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Angelo Parca
Bisogna fare diversi passi indietro per ritrovare quella responsabilità perduta dalla notte dei tempi. Bisognerebbe tornare a vestire quei termini ormai privi del proprio originario contenuto: Responsabilità, coalizione, unione, peso politico, seria concertazione.
Lo scenario politico italiano è ormai quella barca alla deriva della quale denunciammo la fuga al largo. Un grande partito come il centrosinistra che non riesce a prendere una decisione compatta e sacrifica la propria miglior carta per giocare ai soldatini dentro casa propria è da definirsi ormai un contenitore non solo privo di democrazia ma anche di tutti termini poc’anzi elencati: Responsabilità, coalizione, unione, peso politico, seria concertazione.
Ieri Chiara Rai, direttore de L’osservatore laziale, ha partecipato ad un convegno a Roma al museo di criminologia diretto da Carlo Berdini e ha portato la testimonianza di un giornalismo serio, attendibile non urlatore e neppure allarmistico in un momento storico in cui si trova una nociva generalizzazione dei media, molti dei quali purtroppo non contribuiscono a tenere alto il buon nome di questa professione. Il convegno ha tentato di contribuire alla conoscenza del fenomeno stalking analizzato e commentato attraverso gli occhi di personale esperto.
L’evento è stato organizzato dall’Associazione Donne per la Sicurezza Onlus (www.donneperlasicurezzaonlus.it) , in occasione della presentazione del libro “Il bambino rubato dal vento” di Stefania Jade Trucchi, Psicologa e Psicoterapeuta. “I bambini portati via dal vento – ha spiegato Trucchi – sono tutti coloro che vengono strappati ai genitori senza motivo, tutte le piccole vittime di violenza, compresa quella psicologica, tutte quelle piccole anime che non hanno avuto il sacrosanto diritto all'infanzia”. Nel libro, uno psichiatra si troverà per un caso del destino ad indagare nel profondo di un ragazzo di nome Tommaso e da lì scoprirà quanto la sofferenza di un'infanzia violata sappia generare violenza in età adulta. L’autrice, descrive così la propria opera: “Un romanzo sullo stalking, non tanto e non solo per far conoscere meglio questo fenomeno nuovo che si aggiunge al lungo elenco dei vari tipi di violenza che affliggono l’intera società, ma soprattutto per sensibilizzare le persone sugli effetti che la violenza in generale genera nei bambini e nei figli qualora fossero strumentalizzati o dovessero assistere ad atti violenti. Dobbiamo essere consapevoli che questi bambini saranno i futuri uomini e donne del nostro domani e che dovranno avere diritto di crescere in modo sano e non traumatico. La violenza purtroppo genera violenza ed è dovere di tutti noi rompere questo circolo perverso e vizioso”. A moderare il convegno Rita Speranza, l’introduzione è stata a cura di Barbara Cerusico Presidente Associazione Donne per la Sicurezza Onlus.
Dopo i saluti del Vice Segretario Nazionale Osaap Ispettore Giuseppe Proietti Consalvi ha parlato Marisa Nicolini la quale ha snocciolato lo stalking attraverso il profilo delle collusioni pericolose approfondendone gli aspetti psicologici e psicopatologici della vittima e del persecutore.
E’ arrivata poi l’interessante relazione del generale Luciano Garofano, ospite fisso del programma Mediaset “Quarto Grado” in quale ha saputo ritrarre i punti più salienti del piccolo passo che porta dallo stalking all'omicidio, arricchendo il suo intervento con diapositive e dati statistici inerenti l’attività investigativa. Garofano ha chiarito un concetto importante che ha con piacere condiviso anche il direttore de L’osservatore laziale, che è l’esigenza di formazione e di figure esperte in un ambito lasciato molte volte all’improvvisazione, naturalmente con tutto il rispetto per coloro che svolgono le indagini e sono impegnati in prima linea nella risoluzione di casi di omicidio e violenza.
L’avvocato Andrea Falcetta ha poi curato gli aspetti legislativi e le normative in atto che regolano il fenomeno stalking. La vittima di stalking, ha sottolineato Falcetta, può e dovrebbe affidarsi ad un legale che s’intende della materia, per accelerare la procedura burocratica che rupta attorno al fenomeno. Ad esempio per velocizzare l’allontanamento dalla casa coniugale del marito o della moglie violenta. Insomma il convegno di ieri al museo di criminologia si è rivelato utile, serio e soprattutto “responsabile”.
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