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STAMINA CONTRO AIFA: QUEL LECITO SOSPETTO
Tempo di lettura 16 minutiI familiari dei malati in lista di attesa contraddicono pesantemente il dr Pani
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10 anni faon
Luca Pani, direttore generale dell’AIFA confessa a “La Stampa” che il Gip ha ordinato il sequestro delle cellule a Brescia per fermare la verifica pre e post infusioni di Noemi Sciarretta, d’altronde anche lui l’avrebbe fatto, mentre nell’atto del sequestro c’è scritto che il follow up l’ospedale era tenuto comunque a farlo! I familiari dei malati in lista di attesa contraddicono pesantemente il dr Pani in merito al suo comunicato 377. Ora si fanno più nette le ombre sull’operato del direttore generale dell’Aifa, ma non solo….
di Cinzia Marchegiani
Come ogni trama che si rispetti, il caso Stamina sta partorendo un assalto scandito da comunicati contestati, sequestri di provette con cellule rocambolesche (ma allora ci sono le cellule nelle provette?) e atti di diffide per non valutare le condizioni di salute pre e post terapia….Tutto è stato fatto, tranne stare accanto ai malati e verificare se le accuse in merito alla pericolosità del preparato infuso ai pazienti avessero basi valide, cioè fare visite mirate con esami dettagliati e scrupolosi per dimostrare l’assioma, visto che al contrario esistono importanti documenti da cui si evince senza sorta di alcun dubbio che le infusioni sono a tutti gli effetti valide per uso terapeutico, come il documento ISS N.173, che aldilà nel dimostrare “giustamente” come l’analisi delle provette acquisite dai Nas siano state effettuate in conformità della buona pratica di laboratorio e alle norme tecniche in ambito criobiologico, afferma anche che le cellule erano vitali e quindi il “preparato valido ad uso terapeutico” (in fondo l’italiano ha la sua valenza). E non si può certo sminuire il comunicato degli Spedali Civili di Brescia pubblicato sul sito dell’azienda ospedaliera il 7 novembre 2012 che sul follow up di alcuni pazienti, citando lo stesso documento:“In riferimento alle notizie comparse sull’ANSA e altri quotidiani nazionali e provinciali in merito alle terapie con cellule staminali praticate a 12 pazienti ad “uso compassionevole” presso gli Spedali Civili di Brescia, e in particolare per i bambini Celeste, Smeralda e Daniele, disposte dal giudice, corre l’obbligo di segnalare che per nessun paziente sono stati registrati eventi avversi o complicanze. I follow up non hanno evidenziato, ad oggi, per questi pazienti situazioni a rischio. A conferma di quanto sopra evidenziato si richiama il Comunicato stampa del Ministero della Salute n. 173 del 23 agosto 2012 dal titolo “Staminali Brescia: ispezione effettuata secondo le regole” dove si precisa che la procedura “su campioni di cellule prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012) è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico”. Lo stesso Istituto ha confermato la sterilità dei campioni e la vitalità delle cellule staminali stesse.”
I Nas e il Giudice Preliminare, la drssa Christillini sequestrano e metteno tutti i sigilli sulle cellule e l’attrezzatura stamina. Nel testo compaiono delle contraddizioni notevoli, in merito al documento inoltrato dal direttore generale dell’Aifa alla Dr.ssa Molino, a Ezio Belleri, commissario Spedali Civili di Brescia, al dr. Ciro Riviezzo, Presidente Tribunale de L’Aquila e il Dr. Nicola Grieco, Presidente Corte di Assise, oltre all’ISS e il Ministero della Salute che riguarda l’atto di diffida alla esecuzione del Protocollo di valutazione pre e post trattamento a base di cellule preparate con il metodo stamina, richiesto dalla stessa drssa Molino, nella supposta qualità di ausiliario del giudice. Infatti il sequestro in merito invece parla chiaro sui follow up:”Si può anche osservare, a latere, che in molti casi, se non tutti, non sembravano ricorrere le circostante di assoluta gravità di emergenza, che le caratteristiche cliniche nei pazienti possano giustificare un ‘uso compassionevole’. Inoltre si deve notare che non solo non esisteva un piano sperimentale come sarebbe stato necessario in una vera sperimentazione clinica, ma neanche un piano di diagnosi, monitoraggio, e follow up dei pazienti, che invece rientra nelle procedure di natura strettamente assistenziali che si attendono da un presidio ospedaliero del livello degli Spedali Civili di Brescia.” Cosa sta accadendo? E poi per finire sul sito dell’Aifa, Luca Pani pubblica in formato PDF la sua intervista pubblicata su La Stampa dove si legge senza dover lavorare di fantasia che il sequestro è dovuto per fermare le valutazioni pre e post infusione della piccola Noemi…praticamente è stato bloccata l’infusione perché si poteva approfondire la pericolosità o non della metodica, ma soprattutto gli effetti che poteva sortire su Noemi. Si legge:”Del resto hanno fatto una cosa grave, è logico che un PM abbia proceduto in tal senso: non si possono condurre accertamenti e analisi da sperimentazione clinica-fase uno nascondendoli dietro la copertura delle terapie di infusione. Non una terapia ma un trattamento illegale per le norme italiane, europee e internazionali”, e poi “Non è stata minimamente inibita l'infusione che Noemi avrebbe potuto fare normalmente come era accaduto con Celeste la settimana scorsa. Non si è impedito l'emocromo o altri esami,ma non ci si può arrogare il diritto di fa sperimentazione al di fuori della legge. Se avessero rispettato le decisioni del giudice del lavoro, che non c'entra nulla con gli aspetti penali in cui gli ideatori di Stamina sono coinvolti, il sequestro non ci sarebbe stato. Invece hanno tentato di forzare il tipo di reato per cui sono stati rinviati a giudizio. Il padre di Noemi indirettamente se l'è presa anche con l'Aifa che ha diffidato l'ospedale dal fare esami su Noemi, poi sono arrivati i Nas .. Sono stati i responsabili di Stamina ad avere di fatto impedito l'infusione a Noemi. Ci sarebbe stata come c'è stata per Celeste. Questa è la verità. Sarebbe forse il caso che si prendessero delle responsabilità anche nei confronti dei genitori dì questi bambini e inizino a dire come stanno le cose».
L’Aifa ha bloccato con l’ordinaza il trasferimento (e non la terapia) delle cellule per fare la convalida a Miami dal professor Camillo Ricordi, e ora, il sequestro, come asserisce Pani, è un mezzo per impedire le valutazioni pre e post infusioni. Ci si chiede alla luce di questa testimonianza e delle contraddizioni ormai evidenti, se il disegno, condannato da più fronti, si stia realizzando. Il dubbio amletico è sapere se ai burocrati interessa la vita di questi malati e il loro futuro o una via per non verificare la terapia e quindi depennare i possibili percorsi validi per questi malati rari…la prova fallita del ministro Lorenzin di inserire una norma nel decreto presentato l’8 agosto 2014 per eliminare stamina, emerge ancora con tutta la sua forza. Perché si vuole soffocare la verità ostacolando le valutazioni? Tracciando le somme è lecito il sospetto su questa gigantesca tragistoria.
Per ultimo, ma non per importanza l’Osservatore d’Italia ha intervistato i familiari dei malati in lista di attesa che si sono sentiti chiamare in causa dal comunicato pubblicato il 25 agosto 2014 sul sito dell’Aifa dal dr Luca Pani, che sotto al titolo”Caso Stamina: da AIFA risposte concrete ai genitori dei bimbi in lista d’attesa, dichiarava:”In relazione a notizie apparse recentemente su qualche agenzia di stampa o sui social media riguardo al presunto disinteresse da parte di organi e agenzie del Ministero della Salute circa le condizioni di salute di piccoli malati in attesa di ricevere il cosiddetto “metodo Stamina”, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) intende precisare di aver ricevuto, anche per il tramite del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, diverse richieste da genitori di alcuni bambini in lista d'attesa e di aver provveduto tempestivamente a coordinare le consulenze cliniche e scientifiche con esperti nazionali e internazionali sino a delle visite mediche che si sono regolarmente svolte nei mesi passati. L'AIFA, nel rispetto del codice deontologico, del segreto professionale e della privacy delle famiglie, non fornirà ulteriori elementi o informazioni che possano identificare i pazienti, e ribadisce la sua piena disponibilità a supportare tutte le richieste di sperimentazioni cliniche eseguite in ottemperanza alle norme nazionali ed europee.”
Queste le loro risposte pervenuteci:
Famiglia Ponta, genitori di Sofia:"Da quando a Sofia sono state interrotte le terapie compassionevoli di Brescia lo scorso dicembre, non abbiamo mai ricevuto alcuna proposta di terapia alternativa da parte del Sistema Sanitario, di Aifa, né di nessuna altro. Né tanto meno siamo mai stati contattati dal Prof. Pani. L'aspetto più drammatico di tutta la vicenda non sono le false dichiarazioni, ma il fatto che, una volta privati della terapia compassionevole, i nostri bambini siano stati rispediti a casa con un biglietto di sola andata verso l'abbandono assoluto da parte della stessa comunità scientifica che nell'ultimo anno si è fatta paladina della loro salute, dichiarando a gran voce su tutti i media la pericolosità della cura compassionevole che spetta loro di diritto, senza mai mettere mano al microscopio. Una terapia alternativa per curare i nostri figli? Non ce l'ha proposta nessuno. Peggio. Nessuno si è occupato di lenire le loro sofferenze. Sofia e gli altri pazienti oggi affogano agonizzanti nel mare di limiti e inconcludenza della medicina ufficiale. Nessuno è venuto a spiegarci perché in Italia si vara una legge nel marzo 2013 (57) e a partire da dicembre dello stesso anno, sotto il medesimo Parlamento e lo stesso Ministero, la si calpesta serenamente come se non abitassimo in un paese democratico. Legge e sentenze dei tribunali dimenticate con la stessa disinvoltura con cui si calpestano diritti, salute e sofferenze dei nostri figli.”
Famiglia Mezzina, genitori di Federico:” E' vero, massima disponibilità e tempestività nelle risposte, ma alla fine un bel pugno di mosche nelle mani…La nostra avventura con il Ministro Lorenzin nonché con AIFA comincia ai primi di maggio 2014, con l'incontro a quattrocchi con il Ministro. Dopodiché, con enormi insistenze telefoniche e via e-mail, si arriva ad una semplice lista di clinical trial in corso, semplicemente recuperata sul sito americanowww.clinicaltrial.gov (noi li avevamo già guardati a gennaio 2013). Ci viene chiesto di sottoporre il piccolo Federico ad una visita specialistica con uno dei massimi esperti nel Morbo di Krabbe, in modo da poter contare su un idoneo parere tecnico-scientifico. Bene si parte, si va a Roma per ricevere una relazione in inglese di 10 righe (non undici o più righe, solo 10!!), relazione su carta semplicemente bianca e non su carta intestata, relazione per giunta NON FIRMATA! In queste 10 righe si fanno cenni al tipo di gravidanza, del peso alla nascita, ai primi mesi di vita di Federico… E scusate se vi sembra poco…
Senza andar troppo per le lunghe, dopo mesi di insistenza, si è arrivati alla conclusione che i trial in corso sono solo per asintomatici o comunque per casi non compromessi e problematici come Federico. Pertanto la risposta concreta ai genitori è giunta, la fine è segnata. Tutti a casa, la festa è finita.”
Famiglia Franchi, genitori di Ludovica:” Nessuno ci ha mai contattato né per visitare Ludovica né per proporci terapie alternative. Dalla diagnosi ad oggi abbiamo contattato i maggiori esperti di malattie lisosomiali e rixercatori italiani e stranieri ma la rispoata e' stata sempre la stessa : ha ormai manifestato i sintomi non c'e' piu' niente da fare. Per quanto riguarda una valutazione oggettiva sullo Stato della malattia nonosrante la mia richiesta scritta presso il centro delle malattie rare del bambino Gesù di Roma non ho avuto nessun riscontro . La conclusione e' che non esiste un protocollo per esaminare l'andamento della malattia. Durante l'ultimo dh (day hospital) eseguito a fine luglio tranne che semplici esami del sangue non hanno voluto sottoporre Ludovica a nessun esame strumentale .L' andanento della malattia mi hanno i detto i medici che la seguono viene valutata secondo lo stato clinico della bambina riferito dai genitori. Quindi per lavarsi le mani va bene il mio giudizio per certificare l'utilita' della terapia con Stamina no!”
Famiglia Guercio, genitori di Sebastian: “Riguardo il nostro rapporto con Luca Pani dell 'Aifa…io volevo farle presente che dopo le 5 infusioni,l ultima a dicembre dell anno scorso,abbiamo presentato due ricorsi al tribunale di Modena ma sono stati rigettati entrambi, noi abbiamo fatto richiesta a l ministro della Salute e all Aifa di far accedere Sebastian ad Isis (farmaco testato in Canada che ha già superato le prime due fasi) come cura compassionevole per Sebastian presso l ospedale Gaslini di Genova,dato che adesso loro dicono di aver dato altre soluzioni a noi famiglie. Volevo solo smentire,sarà che dopo 4 mesi,dopo vari sms e email al ministro,al dottor Pani e all ospedale di Genova ad oggi siamo senza una risposta e senza un aiuto concreto. Intanto Sebastian peggiora sempre di più,e siamo sempre più soli e abbandonati,quale alternativa a Stamina,o ad Isis se non l’eutanasia in Svizzera per nostro figlio? Questa e' l'unica strada che ci rimane percorribile se nessuno farà niente per lui..”
Famiglia Camiolo, genitori si Smeraldina: “Mia figlia Smeralda iniziò il suo percorso con Stamina presso Spedali a Gennaio 2012, ma tutto ebbe inizio già nel Dicembre 2013 subito dopo l'accordo fatto tra l'azienda e la fondazione. Tutto questo grazie e tramite il SSN. A Maggio 2012 con la prima ordinanza Aifa entrò nella nostra vita questa agenzia il suo direttore LucaPani. A quei tempi non c'era attenzione mediatica,non c'erano vip né sostenitori ma solo poche famiglie a cui dall’oggi al domani viene detto "si chiude tutto perché è pericoloso. Unico problema era che chi diceva questo era lo stesso che ne aveva autorizzato l'avvio, almeno per quanto ci era dato sapere. Scrissi a tutti, all ISS, AIfa, Procuratore della Repubblica e sin anche al Presidente della Repubblica,e fu proprio grazie a quest ultimo che venni contattato proprio da Aifa nella persona del Dr.Pani il quale non fece altro che ripetere quanto scritto dall’ordinanza. Apprezzai molto comunque l'apertura quanto meno nel contattarci e la ritenni un buon canale di comunicazione per cercare di far chiarezza; gli risposi in maniera articolata (supportato dai legali e dagli specialisti) di fatto contestando e ponendo delle domande specifiche ai vari punti. Pani mi rispose sotto due aspetti. Morale : affermando quando vicino mi fosse e quanto capisse che un genitore sfiderebbe sin anche le leggi di gravità…a questo risposi ringraziandolo per il pathos messo nel comprendere ma ricordandogli che sono si un papa' addolorato ma non sono un idiota…conosco perfettamente le leggi della gravita' e mai le sfiderei!! Il secondo fu tecnico: mi allegò un elenco di circa 10 cell factory (alcune delle quali S.p.a.) dicendoci che quelle erano accreditate e potevamo rivolgerci a loro… e null altro. Questo non la considero una "alternativa" in quanto non vi era un riferimento,un equipe a cui rivolgersi,un percorso indicatoci e realizzabile. Mesi dopo ricevemmo una email dal Ministero della Salute dove addirittura ci dissero che in alcune strutture, una delle quali sita in Roma erano pronti ad aiutare Smeralda. Risposi ma forse il piccione che porta la risposta ha trovato brutto tempo. Mai più sentito nessuno, mai nessuna alternativa ne supporto atto ad assistere degli "avvelenati" per quanto sostengono questi soggetti. Sorvolo sulla palese "palla al balzo" presa per attribuire colpe e meriti su un’azione che venne richiesta in data 14/08 mentre le richieste di valutazione (che oggi vengono chiamate sperimentazione di fase uno) sono avvenute solo del 20, fanno parte di questo delirio che dura ormai da anni ma non potremo mai sorvolare sul tentativo di bloccare la magistratura ordinaria che ordina le infusioni, sul sequestro di materiale biologico che appartiene ai nostri figli, sulla poca chiarezza e sulle leggi dello stato disapplicate. Mi auguro di non sentire più inni al non adempimento perché è un reato incitare al non rispetto delle sentenze. Potessi chiedere, piuttosto che parlare di artefatti per non dare risposte, chiederei come mai proprio questo signore e l'agenzia da lui diretta ha impedito a Gennaio la verifica a Miami tramite il Prof Ricordi, luminare con oltre 600 pubblicazioni e che dirige due dei più importanti centri di ricerca degli Stati Uniti, un vanto Italiano all'estero che avrebbe solo dato risposte concrete e non ‘supposizioni’ o peggio…illazioni (Hiv,epatiti,mucche pazze…).”
Famiglia Lorefice, genitori di Rita, morta il 3 giugno 2104, con una sentenza che autorizzava il nosocomio a procedere al trattamento: “Le terapie le abbiamo chieste al Bambin Gesù, dove è stata fatta la diagnosi ma ci è stato detto che era inutile cercare perché in nessun posto c'era qualcosa. Abbiamo anche telefonato ad altri ospedali italiani che ci rispondevano che era inutile portare Rita perché non avrebbero potuto fare nulla! Con Rita il problema è anche stato che tra una infusione e l'altra a Brescia hanno sempre fatto passare troppo tempo, due mesi e mezzo/ 3 (tranne che tra la prima e la seconda infusione che hanno rispettato i tempi) e con la malattia di Rita questo tempo eccessivo non dava modo di stabilizzare i risultati”
Ricordiamo il dr Giannone aveva dato valutazioni positive post infusioni, documentate da certificati strumentali.
Famiglia Sciarretta, genitori di Noemi: "Nonostante avessi avuto un colloquio, che tutti i giornali hanno riportato, con il Ministro Lorenzin, nessuno mi ha mai contattato, eppure conoscono la gravità di mia figlia. Neanche il Dr Pani ci ha illustrato qualche alternativa, anzi è intervenuto contro mia figlia, e non ho avuto il piacere di confrontarmi. Nessun medico o informazione o vicinanza ai malati che tutt’oggi sono invisibili alle istituzioni che invece riportano sempre la loro sensibilità al riguardo. Noemi e' una bambina che riesce ad andare avanti solo ed esclusivamente grazie ai propri genitori che la assistono giornalmente. Una bimba affetta da Sma ha bisogno di assistenza 24 h su 24h perché' non riesce a fare nessun minimo gesto anche più' banale senza che venga assistita. Un bambino affetto da Sma dovrebbe avere perlomeno sul luogo un assistenza ben ramificata soprattutto nella gestione dell’emergenza/urgenza e medici in grado di saper gestire con formazione la patologia. Noemi oltre ad avere la Sma e' una bimba come tutte le altre che possono prendere malanni , raffreddori, tosse ma se non gestiti con professionalità' e attenzione possono essere letali. C'è' un centro di riferimento nelle asl sulle malattie rare con personale qualificato soprattutto nelle malattie neurodegenerative? Forse su carta si ma in pratica no! Chi si rende partecipe nell’accanirsi contro il più debole deve solo sentire dentro di se un senso di ripudio e vergogna. Il vero Delitto è' intaccare la nostra libertà' ! La libertà di scegliere cosa e' più giusto per noi senza che nessuno lo faccia per noi…Per avere la vera libertà' bisogna combattere, altrimenti devi accontentarti di una libertà' non tua ma condizionata, guidata da chi è' più forte di te ma indifferente al tuo essere. in verità' a lui non interessa di te! Ora se non avete nulla da offrire fatevi da parte e lasciateci liberi di decidere “
Famiglia Genova, genitori di Gioele: “La nostra situazione è ben conosciuta all’Aifa e al resto d’Italia. Dobbiamo chiamare noi per avere informazioni? Siamo stati lasciati nel buio totale, nessuna indicazione, conforto o aiuto. Siamo invisibili, e nel silenzio si spera che il problema si tolga dalla radice? Siamo fastidiosi perché per noi la vita è un dono e non accompagniamo alla morte i nostri figli. Ognuno è libero di fare le proprie scelte, ma è anche giusto che altrettanto vengano rispettati i principi di cui ci nutriamo. E questo non sta accadendo. Ci si riempie di belle parole, che nei fatti vengono smentiti. La dignità è il rispetto che i malati pretendono sia rispettata… Ma non è così! E’ un brutto vedere, e nonostante tutto ogni giorno si deve assistere a queste farneticazioni!”
Famiglia Persichillo, genitori di Daniele:”Abbiamo incontrato il Ministro Lorenzin a Zagarolo, durante la sua campagna elettorale per le europee…oltra a dirci di dargli tanto amore e fargli fare la fisioterapia, non ha saputo dirci altro. Un genitore cui viene data la sentenza di una diagnosi così pesante, sa benissimo come deve muoversi e cosa deve fare, lo impara subito. Ringrazio di queste illuminati consigli, ma chiedo rispetto per la libertà di curarsi, quando non ci sono valide alternative. Riguardo al comunicato dell’ISS, il ministro Lorenzin lo classificò datato, mi chiedo come fa l’unico certificato che descrive valido il preparato ad uso terapeutico, (quando non mi ha detto che non esistono prove di pericolosità dello stesso) ad essere così palesemente dimenticato. I nostri figli meritano molto di più, noi come genitori li tuteliamo e li curiamo con l’amore e con tutte i possibili ausili a disposizione, mi chiedo lo Stato cosa stia facendo.”
Famiglia Larcher, genitori di Desirèe: "Desireè' ha ricevuto la sua ultima infusione il 7 gennaio 2014….x lei è stata la sua 4 infusione di cellule staminali con il metodo Stamina……la sua atroce malattia, chiamata Atrofia muscolare spinale, non ha nessuna possibilità terapeutica….non esiste nemmeno uno sciroppo x aiutarla a guarire o tanto meno ad arrestare il decorso della malattia….avuta la diagnosi ci siamo rivolti ai centri di eccellenza nel nostro paese per avere delle risposte adeguate, ma abbiamo avuto solo delle risposte negative per la SMA non esiste niente, se non dei supporti ventilatori per sostenere la malattia.
Desireè e nota a Aifa e ministero della salute perché è reduce da altra terapia staminale del burlo Garofalo di Trieste al quale siamo giunti in via compassionevole e lo stesso abbiamo fatto per la terapia Stamina a Brescia. Desireè doveva ricevere le infusioni di cellule staminali ancora nel 2011, era la tredicesima, dei primi 12 pazienti ammessi dal comitato etico dell'ospedale di Brescia, ma è ' stata "scavalcata" dai famigliari dei medici dell'ospedale bresciano e alle terapie è arrivata nel maggio 2013. Né ministero della salute, né tanto meno Aifa, ci hanno mai contattato per proporci o suggerirci terapie sperimentali autorizzate,n'è tanto meno nessun medico e' mai venuto a visitare Desireè in questi due anni. Nostra figlia come tutti gli altri bambini in terapia a Brescia sono diventati invisibili, sono dei pazienti di serie b buttati fuori da un ospedale pubblico italiano, quando sono autorizzati da leggi e sentenza che ordinano le terapie.
In uno stato di diritto, non valle più nemmeno l'ordinanza di un giudice, superata da interesse sporchi e vigliacchi di chi ci governa e amministra."
Ora sia fatta luce..
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