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SIRIA, BOMBARDATO UN OSPEDALE AD ERBIN: UN BAGNO DI SANGUE…INNOCENTE

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Tempo di lettura 3 minutiArriva la denunca di Medici Senza Frontiere: "Siamo sconcertati perché, ancora una volta, è stata attaccata una struttura sanitaria che fornisce attacchi salvavita" salva

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di Cinzia Marchegiani

Damasco (Siria) – E’ accaduto di nuovo. Una guerra contro i terroristi del Califfato, ma a pagare il prezzo di un bombardamento che dovrebbe rimanere mirato al terrorismo sono anche i medici e i feriti che si trovavano in strutture civili trasformate in ospedali.
Nell’ambito del proprio programma di supporto alle strutture sanitarie siriane, Medici Senza Frontiere aveva recentemente fornito all’ospedale di Erbin un kit per l’anestesia, un kit di farmaci per la sala operatoria e un kit per il trattamento della diarrea. L’équipe di supporto di MSF cercherà di organizzare al più presto il rifornimento dei materiali danneggiati durante l’attacco missilistico o esauriti dopo il trattamento dei feriti.

Arriva una nuova denuncia da Medici Senza Frontiere. Giovedì 19 novembre 2015 alle 14:30 ora locale un attacco aereo è stato sferrato su Erbin, una delle aree assediate a est di Damasco. Mezz’ora dopo, due missili sono esplosi all’ingresso dell’ospedale di fortuna supportato da MSF nella zona, proprio quando sette persone con ferite di guerra stavano arrivando per un trattamento urgente.

Bollettino di MSF. Due persone sono rimaste uccise, altre sei persone sono state ferite, portando a 13 il numero totale dei feriti – inclusi due medici che provavano a fornire primo soccorso – mentre la struttura dell’ospedale e un’ambulanza hanno subito dei danni. Uno dei medici ha avuto bisogno di un intervento chirurgico salvavita al torace, mentre l’altro ha subito fratture multiple.

Il direttore dell'ospedale di Erbin, che desidera restare anonimo racconta: "La situazione era caotica. Stavamo iniziando a trattare il primo afflusso di feriti quando improvvisamente altri missili sono esplosi davanti all’ospedale. Non ci siamo resi conto subito che due dei nostri colleghi, che stavano assistendo i feriti all’ingresso, erano stati gravemente feriti. Una situazione drammatica che in un attimo si è aggravata ancora di più.”

Venerdì 20 novembre, ci sono stati altri bombardamenti nel quartiere di Ein Terma, sempre nell’area assediata della Ghouta orientale. Un ospedale di fortuna supportato da MSF in questa zona ha trattato 17 feriti di guerra e registrato sei persone decedute all'arrivo.

Sconcerto e disperazione dei medici di MSF. "Siamo sconcertati perché, ancora una volta, è stata attaccata una struttura sanitaria con il suo personale medico, mentre fornivano trattamenti salvavita a persone ferite da una campagna di bombardamenti indiscriminati”, ha detto Brice de le Vingne, Direttore delle operazioni di MSF. "Sentiamo il dolore e la disperazione di questi medici – continua il direttore de le Vingne – costretti a lottare contro gli eventi che si abbattono così pesantemente su di loro. Giorno dopo giorno, medici e infermieri lavorano sotto assedio e sotto le bombe; hanno a disposizione attrezzature limitate e sono costretti a lavorare in edifici trasformati in ospedali di fortuna. Con due medici di talento gravemente feriti, il numero di medici disponibili per queste comunità che vivono sotto assedio e sotto una pioggia di bombe si è ulteriormente ridotto."

MSF supporta 100 postazioni sanitarie e ospedali da campo. Medici Senza Frontiere spiega la loro mission, quella di riuscire a gestire sei strutture mediche nel nord della Siria e supporta direttamente più di 100 postazioni sanitarie e ospedali da campo in tutto il paese, con un’attenzione particolare alle aree assediate. Si tratta per lo più di strutture di fortuna, che non vedono la presenza di personale MSF, alle quali MSF fornisce sia supporto materiale che formazione a distanza, per aiutare i medici siriani ad affrontare bisogni medici estremi. Questa rete di supporto è stata costruita nel corso degli ultimi quattro anni. 

Guerra tecnologica che non riparmia neppure chi porta sollevio in una terra dimenticata da tutti, tranne per l'inteligence che purtroppo riesce anche a sbagliare le coordinate.