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Roma

STAMINA APERTO IL VASO DI PANDORA

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Dal “Corteo per non Dimenticare” del 30 giugno 2014 la telecronaca de l’Osservatore d’Italia, un mosaico dove emergono verità già documentate nelle nostre numerose inchieste. Il mistero ora deve essere risolto, il ruolo sembra esclusivo della magistratura, del resto a colpi di sentenze ultimamente sta riscrivendo l’ABC della scienza, troppo legata alle riviste scientifiche e le lobbies farmaceutiche e dei prestigi accademici

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – E’ una telecronaca lunga e doverosa in ogni passaggio, perché queste due giornate hanno lasciato importanti affermazioni istituzionali, che per dovere di trasparenza forse è arrivato il momento che qualcuno cominci a ristabilirne la corretta informazione, ancora il concetto di cura compassionevole per questi malati orfani di cure viene erroneamente associata alla fase I di una sperimentazione clinica ma che di fatto sta imponendo sacrifici umani non più tollerabili. Il Decreto del Ministero della Salute del 05/12/2006 rubricato “Utilizzazione dei medicinali per terapia genica e per terapia cellulare somatica al di fuori della sperimentazioni cliniche e norme transitorie per la produzione di detti medicinali” all’art. 1 comma 4° consente l’impiego dei medicinali oggetto del decreto (e quindi anche delle cellule staminali), non contenuti nell’elenco stilato dall’AIFA di cui al comma 3, laddove il paziente non possa godere di una valida alternativa terapeutica e versi in pericolo di vita o possa subire un grave danno alla salute e ciò a condizione che sussistano dati scientifici che ne giustifichino l’impiego, che vi sia il consenso informato del paziente, che siano rispettati degli standard qualitativi, che vi sia il rapporto favorevole in via d’urgenza del Comitato etico, che il trattamento sia eseguito in una struttura pubblica o equiparata o presso Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.
In questo si inserisce il giallo sul ritrattamento del dottor Marcello Villanova, l’Osservatore d’Italia ne aveva dato le smentite e anche ora, ricontattato per la seconda volta dal nostro giornale conferma la sua estraneità a queste affermazioni, consapevole del verbale firmato dell’interrogatorio avvenuto alla Procura di Torino di cui ci ha fatto partecipi. Il mistero forse è capire dove sono queste falle gigantesche che non permettono allo stesso ministro di tornare sui propri passi, poiché per lei era stato fondamentale il giudizio del dr Villanova (esperto delle malattie neurodegenerative) sul follow-up dei bambini trattati con le staminali a Brescia, come ha spiegato in un colloquio “privato” con la famiglia Persichillo presso la clinica di Zagarolo, riportato nell’inchiesta STAMINA, MINISTRO LORENZIN: CONTRADDIZIONI SHOCK www.osservatoreitalia.it/index.asp?art=1037


La telecronaca del nostro quotidiano sarà precisa, poiché presenti in questi due giorni di appuntamenti fuori e dentro il dicastero della salute. Giorni intensi di grandi emozioni, di amara sofferenza e di dolore profondo. Il “Corteo per non dimenticare” ha acquisito un valore supremo, che nessun politico o amministratore può scippare, perché con autentica determinazione può essere consacrato come patrimonio umanitario che deve rendere orgoglioso il nostro paese, lo stesso Ministro Lorenzin riconosce al caso stamina di aver fatto scoprire un mondo dell’emarginazione del malato.

Il “Corteo per non Dimenticare” è il simbolo di una dura battaglia che i fratelli Biviano, Marco e Sandro, stanno portando da un anno davanti al parlamento, una battaglia che ha sapore di altruismo, di coraggio, di volontà indomita dove la sofferenza ha ulteriormente temprato il loro carattere.
Il 27 Giugno avevano protocollato un importante lettera al Ministero della Salute, informando e anticipando il senso della manifestazione autorizzata:”Il corteo nasce con la volontà di non far dimenticare le nostre vittime, piccini e adulti, morti nell’attesa e con la speranza di curarsi con il Metodo Stamina, possibile in virtù del Decreto Turco-Fazio del 5 dicembre 2006 (avente ad oggetto le cure compassionevoli), e di non farle passare sotto silenzio da una politica tesa all’insabbiamento e alla negazione sistematica dei diritti dell’uomo e del cittadino, prima che del malato.”

Alle prime ore della mattina, il lunedì 30 giugno 2014, in Piazza Bocca della Verità a Roma erano allineate 18 piccole bare. Alcune bianche, alcune marrone, rappresentano i malati che non ce l’hanno fatta, hanno un nome e un cognome, hanno una storia che nessuno dovrebbe dimenticare. Un semplice “si” o “no” appeso sul fronte ricorda il verdetto di una sentenza di un giudice che aveva concesso o negato il diritto alle cure, sentenze inutili poiché nessuno di loro è riuscito ad accedere alle terapie che potevano cambiare il loro destino. Sono scene forti, piene di delusione per un governo che ancora rimane a guardare queste vite cadere come tante tessere del domino, in Italia vale più il diritto all’eutanasia che una chance per la vita. Sono malattie che non hanno cure, ma solo destini già scritti. L’Osservatore d’Italia con le sue infinite inchieste su Stamina ha seguito l’evento ed è diventato un importante testimone degli incontri istituzionali avvenuti all’interno del Ministero della Salute riuscendo per la prima volta ad essere presente ad incontri sempre realizzati a porte chiuse e senza registrazione. Ma andiamo per ordine. Verso le 10:15 in uno scrupoloso silenzio parte il corteo, dove le bare vengono portate ognuna a spalla da una persona, è una processione silenziosa, composta, rispettosa di quelle vite ormai spezzate, che rappresentano un diritto negato. Mi colpisce la foto del piccolo Raoul appoggiata su una delle bare bianche, lo ricordo ancora in braccio alla sua mamma la prima volta che lo vidi alla manifestazione del 10 settembre 2013 a Montecitorio. A portare il peso di questa ingiustizia è sua madre, Sabrina Cucovaz che ad ogni passo sente il dolore ogni volta riaccendersi, è una grande sofferenza, ma anche un’immensa consapevolezza che non ci si può arrendere. Le 18 bare saranno poi posizionate davanti all’entrata del Ministero della Salute in un grande silenzio. Le prime parole sono di Sandro Biviano e poi di Roberto Meloni, che ricordano come oltre un anno fa erano lì davanti a quella sede per chiedere un incontro con il Ministro Lorenzin e dopo essersi incatenati per oltre dodici ore, sono stati ricevuti dalla dottoressa Marcella Marletta, Direttore Generale del Ministero della salute, assieme a Bruno Talamonti e Pietro Crisafulli:” in quell’occasione abbiamo consegnato le nostre istanze che sarebbero state oggetto di urgente discussione con il Ministro per trovare una rapida soluzione. A distanza di un anno le nostre richieste sono le stesse e medesime rivendicazioni. In questo anno sono state perse delle vite, malati che avevano una speranza di vita.” Roberto Meloni, anche lui un malato parte attiva dello storico Civico 117 A, rivendicherà al megafono le stesse istanze poi portate all’interno del Ministero: rispettare l’articolo 32 della Costituzione italiana, il Decreto Ministeriale Turco Fazio oltre la legge 57/2013 e far eseguire le sentenze dei 180 giudici che in virtù dei documenti e delle leggi italiane obbligano il SSN a somministrare, senza alcun indugio, le infusioni con il metodo stamina. Seguiranno altri interventi che come uno squarcio aprono realtà degne di preoccupazione e di apertura delle indagini…come la testimonianza di Vito Tortorelli, nonno del piccolo Daniele:” Qui i politici non sanno fare il proprio lavoro.

Daniele è un primato di sopravvivenza, unico bambino al mondo con la Nimann-Pick tipo A che ha 7 anni grazie alle cellule staminali del metodo stamina. Noi non vogliamo difendere Vannoni, ma ci interessa perché ci ha dato una possibilità di sopravvivenza mentre le istituzioni ci mandano a casa. Abbiamo fatto una richiesta di apertura dell’indagine di Guariniello, perché nella sua chiusura dichiarava che non c’erano bambini con i miglioramenti. L’altro giorno i Nas ci hanno chiamato e abbiamo documentato che Daniele con le infusioni aveva le piastrine oltre il valore di 100/120, ora purtroppo senza le staminali sono sotto i 50….se questa non è una prova, andiamoci a buttare tutti al mare.” La performance della NonAvanguardia di Luca Papa ha racchiuso con una recita ciò che i malati vivono con queste terribili esperienze: un malato viene allontanato e gettato a terra, non sarà curato, perché i poteri delle lobbies si mettono tra il paziente e la coscienza del medico, tutto parafrasando “Il male sta in chi compra, l'inferno in chi si fa comprare.” Sul tardi viene data la notizia che una delegazione sarà accolta da un dirigente ministeriale. L’Osservatore d’Italia sarà il testimone di questo importante appuntamento, fondamentale sarà la presenza della sottoscritta poiché in un anno di attesa, i rari incontri che il Ministro Lorenzin ha permesso con i malati o i familiari, sono sempre stati gestiti a porte chiuse e senza alcun ausilio di registrazione. Davanti al dr Gianfranco Di Bisceglie, dirigente ministeriale, Marco e Sandro Biviano, assieme alla sorella Palmina venuta da poco da Lipari, (dove lascia in condizioni davvero critiche la quarta sorella, tutti malati di distrofia muscolare) ci sono altri due malati Roberto Meloni e Macsimiliano Pattaro, mentre Ciro Armigero, come veste di accompagnatore, il cui papà si è ammalato da poco di SLA. L’incontro carico di aspettative e di tensione, avrà risvolti inaspettati, alla delegazione, il Dr Di Bisceglie conferma che il Ministro Lorenzin non è in sede e sarà il portavoce delle loro istanze. I malati sono non solo delusi ma amareggiati, perché sembra un finale scontato, un colloquio con qualcuno che non ha responsabilità in merito, che trascrivendo su un foglio porterà all’attenzione le istanze dei malati che la Lorenzin dovrebbe conoscere bene vista la situazione e le ripetute richieste del mondo degli invisibili, quelli cui nessuno è in grado di aiutare, né con la medicina, né con l’assistenza infermieristica, oltre un supporto economico degno di tale nome.

La situazione diventa incandescente quando telefonicamente, quasi a fine colloquio, uno dei malati viene informato che il Ministro Lorenzin è uscita dalla sede del suo dicastero. La situazione si complica, i malati non riesco a digerire anche questa ennesima mancanza di rispetto, e annunciano che non si muoveranno da quella stanza del primo piano, fino a quando il ministro prenderà in considerazione di avere un serio confronto con gli stessi attori nella stessa giornata. Si innesca un valzer della polizia mandata a controllare e ammonire i malati del grave gesto che vorrebbero compiere, ma gli stessi spiegano che non vogliono occupare alcun locale, ma solo prendere atto che il Ministro non è stato in grado di prendersi l’impegno di incontrare dei malati che da un anno cercano una risoluzione concreta che vada incontro alla seria emergenza di tutti i malati, che senza alternativa e speranza chiedono solo che vengano rispettate le leggi e la libertà sacrosanta di poter accedere all’unica chance che nessuna altra terapia può certificare. I Biviano non parlano per loro, ma per tutti quei bambini e malati che hanno sentenze che impongono l’infusione con il metodo stamina, disattese e criticate dallo stesso ministro. La giornata prende una piega seria, il Dr Bisceglie inizialmente rassicura i malati che farà avere tramite email le istanze da loro dettate, poi in seguito arriverà il Capo Gabinetto del Ministero della Salute, ma i malati sono inamovibili…chiedono rispetto e quello che è accaduto è inaccettabile. La trattativa diventa seria, i malati annunciano che non si muoveranno da quel posto, ma il Ministro sembra che non possa passare al suo dicastero perché impegnato al Consiglio dei Ministri. Nascono una serie di proposte per rassicurare i malati, e spunta un appuntamento per il 9 luglio dove la Lorenzin si impegna ad incontrarli. Nulla di fatto, il tiro alla fune ormai si è innescato e solo quando i responsabili della polizia e del ministero acquisiscono la ferma volontà dei malati di andare ad oltranza, chiedono loro quale impegno vorrebbero avere. Si cominciano a stendere proposte, la prima la più importante, un incontro immediato con il ministro e soprattutto che sia un incontro pubblico, dove si possa avere la testimonianza e la registrazione, troppe volte il Ministro ha incontrato i genitori dei bambini malati e troppe volte le promesse in privato sono state disattese, come cure alternative che ad oggi non esistono o se ci sono hanno importanti effetti collaterali e in fase di sperimentazione. Insomma, alla fine esce il Comunicato numero 90, dove il ministro si impegna ad incontrare la delegazione per parlare dei temi dell’osservanza dell’art.32 della costituzione, del DM Turco/Fazio e delle esecuzioni delle sentenze… non ci sarà alcuna registrazione, chiedo senza giri di parole che la stessa delegazione, deve essere ricevuta all’indomani con la sottoscritta, unico elemento esterno che potrà finalmente riportare nell’alveolo della testimonianza un incontro atteso da troppo tempo.

E’ notte ormai, la delegazione uscirà verso le 11:30 con la speranza di poter finalmente fare il punto della situazione, quelle bare non possono essere dimenticare e le responsabilità anche non possono essere minimizzate. Quel comunicato portato in mano dai malati ha un valore supremo, è l’impegno per il futuro.
Il 1° luglio è presto arrivato e come convenuto alle 13 si comincia a preparare la delegazione davanti all’entrata del dicastero della salute, anche l’Osservatore d’Italia sarà parte di quest’incontro, d’altronde non sono ammesse telecamere, registratori e alla sottoscritta tolgono gli strumenti del lavoro. La trasparenza dell’incontro già da subito viene messa in seria difficoltà, infatti sarà lo stesso Ciro Armigero a far notare che uno di loro è con un cellulare che sta tranquillamente riprendendo il colloquio, non garantendo stessa equità dei diritti, poiché nessuno della delegazione e neanche alla sottoscritta è stato permesso di documentare con alcun strumento. Viene spiegato che proprio in merito agli incontri avvenuti in passato sono stati fatti degli tabella non veritieri ed è l’unico modo per tutelarsi…diritto non garantito però alla stessa delegazione malati. Per i malati è importante avere un confronto, e fare polemica non è nelle loro priorità, ma questo comportamento perpetrato dalla Lorenzin non fa che alimentare quel vuoto di trasparenza, soprattutto in questo caso così dibattuto e pieno di tanti vuoti, era doveroso portare un segno tangibile di non censura. Il colloquio informale, all’inizio pacato ha permesso ai malati di portare le loro richieste, di comprendere lo stato della situazione che ad oggi non permette alle 180 sentenze di non essere rispettate, in un paese civile dove non si può fare distinzione ed etichettarne il valore. Il ministro spiegherà che le ha ascoltate:”poi decido in base a coscienza e alla legge, sulle sentenze il ministro non può risolvere ed intervenire”. Sandro Biviano rincalza che i malati stanno morendo, stanno aspettando la legge ma la legge non si rispetta, spiega anche che sono quattro fratelli malati, di cui una in pericolo di vita imminente, senza assistenza infermieristica, con solo poche centinaia di euro di pensione, e una madre sola che deve accudire tutti. Per questo la Lorenzin da ragione a Sandro, sicuramente grazie a stamina ha scoperto il mondo e la vita che affrontano i malati, abbandonati da tutti. Sandro chiede come si fa a stare tranquilli quando ad uno scienziato come Camillo Ricordi è stato negato di verificare e convalidare le cellule staminali. E da questo momento il confronto diventa più articolato, non c’è possibilità di intesa, il ministro comincia la propria arringa:”Vannoni non ha alcun brevetto, ma soprattutto in quell’ospedale non dovevano entrare le cure compassionevoli, perché non è stata superata la fase I della sperimentazione (?)”, ma Sandro cerca di far comprendere che le 34 persone trattate con Stamina sono reali e hanno avuto benefici, dalla deglutizione, ai cambiamenti del corpo:”quando vedo con i miei occhi i pazienti trattati con stamina, quando arriva Federico che neanche riconoscevo perché prima era un pezzo di legno, sta in piedi con i suoi piedini, mangiare con un cucchiaino, sono tutti miracolati e allora andiamo tutti dal Papa! Voi non potete negare le evidenze che io vedo con i miei occhi. L’istituzione ci dovrebbe tutelare, io e mio fratello respiriamo autonomamente, ma per chi sta morendo questa è la speranza, state giocando con le nostre vite, ci sbattete da un giudice del lavoro….” La Lorenzin non cede di un passo: “secondo voi esiste un farmaco che va bene per tutte le patologie rare? Se voi volete la ragione, io non ve la do, avete sbagliato! Io posso dare una soluzione generale che è nel percorso della legge che è stato dato con il Comma 1, che è stato un errore, era per sanare una situazione non compassionevole, ma solo per spirito di carità per la possibilità di continuare le cure e poi non ci doveva essere più niente. Quello che è avvenuto dopo non è una decisione del legislatore ma per opera di ordinanze di tribunali, quindi un altro potere si è espresso su altri parametri.” Federica Nesta che fa parte anch’essa della delegazione con un genitore malato di SLA, ricorda che al di là delle competenze che in quella sede nessuno ha:” che ci sono 34 pazienti che hanno fatto le infusioni, e se qualcuno l’ha fatta non si vede perché le altre non possono accedere.” Il Ministro segue una propria logica che non si incontra con quella specificamente illustrata dalla delegazione che chiede il rispetto delle ordinanze dei giudici e della precarietà imminente di salute di molti di loro. Il ministro prende su un’altra strada: “Lo stato italiano non è un privato, se vuoi avere una terapia valida e pagata dalla Stato italiano deve essere comprovata l’efficacia, e c’è l’indagine penale con un rinvio a giudizio, voi potete fare tutte le richieste che volete, i dubbi non li deve avere lo Stato italiano, il governo rispetta la legge, la legge prevede dei parametri che sono quelli di un organizzazione internazionale, l’ordinanza del Tar, che sta fuori da ogni crisma con cui vengono fatte le valutazioni scientifiche, noi l’abbiamo rispettata ugualmente affinché venga messa la parola fine.” E proprio in merito alla sentenza del Tar la Lorenzin inoltre spiega che il comitato si è già insediato e si prenderà tutto il tempo che deve, visto che il primo è stato troppo celere nell’esprimersi, come ha affermato il Tar stesso, sottolinea la Lorenzin. Ciro Armigero interviene in merito, spiegando che solo da poco al padre hanno diagnosticato la SLA, che i malati e i familiari sono persone informate e non sprovvedute:”se non vedo non credo. Nessuno di noi pensa che la terapia stamina sia una cura per le malattie, ma prima di approfondire il protocollo stamina mi sono messo alla ricerca della documentazione dei medici che hanno visitato i malati ed è emerso un quadro nitido, non avevano dato effetti collaterali, il paziente era stabile, mentre le terapie ufficiali proposte per mio padre allungano la vita di 30/60 giorni senza alcuna forma di sicurezza, mentre stamina ha fatto più di 400 infusioni senza effetti collaterali.”


Il Ministro, accompagnato da due avvocati del Tar continua a spiegare che i ragionamenti che fanno i malati hanno due pecche: I) le evidenze cliniche che raccontate ma nessuno di noi sa cosa viene iniettato con le infusioni (eppure il ministro dimentica di citare che l’ISS lo ha certificato e lo ha scritto nel comunicato 173) e solo i biologici di stamina lo sanno:”non è possibile che in un ospedale italiano venga somministrato e pagato dallo Stato terapie aperte a tutti (?) senza che ci sia stata una certificazione e una sperimentazione; e II) c’è un elemento di fondo che la separa dai malati:”a voi a prescindere dell’efficacia della terapia, volete che si acceda …Se questa terapia sarà comprovata bene, altrimenti è no! Voglio essere trasparente su questa vicenda, sono tanti gli aspetti, molte delle famiglie che ho incontrato sono state lasciate sole dai servizi sociali e su questo tema ho fatto proprio il mio mandato.” In questa direzione il Ministro fin da subito infatti ha spiegato che stamina ha questo merito, di aver fatto luce su queste vite invisibili e per questo si è impegnata nella socio assistenza con il “Patto per la Salute” per le malattie rare, un protocollo dedicato a delle strutture per poter aiutare l’esistenza delle famiglie…lasciate da sole ad affrontare questi drammi umani quotidianamente. La Lorenzin è categorica:” Io offro la legge, non ho la verità in tasca e non faccio il venditore di speranze. Se esce che questo metodo funziona, dico che è valsa la pena perdere un anno.”

L’Osservatore d’Italia scende in merito al dibattito in virtù di aver documentato con le inchieste passaggi, leggi, delibere e fatto luce su ciò che c’è oltre stamina. Le osservazioni più importanti sono state proprio sul concetto e delle cure compassionevoli, anzi è stata ricordata la direttiva sulle cellule staminali mesenchimali europea, che garantisce per le terapie su base non ripetitiva non serve alcuna autorizzazione, ma basta un ospedale, un laboratorio GLP e non GMP (che produce farmaci da immettere nel mercato) e un medico prescrittore, di fatto a Brescia questa terapia non ripetitiva la rispetta oltre la Turco/Fazio, mentre la Legge 57/2013 e la sentenza da poco emessa di Strasburgo consente la terapia per quei malati che già avevano iniziato questo percorso. Il Ministro Lorenzin si inalbera quando faccio presente che vale la pena acquisire un ulteriore consulto del Dr Marcello Villanova, ma la stessa mi riferisce che ha ritrattato, che lo dicono gli atti e mi invita a sentire il Procuratore Guariniello. Faccio presente al Ministro che già ho intervistato Villanova in merito. (nella precedente inchiesta pubblicavamo la smentita a queste pesanti dichiarazioni nei riguardi di un medico che ha messo la propria faccia per scienza e coscienza www.osservatoreitalia.it/index.asp?art=1037). Forse è arrivato il momento dove occorre seriamente spalancare un’enorme finestra, poiché queste patologie spesso sono descritte da ricercatori impegnati sulle proprie provette e non hanno mai avuto un contatto con i pazienti. Il medico ha il valore supremo sul paziente, soprattutto se sono anni che li ha in cura e riesce a completare degli studi preziosi pubblicandoli anche su riviste prestigiose come ha fatto il dr Villanova. Medici come Marcello Villanova o Imma Florio che si sono presentati ingenuamente alla procura di Torino senza il proprio avvocato deve far riflettere sulla loro onestà deontologica prima di tutto.


Illustrissimo Ministro Lorenzin, mi perdoni se sono stata imprecisa a riportare alla lettera ogni parola, ero priva di registratore. Mi chiedo come può il Dr Villanova e il suo importante contributo essere depennati con facilità in questa vicenda che assieme al Dr John Bach (anche su di lui ci sono dubbi sulla sua encomiabile esperienza sulla malattia SMA?) hanno visitato la piccola Celeste Carrer (informato di questo anche il Dr Guariniello e messo agli atti) di cui hanno certificato che aveva acquisito abilità motorie che esprimevano un “evidente miglioramento della forza muscolare degli arti. Lo stesso Villanova spiega che oltre ad aver redatto delle scale di valutazione in archivio come valore aggiunto ci sono numerosi video dai quali si evincono i modo incontrovertibile i miglioramenti di natura motoria e ribadisce a tutt’oggi, in scienza e coscienza che i miglioramenti riscontrati come esperto clinico per le malattie neuromuscolari rare su entrambi i bambini (Celeste Carrer e Sebastian Guercio) sono di rilevante importanza clinica e per questo serve indagare e fornire spiegazioni. Questa è una smentita? L’apertura dell’indagine da parte dei genitori di Daniele Tortorelli per errate conclusioni nell’inchiesta di Torino, ritrattamenti dichiarati da terzi ma non dal soggetto in questione già sono basi importanti per capire che il giallo su stamina non è mai finito, che i documenti importanti sono spesso o quasi mai riportati dalle istituzioni, come il documento 173 dell’ISS, che dovrebbe annullare l’ordinanza dell’Aifa sul laboratorio del nosocomio Bresciano che impedisce la manipolazione e stoccaggio delle cellule staminali, le stesse certificazioni delle mancanze di effetti collaterali sulle infinite infusioni somministrate (i giudici che emettono sentenze a favore dei malati hanno acquisito queste documentazioni). Insomma un mistero nebuloso cui
 in virtù delle piccole vite perse e quelle in pericolo tutt’ora, forse vale la pena accertarsi immediatamente.

E l’emblema di questa lotta è la piccola Sofia che si ritrova ricoverata da pochi giorni al Meyer di Firenze poiché gli si impedisce di fare le terapie che fino a poco tempo fa aveva dato straordinari risultati, dove per lei Telethon non è servita a nulla, vogliamo indagare come vengono spesi questi fondi milionari? Ci sarà un illustrissimo garante che al di sopra di tutto e di tutti riesca a ricomporre questo mosaico distrutto e scarabocchiato per ristabilire la giusta verità? I bambini meritano attenzione soprattutto coloro che non hanno tempo, ora divorato da sospetti, incompetenze senza responsabilità. Si parla di leggi, ma non perfettamente, si parla di attenzione, ma ancora ad oggi i malati sono lasciati soli, si parla di effetti senza visitare questi bambini (i genitori dicono che nessuno ancora li ha contattati), tutto viene giudicato senza competenze e soprattutto su dei fogli, come fece il primo comitato scientifico…Non è mai troppo tardi per riportare la verità sulla giusta strada…la vita è estremamente fragile per chi ha una malattia neurodegenerativa e chi ha il dovere supremo di tutelarla, non deve risparmiarsi.
Il caso stamina rappresenta una battaglia universale dei diritti, tuttora cristallizzati in dogmi che nessuno vuole invece sdoganare. Sandro e Marco Biviano sono parte di questa storia che ha allarmato le coscienze di tutti, speriamo che un seme questa volta sia stato gettato. Ad oggi questa chiave di lettura è estremamente preoccupante, soprattutto perché lo stesso ministro Lorenzin ha affermato che come legislatore, pur non intervenendo sulle 180 sentenze vuole cambiare l’articolo 700, quelle che permettono di accedere alle benedette cure…che lasciano aperta la porta della speranza!


In questo complicato intreccio è interessante conoscere come l’Aifa abbia prodotto le informazioni sulle cellule staminali mesenchimali all’audizione dell’indagine conoscitiva presso il Senato dello scorso 6 febbraio 2014 rispondendo ai quesiti del senatore Fucksia:” Le cellule mesenchimali non fanno i neuroni, e questo è evidente per gli esperti. Ma se anche li facessero, non avrebbero ugualmente alcun effetto, e questo è evidente per tutti. Affermare cose come le cellule sanno quello che fanno, riconoscono dove andare e riparano tutto, non solo è da ignoranti, è da ciarlatani.” Risulta ormai da una attenta e scrupolosa indagine sulla letteratura scientifica invece tutt’altro, che avevamo in tempi non sospetti documentato in una delle prime nostre inchieste su Stamina www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=8184 dove abbiamo riportato un importante scoperta del Prof. G. Pezzoli, Presidente della Fondazione Grigioni che sponsorizzava lo studio con le cellule staminali in una grave forma di parkinsonismo, (nonché Direttore del Centro Parkinson ICP a Milano) spiegava che la ricerca sul parkinsonismo ha importanza non solo per la gestione della malattia di Parkinson ma anche per le malattie neurodegenerative in generale (evidentemente non possono essere classificate come farmaci esclusivi per un'unica malattia). Alle domande sulle Cellule Staminali Mesenchimali MSC informava che sono cellule che si trovano nel midollo osseo e che sono multipotenti ovvero possono trasformarsi in altri tipi di cellule, tra cui i neuroni. Inoltre, producono fattori di crescita che possono essere utilizzate da altre cellule in difficoltà, costituiscono un meccanismo di riparazione naturale del corpo perché in modelli animali è stato dimostrato che quando vi è una piccola lesione vengono immessi nel sangue e vanno ad accumularsi nella sede della lesione. Sono facili da raccogliere da un piccolo campione bioptico del midollo osseo (si fa un piccola puntura in corrispondenza dell’anca) e da coltivare in laboratorio. Inoltre, essendo del paziente stesso non danno adito a problemi etici e non creano problemi di rigetto. Il professor Pezzoli conferma che ad oggi lo studio con cellule staminali per la malattia di Parkinson si trova in fase uno. Sono stati reclutati 5 pazienti trattati, mediante infusione intravenosa, con cellule provenienti dal paziente stesso e coltivate in vitro. L'obiettivo di questa prima fase è quello di verificare la sicurezza del metodo. La sperimentazione è iniziata a dicembre 2012 e alla data attuale sono stati trapiantati 3 pazienti. Per i primi 2 pazienti sono trascorsi già più di sei mesi dal trapianto senza che nessuno di loro abbia mostrato alcune effetto collaterale significativo né una progressione significativa della malattia; un risultato incoraggiante, ma va atteso il completamento dello studio pilota e l'analisi dei risultati per poter formulare una valutazione. Trattandosi di una sperimentazione con le cellule staminali abbiamo dovuto chiedere l'autorizzazione all’Istituto Superiore di Sanità a cui abbiamo dimostrato che MSC utilizzabili non solo erano presenti nel midollo osseo dei 3 pazienti affetti da PSP ma anche che era possibile indurle a proliferare in laboratorio ed a produrre il fattore di crescita BDNF…E non esiste solo questa letteratura scientifica.

Ad oggi sembra concesso stravolgere le evidenze e ora qualcuno deve dare risposte importanti perché è impossibile che in uno Stato italiano si possa giustificare ogni cosa come la novella di Luigi Pirandello, “Così è se vi pare.”

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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