” sul suo sito, diventano evidenze sconcertanti per la stessa omonima associazione! Che dire, dopo tutta la campagna che la stessa associazione (nata in ricordo di Luca e del suo calvario) ha perpetrato contro i familiari e la metodica stamina lascia solo un grande vuoto e un imbarazzo a memoria dello stesso Luca che ora riposa in pace lontano da tutta questa gigantesca bolla mediatica. Allo stato attuale è inquietante che si debba ricorrere ad una “Petizione Popolare a difesa dell’indipendenza della magistratura” partita da poche ore che sta raccogliendo le firme, e quindi le adesioni, affinché il CSM garantisca l’indipendenza e la libertà dei giudici, tutt’oggi messa gravemente a repentaglio e con la quale tra l’altro si chiede che venga punito chi in evidente conflitto d’interesse si è reso autore di attacchi alla magistratura indipendente. 

Per chiedere onestà intellettuale occorre prima dimostrarla, altrimenti decade ogni monito, ogni riserva ma soprattutto rimane evidente quel lecito sospetto, che si nascondono dietro agli affondi della scienza che sembra voglia pilotare proprio tutti, ma soprattutto sembra voglia profanare il diritto del malato. Nella speranza che dalla memoria abrasa riemerga tutta la documentazione, ricordiamo che quelle infusioni non sono veleno di serpente, ma sono cellule mesenchimali vitali, come il documento dell’ISS lo aveva confermato nel lontano 2012… chi tace acconsente in ogni caso. 

Stamina sta allarmando l'etica del nostro Stato. Laddove la scienza pretende di sostituirsi alla politica e alle leggi, minando i poteri indipendenti della magistratura, il passo alla deregolamentazione è breve. Purtroppo gli scenari  monitorati nelle inchieste de L’Osservatore d’Italia in tempi non sospetti, si stanno rivelando non solo reali, ma al di sopra di qualsiasi fervida immaginazione. A conti fatti sembra che la scienza si sta preparando una poltrona tutta speciale dove poter condizionare la nostra Costituzione Italiana, la nostra magistratura e il governo, e scardinando le regole del nostro paese, dove ancora e per fortuna vige la separazione dei poteri. La sentenza del tribunale di Pesaro emessa lo scorso 3 giugno con la quale nominava quale ausiliario esperto il dr Marino Andolina, a parziale modifica della sua stessa ordinanza ex art 669 duodecies c.p.c. dello scorso maggio, ha permesso al piccolo Federico Mezzina di poter ricevere quelle terapie con il metodo Stamina lo scorso sabato 7 giugno 2014. Nessuna legge è stata violata, nessuna terapia segreta o mostruosa è stata infusa, per fortuna il laboratorio di analisi, come sempre, ha rilasciato il documento delle analisi eseguite sul preparato da infondere, particolare che molti detrattori dimenticano di citare, come dimenticano di citare tutti i documenti emersi che dichiarano che queste infusioni non hanno dato alcun effetto collaterale, come confermato dallo stesso ex Ministro della Salute Renato Balduzzi. Ci sono vuoti di memoria che vengono utilizzati per aizzare l’opinione pubblica contro qualcosa di aberrante, mentre si tratta semplicemente di attuazione di sentenze che vanno a tutela soprattutto dei malati. E come una sequenza scritta, lo stesso linciaggio mediatico innescato dopo la storica sentenza del Tar del Lazio dello scorso 4 dicembre 2013, che commissariò l'intera commissione scientifica viene questi giorni riproposto dopo la sentenza di Pesaro, disorientando come sempre gli utenti.  Alle accuse della senatrice Cattaneo il Consiglio dell'Ordine avvocati di Pesaro non fa mancare il sostegno del Tribunale, che ha nominato Marino Andolina commissario ad acta, e in una nota fa emergere le accuse stonate sollevate: ''Il consiglio ribadisce la propria disapprovazione per l'atteggiamento intimidatorio che certa politica intende esercitare su decisioni giurisprudenziali assunte in assoluta autonomia, correttezza, approfondimento e buon senso. Come ha sottolineato, da ultimo la Corte europea dei diritti dell'uomo,trattandosi di infusione anteriore alla legge 57 del 2013, il piccolo Federico aveva diritto a proseguire il trattamento. L’Osservatore d’Italia nell’indagare aveva con lungimiranza anticipato i sospetti, era il 10 ottobre 2013 con l’articolo “Stamina, Un giallo dalla tinta forte…definiva “Pittoresca dai toni forse troppo imbarazzante sta prendendo la piega di questa storia che allarma le coscienze e vanifica il senso della responsabilità e della credibilità delle nostre istituzioni. Il caso Stamina è un grande pasticcio, alimentato da un complicato progetto quasi architettonico teso a confondere i consensi, l’etica e soprattutto a capovolgere quel mirabile capolavoro chiamato Carta Costituzionale.” Ora le prossime inchieste saranno più decisive nel riavvolgere i tanti leciti sospetti che purtroppo completano la fotografia che passo dopo passo abbiamo cercato di rendere più nitida possibile….Nessuno è innocente, a parte i malati che lottano per le "infusioni di vita"!

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Nobody Wants to Die, il videogame thriller in salsa cyberpunk

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Nobody Wants to Die, titolo sviluppato da Critical Hit Games disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, è un’avventura di stampo noir ambientata nella città di New York del 2329. Protagonista dell’avventura è il detective James Karra che si trova a dover indagare su una serie di misteriosi omicidi. Il poliziotto però non è solo, ma dovrà affrontare le indagini assieme alla giovane collega Sara Kai, suo braccio destro nonché personaggio fondamentale nel corso della storia. Fin dai primi passi mossi in questo thriller decisamente molto curato per quanto riguarda l’aspetto grafico, siamo rimasti affascinati dall’atmosfera da detective story in stile Blade Runner, dove però il focus devia totalmente dalle dinamiche di combattimento che ci si aspetterebbe. Nel corso di tutta la durata di Nobody Wants to Die, infatti, non si incontrerà alcuna sequenza di combattimento. Un vero peccato perché a nostro avviso qualche sparatoria avrebbe sicuramente messo più pepe al tutto. Come si può intuire, quindi, i cardini della produzione sono racchiusi tutti in tre elementi: storia, personaggi e ambientazione. A livello narrativo l’avventura ha inizio con il detective James Karra che torna a lavorare in polizia dopo un recente incidente in seguito al quale sembra aver avuto delle conseguenze sulla sua salute psichica. Proprio nel suo giorno di riposo viene incaricato dal suo capo di indagare sul presunto suicidio di uno degli uomini più ricchi di New York, Edward Green. L’uomo si accorgerà ben presto però che il caso affidatogli non è quel che sembra e, in compagnia della sua collega, Sarah, si troverà invischiato in un intrigo politico estremamente pericoloso e complesso.

Fra livelli che si sviluppano in verticale man mano che aumenta il tenore di vita dei cittadini, auto volanti che affollano i cieli ed enormi insegne luminose a fendere l’oscura decadenza di una metropoli in cui piove sempre o quasi, l’ambientazione di Nobody Wants to Die si ispira in maniera palese a Blade Runner ed è ovviamente un peccato che la si possa solo ammirare da lontano. Sono presenti infatti sequenze in cui il protagonista si ritrova a contemplare il profilo della sua New York e il traffico che scorre fra i palazzi, magari mentre si affaccia dallo sportello aperto della sua stessa auto volante. Tuttavia, una volta messo in moto il veicolo, l’atto di viaggiare verso una qualsiasi destinazione viene rappresentato in maniera automatica, senza la possibilità di pilotare il mezzo. Di fatto i momenti in cui viene concesso di esplorare lo scenario sono pochi e limitati, a dimostrazione di come il contorno scenografico dell’avventura sia appunto questo: un semplice sfondo, pensato per arricchire e contestualizzare un gameplay che di fatto si limita all’analisi delle scene del crimine o ai puzzle che concludono un’indagine andando a sommare i vari elementi. A livello di giocabilità, una volta giunti sulla scena del crimine si può azionare un dispositivo in grado di “riavvolgere il tempo” e rivelare elementi da approfondire e visualizzare, ricorrendo anche ad apparecchi come la fotocamera, la lampada UV e il visore a raggi X per ricostruire di volta in volta ciò che è accaduto e chi ha fatto cosa. Questa parte dell’esperienza è piacevole e molto ben coreografata, ma come detto risulta parecchio guidata. L’interfaccia del gioco, infatti, dispensa suggerimenti in continuazione, al punto che la modalità di visualizzazione teoricamente deputata a fornire dei consigli si rivela inutile. Viene detto fino a dove far scorrere il tempo, che strumento utilizzare e quando, rendendo futile persino la ruota di selezione dei dispositivi; e così anche il gameplay stesso di Nobody Wants to Die si rivela semplicemente funzionale alla narrazione e nient’altro.

L’ambientazione oscura scelta dal team polacco è di certo la componente meglio riuscita dell’intera produzione perché, al netto delle sue evidentissime ispirazioni, riesce a far emergere una discreta personalità all’interno delle suggestioni cyberpunk grazie ad un retro-futurismo datato ma efficace: l’impatto scenografico prestato da Blade Runner è qui mescolato ad un’estetica anni Quaranta, generando una dose di malinconia mista a tristezza nell’osservare auto volanti e dal design antiquato sfrecciare tra le piogge acide di una notte perenne. La colonna sonora doom jazz accompagna le elucubrazioni di un protagonista costretto a vivere per sempre nonostante la mancanza di stimoli reali, tratteggiando i confini di un universo in cui l’immortalità non è un dono, ma una condanna a vivere con i propri rimorsi. L’Unreal Engine 5 è qui utilizzato per donare un elevato grado di dettaglio ad ambientazioni contenute e ben diverse tra di loro, con un preset “Qualità” che fa sfoggio di un ray tracing corposo e di un’illuminazione efficace, mentre quello “Prestazioni” – che mantiene stabilmente i 60 fps – smorza il colpo d’occhio facendo calare la definizione e riducendo i giochi di luce. Tirando le somme possiamo dire che questo Nobody Wants to Die è nel complesso un’avventura a base narrativa caratterizzata da un’affascinante ambientazione cyberpunk, che attinge a piene mani da alcune opere piuttosto celebri, come il già citato Blade Runner, per raccontare una storia interessante e coinvolgente, costruita interamente sui due protagonisti. È vero: il gameplay si limita all’analisi delle scene del crimine e gli sviluppatori non hanno osato sconfinare, infarcendo anzi le meccaniche investigative di suggerimenti contestuali che rendono l’esperienza parecchio guidata, ma non per questo meno piacevole. Se quello che si cerca è un titolo tranquillo, con un’ambientazione molto suggestiva e che sia privo di una componente action, allora Nobody Wants to Die è il titolo che fa per voi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 7
Longevità: 6,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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Threads in forte ascesa, superati i 200 milioni di utenti

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Threads, l’ultimo nato fra i social di Meta, ha superato il traguardo dei 200 milioni di utenti. Lo ha affermato con un post online Adam Mosseri, capo di Instagram, sulla cui rete Threads si basa. L’annuncio arriva un giorno dopo che Mark Zuckerberg aveva dichiarato durante una call sugli utili di Meta, che l’app stava per raggiungere i 200 milioni di utenti. In passato, il fondatore di Facebook ha più volte ipotizzato che Threads mira a diventare un social da un miliardo di iscritti. “La mia speranza è che Threads possa ispirare idee che uniscano le persone e che questa straordinaria comunità continui a crescere. Grazie a tutti per aver investito il vostro tempo e fornito feedback che rendono questo posto migliore per tutti” ha scritto Mosseri dal suo profilo su Threads. Come concorrente di X, l’app deve ancora risolvere alcune lacune che la differenziano ancora dal colosso guidato da Elon Musk. Come scrive Engadget, la stessa Meta è conscia del fatto che l’algoritmo che presenta i post in tempo reale di X sia molto più veloce di quello su Threads. “Non siamo ancora abbastanza veloci, e stiamo lavorando attivamente per migliorare” ha proseguito Mosseri. In ogni caso i numeri parlano chiaro, Threads in poco tempo sembra aver conquistato un elevato numero di utenti e sembra che il fenomeno sia destinato a crescere. Riuscirà a diventare la nuova punta di diamante di Meta? Lo scopriremo solo seguendo gli sviluppi e la crescita di questo giovanissimo social media.

F.P.L.

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Luigi’s Mansion 2 HD, il titolo icona del 3DS torna su Switch in alta definizione

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Luigi’s Mansion 2 ritorna, a più di 10 anni dalla sua uscita originale su Nintendo 3DS, in versione rimasterizzata per Nintendo Switch. Questa nuova edizione in alta definizione del piccolo capolavoro del colosso nipponico offre l’opportunità di rivivere una delle avventure più amate del fratello di Mario, con una veste grafica rinnovata e alcune migliorie tecniche. Ma come si comporta questo titolo del 2013 nel panorama videoludico attuale? Analizziamo nel dettaglio questa riedizione per scoprire se il fascino di Cupavalle resiste ancora alla prova del tempo oppure è destinato a soccombere sotto il peso degli anni. Seguendo in modo abbastanza diretto dal primo episodio, uscito su Game Cube nel lontano 2001, Luigi’s Mansion 2 HD (al tempo Luigi’s Mansion 2 o Luigi’s Mansion Dark Moon negli Usa) catapulta i giocatori nuovamente nell’avventura con un incipit decisamente semplice: dopo la vittoria dell’idraulico in verde nel primo capitolo, i fantasmi si sono acquietati e vivono in serenità con gli umani, permettendo al Professor Strambic di continuare i suoi studi con grande efficienza. Un “misterioso intervento esterno”, però, distrugge e frammenta la pietra a forma di luna che teneva sotto controllo gli spiriti, mandandoli in agitazione e costringendo lo scienziato a chiedere il soccorso del miglior acchiappafantasmi in circolazione. Così in men che non si dica quel fifone di Luigi si trova nuovamente impegnato a catturare spettri con aspirapolvere alla mano e gambe tremolanti. Questa volta però non si troverà più in una sola, vasta, magione, ma dovrà spostarsi in differenti aree per recuperare i pezzi del cristallo, scoprire chi si nasconde dietro le quinte e ripristinare tutto alla normalità, assicurandosi che nessuno dei suoi amici sia finito nei guai. Il tutto è possibile grazie al genio di Strambic, che oltre a essere il massimo esperto di fantasmi è anche riuscito a sviluppare una tecnologia chiamata “pixeltrasporto”, in grado di muovere Luigi da una parte all’altra del mondo sfruttando schermi e telecamere come veicolo. Da qui inizia un’avventura tendenzialmente in linea con gli altri episodi, che vede il buon Luigi esplorare ogni angolo delle location da lui visitate alla ricerca di tesori, chiavi, fantasmi e segreti: insomma, tutto il necessario per proseguire di livello in livello e soddisfare le richieste di Strambic. Idealmente la progressione ricorda un po’ quella di un metroidvania, in quanto c’è la libertà di muoversi in aree tutto sommato limitate, da sbloccare di volta in volta, mentre vengono mostrati al tempo stesso tanti passaggi apparentemente inaccessibili, muri misteriosi che sembrano nascondere qualcosa, stanze prive di accesso o sistemi di controllo che sembrano non rispondere alle sollecitazioni di chi gioca.

Luigi questa volta avrà insomma un bel da fare dovendo ripuloire ben cinque magioni infestate nel tentativo di ricomporre la pietra a forma di Luna e domare gli ectoplasmi aiutato dal fido aspirapolvere Poltergust 5000, versione potenziata del modello 3000 comparso in Luigi’s Mansion, e da una torcia multifunzione. Sulla carta per avere la meglio basterebbe “sparaflashare” gli evanescenti invasori per poi pescarli con l’aspirapolvere assecondando i loro movimenti. Nella pratica, però, i dispettosi fantasmi faranno di tutto per vendere cara la melma ricorrendo a trucchetti, armature o alla forza bruta: tutte cose che costringeranno i giocatori a indebolirli, aggirarli o quant’altro prima di poter procedere con la cattura. Su 3DS, come accennato, queste meccaniche soffrivano un poco i limiti del sistema di controllo, ma qui sono una vera goduria e bastano davvero pochi minuti per prenderci la mano e farsi trascinare dalla moltitudine di interazioni escogitata da Next Level Games e Nintendo per spremere fino all’ultima goccia le possibilità del Poltergust 5000 e il pensiero laterale dei giocatori. Il Poltergust 5000 nasce per aspirare i fantasmi, OK, ma nulla vieta di invertire il flusso e/o sfruttarlo per sollevare tappeti, afferrare tende, tovaglie e in generale passare al setaccio le magioni infestate svelandone i vari segreti o espugnandone le ricchezze in modo da potenziare il proprio arsenale. Sempre grazie all’aspirapolvere si può, ad esempio, afferrare oggetti congelati e trasportarli fino alla fiamma più vicina, oppure gonfiare dei palloncini e creare una piccola mongolfiera per raggiungere aree altrimenti inaccessibili; e queste sono solo alcune delle tante interazioni possibili per sfruttare o aggirare i limiti fisici del gioco. La torcia a sua volta non si limita a rendere vulnerabili gli spiriti ma consente di attivare interruttori e meccanismi, mentre l’Arcobaluce – sorta di versione “mariesca” degli ultravioletti – è in grado di svelare porte e oggetti nascosti aggiungendo di fatto una dimensione extra all’avventura, obbligando così il giocatore a prestare particolare attenzione a tubi mancanti, zerbini e persino ai complementi d’arredo apparentemente asimmetrici. Attorno a queste dinamiche gli sviluppatori hanno costruito un sistema di enigmi incredibilmente sofisticato; le missioni inizialmente appaiono circoscritte, ma col procedere del gioco diventano sempre più elaborate facendo “esplodere” il level design delle singole magioni e servendo alcune delle boss fight più creative mai viste in un videogioco Nintendo. Di contro il cuore dell’esperienza resta la caccia, e anche sotto questo aspetto dopo le prime semplici battute è necessario ricorrere all’astuzia e a tutte le opportunità offerte dai propri strumenti, senza contare le occasionali disinfestazioni da ragni, piante carnivore e altre simpatiche creaturine che infestano le aree di gioco.

Se il titolo originale ha proposto una più che discreta esperienza portatile, in questa occasione è opportuno chiedersi se e quanto abbia giovato la transizione a una nuova piattaforma. La risposta è a nostro avviso: decisamente più performante ma meno “peculiare” rispetto alla piccola console portatile della grande N. A livello puramente visivo, nulla da dire: pur non raggiungendo le vette di Luigi’s Mansion 3, questa edizione HD del secondo capitolo risulta comunque molto curata, potendo godere di modelli e texture ricreati da zero e un impatto scenico dovuto al cambio di proporzioni dello schermo decisamente più efficace. Molto bene invece per quello che concerne il lato controlli, che tornano a contemplare l’utilizzo dell’analogico destro (assente su 3DS) per rendere più agile il movimento che su portatile risultava piuttosto sacrificato. Forse il cambiamento più importante che il gioco ha vissuto in positivo. Esplorazione e combattimenti risultano quindi più fluidi e divertenti, così come tutte le prove “speciali” che vedono variare il gameplay. Dove si paga lo scotto è nella trasposizione dell’esperienza “stereoscopica” originale: in particolare basta vedere i boss, comunque tuttora apprezzabili, per cogliere come la messinscena sia frutto di un design collegato allo speciale effetto visivo offerto dallo schermo superiore di Nintendo 3DS, risultando sacrificata, se non quasi banalizzata, quando riprodotta in modo tradizionale. E’ necessario, quando si parla di Luigi’s Mansion 2 HD evidenziare due note sulla longevità e il multigiocatore. Per quanto concerne la durata, il titolo si assesta sui livelli del terzo capitolo, quindi intorno alle 10/15 ore per una partita classica, salendo se si va alla ricerca del completismo, sebbene il tutto possa risultare un po’ allungato per via del continuo “vai e vieni” dovuto alla struttura a missioni. Per quanto riguarda il multigiocatore tocca constatare come il tutto sia in linea con il titolo d’origine, mancando quindi di una modalità storia cooperativa e limitandosi invece alla Torre del Caos in cui collaborare fino a 4 giocatori, in wireless locale o online, per superare le tante e appassionanti sfide proposte. Tirando le somme, poter tornare a giocare a Luigi’s Mansion 2 HD è sempre un piacere, soprattutto perché in termini di level design, struttura degli enigmi e gestione dell’arsenale è sicuramente il capitolo più interessante della serie, persino al netto del terzo. In più il salto in avanti per quanto riguarda il sistema di controllo offerto a suo tempo da 3DS rappresenta una vera benedizione, persino più gradita del passaggio all’alta definizione. Certo, aggiornare anche il sistema dei salvataggi sarebbe stato un gradito cambiamento, ma tutto sommato non possiamo lamentarci. Tuttavia tra gioco base, contenuti extra e tutte le cose da fare per completare il titolo al cento per cento, ci sarà da spassarsela davvero per molte ore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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