Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
di Marco Martone
La vendetta è stata consumata in maniera scientifica, lenta, precisa ed è stata dolorosissima per la Spagna, Campione d’Europa, alla quale è stato restituito lo schiaffo di quattro anni fa, con quel 4-0 nella finale degli scorsi Europei che brucia ancora tanto. L’Italia vince con merito il suo ottavo di finale contro le furie rosse, grazie alle reti di Chiellini nel primo tempo e di Pellè, nel finale di gara ma soprattutto per una tenuta difensiva ancora una volta impeccabile e un mostro assoluto che gioca tra i pali della nostra porta e che risponde al nome di Gigi Buffon. La parata su Piqué a tre minuti dalla fine, quando il risultato era ancora di 1-0 per gli azzurri è stata quasi miracolosa. Questa volta, però, l’Italia ha avuto anche il merito di giocare bene, molto meglio di quanto fatto con il Belgio e la Svezia, quando le vittorie erano giunte grazie ad una condotta di gara basata, quasi esclusivamente, sul contenimento e le ripartenze. Gli azzurri l’hanno preparata benissimo la gara, consapevoli di affrontare una formazione, almeno sulla carta, più forte e favorita per il passaggio del turno. L’Italia è stata capace, però, di giocare sempre a testa alta, senza paura e con un cuore grande così. Una formazione specchio del carattere del proprio allenatore, che potrà non piacere, non sarà un simpaticone ma sulle cui qualità c’è ben poco da eccepire.
A dire il vero la Spagna ha dimostrato di essere una parente ben lontana, della squadra che per anni ha dominato in Europa e nel mondo. Il merito, però, è stato soprattutto dei ragazzi di Conte, capaci di ridurre al minimo le giocate di Iniesta, la fonte del gioco iberico e di controllare con grande scioltezza le punte avversarie. Il resto, come detto, l’ha fatta la voglia di stupire del gruppo guidato da un Buffon monumentale e con un De Sciglio in grande spolvero, un Chiellini capace, questa volta, di aggiungere qualità e gol alla solita quantità e quel Pellè che la porta la trova con una certa continuità, a dispetto di tante critiche e qualche perplessità di troppo. Adesso ci aspetta la Germania, per una sfida che in passato ci ha regalato spesso grandi soddisfazioni. Un’altra gara nella quale partiamo da sfavoriti, un altro avversario, sulla carta, più forte di noi. Poi però c’è il campo e allora le cose possono anche cambiare…
Correlati