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La piccola Rita Lorefice muore stanotte in uno stato silente che non ha perorato la tutela della sua vita.
di Cinzia Marchegiani
Modica (RG) – Muore nel silenzio più aberrante di uno stato civile la piccola Rita Lorefice. Rita aveva la Niemann Pick, malattia che miete vittime per mancanza di cure, ma questa volta però la malattia si è arrogata anche il diritto di portarsi nella tomba il silenzio delle istituzioni e di un sistema avrebbe potuto fare di più a garanzia e tutela della vita di Rita. Riecheggiano come spade ora insanguinate, le parole del Dr Porta davanti alla commissione di sanità della Regione Lombardia, che confermano quello che l’Osservatore d’Italia aveva fatto emergere con quei documenti ora diventati prove inoppugnabili contro gli scienziati e ricercatori che, senza alcuna sorta di dubbio o remora hanno gridato e allarmato che quelle infusioni erano intrugli segreti e pericolosi alla stregua della morbo della mucca pazza e infezione HIV: "Nelle due provette analizzate dall'Istituto Superiore di Sanità, sono state evidenziate cellule mesenchimali, al 90% erano vive, non è stato trovato alcun veleno di serpenti".
A Modica stanotte muore una piccola luce, il dolore più grande di un’intera comunità che aveva gridato al grande imbroglio, non è dover salutare un angelo dolcissimo, ma dover essere testimoni dell’inerzia di in sistema che ha messo in atto il più grande inganno, nella forma più silente e pericolosa dell’ abuso di potere…questa bambina aveva una sentenza che gli avrebbe permesso una corsa per la vita che neanche al peggiore dei criminali sulla terra verrebbe negato. Rita, conosciuta dai suoi immensi occhi neri, era una delle pazienti in lista a Brescia che aveva ricevuto il trattamento con le staminali mesenchimali con il metodo stamina. Le aveva iniziate a marzo del 2013, ma il successivo blocco delle cure perseverate con un sistema quasi certosino a non eseguire le ordinanze di legge, gli ha negato a gennaio 2014 la sua quinta infusione e quella emessa una settimana fa che ordinava entro cinque giorni la somministrazione d’ urgenza agli Spedali Civili di Brescia. Sentenze che non sono riuscite a sciogliere nodi pesanti che hanno responsabilità ministeriali, regionali e dei medici stessi. Rita nata con grave destino in uno Stato incapace di tutelare la vita, ha dovuto combattere contro dei giganti… nella totale ingiustizia profusa con una superficialità agghiacciante. Quelle terapie le avevano restituito la gioia di poter mangiare con un semplice cucchiaino, trovare la serenità di poter finalmente dormire senza alcun fastidio, e quei certificati medici e cartelle cliniche uniche al mondo, esponevano inaspettati miglioramenti che dovevano accendere la luce alla ricerca e alla curiosità scientifica. Ora molti si chiedono se ci sia una strategia ostativa affinché a questi piccoli pazienti, che hanno già ricevuto le terapie con effettivi miglioramenti, venga negata loro l’accesso al proseguimento. Morti seminate come l’effetto domino di pazienti che custodiscono con la propria storia clinica e letteratura medica la vera testimonianza di uno straordinario risultato che nessuno vuole studiare e verificare….
Quelle provette requisite dai Nas e dall’Aifa e analizzate dall’Istituto Superiore della Sanità, avevano custodito per tanto tempo il loro reale valore che non è stato difeso e tantomeno considerato patrimonio scientifico. Nel lontano agosto 2012, dopo che l’AIFA aveva bloccato il laboratorio degli Spedali Civili di Brescia con un’ordinanza che ora mostra tutte le sue ombre, il verdetto di questo documento era e rimane indiscutibile, pubblicato anche sul sito del Ministero della Salute riporta senza alcuna sorta di interpretazione la verità scioccante: ”le analisi della vitalità delle cellule vitali è risultata adeguata a qualsiasi uso terapeutico”.
Anche la sentenza della Corte europea emessa da poco, e purtroppo manipolata a piacimento da chi pretende di mostrare a tutti i costi una verità soggettiva (e sarebbe interessante ora capirne il motivo) indica la legittimità al proseguimento delle cure per chi aveva già una sentenza del giudice al momento dell’entrata in vigore della legge 23/2013. Chi pagherà per questo crimine?
Qui non si tratta di accanimento terapeutico ma di violazioni di ordinanze che non producono alcuna presa di posizione e anche di coscienza delle istituzioni e di quell’organismo di controllo che dovrebbe garantire equità sociale e tutela dei minori. Ora si faccia avanti il garante di questo Stato, e trovi i responsabili …perché qui i morti purtroppo sono reali!
L’Osservatore d’Italia manda un abbraccio e infinito cordoglio a due genitori della piccola Rita, Ausilia e Carmelo perché hanno combattuto contro una malattia difficile da estirpare.
Stamina ha aperto un pozzo di crepe dove si eleva la più terribile delle angosce: Nessuno è innocente!
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