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STALKING: DATI, LEGGI, RESPONSABILITÀ E PROFESSIONALITÀ

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Tempo di lettura 3 minuti L’evento è stato organizzato dall’Associazione Donne per la Sicurezza Onlus in occasione della presentazione del libro “Il bambino rubato dal vento” di Stefania Jade Trucchi

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Angelo Parca

Bisogna fare diversi passi indietro per ritrovare quella responsabilità perduta dalla notte dei tempi. Bisognerebbe tornare a vestire quei termini ormai privi del proprio originario contenuto: Responsabilità, coalizione, unione, peso politico, seria concertazione.

Lo scenario politico italiano è ormai quella barca alla deriva della quale denunciammo la fuga al largo. Un grande partito come il centrosinistra che non riesce a prendere una decisione compatta e sacrifica la propria miglior carta per giocare ai soldatini dentro casa propria è da definirsi ormai un contenitore non solo privo di democrazia ma anche di tutti termini poc’anzi elencati: Responsabilità, coalizione, unione, peso politico, seria concertazione.  

Ieri Chiara Rai, direttore de L’osservatore laziale,  ha partecipato ad un convegno a Roma al museo di criminologia diretto da Carlo Berdini e ha portato la testimonianza di un giornalismo serio, attendibile non urlatore e neppure allarmistico in un momento storico in cui si trova una nociva generalizzazione dei media, molti dei quali purtroppo non contribuiscono a tenere alto il buon nome di questa professione. Il convegno ha tentato di contribuire alla conoscenza del fenomeno stalking analizzato e commentato attraverso gli occhi di personale esperto.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione Donne per la Sicurezza Onlus (www.donneperlasicurezzaonlus.it) , in occasione della presentazione del libro “Il bambino rubato dal vento” di Stefania Jade Trucchi, Psicologa e Psicoterapeuta. “I bambini portati via dal vento – ha spiegato Trucchi –  sono tutti coloro che vengono strappati ai genitori senza motivo, tutte le piccole vittime di violenza, compresa quella psicologica, tutte quelle piccole anime che non hanno avuto il sacrosanto diritto all'infanzia”. Nel libro, uno psichiatra si troverà per un caso del destino ad indagare nel profondo di un ragazzo di nome Tommaso e da lì scoprirà quanto la sofferenza di un'infanzia violata sappia generare violenza in età adulta. L’autrice, descrive così la propria opera: “Un romanzo sullo stalking, non tanto e non solo per far conoscere meglio questo fenomeno nuovo che si aggiunge al lungo elenco dei vari tipi di violenza che affliggono l’intera società, ma soprattutto per sensibilizzare le persone sugli effetti che la violenza in generale genera nei bambini e nei figli qualora fossero strumentalizzati o dovessero assistere ad atti violenti. Dobbiamo essere consapevoli che questi bambini saranno i futuri uomini e donne del nostro domani e che dovranno avere diritto di crescere in modo sano e non traumatico. La violenza purtroppo genera violenza ed è dovere di tutti noi rompere questo circolo perverso e vizioso”. A moderare il convegno Rita Speranza, l’introduzione è stata a cura di Barbara Cerusico Presidente Associazione Donne per la Sicurezza Onlus.

Dopo i saluti del Vice Segretario Nazionale Osaap Ispettore Giuseppe Proietti Consalvi ha parlato Marisa Nicolini la quale ha snocciolato lo stalking attraverso il profilo delle collusioni pericolose approfondendone gli aspetti psicologici e psicopatologici della vittima e del persecutore.

E’ arrivata poi l’interessante relazione del generale Luciano Garofano, ospite fisso del programma Mediaset “Quarto Grado” in quale ha saputo ritrarre i punti più salienti del piccolo passo che porta dallo stalking all'omicidio, arricchendo il suo intervento con diapositive e dati statistici inerenti l’attività investigativa. Garofano ha chiarito un concetto importante che ha con piacere condiviso anche il direttore de L’osservatore laziale, che è l’esigenza di formazione e di figure esperte in un ambito lasciato molte volte all’improvvisazione, naturalmente con tutto il rispetto per coloro che svolgono le indagini e sono impegnati in prima linea nella risoluzione di casi di omicidio e violenza.

L’avvocato Andrea Falcetta  ha poi curato gli aspetti legislativi e le normative in atto che regolano il fenomeno stalking. La vittima di stalking, ha sottolineato Falcetta, può e dovrebbe affidarsi ad un legale che s’intende della materia, per accelerare la procedura burocratica che rupta attorno al fenomeno. Ad esempio per velocizzare l’allontanamento dalla casa coniugale del marito o della moglie violenta. Insomma il convegno di ieri al museo di criminologia si è rivelato utile, serio e soprattutto “responsabile”.

 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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