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Redazione
"Duecenovantatré beni culturali colpiti solo nella zona più ristretta, di cui 50 gravemente danneggiati o crollati". Il ministro della cultura Dario Franceschini annuncia i primissimi dati sui danni inferti dal terremoto al patrimonio dell'arte. E sottolinea :"E' certamente un numero destinato a salire vista la vastità della zona colpita dal sisma". I dati arrivano dalle prime ricognizioni dei carabinieri del Comando per la tutela dei beni culturali operativi sui luoghi del disastro. Dai comuni colpiti "ci chiedono una ricostruzione dei borghi storici che sia fedele all'immagine che nei secoli questi centri storici hanno conservato, credo che sia una sfida che dovremmo raccogliere", dice il ministro della cultura Franceschini. E sottolinea: "si può ricostruire garantendo anche la sicurezza antisismica. Quei luoghi devono tornare ad essere così come sono stati". Alcuni di questi, come Amatrice erano nella lista dei borghi più belli d'Italia. ''E' una sfida, ma l'Italia la deve a quelle comunità".
«Italia Nostra esprime anzitutto solidarietà a tutte le vittime. Quando il sisma ora in corso avrà esaurito la sua potenza distruttrice, al cordoglio per le vittime e ai soccorsi per salvare vite seguirà il dolore per la distruzione delle memorie più care, dei luoghi della propria storia familiare e comunitaria: monumenti, chiese, il paesaggio urbano amato con le sue antiche case. Proprio per questo la messa in sicurezza di tutti i beni culturali va potenziata da subito, con l'intervento di esperti competenti. È questo un appello per tutto il nostro Paese e per il mondo». Così una nota Pietro Petraroia, vicepresidente nazionale Italia Nostra. «Il buon livello della catalogazione e del sistema informativo della Carta del Rischio (http://www.cartadelrischio.it) nell'area colpita potrà guidare gli interventi, che saranno difficili e rischiosi. Occorre però da subito tracciare la delocalizzazione dei beni culturali mobili. Italia Nostra e i suoi soci assicurano supporto alle popolazioni dei territori colpiti e al lavoro delle Istituzioni, in particolare alle Soprintendenze, ai Comuni, alla Protezione Civile – prosegue – Passata la fase dell'emergenza occorrerà capire perché in un territorio così esposto da sempre ai sismi la prevenzione sull'edilizia non abbia evitato distruzioni tanto gravi. Ci impegneremo ad evitare che vengano previste delocalizzazioni permanenti della popolazione e che si creino new towns come quelle aquilane, ulteriore distruzione del paesaggio colpito dal sisma».
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