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Editoriali

Sogni e desideri di mezz’estate del governo “tengo-famiglia” giallorosso

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Voltaire usava dire che l’omelia dei preti è spesso “come la spada di Carlo Magno, lunga e piatta”. Se Voltaire avesse potuto oggi ascoltare l’intervento del neo presidente Conte, del 9 settembre alla Camera, avrebbe avuto conferma della sua convinzione.
Il discorso di Giuseppe Conte alla Camera e quello del giorno dopo al Senato, oltre ad essere stato il più lungo nel suo genere in analoghe circostanze, è stato piatto come la spada di Carlo Magno ma più che altro una rassegna di buoni propositi, sogni e desideri.
Il neo presidente ha fornito un’indagine conoscitiva dei mali che affliggono il paese. Quello che mancava nel suo progetto programmatico però, è proprio un “piano terapeutico”. Per il resto, il suo intervento è stato una diagnosi conoscitiva, mentre buona parte dell’intervento gli è servito come occasione per togliere dei sassolini dalle scarpe e regolare i conti con Salvini.

Molti hanno visto in questo una caduta di stile di colui che proponeva il manuale del bon ton. Per niente scoraggiato dal volto stressato di Di Maio seduto alla sua sinistra e lo sguardo mesto e perso nel vuoto della squadra di governo nel banco davanti, Conte prendendo la parola in omaggio a Gigino, esordiva con una versione moderna di “A casciaforte”, cara memoria di Roberto Murolo, e con “lingua mite” e “maggiori garanzie costituzionali” estraeva da quella “cascia programmatica” di tutto e in più:
nu ritratto (formato visita) /d”a bonanema ‘e zi’ Sufia…/ nu cierro ‘e capille/ed il becco del pappagallo/ Il mozzone di una steárica/(conficcato nella bugia),/ na bambola ‘e Miccio,/ na lente in astuccio…/ e una coda di cavalluccio /che mi ricorda la meglio etá!”. Tutto ha messo in quella casciaforte! Ve lo ricordate Murolo? Oggi, purtroppo, non è più con noi.
Conte si è impadronito di quella casciaforte e, prima alla Camera e poi al Senato, si è cimentato ad estrarre un eccitante progetto di buoni propositi, sogni, desideri e messaggi augurali. “Lo so! La vita è tragica,/ ma ‘a cascia…mme ll’hann”a dá! /Ce aggi”a mettere…”: “La revisione del DL Sicurezza”, la “revisione progressiva, ma senza sconti delle concessioni autostradali” e “una nuova risolutiva stagione riformatrice”.

Progetti vaghi, propositi senza alcun dettaglio. Campa cavallo che l’erba cresce!

Il quando, il come, il dove fin’ora ignoti

San Casimiro martire../. ‘sta cascia, famm”a vení! /Ce aggi”a mettere”: “La sfida sul piano interno è quella di ampliare la partecipazione alla vita lavorativa delle fasce di popolazione finora escluse. Esse si concentrano soprattutto tra i giovani e le donne, particolarmente nel Mezzogiorno”.
Questo luogo comune, ma tanto comune che più comune non si può è quanto ha estratto dalla “casciaforte programmatica”.

Inutile cercare progetti, piani, coperture, date , stime e “costi/benefici”, non se ne trova alcuna traccia

Tra le proteste di Lega e FdI, Conte annuncia: “Valuteremo le misure di sostegno a favore delle famiglie meno abbienti, nell’ottica di un innalzamento degli anni di obbligo scolastico”. Rimane sempre il governo dei “Costi/benefici” e per questo che valuterà, penserà, esaminerà, forse, magari, può darsi…

Il governo Conte 2.0 combatterà le diseguaglianze sociali, ravviverà la dinamica degli investimenti, azzererà totalmente le rette, completerà l’integrazione delle donne nella comunità di vita sociale e lavorativa, fermerà definitivamente le nuove concessioni di trivellazioni. Si adopererà affinché la protezione dell’ambiente e delle biodiversità siano inserite tra i principi fondamentali del sistema costituzionale. Promette una mini revisione del decreto sicurezza, si dichiara a favore all’autonomia e prospetta la “Riforma processo civile,penale e elezione Csm”.

A questo punto dalla “casciaforte programmatica” spunta “na crástula ‘e specchio,/ na corteccia di cacio vecchio” e nell’aula di Montecitorio l’opposizione alzandosi in piedi, batte le mani urlando: Voto subito!
Radunati in Piazza Montecitorio, decine di migliaia di cittadini, per contestare un Governo insediatosi senza il consenso del popolo, rispondono: Elezioni subito! Voto subito!

Il governo Conte 2.0 ha ottenuto la fiducia , l’Europa è salva con “Certe reliquie,/ cierti cimeli”, usciti fuori dalla “casciaforte programmatica” del governo tengo-famiglia giallorosso. Incrociamo le dita e speriamo in tempi migliori.

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Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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